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conoscenze a scuola 15 ( Chiara e Beatrice )


di chiara94
14.04.2016    |    4.460    |    8 9.7
"Diego , con un movimento veloce, si stacco ‘ dalla mia mano..."
Oggi ci alterneremo a raccontare io e Bea.
Inizio io (CHIARA)

L’otto dicembre era a ridosso del week end. Esattamente di venerdi’. Come tutti gli anni, era tradizione andare a raccogliere le castagne nei boschi. La scampagnata era stata organizzata da me e Bea. Il ritrovo era alle otto, davanti casa mia.
La prima ad arrivare fu la mia amica. Indossava dei jeans con un lavaggio chiaro, degli scarponcini gialli da montagna e un maglione bianco , con cerniera trasversale sul davanti. Io avevo optato invece per dei jeans neri, delle scarpe sportive, e un maglione multicolor. Sembravamo due perfette montanare, ci mancavano solamente borraccia e picozza.
Andrea era in ritardo, era dovuto passare a prendere Diego. Alla fine lo incrociavo sempre lungo il mio percorso. Non so di chi fu l’idea di invitarlo, pero’ preferi’ evitare di fare domande, altrimenti avrei insospettito gli altri. L’unica cosa che mi regalava un senso di tranquillita’, era la presenza di Andrea. Davanti il mio ragazzo, si sarebbe quantomeno contenuto, anche se le esperienze passate avevano dimostrato il contrario. Dentro di me ero convinta di essere la preda preferita di quel essere cosi’ sfacciato.
Bea chiese di sedersi sul posto accanto al passaggero, in quanto soffriva la macchina. Era nuova questa, la conoscevo da anni, eppure non aveva mai fatto presente questo malessere. Pero’ non ci feci molto caso.
Il bosco distava circa mezzora di macchina, decisi di provare a dormire un po’. Ci fermammo in autogrill, Beatrice doveva andare in bagno. Andrea invece doveva recarsi al bar, a prendere un caffe. Io, come una stupida, dissi che sarei rimasta in macchina. Mi ero scordata della presenza di Diego, che prese la palla al balzo e non scese dall’ auto.
Appena si furono allontanati, Diego inizio’ a fissarmi , con due occhi pieni di desiderio. Sembrava allupato. Io capi’ subito le sue intenzioni, e lo anticipai:” Ti prego, potrebbe vederci qualcuno “ Prese il suo giubbotto e lo mise sulle mie gambe. Le sue mani iniziarono a scorrere sul mio corpo, la mano sinistra era intenta a massaggiarmi in mezzo le gambe , mentre con la destra cercava di rendere piu’ facile il passaggio, aprendomele. Io cercavo di tenerle strette, ma era una lotta impari e presto mi trovai con una gamba sopra le sue, bloccata dalle sue braccia e dal suo petto protratto in avanti, mentre con una mano sfregava oscenamente i miei jeans.
In quella posizione le mie gambe erano completamente spalancate. Sentivo il calore che si propagava per quel forte sfregamento, il tessuto delle mie mutandine si sfregava contro la mia passerina. Ci sapeva molto fare, iniziai a provare piacere e a sentire i miei slip umidi. Il palmo della sua mano aumentava sempre piu’ la pressione, alternando movimenti a una folle velocita’, come se mettesse il turbo; a movimenti lenti ma molto profondi , con cui cercava di spingere il mio tessuto quasi dentro la mia fessura. Io cercai piu’ volte di togliergli le mani, ma era inutile.
Quel ragazzo aveva deciso che dovevo essere sua. Sua e dei suoi amici. Se non fossi stata attenta, presto mi avrebbe portata in qualche casa, obbligandomi a soddisfare le loro voglie. Magari anche davanti una telecamera. E poco importava se erano cose che non avevo mai fatto, le avrei dovute fare e basta. Perche’ Diego non ammetteva repliche.
Cercai con le parole di convincerlo” Ti prego, basta, ti sei gia’ abbastanza divertito “ e lui decise di cambiare tattica. Interruppe per un attimo quel contatto coi miei jeans, e con le due mani si fiondo’ sul bottone che li chiudeva. Le mie mani furono molto veloci a bloccare le sue, non potevo permettere che mi spogliasse in un parcheggio dell’autogrill.
