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Per il vestito di Silvia
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03.02.2025 |
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"Io mi sentii gongolare per quel suo apprezzamento..."
Silvia la mia conquilina e magnaccia mi aveva chiesto i soldi per uno splendido vestito che aveva visto in un pregiato negozio del centro.Era un vestito molto costoso ed avrei dovuto prostituirmi a lungo per poterle dare il denaro necessario.
Dopo essermi riposata e ripresa dalle ultime sfinenti attività di prostituzione mi preparai per poter affrontare altre serate durissime ed impegnative di seghe, pompini e trombate.
Mi lavai accuratamente e curai la mia depilazione; ammirrai il mio corpo liscio e pronto ad afrontare i cazzi di tutti quegli stronzi che avrebbero violato quella mia giovane bellezza.
Prima di uscire chiesi a Silvia di poterle leccare i piedi.
Lei, con mio grande entusiasmo accossentii, ed io potei gustare con la mia lingua e la mia bocca il piacere di quei bellissimi piedi.
La mia mente si scioglieva mentre assaporavo quei stupendi piedi.
Volevo masturbarmi mentre gustavo quella delizia ma lei me l'ho impedii; disse che dovevo rimanere eccitata per svolgere il mio comito di puttana, altrimenti se avessi goduto sarei rimasta floscia.
Mentre io mi spegnevo leccando quei piedi; lei mi chiese dove sarei andata a prostiturmi, perchè lei aveva bisogno al più presto dei soldi per il suo vestito.
Io tutta presa con la mente sconvolta mentre leccavo quei ditini delicati e quel dorso del piede splendido le risposi a pezzi e bocconi.
Le dissi che per fare abbastanza soldi avrei dovuto andare per strada per prostiturmi con automobilisti e camionisti.
Era il modo più semplice per alzare abbastanza soldi.
Tuttavia dato l'alto costo del vestito forse non sarebbe bastata una sola serata.
Lei mi rispose dispotica datti da fare puttana, ritraendo i suoi piedi.
Io rimasi sconvolta vedendo quelle meraviglie ritrarsi dalla mia adorazione.
Silvia mi disse li riavrai quando mi avrai procurato ciò che voglio.
Le mie suppliche per poter gustare ancora un poco dei suoi piedi furono inutili e lei mi impose preparati puttana e vai a fare il tuo dovere.
Io avvilitta, mi coprì con una magliettina e presi una borsetina a tracolla per poter raccogliere i soldi.
Poi mi avviai verso il mio dovere; scalza, come piace a me, andai verso la strada dove mi sarei venduta.
Raggiunto il sito mi misi daccordo con le altre puttane, trans e papponi per dividere il guadagno.
Altrimenti sarei potuta finire male.
Mi misi nel mio tratto assegnato ed oscenamente cominciai ad esporre il mio cazzo ancheggiando da vera troia.
Non ci vole molto perchè arrivassero i primi clienti; in macchina od in camion diversi porci mi raccolsero.
Io fui deliziosa con loro anche se spesso facevano schifo; ma dovevo guadagnare per la mia magnaccia Sivia e per il suo vestito.
Mi diedi da fare troieggiando a più non posso; feci seghe e pompini, venni inculata a più non posso.
A notte tarda, quasi all'alba, quando non c'era più clientela decisi di smettere divisi con i papponi che mi avevano permesso di battere i miei guadagni ed mi avviai verso casa.
Sulla strada trovai una pozanghera piuttosto nascosta dalla visata degli automobilisti.
Era a mia passione e non resistetti a buttarmici dentro a culo nudo ed a masturbarmi.
Finalmente avevo una soddisfazione personale dopo una serata di lavoro passata per la mia Silvia.
Scalza come piaceva a me, odiavo le scarpe, raggiunsi la casa.
Silvia dormiva, le appoggiai sul comodino il denaro raccolto che però era insufficiente per il suo scopo.
Sapevo che sarei stata punita per non aver raccolto quanto necessario, ma avevo fatto del mio meglio.
Venni svegliata da dei calci violenti; era Silvia che incazzata perchè io non le avevo portato abbasttanza soldi se la stava prendendo con me.
Mentre lei mi picchiava cercai di fargli capire che il suo vestito era molto costoso che avrei dovuto prostituirmi a lungo per accontentarla.
Ma le, nella sua frenesia isterica non capii e continuò a colpirmi.
Fù molto crudele ed ingiusta.
Poi finalmente si calmo, ed io dolorante le promisi disperatamente che avrei fatto di più per lei; mi sarei prostituita nel pomeriggio nei cinema e la sera per strada.
