bdsm
lo studio antropologico
di maktero
01.09.2024 |
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"Certo non cèera molto da sistemare; ma lei istericamente mi ordinò di mettere in ordine i vari cazzi finti, le catene, i morstetti, i cateteri, gli aghi e..."
Siamo state contattate, via e-mail da una profesoressa di antropologia culturale dell'università.Ci scrive che da tempo segue siti pornografici per esaminare questa realtà ed i suoi protagonisti per una sua ricerca antropologica e sociologica su questo fenomeno.
Continua scrivendo che ha selezionato alcuni protagonisti di questo settore che gli sembrano interessanti per la sua ricerca.
Noi siamo tra quelli che ha contattato per svolgere il suo studio.
Ci chiede pertanto se vogliamo partecipare a questa attività scientifica garantendoci la più totale anonaminità.
Io e mia sorella ne discutiamo un poco, ma la cosa ci attrae; ci piace sentirci al centro di uno studio universitario.
Personalmente la prospettiva di essere esaminata come una cavia da laboratorio mi fa sentire disumanizzata e questo mi piace e mi fà eccitare e comincio a masturbarmi mentre mia sorella mi dice che anche lei si sentirebbe orgogliosa di essere presa in considerazione per un lavoro scientifico
Mentre mia sorella mi offre gentilmente i suoi piedi da leccare per favorire la mia masturbazione; stabilisce un appuntamento a casa nostra con la profesoressa.
Dopo aver chiuso la conversazione mi dice "Bene, la profesoressa Salesiani arriverrà domani nel pomeriggio".
Poi guardandomi mentre stavo con un suo piede in bocca e mi masturbavo ferocemente, mi chiese "Non sei ancora arrivata troia?".
Io senza abbandonare il suo piede, scossi la testa per quanto potevo mantenendo in bocca quello splendido oggetto di desiderio.
Lei mi disse sbrigati puttana.
Io guardandola negli occhi, con il suo piede in bocca, cominciai a masturbarmi ancora più freneticamente e finalmente arrivai.Mia sorella insolitamente nervosa mi accusso di aver spocato il pavimento con la mia sborra; era la prima volta che me lo faceva rilevare; finora non se ne era preoccupata.
Poi stizzita mi ordino di pulire il pavimento con la lingua e poi si alzò nervosa per dirigersi in cucina,
Ritornò dopo poco con in mano uno spazzolono ed un secchio che io non avevo ancora finito di svolgere il mio compito.
La guardai stupefatta, sembrava un'altra, mi disse piantala di leccare il pavimento ci vuole ben altro disse per pulirlo.
Poi mi ordino di mettermi in angolo mentre lei si diede da fare freneticamente con lo spazzolone per pulire il pavimento da tutte le lordure che si erano accumulate nel tempo.
Mentre lavorava disse che voleva fare bella figura con la profesoressa e voleva rendere la casa linda e pulita ed ordinata.
Mi coinvolse ordinandomi di raccogliere i vari cazzi finti che si trovavano sparsi in giro per la casa e di lavarli.
Io eseguì mentre lei continuava a lavare il pavimento, a spolverare a lucidare i mobili come invasata.
Tirò il salotto a lucido, mentre mi obbligò di ordinare la stanza "dei divertimenti"; cioè la stanza in cui io venivo seviziata.
Certo non cèera molto da sistemare; ma lei istericamente mi ordinò di mettere in ordine i vari cazzi finti, le catene, i morstetti, i cateteri, gli aghi e gli altri oggetti con cui venivo normalmente trattata.
Era sera inoltrata che finalmente mia sorella si placò esausta butandosi sul divano in salotto.
Mi disse di aver fatto il più, ma che era troppo stanca per continuare, e continuò dicendo che l'indomani mattina preso si esaustasarebbe data da fare per completare la pulizia della cucina e del bagno e della camera "dei divertimenti".
Comprendevo che mia sorella volesse fare bella figura con la profesoressa ma le dissi che la casa andava già bene così.
Lei irritata mi diede un calcio in faccia e mi disse che voleva fare bella figura, punto e basta.
Poi andò a dormire permettendomi di masturbarmi su internet,
Io passai molte ore della nottata masturbandomi guardando vari video pervertiti; e poi mi addormentai anch'io esausta.
Il mio sonno venne violato la mattina presto quando mi accorsi che mia sorella si stava dando da fare furiosamente per finire di pulire ed ordinare la casa.
Era talmente presa che si dimenticò di clisterizzarmi come di consueto; ebbi un attimo di esitazione, volevo ricordarle che anch'io come oggetto della casa avrei dovuto essere pulita.
Ma non volevo interrompere mia sorella nella sua attività.
