bdsm
Un pomeriggio di divertimento con mia sorella

09.08.2024 |
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"Era una espressione talmente scema che ci trattenemmo noi stesse dal ridere, ma i due si misero a ridere sarcasticamente..."
Abbiamo passato molto tempo a farci belle; ci siamo lavate accuratamente e depilate con attenzione.Proviamo piacere dalla sensazione che ci danno i nostri corpi lisci.
Facciamo un pochino le sceme ridacchiando comparando i nostri corpi.
Io come maschio voglio dimostrare di avere più seno di mia sorella, lei, un pochino irritata per quella constatazione fa l'offesa.
Ma poi sempre sorridendo e canzonandomi pone le sue tettine sulle mie e comincia a strusciare i suoi capezzoli sui miei.
Provo una sensazione bellissima, quel tocco tra i mei capezzoli e quelli di mia sorella mi fanno provare un intenso piacere perverso, anche mia sorella sembra provare la stessa sensazione.
Cominciamo a masturbarci continuando a strusciarci i capezzoli l'una contro l'altra e cominciamo ad avvicinare le nostre bocche.
Cominciammo a baciarci scambiandoci il tepore umido delle nostre lingue.
L'eccitazione era tremenda ed arrivai sborrando sul corpo di mia sorella.
Lei continuò a masturbarsi ancora un poco arrivando più volte strusciandosi la mia sborra sul suo corpo.
Poi sodisfatta si accasciò sodisfatta.
Dopo qualche minuto si riprese e mi disse "stronzo mi hai sporcata con la tua sborra, dovrò lavarmi di nuovo".
Si alzò in piedi, mi sputò in faccia e mi diede un calcio nei coglioni; poi andò a rifarsi la doccia.
Io la raggiunsi perché avevo sudato come una bestia
Avevamo programmato un bel pomeriggio al parco dei depravati e volevamo essere in piena forma ed in gran spolvero.
Volevamo presentarci per gli schifosi depravati che frequentavano il parco al nostro meglio.
Certo loro erano spesso sporchi, sudati con la barba lunga, con degli aspetti disdicevoli.
Ma presentarci bene di fronte a quei zozzi schifosi aumentava la nostra eccitazione; volevamo sentirci come dei gioielli da smerdare.
Quindi una volta terminata la nostra ennesima doccia ed aver controllato la nostra depilazione continuammo a curare il nostro aspetto per essere perfette e per essere violate da dei maiali.
Ci truccammo il volto, decorammo le nostre unghie con lo smalto, mettemmo alle caviglie le nostre più belle cavigliere, decorammo le dita dei nostri piedi con dei bellissimi anellini.
Poi una volta contente della nostra preparazione, ci guardammo allo specchio godendo della vista che lo specchio rifletteva.
Ci sentivamo magnifiche, splendide!
Ed eravamo pronte a vedere degradare la nostra sensazione di bellezza da schifosi, pancioni, puzzolenti .
Mia sorella mi chiese se volevo indossare la gabbietta sul cazzo.
Io ci pensai un poco; poi le risposi che volevo avere il cazzo libero per godere.
Mia sorella replicò "sei sicura?" .
E continuò "Dovresti sentirti peggio a non poter usare il tuo cazzo, a non poter godere per quello che ti faranno".
Riflettei un poco mia sorella aveva ragione, mi sarei divertita di più ad avere un simile impedimento al mio godimento.
Avrei patito di più.
Dissi a mia sorella di mettermi la gabbietta, lei con un sorriso di soddisfazione affermò che era sicura che avrei voluto presentarmi con quel congegno.
Mentre mia sorella mi montava la gabbietta chiacchierammo sulla estetica che questa aveva sul cazzo.
Entrambe riconoscemmo che abbelliva l'organo; e che aumentava la femminilizzazione dei froci come me.
Ci ammirammo di nuovo allo specchio eravamo bellissime con i nostri corpi splendidi pronti ad essere violati.
Indossammo delle magliettine che ci coprivano appena.
Giusto per giustificare la nostra presenza in macchina.
Arrivate alla pineta dei froci e depravati scendemmo dalla macchina ci spogliammo di quelle magliette che difendevano a malapena la nostra dignità.
Nascondemmo la chiave della macchina sotto una pietra, e ci avviammo nude mano nella mano pronte ad affrontare il nostro destino di depravate.
Il sole era piuttosto baso ed i nostri piedi calpestavano la ruvida e sabbiosa superficie della pineta.
Io e mia sorella tenendoci per mano avanzavamo nude, lungo i sentieri della macchia.
Avvertivamo la presenza di sguardi su di noi.
I normali guardoni che si masturbavano o persone intenzionate a chiavarci?
Dopo un poco che camminavamo, mano nella mano, ci accorgemmo che qualcuno camminava dietro di noi, vedemmo due tipi che ci seguivano.
Ci guardammo all'indietro mostrando una risatina vergognosa da vere civette.
I due si avvicinarono; e sarcasticamente ci chiesero cosa facevano due bellezze come noi nude in quel posto.
Ci piacque molto l'apprezzamento sulla nostra bellezza, ben sapendo che quei due volevano solamente il nostro culo.
Facemmo le sceme dicendo che ci eravamo perdute sulla strada per la casa della nostra nonna.
Era una espressione talmente scema che ci trattenemmo noi stesse dal ridere, ma i due si misero a ridere sarcasticamente.
Quell' affermazione piacque ai due che evidentemente erano persone di spirito.
Uno dei due mi prese per le spalle e mi disse "adesso ti porto dalla nonna" e mi spinse verso il folto della macchia.
Con la coda delle orecchie sentii che anche l'altro aveva detto lo stesso a mia sorella.
Bastarono pochi istanti e sentii il cazzo duro del tizio entrarmi nel culo; evidentemente doveva essere molto arrapato e no aveva bisogno che gli lavorassi l'uccello con la bocca per farlo indurire.
Aveva un cazzo veramente grosso che mi riempiva il culo; non aveva nessun riguardo per me voleva solamente accontentare quel suo uccellone al più presto possibile.
E così fece..
Sentii entrarmi nel culo una quantità enorme di sborra tiepida.
Quel tipo era un vero uccellone..
Apprezzai quel caldo sputo e poi lo vidi allontanarsi con la disperazione negli occhi.
Intanto anche l'altro si era fatto mi a sorella che sembrava essere ben contenta dello stupro che aveva subito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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