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Quando eravamo ragazzine

09.10.2024 |
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"I primi colpi di frusta sui nostri corpi ci fecero comprendere la realtà faceva male, malissimo, ma mentre urlavo per il dolore e mentre sentivo mia sorella..."
Quando eravamo ragazzzine correvamo felici ed entusiaste in motorino nelle calde sere di estate.Coperte solamente da una magliettina che ci copriva a malapena ci godevamo il fresco della velocità sulle nostre gambe piedi nudi, contente della nostra giovinezza.
Nel borgo marinaro dove passavamo i mesi estivi, libere dai nostri genitori, abbigliamenti mininimi erano la norma e non suscitavano scandalo.
Quanto godevamo da quella nostra giovine spensierata libertà, dalle sensazioni straordinarie di poterci esibire con i nostri giovani corpi.
Andavamo sulla spiaggia per gustarci un gelato acquistato presso il chiosco, od una bibita presa da un altro baracchino.
Innocentemente mentre gustavamo seminude i gelati o le bibite venivamo avvicinate da persone, giovani e vecchi, interessate ai nostri freschi corpi.
Facevamo amicizia e poi ci appartavamo per fare pompini o per essere chiavate nella figa o nel culo.
Quant'era bello soddisfare quegli sconosciuti che godevano della nostra giovinezza, eravamo veramente contente di farli felici.
Poi riprendevamo il motorino e ricominciavamo a correre urlado sguaiatamente come delle pazze con i nostri culi e la figa e la bocca piena di sperma di sconosciuti.
Come delle pazze correvamo nella sera tiepida sotto un cielo stellato, felici del sesso che avevamo fatto dei tizi che avevamo soddisfatto; viaggiavamo in un sogno.
Tornando a casa facevamo l'amore tra noi, delicatamente ma con passione, mentre la notte estiva ci avvolgeva, con il suo accogliente tepore.
La mattina, dopo aver fatto colazione, ci clisterizzavamo assieme commentando la quantità di acqua che riuscivamo ad introndurci nell'intestino.
Come delle bambine facevamo a gara a chi ne prendeva di più e poi ci litigavamo il cesso per scaricarci.
Che dolci e puerili giochi.
Talora fortunosamente trovavamo dele persone interessate alla nostra giovinezza.
Ci recavamo presso casa sua od in un altro luogo dove lui godeva dei nostri giovini corpi.
Eravamo contente di accontentare quegli adulti che provavano piacere ad utilizzare la nostra giovinezza.
Uno di questi, Marco, ci propose delle atività più estreme in cui lui ed altri avrebberro goduto a farci soffrire.
Noi eravamo un poco titubanti ma attratte dalla proposta; volevamo provare nuove sensazioni, dopo qualche breve consultazione accettammo!
Ci recammo in motorino sul luogo convenuto; Marco ci accolse piacevolmente, dicndoci però di spogliarci complentamente.
Poi entrammo nel salotto di quella casa dove vedemmo degli adulti, nudi e semi nudi che amoreggiavano tra loro.
Marco ci presentò, qualcuno si espresse ritendosi incredulo che lui avrebbe veramente trovato delle ragazzine come noi.
Lui orgogliosamente si espresse dicendo che noi eravamo delle vere troie disponibili a tutto.
Noi in ginocchio al centro del salotto annuimmo con la testa, pronte ad affrontare tutto.
I tizi parlottando cominciarono ad avvicinarsi a noi e uomini e donne cominciaronoa tastare i nostri corpi.
Provavamo piacere dalle loro carezze e come delle troie gemevamo al loro tocco.
Quegli sconusciuti cominciarono ad eccittarsi e ci chiesero se eravamo intente a provare il dolore.
Noi rispondemmo subitamente che eravamo pronte e quei sadici non esitarono ci ordinarono di metterci a quattro zampe con la schiena esposta.
Era la prima volta che provavamo una azione dei sadici, e volevamo provare quanto piacere ci avrebbe dato il dolore.
Eravamo veramnte entusiasmate per quella nuova esperienza.
I primi colpi di frusta sui nostri corpi ci fecero comprendere la realtà faceva male, malissimo, ma mentre urlavo per il dolore e mentre sentivo mia sorella accanto a me che urlava ugualmente mi resi conto che quel dolore mi piaceva.
Mi contorcevo per i colpi e nel frattempo il mio cazzo si arrapava per il piacere di quel dolore.
Quando i sadici terminarono la fustigazione chiesero di essere soddisfatti sessualmente.
Io cominciai a spominare i maschi mentre mia sorella leccava le fighe.
Accontenntammo tutti i due generi mentre soffrivamo per i colpi che avevamo subito.
Terminata quell'orgia Marco ci disse che potevamo andarce; lui c,i accompagnò fuori noi rimontammo sul nostro motorino e ritornammoa casa.
Sulle prime rimanemmo in silenzio poi sentendo il piacere delle nostro corpo violato, e della nostra sofferenza cominciammo a sentire una sensazione di benessere e cominciammo a cantare mentre io voltegiavo con il motorino.
Arrivate a casa mentre scaricavamo nel water lla sborra dei cazzi commentammo quella nuova esperienza di dolere e convenimma che ci era piaciuta.
Andammo a letto e facemmo l'amore dolce come al solito.
Il giorno dopo chiamamo Marco e gli dicemmo che volevamo essere utilizzate come la sera prima.
Marco ci disse che se volevamo sarebbe venuto a casa nostra per massacrarci di botte.
Noi gli dicemmo di si, perchè ci piacevatroppo la prospettiva.
Marco arrivvo, noi eravamo già nude pronte a ricevere il dolore che i avrebbe donato.
Lui si spogliò si sedette sul divano e ci chiese se eravamo pronte a soffrire veramente, perchè voleva farci veramente del male.
Noi guardando il suo cazzo gli chiedemmo cosa ci avrebbe fatto.
Lui aprì una boorsa che aveva con sè e tir fuori un manganello semirigido con cui diceva che ci avrebbe massacrate.
Noi accossentimmo tutte eccitate.
E lui cominciò a picchiarci
Non aveva pietà ci colpiva violentemete in ogni parte del corpo, busto, braccia, gambe, palle, figa.
I suoi colpi erano così violenti che cominciammo a sanguinare .
Noi urlavamo come bestie e lui colpiva sempre più violentemente.
Si interrupe solamente quando ci ritrovammo sfinite a terra, lui si fece una sega sborrandoci addosso.
Dopo quell'oltraggio, mentre noi a terra gemevamo per il dolore si mise al telefono per chiamare dei trans amici suoi che sarebbero venuti a chiavarci.
Capimmo che avremmo dovuto subire un ulteriore oltraggio.
Eravamo tutte un dolore ma eravamo pronte a subire ultriori umiliazioni.
Arrivarono i trans e Marco ci indicò come le schiave da oltraggiare.
Ci ordinnò di pagare i trans. noi eseguimmo pagando abbondantemente quei tizi che cominciaono ad ibcularci e farsi spompinare senza riguardo verso i nostri dolori.
Con i nostri soldi ci fecero di tutto, continuarono a picchiarci, si fecero spompinare, ci inculavano.
La nostra testa non capiva più nulla sentivamo solo gli stimoli dei nostri corpi violati ed oltraggiati.
Ad un certo punto ci sentimmo trascinare di peso fuori da casa e gettate nel canale di scolo che passava daavanti alla via.
Eravamo così intontite dalle sevizie che capivamo a malapena di essere finite in quella fossa.
La stanchezza si fece predominante e ci addormentammo in quella condizione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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