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Mi chiamo Maria


di maktero
25.08.2024    |    6.709    |    16 9.9
"Più in là nel tempo le nostre strade si divisero seguendo diversi percorsi scolastici..."
Mi chiamo Maria e sono la sorella gemella di Stefano.
Siamo studenti universitari e condividiamo un piccolo appartamento da studenti.
Una camera da letto con due letti, una cucina, un bagnettino, ovviamente ed uno sgabuzzino.
Appena sufficiente da permettere una vita da studenti.
Ma non è della nostra carriera universitaria che vi voglio parlare ma della nostra articolare vita sessuale.

Come gemelli abbiamo avuto sempre una intesa profonda; Stefano ha sempre manifestato una indole specifica.
Quando ancora giovanissimi ci trovavamo a casa lui riusciva a procurarsi delle riviste e video particolari che guardava di nascosto quando i nostri genitori erano assenti.
Le immagini di quelle pubblicazioni e di quei film con scene di tortura e sottomissione e di omosessualità lo stimolavano.
La nostra intesa era così profonda che condividevamo quei momenti.
Ci masturbavamo assieme.
Io non ero tanto eccitata da quelle immagini che mi attraevano parzialmente; quanto dal condividere con mio fratello un momento di emozione.
Questo mi stimolava più che dall'assistere a quelle scene video o su carta stampata.
Più in là nel tempo le nostre strade si divisero seguendo diversi percorsi scolastici.
Ma la nostra intesa rimase molto stretta.
Io se pur attratta dagli interessi di mio mio fratello, ebbi degli amori convenzionali con fidanzatini con cui facevamo l'amore.
Ma che devo dire non mi soddisfacevano mai appieno.
Mio fratello invece provò parecchie cose.
Quando ci trovavamo ne parlavamo a lungo facendo sera tardi.
Io sentivo un misto di sensazioni difficili da interpretare; invidiavo un poco la vitalità di mio fratello che riusciva ad accontentare la sua natura masochistica ed omossessuale che mi dichiarava apertamente in piena sincerità; ed mi sentivo come repressa per non riuscire ad ottenere altrettanta gaiezza dai rapporti con i miei fidanzatini.
Mi mancava qualcosa ma non sapevo cosa.
Le nostre relazioni si fecero sempre più rade finché non ci trovammo assieme all'università.
Cominciammo a vivere assieme nell'appartamentino e riprendemmo la nostra intimità.
La lontananza dalla casa di famiglia consentiva a mio fratello molta libertà.
Nella grande città universitaria dove ci trovavamo aveva trovato molte occasioni per incontri che accontentavano le sue esigenze.
Inizialmente incontrava fuori dal nostro appartamento ma poi sfacciatamente aveva cominciato a portare i suoi amanti a casa.
Ne avevamo discusso a lungo; non ci tenevamo niente per noi.
A me stava bene anche se devo ammettere che i rumori che arrivavano dalla camera da letto mentre io studiavo in cucina, più che disturbarmi mi turbavano e non di rado mi ritrovavo a masturbarmi mentre immaginavo ciò che stava accadendo in quella stanza.
Ne parlai con mio fratello, lui mi disse che se avessi voluto assistere e masturbarmi mentre lui faceva sesso non credo che sarebbe dispiaciuto ai sui compagni o compagne.
A differenza di mio fratello pur condividendo con mio fratello una certa indole mi sentivo sessualmente più repressa.
Stefano, pur comprendendomi, cercò di indurmi ad aprirmi di più.
Mi chiese se avevo qualcuno; ed in quel momento mi sentii come colpita da un fulmine.
Da tempo non avevo pensato al sesso, ad un fidanzato, ero talmente presa dagli studi di essermi dimenticata dei miei desideri sessuali.
Confessai tutto a mio fratello che mi abbracciò delicatamente.
Piansi per quel momento di tenerezza.
Passammo molte ore a parlare di amore e di sesso.
Mio fratello mi aiutò a pensare a cercare dentro me stessa cosa volevo.
Gli parlai dei miei amorini che mi avevano dato soddisfazione ma non completa.