Dissi “ non voglio che mi spogli “ e le sue parole furono “ sei fortunata, sta tornando il tuo ragazzo, ma non finisce qui”. Mi girai quasi impazzita e cercai di sedermi in una posizione piu’ consona il piu’ in fretta possibile. Il mio respiro era affannoso, presi la bottiglia dell’acqua e ne bevvi un sorso. Dovevo calmarmi, ero molto agitata, quel ragazzo era un toro infuriato. Non rispettava la mia volonta’. Mi desiderava e basta. E doveva avermi. E non si sarebbe accontentato di fare l’amore.
Appena mi vide, Andrea disse :” Chiara, cosa hai?” e Diego rispose per me :” Si era addormentata, e si e’ svegliata di colpo” e si mise a ridere. Andrea lo segui’. Quanto era stupido, non si accorgeva proprio che la sua ragazza era in balia di un mostro.
Adesso sara’ Bea che raccontentera’ cosa avvenne, mentre io ero assalita da Diego.

BEATRICE
Scesi dalla macchina e mi diressi a cercare la toilette. Non passo’ neanche un minuto, che Andrea mi raggiunse. “ Beatrice , non ce la facevo piu’ .Avevo voglia di parlare senza quei due di mezzo. Sei bellissima “. Io lo ringrazai e lui mi prese per mano, tirandomi verso una zona destinata alla vendita.
In quel momento c’era un nastro che impediva l’accesso, non era orario di apertura al pubblico. Ma Andrea lo scavalco’ e pretese facessi io lo stesso.” Ma Andrea, ci sono le telecamere, se se ne accorgono, ci denunciano “ dissi allarmata. Lui , in modo euforico, disse “Non mi interessa, per stare con te accetto il rischio” Io sorrisi e lui continuo’” Ti prego apriti il giubbotto e voglio un abbraccio. Non vedo l’ora che sia domani sera per andare a cena assieme “. Io lo guardai e decisi di accontentarlo , non erano richieste esagerate. Abbassai la cerniera del giubbino e vidi il suo volto riempirsi di gioia. Si avvicino’ e inizio’ a stringermi forte.
Pero’ dovevo chiarire una cosa con lui :” Ieri sera non mi hai scritto, come mai?” e lui si giustifico’ , dicendomi che era con Chiara.
Io mi staccai da lui, e gli risposi arrabbiata “ E questa credi che sia una giustificazione? Io non sono una ruota di scorta “
Disse “ Cerchero’ di organizzarmi meglio, non succedera’ piu’.Domani sera metti la gonna, voglio che mi fai vedere bene le cosce “ e le sue mani andarono ad appoggiarsi sul mio fondoschiena.
Gliele tolsi e ancor di piu’ arrabbiata, risposi :” la gonna chiedi di metterla a quella troia di Chiara. Sto parlando seriamente e tu mi metti le mani sul sedere? Vuoi che domani sera non venga a cena con te?” Quella frase lo fece indietreggiare e cambio’ piu volte espressione e colore del viso.
Forse ero stata troppo cattiva , pero’ non avrei mai accettato di essere la seconda . Andrea si allontano’, dirigendosi alla macchina. Forse se le era presa. Non credo perche’ avessi dato della troia alla ragazza. Solamente perche’ avevo messo in dubbio la cena.

CHIARA
Adesso torno io a raccontare gli eventi seguenti.
Arrivati nei pressi del bosco, decidemmo di dividerci in due gruppi. Le ragazze da una parte, i ragazzi dall’altra. Dopo mezzora, la raccolta era scarsa. Probabilmente il giorno prima era passato qualche venditore che aveva fatto scorte.
Io e Bea decidemmo di separarci, per allargare il nostro raggio d’azione. Mi ritrovai in una piccola radura, circondata da una fitta vegetazione. Non si sentiva alcun rumore, ero solamente io con il nulla. Gli uccelli dovevano essere migrati, verso zone piu’ calde, o in nascondigli sicuri per affrontare l’inverno. Senti’ il crak di un ramo che si spezzava, non feci in tempo a girarmi che due mani mi spinsero a terra. Era Diego. Mi aveva immobilizzata sedendosi sul mio bacino, e a causa del suo peso, non riuscivo a muovermi. Le mie braccia erano distese orizzontalmente, in segno di resa. Lo guardavo negli occhi, mentre inizio’ ad aprirmi il giubbotto. Senti ‘ un freddo pungente, subito sostiuito dalle sue mani, che andarono ad appoggiarsi ai miei seni, iniziando un movimento circolare. I miei seni erano travolti da quelle mani, sembravano quelle di un rozzo contadino che doveva arare la terra.
