bdsm
Con Silvia
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06.02.2025 |
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"Sapevamo benissimo che il loro rammarico era dovuto al fatto che nel lungo periodo della mia assenza avevano perso clienti..."
Passai alcuni giorni paradisiaci con Silvia.Dopo gli ultimi maltrattamenti che mi avevano straziata pesantemente, lei si prese cura di me.
Adagiata sul lurido materasso che costituiva il mio giaciglio curava dolcemente le mie ferite, fasciava le mie piaghe e poi mi faceva anche una sega dopo le cure.
Io felice di quelle amorevoli attenzioni mi sembrava di trovarmi in vacanza.
Mi dava da mangiare del cibo vero e non spazzatura, avanzi o feci come di solito.
Ero al settimo cielo e mi godevo quel periodo di "villeggiatura".
Col tempo le mie lesioni cominciarono a guarire; scoprii di avere delle nuove ciccatrici che ornavano e il mio corpo ed inorgoglivano la mia mente di masochista.
Una mattina Silvia osservandomi disse che le sembravo guarita; io effettivamente mi sentivo di nuovo in ottima forma.
Silvia proseguì dicendomi che nei giorni della mia convalescenza aveva avuto delle spese che non erano state compensate dall'introito del mio lavoro.
Mi fece sentire profondamente in colpa e mortificata.
Le espressi questi miei sentimenti, che lei apprezzo moltissimo, ma aggiunse che i sensi di colpa non erano sufficienti a pagare i conti.
Io mi sentii ancora più colpevole per questa mia mancanza nei suoi confronti; sconfortata per questa accusa, che sentivo giusta e che mi pesava, cercai di scusarmi ricordandole che non ero in grado di svolgere il mio dovere di puttana.
Lei comprese la mie scuse; ma continuò dicendo che adesso era i momento di darsi da fare.
Io rincuorata da quella scintilla di benevolenza mi gettai sui suoi bellissimi piedi, sperando che considerasse il mio gesto come un ringraziamento.
Silvia amava l'adorazione dei suoi meravigliosi piedi, provava molto piacere da quella pratica, ed io conoscendo questa sua debolezza mi diedi da fare per darle soddisfazione.
Leccandogli e succhiando i suoi bellisimi ditini, guardando il suo volto infiammato dalla soddisfazione, capii che le stavo dando del piacere.
Lei gemendo mi disse che ero una vera puttana.
Così effettivamente mi sentivo mentre cercavo di dare piacere alla mia sfruttatrice.
Cominciò a masturbarsi, e gemendo, mentre io, da vera troia, cercavo di carpire dai suoi gemiti ciò che più la eccitava e mi davo da fare per aumentare il suo piacere.
Mi sentivo appagata per la mia capacità di puttana di donare piacere.
Era una nuova vetta della mia professione di prostituta.
Silvia arrivo al limite dell'eccitazione, io abbandonai i suoi piedi e mi gettai sulla sua figa, cominciando a leccargliela finchè lei non erruppe nella mia bocca con un orgasmo spaventoso.
Ingoiai con piacere tutto il fluido che usciva dalla sua vagina e lei continuò ad irrorarmi finche le convulsioni del suo godimento non si placarono.
Poi tranquillizzata, riprese il discorso interrotto.
Abbandonando la dolcezza precedente ed assumendo un carattere più crudele e freddo mi disse che dovevo ricominciare la mia professione, perchè lei aveva bisogno di soldi.
Mi disse che avrei dovuto ricominciare con il cinema porno.
Non era una grande fonte di guadagno ma era sufficiente per un nuovo inizio; poi mi avrebbe portata a prostituirmi per strada in una zona diversa da quella occupata dai paponi e dalle prostitute che mi avevano massacrata.
La ringraziai per quella sua attenzione, che però non era priva di interesse visto che riportandomi alla solita strada io avrei dovuto dare ai papponi del luogo una cifra significativa dei guadagni di cui ovviamente Silvia non ne avrebbe usufruito.
Detto tutto questo capii che er a arrivato il momento di ricominciare.
Silvia mi portò a fare una bella doccia ed a clisterizzarmi a dovere.
Poi mi asciugai e mi pettinai pronta per affrontare una serata di prostituzione.
Mi venne concessa una maglietta che mi copriva a malapena e seminuda Silvia mi porto al solito cinema porno.
I gestori vedendoci espressoro il loro rammarico per la nostra lunga mancanza.
Sapevamo benissimo che il loro rammarico era dovuto al fatto che nel lungo periodo della mia assenza avevano perso clienti.
Silvia disse loro che io ero stato male.
Loro si dispiacevano augurandosi che non fosse stato niente di grave.
Silvia gli assiccurava che era tutto passato e che ero di nuovo in forma.
Io seminuda sul pavimento dell'atrio del cinema ascoltavo divertita i loro discorsi.
Amavo quella sottile ipocrisia.
Silvia ed i gestori in realtà parlavano dei loro mancati guadagni dovuti alla mia assenza.
Poi i gestori senza farci pagare il biglietto ci fecero entrare.
Nel buio della sala mentre sullo schermo venivano mostrate scene di trombate ed inculate Silvia mi portò al centro della platea.
Mi fece sedere su una poltrona, mi tolse la maglietta lasciandomi completamente nuda, priva anche di quell'ultima dignità.
Mi llascio una borsettina dove mettere i soldi e poi mi abbandonò lì alla mercè dei depravati utenti del cinema.
E così ricomiciò il mio dovere di puttana.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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