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conoscenze a scuola 21 ( Angelica)


di chiara94
02.08.2016    |    5.498    |    16 9.6
"Probabilmente voleva solo impressionarmi..."
ANGELICA

Ero appena entrata in camera mia, quando il cellulare inizio’ a lampeggiare. Era Diego . Mi chiedeva di scendere . Dopo le pazzie di quella sera, cosa mi sarei dovuta aspettare ancora? Io, una ragazza dedita allo studio, alla pallavolo e alla parrocchia, in poche settimane ero completamente cambiata. Tutto ormai era in discussione, a partire dal mio rapporto con Filippo. Cercando di non fare rumore, per non svegliare mia sorella e i miei genitori, scesi furtivamente, sperando che non se ne accorgessero. Sia per evitare sgridate, oltre alle mille domande. Arrivai sulla porta del palazzo, e vidi la macchina di Diego, con dentro anche Sabrina e Gaetano.Allungai il passo e sali’ sul sedile di dietro. Diego disse:” Pensavi di andare a casa, senza fare il balletto con Sabrina?”Odiavo questo suo modo di porsi in presenza di altri, pero’ era il suo carattere. Molti aspetti del suo ego li detestavo, ma qualcosa in lui riusciva a ipnotizzarmi. Risposi:” A casa mia e’ impossibile, dormono tutti “e lui disse:” Andremo nella cantina di Sabrina,e’ una reggia per farsi fare i pompini” Sabrina rise, io decisi di non rispondere. Dopo dieci minuti di tragitto, in cui Diego e Gaetano cantarono, a squarcia gola, delle canzoni rock riprodotte in radio, arrivammo a destinazione. Sabrina sapeva solamente ridere, facendo finta di essere ubriaca, anche se non lo era. In pizzeria aveva preso una gazzosa e un sorbetto al limone come dolce. Scendemmo per circa 50 metri sotto terra e ci trovammo di fronte una porticina in metallo, con un lucchetto ,che sembrava nuovo, non aveva tracce di ruggine. La cantina era piccola, con poche cose ben riposte, al centro del vano c’era un vecchio materasso. Prima che potessi parlare, Diego disse:” il materasso serve a voi ragazze per inginocchiarvi per fare i pompini” e si misero tutti e tre a ridere. Non riuscivo proprio a capire la mia compagna di squadra, era contenta di essere trattata come una puttana? Io dissi:” Faremo un ballo come promesso e basta”
Diego inizio’ ad armeggiare con il cellulare per cercare una musica adatta, intanto Gaetano si sedette sul materasso e Diego lo raggiunse subito. La musica parti’ e Diego disse:” Forza troie , fateci impazzire” Ormai, nonostante non mi piacesse proprio, mi ero abituata ad essere chiamata troia da Diego. Pero’era un conto in quella particolare situazione,era un altro conto per mettermi in imbarazzo e umiliarmi solamente per il piacere di farlo.Pero’ a noi ragazze piacciono i bastardi, e alla fine anche io ero caduta in quella trappola. Avevo un ragazzo splendido, eppure preferivo essere in una squallida cantina con due porci e una poco di buono. Iniziammo a muoverci sul ritmo della musica, ci guardavamo a vicenda , ricambiando sorrisi. I ragazzi , in modo volgare, si massaggiavano le patte, e i rigonfiamenti erano ben visibili. Diego disse:” Abbracciatevi e baciatevi “ Sabrina , continuando a guardarmi, si avvicino’ e inizio a muovere le sue mani sui miei fianchi , stringendomi a se. Sabrina mi accarezzo’ i capelli, come per cercare di mettermi a mio agio.Fece una leggera pressione sulla mia testa, in quanto essendo io piu’ alta e coi tacchi, eravamo ancora ad una certa distanza. Con fare sensuale, inizio’ a piegarsi e facendo scivolare le sue mani prima sui miei seni, poi sui fianchi e infine sulle mie cosce, arrivo’ ad inginocchiarsi, per togliermi le scarpe. Repentinamente, torno’ in piedi, e senza tacchi io, e lei invece con un discreto tacco 10 cm, le nostre bocche erano molto vicine. Sabrina continuava a fissarmi, sotto gl incitamenti di Diego:” Baciatevi, fateci divertire “ Le sue mani passarono ad accarezzare il mio fondoschiena, e all’improvviso, senza che neanche me ne potessi rendere conto, le sue labbra si avvicinarono alle mie, e mi diede un bacio a stampo, allontandosi quasi subito, e tornando a guardarmi con un sorriso malizioso.
