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Il mio dovere di puttana


di maktero
06.02.2025    |    28    |    0 6.0
"Guardando i soldi sorrise dicendo con una aria orgogliosa che avevo fatto parecchio e che era contenta del mio comportamento..."
Dopo che Silvia mi aveva abbandonata al centro del cinema, lì si sviluppò una serata veramente intensa ed eccitante.
C'erano molti maschi arrapati e vogliosi che mi stavano aspettando.
Sentii molte voci e vidi molti cazzi arrapati vogliosi di prendermi.
Ero entusiasta di quel mio successo.
C'erano molti abitueè; soliti clienti abbituati alle mie prestazioni che si erano sentiti orfani dalla mia mancanza.
Sì! alcuni attorniandomi con i loro cazzi eretti, che io osservavo con desiderio e timore, mi chiesero pensierosamente dove fossi finita; molti mi dissero che erano venuti lì tutti i giorni per aspettarmi, per vedermi, e si erano preoccupati.
Apprezzai le loro gentili apprensioni, come eranao gentili.
Dissi loro la verità; e cioè che ero stata torturata da dei papponi così duramente da dover prendere alcuni giorni di convalescenza.
Loro sembravano turbati dalla mia esperienza e si assicurano che adessi stessi bene.
Io gli assicurai che adesso stavo bene e che adesso ero lì per prendermi cura dei loro uccelli.
I loro sorrisi si allargarono nella sicurezza che ero ritornata la solita troia di sempre dedita ad accontentare i loro cazzi.
Rimarcai però che dovessero pagare perchè la mia pappona pretendeva un buon guadagno.
Impressionati ed impietositi dalla mia storia cominciarono a tirare fuori molti soldi, più del solito con cui cominciai a riempire la borsetta.
Fui talmente entusiasta e colpita dalla compressione di quegli scellerati che quando cominciarono ad infilarmi i loro cazzi in bocca gli spompinai con più sentimento del solito.
Ci misi dell'amore, per accontentare gente che si era preoccupata di me, e ciò si manifestò nel risultato; i loro cazzi nella mia gola divennero più duri del solito e la quantità di sborra fù più abbondante del consueto.
Fù una vera festa della sborra.
Fui entusiasta di questo successo ed anche loro ne furono contenti riconoscendo uno dopo l'altro che avevano goduto più del solito.
Soddisfai con la bocca cinque o sei astanti; mentre altri due vollero il mio culo.
Per quello andammo nel cesso del cinema dove avrebbero potuto incularmi con più comodità per me e per loro.
Quelli, dopo avermi pagata, mi sfondarono l'ano arrivando tremendamente e poi se ne andarono grugnando, dovevano essere i meno sentimentali del gruppo.
Rimasi sola al cesso.
Scaricai il mio culo della sborra, e rimasi li pensierosa prendendomi un momento di pausa.
Seduta sul cesso, in quel momento di rilassamento cominciai a masturbarmi, quando apparvero due tizi.
Guardandomi masturbare mi dissero di continuare, e poi spogliandosi nudi si inginochiarono accanto a me.
Io gli spiegai che non ero gratis e qualunque cosa avessero voluto fare avrebbero dovuto pagare.
Loro si precipitarono sui loro pantaloni dove trassero dai portafogli dei soldi.
Io abbandonando la cura del mio cazzo, li misi nella borsetta e gli dissi che adesso potevano fare di me ciò che volevano.
Quelli cominciarono a leccare il mio cazzo già piuttosto duro; uno a destra ed uno a sinistra.
Apprezzai quella simmetria linguistica.
Mentre quellli si davano da fare sulla mia asta mi accorsi di un'altro all'ingresso del cesso che guardava e che si stava masturbando.
Gli dissi che se voleva guardare dovava pagare.
Ero diventata avida, ma dovevo molto a Silvia e non potevo concedere sconti.
Il tizio alla porta si interruppe dal suo lavoro al cazzo tirò fuorì dei soldi che mi porse, io misi nella borsetta anche quelli, mentre le lingue di quei due altri froci continuavano a far ingrandire il mio cazzo.
Dissi a quello alla porta che poteva continuare a masturbarsi guardandomi; lui si mise velocemente prse a maneggiare il suo cazzo; doveva essere veramente infoiato.
Mi piacque moltissimo vedere uno sconosciuto che si masturbava mentre mi esibivo.