Continuando a fissarlo, dissi “ Ti piace tanto prendere una ragazza contro la sua volonta’ ?” e lui grugni’,come se fosse un maiale. Le sue mani intanto continuavano a insistere , a stringere forte le mie mammelle, come se fossero degli antistress. Stringeva forte e poi apriva, stringeva e poi apriva, facendomi mancare il respiro .
Sentimmo delle voci in lontananza e prima che potessi dire qualcosa, si alzo’ e mi prese per un braccio, tirandomi dietro un albero. Mise una mano sulla mia testa e mi fece inginocchiare. Lui si appoggio’ con la schiena al tronco. Prese la mia mano e la appoggio’ alla sua patta. Aveva il pene durissimo. Il rigonfiamento dei jeans era qualcosa di enorme. Per lo stupore , mi girai a guardare, con molto imbarazzo. Cercai di ritrarre la mano, ma la sua presa era forte, e nella nostra visuale c erano Beatrice e Andrea
.Se mi fossi ribellata, saremmo stati scoperti. Inizio’ a farmi muovere la mano, percorrendo ogni cm di quel rigonfiamento. Tenevo il pugno chiuso, per evitare il contatto, ma con l’altra mano mi forzo’ le dita, e il mio palmo si distese sul suo sesso.
Usava il mio polso per dirigere il movimento. Insisteva principalmente nella zona dove il suo pene terminava con una vistosa cappella. Sentivo l’asta, dura e rigida come l’acciaio.
Vidi Beatrice che si chino’ per raccogliere delle castagne e metterle nel cestino, quando con mia grande sorpresa vidi Andrea che si avvicino’ a lei, appoggiando una mano su una chiappa. Beatrice non fece alcuna sceneggiata, si limito ‘ a spostarsi leggermente in avanti, per distaccarsi. Sorridendo , disse “ Vedo che l’arrabbiatura ti e’ passata “ e Andrea disse “ Con un culo come il tuo non riesco a tenerti il broncio “ e Beatrice rise, mettendosi a correre verso l’altra parte della vegetazione. Scomparirono in un battibaleno e non seppi che pensare.
Di cosa stavano parlando? Perche’ Andrea aveva accarezzato il sedere alla mia amica? Perche’ quella complicita’, piena di sorrisi e battute?
Mi ero perfino dimenticata che stavo accarezzando i jeans di Diego. Lo guardai , e mi accorsi che la sua mano non era piu’ posizionata sul mio polso. Stavo accarezzando il suo pene di mia volonta’.
Tolsi subito la mano imbarazzata. Diego , seccato , mi disse “ Beatrice fa la puttana con il tuo ragazzo e ti fai problemi?” allontandosi .
Io gli andai dietro , dicendogli “ Non e’ come pensi, ci sara’ sicuramente una spiegazione “ e lui :” io ho visto una mano sul culo di Beatrice, ed era quella del tuo ragazzo. Non vedo spiegazioni plausibili”.
Gia’, aveva ragione. Aggiunse:” Rifiuta la mia corte sempre, cosi’ un giorno rimarrai da sola, visto che al tuo ragazzo piace la tua amica”
Non riusci’ a resistere, e dissi : tu non mi corteggi, cerchi tutte le volte di violentarmi “. Diego sembrava meravigliato della mia risposta e disse:” Non dovevi parlarmi cosi’ , con me hai chiuso “ e si allontano’. Mi aveva trattata come una puttana piu’ volte, e ora faceva l’offeso. Cosa dovevo fare con quel ragazzo? Umiliarmi? Andargli a chiedere scusa?
Torna a parlare Beatrice.

BEATRICE
Dopo che lasciammo la radura, Andrea mi raggiunse e mi abbraccio’ nuovamente. “ Questa sera iniziero’ a dire che non sono in forma, cosi’ mi preparo la strada per domani sera “ disse e io annui’, sorridendo. Aggiunsi:” vieni, andiamo a sederci su quel ceppo, ho una sorpresa per te “
Ovviamente Andrea sperava che io mi riferissi a qualche cosa di erotico, invece tirai fuori un panino dal mio zaino. Dissi:” l’ho preparato per te, dentro ci sono fette di pomodoro, lattuga, hamburger , formaggio. Sei il primo ragazzo a cui preparo il pranzo. Forse preferisci mangiare quello che ti ha preparato Chiara”. Ma Andrea, per farsi bello davanti a me, tiro’ fuori il panino di Chiara e lo getto’ via.
