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Un momento di umanità al slave dog camping


di maktero
28.06.2024    |    1.975    |    2 9.6
"A quel punto sempre guardandolo intensamente negli occhi avvicinai la mia bocca a quello splendido cazzo duro..."
Il sole del mattino ci svegliò colpendo i nostri occhi.
Quando fummo abbastanza sveglie Io e Marta ci scrutammo, e vedemmo la nostra splendida miserabile condizione.
Come di consueto in questa vacanza avevamo passato la nottata legate per il guinzaglio al paraurti posteriore del camper.
Il riposo era stato incerto e limitato, ridotto a pochissime ore per non dire meno.
Come accadeva da quando eravamo state portate a quel campo di svago, ogni notte si presentavano personaggi che approfittavano della nostra condizione per accontentare i loro appetiti sessuali.
Dal momento in cui Fellina si chiudeva nel camper accompagnata o no, noi rimanevamo alla mercè di chiunque avrebbe voluto approfittare di noi.
Per cui la mattina ci svegliavamo dopo aver subito per tutta la notte ogni violenza sessuale da parte di umani o animali e ristorate da brevissimi momenti di sonno alternati dalle violenze.
Ero felice di quella vacanza e seppur esausta mi svegliavo con il cazzo eretto.
Marta, anch'ella contenta di quella condizione provvedeva a spompinare il mio cazzo masturbandosi furiosamente; talora la trombavo cercando di darle il più piacere possibile.
Ma quella mattina ci sentivamo stanche, il mio cazzo era moscio e Marta non molto calda.
Eravamo state veramente esaurite nella nottata quando i violentatori non ci avevano lasciato un momento di pace.
Ci adagiammo stanche sul terreno, tra l'altro coperto dai nostri escrementi, visto che eravamo costrette a liberarci nello stesso posto in cui eravamo imprigionate.
Chiacchierammo sommessamente aspettando l'arrivo di Fellina che stava dormendo beatamente nel camper.
Qualche volta ci assopimmo stanche come eravamo.
Poi finalmente quando il sole era molto alto, si aprì la porta del camper ed apparve Fellina facendoci spalancare gli occhi per la sua magnificenza.
Con una tutina corta, ovviamente scalza, ma fresca e riposata si rivolse a noi chiedendoci come stavamo.
Noi le rispondemmo pigramente che ci sentivamo un poco stanche, che era stata una nottata pesante che avevamo subito tantissime violenze per tutta la notte e che non ci sentivamo in forma.
Marta rimarcò che non avevamo neanche fatto del sesso tra noi come accadeva solitamente al mattino.
Fellina rimase impressionata dalla nostra demoralizzazione e disse che doveva darci una scossa.
Ci liberò dai guinzagli che ci tenevano legate al paraurti e ci fece entrare nel camper.
Noi eravamo meravigliate, non ci saremmo mai aspettate di poter entrare nel camper della padrona, pensavamo che fosse un privilegio per noi strettamente proibito.
Una volta dentro Fellina ci disse di inginocchiarsi in un angolo mentre ci avrebbe preparato una ricca colazione che ci avrebbe rimesso in sesto.
Fellina si diede da fare ai fornelli e dopo diversi minuti alzò alcune padelle piene di cibo caldo e le rovesciò sul pavimento davanti a noi, augurandoci buon appetito.
Noi ci gettammo su quel cibo, non ricordo da quando non mangiavo del cibo caldo e preso dalla frenesia del piacere gastrico mi gettai a mangiare follemente contendendomi i bocconi con Marta.
Intanto Fellina che aveva preparato la colazione per se seduta comodamente al tavolo mangiava guardando entusiasta la nostra brutale alimentazione.
Ci vennero concesse anche delle ciotole piene d'acqua, noi bevemmo come bestie, guardando Fellina che sorseggiava un gustoso succo di frutta.
Terminato il pranzo Fellina ci chiese come stavamo, noi rispondemmo che andava un pò meglio.
Poi Fellina ci invitò a salire sul letto del camper; noi eravamo strabigliate da questa concessione.
Io e Marta ci sdraiammo sul letto; non sò da quanto tempo non provavo la morbidezza di un materasso, lo stesso valeva per Marta che anche lei sgranava gli occhi, felice di quella comodità.
Fellina ci disse che si sarebbe dovuta allontanare per un pò ed uscii dal camper.
Io e Marta eravamo sconcertate da quella disponibilità, ma ad un certo punto la soddisfazione della sazietà e la stanchezza ebbero il sopravvento e finimmo per addormentarci; nude una accanto all'altra come due sorelline.
Venimmo fatte uscire dal sonno dagli scossoni di Fellina.
Una volta sveglie ci accorgemmo che Fellina era con un uomo, dicendoci che si chiamava Gerardo.
Ci chiese come stavamo e noi rispondemmo che dopo il magnifico pranzo ed il riposo ci sentivamo in forma.