Poi finalmente contenta del lavoro che aveva fatto ed esausta si abbandonò sul divano.
Io mi precipatai sui suoi piedi, lei mi lasciò fare ma mi proibì di venire perché no voleva che il pavimento venisse di nuovo spocato.
Io ubbiddi e mi accontentai di leccarle i piedi, senza arrivare.
Poi ad un certo punto mia sorella si accorse che si era fatto tardie che era vicina l'ora dell'appuntamento con la profesoressa.
Lei corse in bagno e sentii che si stava facendo una doccia, poi corse in camera da letto e ritornò poco dopo vestita di tutto punto.
Io invece ero rimasta nuda, sporca e sudata; lei mi guardò osservando la mia condizione e disse che andavo bene.
Ero un oggetto che non meritava la dignità di un essere umano quindi nemmeno la pulizia.
E mi sputò in bocca dopo avermi chieso di palancarla.
Poi si sedette sul divano mentre a me mi chiese di mettermi in un angolo della stanza.
Alle quattordici precise squillo il campanello, era la profesoressa,
Mia sorella andò ad aprire ed accolse la signora con un mucchio di complimenti.
Le donne entrarono nel salotto e mia sorella invitò la profesoressa ad accomodarsi sul divano; la profesoressa sicomplimentò per lo stato di pulizia e di ordine dell'ambeiente.
Mia sorella rispose con un largo sorriso di soddisfazione e le chiese se desiderava qualcosa da bere un caffè, un tè od altro.
La profesoressa accetto un tè e mi sorella si precipitò in cucina a prepararlo.
Intanto la profesoressa seduta sul divano volse lo sguardo verso di me, si fermò parecchio a studirami osservando il mio corpo nudo sporco e pieno di segni.
Io ammiravo quello sguardo interrogativo; quello sguardo che sembrava studiarmi come se fossi una besia da esaminare.
Mia sorella arrivò con il tè e le con dei pasticcini, e ragaxxe cominciarono a sorseggiare il tè ed a gustare i dolcetti.
Io ero affamata e guardavo con desiderio quella loro merenda.
Poi finalmente dopo i convenevoli le donne arrivano al dunque.
La profesoressa disse di averci selezionate insieme ad altri tra i protagonisti del web.
Disse che noi ci presentevamo come come fratello e sorella, che eravamo soliti a pratiche sadomasochistichi e pervertite senza limiti.
Quindi per le caratteristiche che esbivamo sul web eravamo utili per il suo studio antropologico e sociologico che emergeva dal web.
In particolare voleva sviluppare uno studio tra le persone più estreme del web e su quello che era il loro successo.
Mia sorella comincò a parlare e perlare, mentre la profesoressa prendeva appunti.
Poi la Salesiani volle intervistare anche me; e mia sorella mi chiamo come si fà con un cane.
Io arrivai nuda ed entusiasta di collaborare alla ricerca scientifica.
La Salesiani comincò a farmi un mucchio di domande che riguardavano la mia condizione di schiava depravata; le sue domande erano veramente umilianti ed a me piaceva esporre la mia condizione subumana.
Dopo una mezz'ora o più in cui io avevo esposto la mia depravazione la profesoressa aveva detto di avere abbastanza materiale per un primo approccio di lavoro.
Per il momento disse ne aveva abbastanza ed avrebbe approffondito in un secondo momento.
Poi sorprendentemente disse che finito il lavoro doveva rivelare che era molto eccitata e che il mio corpo nudo la sconvolgeva.
Mia sorella le chiese cosa la eccitava di più; se avrebbe voluto farsi trombare da ma che la aveva presa per molto tempo ae, se avrebbe voluto incularmi con uno strapon, se avrebbe voluto torturarmi.
Lei molto incerta disse che era sconvolta dalla situazione e dalla disponibilità.ltempo ma che non era mai riuscita a reliazzare.
Mia sorella con estrema gentilezza le mise a disposizione uno dei suoi strapon; la profesoressa lo indosso e disse di trovarsi sorprendentemente eccitata da avere davanti a se quell'oggetto come un maschio.
Cominciò a toccatterselo come un maschietto.
Poi mentre mia sorella mi lubrificava il buco del culo invitò la profesoresa ad incularmi con quel suo splendido cazzo finto.
La profesoressa mi inculò spavaldamente; era veramente entusiasta.
Mi pompò con violenza, urlando come un pazza mentre mia sorella le leccava i capezoli.
La profesoressa arrivo godendo abbondantemente.
Noi tre ci affiancammo esauste cominciando a chiachierare della ricerca della profesoressa, di cui si dichiarava oramai una protagonista.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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