Quella sera ero stata palpata dal migliore amico del mio ragazzo, ero stata baciata a stampo sempre da lui, e in piu’ ero stata baciata da una ragazza. Tutto in quella notte, sarebbe stato il titolo piu’ appropriato per quella serata che avrebbe per sempre segnato la mia vita. Diego continuo’:” Mettile la lingua in bocca, tenete le bocche aperte, fateci vedere bene” Le parole di Diego riuscivano a confondermi, sarei dovuta scappare, purtroppo non lo feci, sicura che non mi sarei spinta oltre. Sabrina si riavvicino’ e nuovamente uno due tre quattro cinque baci a stampo, uno dietro l ‘altro , in successione.Al sesto bacio , le sue labbra non si tolsero, rimanendo appoggiate alle mie, cercando di assaporarle. Con dei piccoli movimenti , dischiuse le sue labbra , iniziando a cercare di succhiarmele.Ero in una situazione veramente fuori da ogni logica, stavo facendo la troia davanti altri due ragazzi. Sabrina strinse la presa sulla mia testa e mi spinse verso di lei, e non so come , per quella situazione, per il non voler deludere Diego, le mie labbra si aprirono. Lunghe e profonde e reciproche succhiate , le nostre labbra erano come degli spicchi di limone da succhiare, la saliva passava da una bocca all’altra. Diego disse:” Troie, venite a inginocchiarvi qui , per farci vedere meglio, ma senza smettere di baciarvi”. Io e Sabrina, senza mai smettere di baciarci, ci spostammo verso il materasso, e ci inginocchiammo.La lingua di Sabrina intanto era entrata nella mia bocca, all’affanosa ricerca della mia lingua. Le nostre lingue si ritrovarono quasi subito e inizio’ un vorticoso intreccio , c’era una continua ricerca l’una dell’altra, sulle labbra e ai bordi della bocca e sul mento c’erano rivoli di saliva. Stavo limonando con una ragazza. Le nostre bocche erano aperte, per permettere ai ragazzi di vedere le nostre lingue fuori dai palati, che si incontravano per suggellare un contatto saffico.
Sabrina inizio’ a succhiare la mia lingua, andando avanti e indietro, tanto che Diego grido’:” fai un pompino alla sua lingua , muoviti troia” Mi sentivo molto troia, nella mia vita non ero mai andata oltre i baci, quella volta mi ero spinta addirittura a baciare una ragazza. Sabrina si stacco’ , mi guardo’ sorridendo, io ricambiai il sorriso, e tirai fuori la lingua. Sabrina prontamente si avvicino’ e inizio’ a succhiarmela lentamente.Gaetano disse:” Quanto sono troie “ Intanto le mani di Sabrina stavano continuando a massaggiare i miei seni, ero fuori completamente.
Intanto i ragazzi avevano tirato fuori i loro membri, iniziando a masturbarsi. Diego disse:” Sabrina aprile la camicetta, e tu Angelica guardaci mentre lo fa “Ero inginocchiata sul materasso, i due ragazzi erano seduti intenti a masturbarsi, mentre Sabrina mi fece girare verso di loro, e poi si sedette davanti a me, per poi spostarsi di lato leggermente. Inizio’ a slacciare i polsini della mia camicetta, aperta sul davanti di quattro bottoni, come aveva voluto a inizio serata Diego. I miei occhi erano fissi sui due ragazzi, anche se rivolti in particolar modo al loro viso, anche se qualche volta lo sguardo cadde sul basso ventre. Mi vergogno ad ammetterlo, chiunque mi conoscesse nella vita reale, non ci potrebbe mai credere. Le mani di Sabrina iniziarono ad occuparsi dei miei bottoni.Il quinto fu aperto , e il reggiseno e i miei seni furono ancora piu’ in bella vista per i ragazzi. Fu la volta del sesto e del settimo, e meta’ dei miei seni erano fuori dalla camicetta, che ormai copriva solamente per meta’. Sabrina ultimo’ il lavoro, aprendo gli ultimi bottoni, poi si sistemo ‘ dietro di me per sfilarmela in modo lento e sensuale. Ero solamente con il reggiseno davanti i due ragazzi, la mia quarta di seno era alla loro merce’ . Gaetano disse:” In quattro anni non ti ha mai vista cosi’ il tuo ragazzo?” Io lo guardai ,ridendo,e risposi:” No, siete i primi che avete questo privilegio”e Diego disse:” Con lui fai la fidanzatina premurosa e seria, e poi, prima ti fai palpare dal suo migliore amico, e poi slingui una ragazza e ti fai spogliare davanti due tuoi amici?” e iniziarono a ridere .