Fellina disse che ne era contenta, perché aveva trovato quello splendido cazzone di Gerardo che si sarebbe eccitato a vedere fratello e sorella che trombavano tra loro.
Dicendoci questo Fellina ci strizzo l'occhio, capimmo al volo che lei aveva fatto capire a Gerardo che eravamo dei congiunti.
Stemmo al suo gioco e mentre Fellina e Gerardo si spogliavano io e Marta cominciammo a toccarci ed a baciarci.
Ci accorgemmo che il tizio si eccitava tremendamente a quella vista pensando che fossero pratiche tra fratello e sorella.
Fellina agguantò il suo cazzo e cominciò a spompinarlo puntandoci addosso il suo sguardo che sembrava dire continuate a stare al gioco che il tizio si eccita con queste fantasie.
Io e Marta ci sentimmo coinvolte in questo imbroglio e cominciammo ad andare sempre più sul pesante.
Marta cominciò a spompinarmi guardando Gerardo che strabuzzava gli occhi per l'eccitazione.
Fellina con degli impercettibili segni del volto e degli occhi che noi riuscivamo a comprendere capimmo che stavamo andando bene e che Fellina era contenta di come riuscivamo a far eccitare il tipo.
Ad un certo punto Gerardo non facendola più tirò fuori il suo cazzo dalla bocca di Fellina, la butto sul pavimento e cominciò a chiavarla nella figa.
Vedendo quella scena anch'io buttai per terra Marta accanto a sua madre e cominciai a chiavarla nella figa.
Le due donne si presero per la mano mentre io e Gerardo ci guardavamo negli occhi mentre scopavamo duramente le donne.
Eravamo infoiati e le donne rispondevano benissimo all'azione dei nostri cazzi.
Stavano godendo come delle pazze tenendosi la mano.
Arrivammo quasi assieme e poi noi maschi ci allontanammo esausti, mentre Marta e sua madre ancora calde si baciavano e si toccavano.
Io Gerardo ci guardammo negli occhi; non riuscivo a comprendere dal suo sguardo se aveva compreso l'imbroglio in cui era stato coinvolto.
Ma di certo io non gli avrei detto nulla volevo lasciarlo alle sue illusioni.
Mentre Fellina e sua figlia continuavano inesauste ad amoreggiare tra loro, notai che il cazzo di Gerardo aveva cominciato a rivivere.
Eccitata da quella vista cominciai ad accarezzarglielo guardandolo negli occhi per comprendere la sua reazione.
Mi accorsi che non si alterava e che mi lasciava fare, mi feci più audace e dalle carezze cominciai a prendere quell'asta dura nel pieno del palmo della mia mano cominciando a masturbarlo.
Continuai a guardarlo negli occhi sempre intimorita che forse avrebbe rifiutato la mia attività.
Invece notai che godeva piacevolmente dall'azione della mia mano.
A quel punto sempre guardandolo intensamente negli occhi avvicinai la mia bocca a quello splendido cazzo duro.
Era veramente duro e lungo riempii appieno la mia bocca con quello straordinario pezzo di carne, continuando a guardare il volto di Gerardo che mostrava il suo godimento.
Spompinai quel bellissimo cazzo con moltissimo piacere; la sua consistenza in bocca e la sua lunghezza mi facevano impazzire.
Ero eccitata e cominciai a masturbarmi mentre davo soddisfazione a quell'uomo.
Poi finalmente lui mi arrivò in bocca riempiendomi di una quantità straordinaria di sborra calda.
Lui si scosse da me ed io con la bocca piena della sua sborra finii di masturbarmi arrivando abbondantemente e gettando il mio sperma sui corpi di Fellina e sua figlia che continuavano ad amoreggiare tra loro.
Dopo diversi minuti, molti minuti, ci ritrovammo tutti calmi, sodisfati ed esausti.
Bevemmo qualcosa per riprenderci; mangiammo qualcosa che ci ridiede un pò di energia.
Poi Fellina ci disse che avrebbe passato il resto della nottata con Gerardo e ci porto fuori al nostro posto.
Uscendo dal camper vedemmo alcune persone uomini, donne tutti nudi e con cani al guinzaglio.
Fellina con uno sguardo brillante guardò quella folla e chiese "Stavate aspettando noi?".
I tizi dissero che erano li per i suoi schiavi, ovvero noi.
La regista rivolta verso quella folla disse che le sue amate schiave le erano servite finora ma che adesso erano a disposizione del pubblico.
La regista guardando la folla agganciava i nostri collari al paraurti del camper e rivolgendosi alla folla li attorno disse "Ora sono tutte vostre".
Noi guardammo sgomente quella moltitudine di persone nude eccitate che ci guardavano come se fossimo delle bestie da utilizzare.
Che eccitazione.
Capimmo che avremmo passato una notte difficile.
Ed infatti dopo pochi minuti cominciammo a subire la violenza di tutti quei tizi che ci avevano aspettato.






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