La bocca calda di uno di quegli stronzi avvinghiò la mia asta e cominci a lavorarmela finchè non arrivai poi scambiò la sborra nella sua bocca con il suo amico.
Si masturbarono e mi ricoprirono con la loro sborra.
Poi se ne andarono.
Il tizio alla porta, nonostante il suo impegno non era ancora arrivato e continuava a masturbarsi, ed io da vera puttana lo invitai ad entrare per farlo godere.
Sembrava molto timido.
Dolcemente come una vera troia agguantai il suo cazzo sperando di toglierlo dal suo evidente imbarazzo.
Lui balbettando mi disse che non sapeva cosa voleva.
Mi sembrava confuso, forse questa era la causa del suo ritardo a venire.
Io capii che dovevo prendere l'iniziativa e cominciai a spompinarlo finchè non arrivò; ingoiai la sua sborra e gli chiesi se era contento.
Lui timidamente mi disse di sì.
Capii che doveva essere la sua prima volta con un frocio ed era scombussolato, se ne andò via a testa bassa mugugnando.
Poi non si presentò più nessuno per parecchio tempo, rimasi sola maneggiandomi il cazzo ma senza cercare di godere, volevo continuare ad essere pronta per chiunque si sarebbe presentato.
Ma non apparve nessuno, compresi che l'ora si era fatta tarda e che no sarebbe arrivato nessun altro.
Compresa la situazione ne approffitai per masturbarmi, proprio mentre mi stavo facendo una sega apparve Silvia che mi disse che era tardi e che era l'ora di andare via.
Le chiesi il permesso di poter finire di masturbarmi.
Lei me lo concesse ma cominciò a guardarmi con insistenza, rivelando la sua impazienza dicendomi infatti di fare presto.
Nel frattemop lei agguantò freneticamente la mia borsetta per vedere quanti soldi avevo fatto.
Guardando i soldi sorrise dicendo con una aria orgogliosa che avevo fatto parecchio e che era contenta del mio comportamento.
Io contenta del suo apprezzamento mi eccittai ancora di più e dopo pochissimi colpi arrivvai prepotentemnte; Silvia osservo il mio schizzo poderoso
Mi lasciò qualche istante per riprendermi e poi mi disse di affrettarmi perchè il cinema chiudeva e noi dovevamo andarcene.
Ci dirigemmo verso l'uscita; lì Silvia mi getto la maglietta lercia con cui ero arrivata, la indossai giusto per rendermi appena decente all'esterno.
Diede ai gestori la loro quota e poi mi portò in macchina.
Pensierosa mi disse che il guadagno al cinema era stato molto buono ma che lei voleva ancora di più, aveva bisogno di molto di più
Aggiunse che nella giornata aveva trovato un posto dove mi sarei potuta prostituire senza interferire con altre puttane o trans o papponi.
Mi avrebbe portata là per le ultime ore della notte che rimanevano.
La mia natura masochistica e sottomessa mi faceva sentire in debito con Silvia; ma soprattutto il mio grande amore per lei mi avrebbe portata a fare qualunque cosa per lei.
Seppur esausta a accettai di continuare a prostiturmi per strada per farla contenta.
Lei mi abbandonò seminuda coperta dalla mia succinta maglietta e dalla borsettina per i soldi ad una rotatoria.
Pienamente volenterosa di far guadagnare la mia splendida pappona; sognando i suoi bellissimi piedi che mi stimolavano tremendamente, mi diedi da fare in quel crocicchio.
Fino all'alba venni raccolta da clienti che volevano la mia bocca od il mio culo che io concedevo loro per il giusto prezzo.
Furono ore in cui feci del mio meglio come puttana, cercando di dimenticare lo sfinimento, la stanchezza che mi avvolgevano.
All'alba, quando non c'erano più clienti ed io ero oramai allo stremo, Silvia venne a prendermi.
Vederla arrivare fù come vedere un sole che illuminnò la mia stanca anima.
Dopo avermi raccattata la prima cosa che fece fu di controllare il denaro nella borsetta e solo dopo si avvio verso casa.
Lei mi baciò dicendomi che ero stata brava e avevo raccolto abbastanza.
Mi sentii infiammata da quel bacio, che sapevo ipocrita, fisicamente esausta ero moralmente contenta del falso complimento di Silvia, mi rilassai complentamente e mi addormentai sul sedile contenta di aver fatto il mio dovere di puttana.


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