Io li guardai, vergognandomi , aveva perfettamente ragione. Ero diventata peggio di Giada, il giorno dopo mi sarei dovuta andare a confessare, probabilmente sarei dovuta entrare in convento ad espiare le mie colpe. Sicuramente avrei dovuto coprire tutti gli specchi di casa, non mi sarei piu’ potuta guardare allo specchio. Gaetano all’ improvviso si alzo’ ,prendendo per i capelli Sabrina, e obbligandola a camminare inginocchiata fino alla parete opposta della stanza. Diego disse:” Gli serve uno sborratoio”.Nel giro di una decina di secondi ,un liquido bianco e denso usci’ dalla punta del pene di Gaetano, in notevoli quantita’. Gran parte di quella sostanza si riverso’ sui capelli e sulla faccia di Sabrina, che era inginocchiata e tenuta saldamente per i capelli. La mia compagna di squadra si giro’ verso di me ed era come completamente ricoperta da una maschera bianca, che le colava dal mento, dal naso, dalle labbra, dalla fronte. Diego ,guardandomi, mi disse:” La mia ragazza deve farle queste cose, altrimenti e’ un’amica solamente” Risposi:” Diego, io non sono la tua ragazza “e lui:” Iniziero’ a corteggiarti allora “Sempre piu’ confusa ,dissi:” Diego, ma lo dici seriamente o solamente per ottenere queste porcate?” All’improvviso il mio telefonino inizio’ a vibrare. Era mia mamma, preoccupata perche’ stavo tardando. Mi disse che mio padre sarebbe venuto a prendermi, dovunque ero. Mi agitai subito, e la rassicurai dicendole che stavo tornando. Mi rimisi in fretta le scarpe e la camicetta, e chiesi a Diego di accompagnarmi. Diego si sistemo’, scocciato per non essere venuto. Sabrina era sempre inginocchiata, completamente imbrattata della sostanza maschile. Sulla strada di casa, il silenzio fu sovrano. Sotto casa, mi avvicinai a Diego, dandogli i tre bacini. Ma dopo la serata di fuoco, Diego non era contento e disse:” Vuoi essere corteggiata allora o preferisci rimanere con il tuo ragazzo?” Risposi:” Diego mi piacerebbe molto che tu mi corteggiassi, pero’ tu lo faresti solamente con lo scopo di portarmi a letto” La sua risposta fu:” Vuoi essere corteggiata o no?” Dentro di me ero perfettamente consapevole che non era sincero, ma risposi con il cuore , senza usare la testa.” Si, voglio essere corteggiata”e lui fu pronto a dire:” e con il tuo ragazzo come la mettiamo?” e , senza neanche rendermi conto della risposta, dissi:” Devi dirmi tu cosa fare con il mio ragazzo” Diego disse:” Da oggi in poi ti vestirai solamente come voglio io?” La mia risposta fu: “Si, mandami un messaggio la mattina e mi vestiro’ come vuoi tu” e lui aggiunse:” Sabrina non e’ la ragazza di Gaetano , pero’ si e’ fatta riempire di sborra” Lo guardai e gli dissi:” Sabrina faccia cosa vuole, io ti devo piacere per come sono” Diego aggiunse :” Voglio il bacio della buonanotte” e cosi’ gli dieci un bacio a stampo. Diego disse:” Usa la lingua “. Lo guardai ,sorridendogli, e mi avvicinai, questa volta limonammo con molta passione. Le nostre bocche erano incollate una all’altra, come due ventose, mentre le lingue esploravano l’altra cavita’ orale. Le nostre salive si mischiarono in una cosa sola, le nostre lingua conobbero il sapore reciproco per circa due minuti. Diego alla fine si stacco’ e mi disse:” Non mi ricordo come sono le tue tette” e cosi’ si mise a slacciarmi la camicetta, e ancora una volta mi trovai in reggiseno.Disse:” che tette che hai”, e inizio’ a palparmele, facendomele roteare su e giu’ , e riprendo a baciarmi.