Gli sorrisi, il suo gesto mi era piaciuto molto. Decisi di sedermi sulle sue ginocchia, dopo quel gesto tanto importante. Con una mano teneva il panino, con l’altra mi accarezzava una coscia. Se qualcuno avesse saputo che mi ero messa in cucina con grembiule a preparare il pranzo per un altro ragazzo , non ci avrebbe creduto. Ero abituata a farmi preparare i pasti, o a farmi portare fuori . Senza mai pagare e senza concedere mai nulla. Come disse una volta Diego, Guido docet.
Andrea disse :” Peccato che hai i jeans “ io gli risposi subito :” Accontentati “E lui rispose :” gia’ , altrimenti mi denunci “
Si ricordava una mia frase di quando mi ero arrabbiata sotto casa mia, per questo dissi :” Non fare il permaloso “ e gli diedi un buffetto sulla guancia. Andrea continuo’:” adesso ho la mano sulla tua coscia, vicino la tua figa. Se avessi indossato la gonna e le autoreggenti, a quest’ora sarei arrivato alle tue mutandine e le avrei gia’ spostate”
Guardai la sua mano, era posizionata sulla parte superiore della mia coscia. Non sapevo bene cosa fare, se dovevo togliergliela o lasciargliela.Ero combattuta.
Non me ne fregava nulla che fosse o meno il ragazzo di Chiara. Per una volta volevo essere io a decidere, pensando a me stessa, e non a possibili vanti o vendette. Decisi di togliergliela, aspettando qualche secondo, per non deluderlo eccessivamente.
Andrea la rimise subito e io risi .Dissi :” sei testardo “
Mi piaceva essere al centro delle sue attenzioni. Andrea non era un servo come Guido. Andrea aveva personalita’, aveva carattere. Mi piacevano i ragazzi come lui. Non mi ero mai interessata a lui, per la mia troppa superficialita’: colore delle carte di credito, dichiarazione dei redditi, tipo di macchina. Eppure con lui stavo bene. Era il fidanzato di Chiara? Non era un mio problema, ma di Chiara.
Mi disse di appoggiarmi al suo petto, cosa che io feci. Mi fece mettere diritta, e aprire leggermente le gambe. La sua mano inizio’ subito a massaggiare il mio basso ventre, gliela fermai subito. Era un tocco vellutato , morbido.Mi piaceva molto. Dissi :” Ti prego Andrea “.
Lui non disse nulla e interruppe il movimento. Ma repentinamente strofino’ in modo deciso il palmo della mano dal basso all’alto sulla mia passerina, e la cosa mi fece sussultare.
Mi girai a guardarlo e mi disse :” Andiamo in macchina?Ho voglia di toglierti qualcosa, sei troppo vestita “ Io continuai a fissarlo e a bassa voce dissi “ Andrea, fai il bravo, ti prego “e lui:” che male c’e’? ti ho gia’ vista in costume in piscina e al mare, staresti in reggiseno e mutandine sul sedile di dietro . Ti fai vedere mezzanuda da centinaia di sconosciuti d’estate, e io non ho gli stessi diritti?”
Le sue parole mi stavano confondendo, non sapevo cosa rispondere e mi difesi cosi’:” mi rivedrai col due pezzi in piscina o al mare , contento?” e lui disse :” devo aspettare otto mesi ?volevo vederti mezzanuda oggi ”
Andrea mi fece alzare e mi prese per mano, capi’ che mi voleva portare alla macchina. Puntai i piedi, per fargli capire che non mi andava. Andrea mi spiazzo’:” Non me ne frega piu’ niente di Chiara, voglio lasciarla” io feci la domanda piu’ ovvia: “ Sei sicuro Andrea?” e lui:” se ti vedessi flirtare con un altro ragazzo, non so cosa farei” Andrea era cotto di me, e la cosa non mi dispiaceva.
Torna Chiara a parlare.

CHIARA
In macchina, c’era un silenzio di tomba. Forse la stanchezza, forse erano successe altre cose, di cui ero all’oscuro.
Diego non mi aveva piu’ rivolto la parola. Non stava fingendo . Era veramente arrabbiato.
Guardai il mio cellulare, ci trafficai un po, e decisi di mandare un messaggio a Diego, sebbene fosse seduto accanto a me. Mi stavo umiliando del tutto. La mia dignita’ era finita sotto i piedi. Gli avevo scritto:” scusa per prima “.