Mi buttai sui suoi piedi, baciandoglieli e leccandoli, sia per dimostrare la mia prostazione sia perche volevo trovare un poco di piacere, ma lei ancora incazzata li ritrasse, rifiutando sia la mia prostazione sia il mio piacere, lasciandomi frustrata e più sofferente dei dolori fisici.
Cominciai a piangere, per quella negazione di quel piccolo umilante piacere.
Sorprendentemente, comprendendo i miei sentimenti, lei guardandomi negli occhi ed osservando le mie lacrime, si lasciò andare ad un moto di pietà; si placò e mi concesse i suoi piedi su cui io mi gettai selvaggiamente per placare la tempesta emotiva che mi sconvolgeva.
Mi rilassai mentre gustavo quelle splendide estremità.
Poi lei mi disse ti concedo ancora una serata per raccogliere quanto necessario, perchè domani vorrò avere il denaro necessario per il vestito.
Io contenta della sua generosità e dalla sua compressibillità le dissi che mi sarei subito data da fare.
Entusiasta per l'occassione che mi era stata data, con le lacrime agli occhi, corsi a lavarmi per preparare i mio corpo.
Mangiai quacosa per avere l'energia necessari per affrontare la serata.
Mi clisterrizzai per offrire ai clienti un bel culo pulito.
Mi coprii con la solita maglietta e con la mia borsettina mi avviai dapprima al cinema.
Li mi diedi da fare i più possibile lavoravo con la bocca al maeglio i clienti per farli arrivare prima ed avere altro tempo per il prossimo cliente.
Fui molto brava.
Poi quando il cinema chiuse corsi alla strada delle battone.
I miei piedi scalzi si tormentavano nella corsa che facevo, ed il mio cazzo si eccitava, per quella sensazione ai piedi.
Quando arrivai sul sito della mia prostituzione come al solito persi accordi con i papponi.
E cominciai a darmi da fare mostrandomi il più oscena possibie esibendo il mio cazzo fin quasi in mezzo alla strada dove automobilisti impazziti per quella vista si fermavano di colpo.
Fui così brava da avere tantissimi clienti.
Continuai a lavorare anche dopo l'arrivo dell'alba raccogliendo anche gli ultimi utenti.
Non condivisi con i papponi il guadagno; sapevo che la prossima volta sarei stata punita per questa mia mancanza, ma non potevo fare altrimenti oppure i soldi raccoti non sarebbero bastati.
Esausta tornai a casa, questa volta non mi fermai per la strada per raggiungere il mio piacere; corsi verso casa direttamente.
Avevo raccolto quanto necessario, sommandolo a quanto gi raccolto e volevo dare al più presto questa soddisfazione a Silvia.
Arrivai a casa; Silvia dormiva, poggiai i soldi sul coomodino e mi misi in ginocchio asppettando che lei si svegliasse.
Ero esausta e facevo fatica a restare sveglia, mentre Silvia dormiva beatamente.
Poi dopo molte ore aprì gli occhi; mi guardò e dopo qualche istante sufficiente per farla riprendere mi chiese se avevo fatto il mio dovere.
Io le indicai i soldi su comodino; lei spalancando gli occhi li guardò, oi li prese e gli contò.
Poi con mia grande soddisfaizone mi disse che erano sufficienti e che ero stata una brav puttana.
Io mi sentii gongolare per quel suo apprezzamento.
Avevo fatto il mio dovere ed avevo accontentato la mia padrona.
Lei con un grande sorriso mi disse che mi avrebbe premiata con un grande regalo.
Io ero sempre più sorridente e felice ed aspettavo disperatamente il suo premio.
Lei si recò in bagno uscendono dopo alcuni minuti con un vassoio in mano.
Nel vassoio c'erano alcuni suoi stronzi; io a quella vista impazzi, e le chiesi se quel dono era per me.
Lei annui e mi concesse di mangiare gli amari frutti usciti dal suo splendido intestino.
Io infoiata mi gettai a godere di quel pasto.
Lei intanto mentre io godevo di quei suoi rifiuti andava a farsi una doccia.
Io mangiai avidamente quanto era uscito dall'intestino della mia padrona.
Quel pasto mi placava della fatica e della umiliazione che avevo subito fino ad adesso.
Ero veramente felice.
Quando Silvia uscii dalla doccia io stavo finendo ancora alcuni stronzi.
Lei mi accarezzo la testa, mentre io guardandola masticavo i suoi stronzi.
Poi mi disse adesso vado a comprarmi il vestito che tu hai voluto generosamente donarmi troia.
Io mi masturbai eccitata da quelle ultime parole umiianti, ed arrivaii tremendamente.
Poi esausta arrancai verso il mio lurido giaciglio e mi adormentai esausta pensando a Silvia che andava a comprarsi il suo bramato vestito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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