Le nostre lingue si incrociavano in un vortice di passione, mentre con le sue mani verificava la consistenza della mia quarta. Disse:” Di chi sono queste tette?” e io, ormai partita di nuovo, gli risposi:” Se diventerai il mio ragazzo, saranno solamente tue” e aggiunse:” E potro’ farci quello che voglio?” Gli risposi:” Si, se diventi il mio ragazzo” e lui , con un ghigno diabolico, disse:” Anche metterci le mollette?”Era la prima volta che sentivo parlare di mollette, pensai subito alle mollette del bucato, ma mi convinsi subito che non potevano essere quelle. Gli chiesi:” Cosa sono?” E lui mi disse:” Servono per farti sentire dolore, che dovrai sopportare per il mio piacere “
Lo guardai spaventata, nel mentre le mie tette erano sollecitate dalle sue mani.Una sensazione bellissima, mai provata con Filippo.Sensazioni uniche, in contrasto con richieste che avrebbero fatto rabbrividire qualunque ragazza.
Gli dissi:” Diego, ma cosi’ mi farai piangere” e lui mi rispose:” Mentre tu piangerai, io ridero’, per dimostrarti la tua completa sottomissione . Se ci mettiamo assieme, non sara’ mio diritto farti fare quello che voglio?” Io cercai di controbattere , dicendo:” Si’, pero’” e lui mi interruppe’ subito, dicendo:” Pero’ cosa?” e ormai vinta, dissi:” Niente “
Nuovamente il cellulare squillo’ ,era mio padre questa volta. Gli dissi che cinque minuti sarei arrivata a casa. La mia serata da Cenerentola stava finendo, anche se di romantico c’era stato ben poco. Diego riprese a baciarmi, e la sua lingua penetro’ nella mia bocca,a cercare la mia. Terminato il bacio, mi disse:” Devi abituarti a prendere in bocca cosa voglio.Ora ricomponiti che ti accompagno fino la porta” Che carino a dire quelle parole, tutta felice, camminai con il sorriso raggiante. Non rendendomi conto della pericolosita’ di quel “ devi abituarti a prendere in bocca cosa voglio”.Ma preferi’ far finta di niente, sapendo che sarei finita nel panico al solo pensarci.
Arrivata quasi al pianerottolo della porta di casa, mi disse:” aspetta” e nuovamente apri’ la mia camicetta, senza togliermela. Con una forte pressione sulla testami fece abbassare nuovamente, e mi ritrovai ancora una volta inginocchiata. Si slaccio’ la cintura e si abbasso’ i pantaloni, era in mutande. Spaventata , dissi:” Ti prego, lo sai che non voglio” ma con tono perentorio , mi disse:” Abbassami almeno le mutande, poi faccio tutto io , e non te lo metto in bocca”.Lo guardai, e nuovamente disse:” Dai muoviti, rischiamo che arrivi qualcuno” Ormai vinta, stavo per abbassargliele, quando mi fermo’ e mi disse:” No, voglio che usi la bocca per abbassarmele “Lo guardai fissandolo all’altezza del suo pene, durissimo nelle mutande. Gli dissi:” Ma Diego non ti sembra di esagerare? Non le ho mai fatte queste cose” E lui mi rispose:” Se ti piaccio veramente, fai la troia”
Lo guardai, e poi tornai a guardare il suo bozzo.Presi coraggio e con i denti, cercai di afferrargliele per la parte inferiore, incontrando non poche difficolta’. Cercai allora di spostare la testa verso i fianchi, ma Diego me la riporto’ davanti il suo addome, facendomi capire che potevo lavorare solo in quella zona. Nella parte anteriore centrale si vedeva perfettamente la parte superiore del suo pene che a fatica stava nelle mutande. Mi spostai leggermente verso sinistra con la bocca, e sempre con i denti, afferrai il bordo superiore e gliele tirai giu’ a meta’, da una parte. Facendo questo movimento, il suo pene usci’ dalle mutande e ando’ a colpire la mia fronte e il mio naso,vibrando tra la mia fronte e il mio naso, una due tre volte.
Si mise a ridere, e continuai a liberarlo dal suo intimo, andando’ a tirargli giu’ , sempre con la bocca, l’altra estremita’ delle mutande. Con un ultimo sforzo, presi per i denti il lembo centrale e gliele tirai giu’ fino le ginocchia.Prese il suo pene con una mano e lo ando’ a sistemare tra i miei seni, ancora protetti dal reggiseno.
Mi disse di schiacchiare le mie tette verso l’interno, facendo pressione. Feci come mi disse, e nel frattempo lui , piegandosi leggermente, inizio’ ad muoversi con il bacino, su e giu’.