Stavo cercando il mio aguzzino. Stavo finendo nelle fauci del mostro. Ed ero io a volerlo. Lui rispose con cattiveria:” troia “
Io lo guardai, non sapevo cosa rispondere. Aveva dei modi forti, decisi, che mi spaventavano e che mi intrigavano al tempo stesso. “ Non volevo essere maleducata, ti chiedo scusa. Non pensavo quello che ho detto” dissi.
Diego continuo’” forse non lo sai, ma per molto meno, Giada e ‘stata presa a cinghiate da me e i due amici “. Invece io ne ero perfattamente a conoscenza. Pensai alla mia schiena e al mio sedere, torturati da quei lembi di pelle, lanciati per farmi piangere e gridare. Diego stava pensando di usare la cinghia su di me. L’idea mi terrorizzava. Lo guardai con due occhi spaventati, quasi a chiedergli pieta’. Ma lo sguardo di Diego continuava a sprigionare odio, anzi il pathos aumento’, quando strinse la fibia della sua cintura , guardandomi.
Abbassai la testa e chiusi gli occhi. Diego aveva gia’ deciso il mio destino. La cintura mi aspettava. Presi il cellulare e scrissi velocemente un messaggio:” Ti prego, non farmi male, non picchiarmi “ e la mia mano prese la sua, quasi in cerca di una conferma.
Diego , con un movimento veloce, si stacco ‘ dalla mia mano. Movimento che non passo’ inosservato a Beatrice, la quale, con aria maliziosa, disse:” la piantate di giocare voi due?” Andrea rise.
Beatrice fu la prima ad essere portata a casa. Andrea le chiese se poteva imprestargli un film in dvd e Beatrice gli disse di aspettarla dentro il portone.
Io e Diego ci guardammo, non ci avrei visto nulla di strano, ma dopo quella mano appoggiata sul sedere della mia amica, i dubbi aumentarono esponenzialmente.
Torna Beatrice a parlare

BEATRICE
Andrea aveva trovato una scusa per salutarmi, era stato molto in gamba . Feci piu’ in fretta possibile per recuperare il dvd. Lo trovai sul pianerottolo e mi disse:” avevo voglia di un ultimo abbraccio” e mi strinse. Le sue mani andarono subito ad appoggiarsi sul mio sedere, cercando di strizzare le chiappe il piu’ possibile.
Dopo qualche secondo, gli bloccai le mani. Di nuovo le mie parole recitarono:” Andrea, ti prego “. E lui:” il tuo culo mi fa impazzire, e’ mille volte piu’ bello di quello di Chiara .” Dissi :” veramente ti piace di piu’ il mio?” e lui rispose:” Hai una cantina? Cosi’ mi porti e me lo fai vedere bene “
Andrea correva molto, sentivo che mi desiderava, sotto i pantaloni il suo pene si era gonfiato. Dissi:” Chiara ti aspetta “ e lui :” il cazzo mi sta scoppiando, come torno alla macchina?”
Feci la stupidaggine di abbassare gli occhi, e lui se ne accorse. In un secondo si slaccio’ i jeans e si abbasso' i boxer. Era con il pene di fuori sulle scale di casa mia. Se fosse arrivato qualcuno, che vergogna.
Scappai via, Andrea aveva esagerato. Avrei capito tutto, ma spogliarsi sulle scale no. Dovevo farmi desiderare, non cedere come la prima troietta di turno.
A casa, mi feci un bagno caldo. Ripensai piu’ volte a quell’ultima visione. Il pene di Andrea mi piaceva molto. Era di media lunghezza, molto largo, con una cappella vistosa violacea. Due palle grosse come due noci, leggermente pelose. Quel pene era diventato duro per me . Ma cosa andavo a pensare?
Per fortuna, un messaggio mi riporto’ alla realta’. Era Diego. Mi avvisava che Chiara aveva visto che Andrea mi toccava il culo,e mi chiese se volevo farmelo.
Gli risposi:” sei geloso?” e lui scrisse :” puoi anche scoparci, importante che ti decidi a fare la troia anche con me.”
Scelsi di non rispondere, le quotazioni di Diego erano scese. Mi piaceva meno di prima. Per fortuna non gli avevo mai concesso nulla, altrimenti sarei diventata la zimbella dell’universita’.
Scrissi invece ad Andrea:” sei stato un pazzo prima , domani sera quando ti vedo ti tiro le orecchie “ Visualizzo’, ma non rispose subito e l ‘attesa mi stava facendo impazzire. Forse aveva cambiato idea sull’ uscita? Forse era con Chiara?
