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Problemi con la prostituzione


di maktero
03.02.2025    |    32    |    0 6.0
"Loro dopo avermi sputato adosso mi abbandonarono nuda e sofferente in quel lurido fosso..."
Nella ultima mia uscita da puttana non ho rispettato i patti con i protettori.
Non gli ho dato la loro parte come convenuto.
Del resto se non lo avessi fatto non avrei potuto portare alla mia padrona Silvia i soldi sufficienti.
Sapevo che per questa mia mancanza sarei stata punita duramente e che non avrei potuto più esercitare se non avessi pagato il giusto pegno.
Decisa a pagare quanto necessario per poter continuare ad esercitare la professione mi presentai spontaneamente ai papponi, mettendomi nelle loro mani e chiedendo il loro perdono.
Loro accettarono le mie scuse e mi imposero di versargli una quota maggiore di quella precedente.
Io ovviamente accettai; ma non bastava, la mia ribellione doveva essere punita fisicamente.
Me lo aspettavo e sapevo che erano moto crudeli e mi preparai alle loro sevizie.
Mi dissero di spogliarmi e poi mi riempirono di botte, calci e pugni, la cosa durò molto massacrarono il mio corpo.
Insistetterrò con le mie palle, ma non trascurarono ogni centimetro del mio povero corpo.
Quando stavo sbavando, con gli occhi di fuori per il dolore e credevo che fosse finita, poi invece i papponi cominciarono il vero trattamento.
Mi legarono al paraurti di una macchina e cominciarono a strascicarmi per terra facendomi scorticare, nella terra nel fango.
Quando finirono, ero ridotta ad un pezzo di carne sanguinante e coperto di fango e sporcizia.
Poi presero il mio corpo straziato e lo gettarono in un fosso pieno di rovi e di acqua putrida.
Infine mi pisciarono addosso dicendomi che dovevo imparare a rispettarli.
Io gli dissi che avevo imparato la lezione e che non lo avrei fatto mai più.
Loro dopo avermi sputato adosso mi abbandonarono nuda e sofferente in quel lurido fosso.
Non sapevo se ero viva o morta ma ero eccitata come una bestia; quegli animali mi avevano veramente trattata come una masochista, cioè come mi piaceva; ero contenta.
Il mio cazzo impazziva e stretta e dolorante in quel lurido fosso puzzolente in mezzo al fango ad all'acqua putrida cominciai a masturbarmi.
Arrivai una prima volta ed ancora eccita per il dolore ed l'umiliazione; dopo un poco ripresi a masturbarmi arrivando una seconda volta.
Mi resi conto di essere una vera masochista schifosa dalla mente persa; ma ero soddisfatta da questa mia consapevolezza.
Arrivò l'alba, dopo mille sofferenze passate nella note, tentai con difficolta di uscire dal fosso; il mio corpo scorticato bruciava ad ogni contatto con l'argine dela fossa, soffrendo come una bestia arrivai alla superficie dove mi adagiai nuda, sanguinante e sporca.
Esausta mi addormentai in quella posizione.
Dopo non sò quante ore mi svegliai; c'era ancora luce e non potevo muovermi nuda verso casa.
Mi rituffai nella fossa aspettando il buio.
Il mio corpo bruciava con le gambe immerse nell'acqua.
Avevo fame e sete; ma il tramonto era ancora lontano.
Poi dopo tante ore di attesa venne il buio ed io nuda, lurida ed esausta uscii dal fosso per avviarmi verso casa.
Ero molto lontana ed arrivai a casa verso l'alba.
La porta di casa era ovviamente chiusa e non volevo disturbare Silvia che senz'altro stava dormendo.
Mi adagiai davanti all'ingresso aspettando che lei si svegliasse per venirmi ad aprire.
Mi addormentai sulla soglia di casa; e fu dopo molte ore che Silvia mi scoprii aprendo la porta per uscire.
Mi fece entrare e mi chiese impressionata cosa mi fosse successo.
Io le raccontai tutto, mentre mi medicava.
Lei disse che era inconsapevole dei rischi a cui potevano essere soggette le puttane come me.
Ma io per tranquilizzarla la assicurai che mi ero divertita ad essere torturata in quel modo e che quanto mi avevano fatto mi aveva stimolato moltissimmo e che mi ero masturbata ferocemente.
E che soprattuto ero contenta di averlo subito a causa sua.
Lei deliziosamente, per compernsarmi di queste parole di sottomissione alla sua persona mi fece colare la sua saliva in bocca.
Poi mi garantì che mi avrebbe procurato altrettanta sofferenza.
Io certa di quella promessa mi addormentai tra le sue baccia come biancaneve con il suo principe azzurro.



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