Stefano azzardò che forse avevo dei desideri repressi e che non erano emersi come i suoi interessi depravati da cui lui trovava soddisfazione.
Quella sera andammo a dormire nei nostri giacigli e mentre mio fratello si masturbava nel suo letto, io ripensavo e ripensavo alle sue parole.
Sì forse c'era qualcosa di incompiuto nella mia sessualità qualcosa che non era emerso e che non mi permetteva di raggiungere la piena felicità.
Mi addormentai con quei pensieri.
La mattina dopo, avevo i pensieri più chiari: avevo capito di avere dei desideri repressi, desideri che non avevo espresso e che mi avevano impedito di esprimere al meglio i miei desideri sessuali.
Raggiunsi Stefano in bagno mentre si stava clisterizzando, gli esposi le mie riflessioni e mentre lui seduto sul water si stava scaricando il clistere, mi disse, a tratti tra uno scarico ed un altro, che secondo lui ero giunta alla giusta conclusione.
Cominciando a masturbarsi mi chiese cosa avrei voluto fare.
Io gli dissi che avrei voluto cominciare a condividere la sua vita per vedere quale aspetto di essa mi sarebbe piaciuto.
Aspettai che mio fratello terminasse di masturbarsi prima avere la sua risposta.
Arrivò con un incredibile schizzo che bagnò la parete davanti al water.
Tante volte avevo visto mio fratello sborrare; ma per la prima volta mi sentii attratta da quel liquido denso e biancastro che colava lentamente lungo le piastrelle sulla parete.
Con la mia mente piena delle nuove idee e prospettive, vidi quella chiazza biancastra come un limite per la mia nuova vita.
Se avessi rinunciato a leccarla voleva dire che mi sarei arresa a quanto avevo prospettato e riflettuto finora; leccarla voleva dire iniziare qualcosa di nuovo ed eccitante.
Esitai un poco mentre Stefano mi guardava aspettando la mia decisione.
Poi finalmente risolsi, chiusi gli occhi e cominciai a porre la lingua su quella parete fino a raggiungere il caldo ed indefinibile sapore della sborra.
Dopo le prime esitanti leccate cominciai ad ingoiare sempre più avidamente.
Era la prima volta che gustavo lo sperma di mio fratello, il suo sapore non era differente da quello del cazzo dei miei precedenti fidanzati; ma il suo valore rappresentava una frontiera che avevo superato e che mi piaceva.
Per la prima volta sentivo la mia sessualità volare come non mi era mai accaduto prima.
Mi sentivo sverginata per una seconda volta, ma stavolta non si trattava del mio imene ma della mia mente che veniva spalancata.
Avvertii appena la voce di mio fratello che mi diceva di smettere; io lo guardai con uno sguardo interrogativo e lui mi disse che stavo pulendo tutte le piastrelle del bagno.
Ci guardammo negli occhi e dopo un momento di silenzio ci mettemmo a ridere, alleviando la tensione dei minuti precedenti.
Ci dirigemmo in camera da letto e ci adagiammo nude sui nostri giacigli.
Mio fratello mi chiese che cosa mi avrebbe fatto piacere per provare i miei nuovi desideri.
Mi disse che poteva chiamare un padrone per farsi inculare davanti a me; oppure una padrona veramente sadica che lo avrebbe torturato dolorosamente.
Io riflettei un poco e poi gli dissi che mi sarebbe piaciuto vederlo inculare da un padrone.
Lui disse che avevo fatto una ottima scelta; poi si attacco al telefono chiamando dei padroni per farsi inculare specificando che ci sarebbe stata un'altra persona a guardare.
Io chiesi a Stefano perché non avesse specificato che a guardare sarebbe stata sua sorella.
Lui mi rispose che forse la persona si sarebbe imbarazzata.
Circa un ora dopo arriva Giovanni suona al campanello; noi lo accogliamo nude; lui spalanca gli occhi con entusiasmo a vederci.
Stefano capendo che Giovanni avrebbe voluto fare anche me, specificò subito che io ero una sua amica e che avrei solo guardato.