Scrissi di nuovo:” come mai non mi rispondi?” Di nuovo visualizzo’ , ma nulla. Nessuna risposta. Dopo mezzora presi ancora il cellulare:” sei arrabbiato?” Stavo perdendo tutta la mia sicurezza?

CHIARA
Appena Bea e Andrea scesero , Diego inizio’ a parlare:” una scusa neanche originale, sicuramente stanno limonando o lei gli sta facendo un pompino “
Alcune lacrime iniziarono a scendere sul mio viso, e appoggiai la mia guancia alla spalla di Diego.
Ma lui, in modo molto cafone, mi sposto’:” stai a tre metri, altrimenti dici che ti violento “
Gli dissi :” ho sbagliato prima a dire quella cosa , ti ho gia’ chiesto scusa. “
Diego disse:” Andrea puo’ toccare il culo a Beatrice, e io non posso toccare il tuo?”
Anche in un momento in cui mi sentivo tradita, quel ragazzo invece di rincuorarmi, continuava a parlare esclusivamente di sesso.
“ Per oggi mi hai toccata a sufficienza, non credi?” attaccai. E lui disse “ Forse non hai capito. Non ci sara’ un domani. Non voglio essere denunciato da una sciacquetta come te, il mondo e’ pieno di ragazze, piu’ troie di te. “ e con la mano mimo’ un coito orale.
“ Beatrice glielo sta succhiando , leccando, e tu sei qui in macchina ad aspettare , mentre lui non vede l’ora di riempire di sborra la bocca della tua amica. “ Io urlai:” Non e’ vero, stai zitto, e poi Bea non fa i pompini “
Diego rise e aggiunse :” Si fa toccare il culo davanti a te, e credi che non gli faccia i pompini? Non lo verra’ a dire a te, sei una povera ingenua. Tu glieli fai i pompini?”
Io feci si con la testa.
“ Allora li pretendera’ anche da Beatrice .E visto che tu non ti fai sborrare in bocca, sicuramente lei dovra’ bere la sborra, per non perderlo”
Guardai l ‘orologio. Erano passati cinque minuti. Quanto ci metteva Beatrice per consegnargli un dischetto?
Diego continuo’:” Oggi mi sono annoiato, non esco piu’ con voi”
Si era annoiato? Come si permetteva? Mi aveva buttata per terra per palparmi i seni, mi aveva fatta inginocchiare per toccargli il pene, e si lamentava? .
Aggiunse:” Siamo qui da dieci minuti ad aspettare, senza fare nulla, mentre Beatrice si occupa dell’uccello del tuo ragazzo”
Non riusci’ a resistere, gli rinfacciai:” pensavo ti piacesse passare del tempo con me, mi devo essere sbagliata. Sei proprio uno stronzo “
e lui disse :” sei una dalla denuncia facile, non mi interessi piu’ “
Gli chiesi :” Vuoi abbandonarmi anche tu? Complimenti, ti credevo diverso .La tua e’ solamente una scusa , non hai il coraggio di dirmi che ti piacciono altre ragazze. Oggi non era la prima volta che provavi a mettermi le mani addosso, sono mai andata in questura a denunciarti ? non mi sembra. Ho visto le escoriazioni che tu e i tuoi amici avete fatto a Giada, eppure sono ancora qui a parlare con te.”
Diego sorrise, e mi avviso’ che Andrea stava tornando. Probabilmente ero impazzita o ubriaca, ma stavo quasi giustificando il mio assalitore e stavo dicendogli che mi piaceva come mi trattava. Le mie parole avrebbero sicuramente incitato Diego, a trattarmi come aveva sempre fatto. A considerarmi una squallida puttana , da dividere con chi voleva.
Non era quello il mio scopo, assolutamente. Mi ero sentita pugnalata alle spalle dal mio ragazzo e dalla mia amica, e quel giorno non me la sentivo di perdere un’altra persona con cui condividevo gran parte delle giornate.
Diego aveva ragione. A lungo andare, sarei rimasta da sola.E io avevo paura della solitudine. E poi, cambiando il giro delle amicizie o l ‘amore, sarebbe cambiata in meglio la mia situazione? Non potevo assolutamente saperlo. Di persone false era pieno il mondo, l’unico che non cercava di apparire, ma si presentava per come era veramente, era Diego.
Un porco. Un maiale. Un maniaco. Quello era Diego. Pero’ era se stesso. Non indossava una squallida maschera. Non mi prometteva amore eterno. Mi offriva solamente un ruolo da zoccola nella sua vita.
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