Il suo pene andava su e giu’ tra le mie tette, e quando arrivava alla massima altezza, a causa della pressione dei miei seni, che gli rallentavano la corsa, arrivava completamente scappellato .E poi riscendeva, la cappella cosi’ ritornava nascosta dalla pellicina, per poi risvettare in tutto il suo splendore nel movimento contrario. I miei seni venivano utilizzati per i suoi comodi,mi sentivo troia, ma Diego mi piaceva molto. Diego disse:” Mi stai facendo una spagnola sulle scale di casa, povero il tuo ragazzo” e rise.Diego aumento’ il movimento con il bacino e inizio’ ad ansimare , e la cosa era pericolosa, per l’eco sulle scale. Mi disse:” Prendilo in mano e segamelo bene, fammi venire se vuoi diventare la mia ragazza”
Non avevo mai neanche toccato un pene sui jeans ad un ragazzo, adesso di veniva chiesto addirittura di fare una sega.Tra di me capi’ subito che non sarebbe servito a nulla oppormi, mi avrebbe convinta ugualmente, avevo troppa paura di perderlo. Con due dita presi timidamente la sua asta, ma subito fui redarguita.” E’ cosi’ che si tiene un cazzo?muoviti” .Mi feci coraggio e ricopri’ il suo palo con tutte e cinque le dita e iniziai a stringere. Lo sentivo caldo, pulsante, una vera forza della natura. La mano riuscivo a chiuderla a fatica, quel paletto si era ingrossato per me.Gli piacevo molto e questo mi rendeva felice. Nella mia ingenuita’, non sapevo che ai ragazzi diventava duro anche se erano con racchie ,solamente con il passare dei mesi iniziai a capire che per i ragazzi basta che respirino.
Iniziai a muovere la mia mano su e giu’, la sua pelle si spostava,la sua cappella compariva e scompariva ritmicamente. Ero inginocchiata intenta a fare la mia prima sega a un ragazzo. Mi piaceva tenerglielo in mano, era molto duro e impazzivo a provare la sensazione di mandare su e giu la sua pellicina per scappellarglielo.Sulla punta era appiciccaticcio, un liquido trasparente usciva in piccole quantita’. Ma senza pensarci troppo, continuai nel movimento, mentre Diego ansimava. Il mio viso era ad una quindicina di centimetri dal suo pene , e lo continuavo a fissare,sentendo il suo forte odore maschile , che mi inebriava come una droga. .
Quattro anni con Filippo senza mai fare nulla.Quella sera la mia vita era cambiata. Diego mi disse di alzarmi che voleva slinguarmi, e feci come mi disse. Le nostre lingue ripresero a conoscersi, mentre con la mano smanettavo il suo pisello.Ero ancora con la camicetta aperta, ma non mi interessava nulla.
Diego a un certo punto fece:” AHHHHHHHHH AHHHHA” e dal suo pene usci’ una quantita’ industriale di liquido, che riempi’ la mia mano, sporcandomi collant ,shorts , camicetta, e parte del ventre scoperto.Diego mi disse di continuare a scappellarglielo, perche’ doveva uscire ancora del liquido. Ancora una volta feci nuovamente come mi disse.Continuai a smanettarglielo per altri cinque minuti, nonostante non fosse piu’ durissimo, la sua consistenza era ancora notevole.
Gli dissi che dovevo rientrare o sarei stata messa in punizione e niente cinema a Natale. Mi disse:” Prima di andare puliscimelo. Usa la tua camicetta” Lo guardai, e come un’automa, presi il suo pene e lo avvicinai al lembo della mia camicetta e glielo puli’, usandola come se fosse uno straccio.
Dopo tutto quello che avevo fatto, sarebbe cambiato qualcosa? L’orgoglio lo dovevo tirare fuori prima.Diego mi rimprovero’ comunque:” Per questa sera va bene cosi’, ma la mia ragazza quando sborro deve abbassare la testa per offrirmi i suoi capelli come sborratoio, oppure ricevere tutta la sborra in faccia e in bocca. Senza fare storie”.
Un conato di vomito mi risali’ dallo stomaco al solo pensiero, probabilmente stava solo scherzando. Probabilmente voleva solo impressionarmi. Non era possibile che chiedesse quelle cose.Mi autoconvinsi di cio’, ripromettendomi il giorno dopo di confidarmi con un’amica e sentire le sue esperienze e il suo pensiero in proposito.
Decisi di evitare di rispondere, senza mai perdere il contatto coi suoi occhi. Cercai nella borsa una salvietta, pulendomi alla bene in meglio, ma era fortissimo l’odore di quella strana sostanza. Inoltre le mie mani erano appiccicaticce e le macchie sui vestiti molto evidenti. Diego mi guardo’ e mi disse:” buonanotte “, correndo giu’ per le scale. Non potevo sapere che, aprendo il portone, si trovo’ a faccia a faccia con Beatrice……..
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