Il tizio un pochino rammaricato disse che gli andava bene.
Entrammo in camera da letto, Giovanni si spogliò rivelando il suo fisico peloso ed una abbondante pancia.
Mio fratello prese in mano il cazzo di quel pervertito ed dopo averlo manipolato per indurirlo un poco lo prese in bocca guardandomi negli occhi.
Io rimasi un pochino sconvolta, pur avendo ascoltato i rumori degli amanti di mio fratello non lo avevo mai visto spompinare.
Lui si diede da fare come una vera troia, nemmeno io con i miei fidanzati ero stata così brava.
In pochi istanti fece indurire il cazzo di quel ciccione fino a farlo diventare abbastanza duro per infilarglielo nel culo.
Mio Fratello ebbe appena il tempo per prendere un poco di lubrificante da mettersi sul buco del culo che quella bestia infoiata aveva già cominciato a penetrarlo.
Io ero eccitata e mi masturbavo ferocemente di fronte a quella scena bestiale, Giovanni pompava mio fratello con violenza pensando solamente a se.
Mio fratello mi guardava, comprendevo dal suo sguardo che si aspettasse che io provassi del piacere.
Ed io spalancando la mia fica e masturbandomi furiosamente gli dimostravo quanto mi facesse piacere vederlo inculare.
Giovanni arrivò, con delle convulsioni veramente esagerate, la situazione doveva averlo eccitato moltissimo.
Non solo il culo di mio fratello aveva stimolato il suo cazzo, ma la mia presenza mentre mi masturbavo doveva aver aumento la sua eccitazione.
Dopo alcuni minuti ci calmammo,.
Io in ginocchio in un angolo della stanza continuavo a toccarmi delicatamente senza provocare una grande eccitazione; mio fratello con il culo sfondato giaceva su un fianco del letto ansimando e masturbandosi.
Giovanni anche lui senza fiato si era sdraiato sulla schiena.
Mio fratello finì di masturbarsi sborrando sul pavimento.
Io vidi quello schizzo di liquido e rimasi incerta se ingoiarlo o meno.
Ma pensai che prima avevo ingoiato la sborrata di mio fratello in bagno perché adesso non potevo ingoiare quel godimento.
La mia remora era dovuta al fatto che stavolta quella sborrata era la conseguenza di una inculata.
Ma mii sentii scema che differenza c'era; la sborra era la sborra.
E mi gettai a leccare ed ingoiare quel liquido; mentre mio fratello sul lato del letto mi guardava con uno sguardo spento.
Poi sentimmo la voce di Giovanni, che ci disse ragazzi non prendetemi in giro voi siete uguali; identici, siete fratello e sorella oppure siete gemelli.
Rimanemmo un poco sorpresi per la perspicacia di Giovanni.
Ma inevitabilmente ammettemmo la nostra parentela.
Giovanni ci disse che eravamo veramente una coppia di porche.
Noi guardandoci si sentivamo inorgoglite.
Cominciammo a chiacchierare con Giovanni che incuriosito ci chiese di noi.
Intavolammo una lunga e piacevole conversazione.
Poi lui ci disse che si era fatto tardi e che sua moglie lo aspettava.
Uscì lasciando vuota la casa.
Io mi sdraiai sul mio letto e mi fratello si pose accanto a me .
Sentivo il calore del suo corpo sul suo fianco e mi eccitava.
Lui senza tanti discorsi mi disse se dovevamo fare l'amore tra noi.
Era qualcosa a cui ci eravamo avvicinate molto nel passato, ma che non avevamo mai concretizzato.
Io ero combattuta, anche mio fratello non sapeva bene cosa fare.
Mi chiese se volevo essere trombata da lui ma se non volevo lui si sarebbe astenuto.
Io non mi sentivo pronta; le ultime vicende erano state sconvolgenti, ma ancora non mi sentivo in grado di accoglierlo.
Lui capì e si sdraiò sul suo letto a farsi una sega, io mi sdraiai sul mio a masturbarmi a mia volta.
Ci prendemmo per le mani mentre ci masturbavamo ed arrivammo assieme.



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