Maria ed i dolci venerdì

Ricordo con nostalgia quegli ultimissimi scorci di vita universitaria.
Ci eravamo trasferiti in un appartamento un pochino più ampio con un salottino che permetteva un poco più di vita sociale.
Ma oltre alla vita sociale convenzionale a me ed al mio gemello Stefano interessava una vita sociale più particolare.
Negli ultimi tempi i nostri desideri sessuali si erano fatti più decisi.
Mio fratello era sempre più orientato verso rapporti omosessuali e masochistici ed io ero sempre più orientata verso rapporti omosessuali ma sadici.
Ci sentivamo affini e complementari.
Da qualche tempo avevamo organizzato dei piacevoli ricevimenti per il venerdì pomeriggio quando la tensione dell'attività universitaria si allentava, e tanti studenti pensavano ad un rilassante fine settimana od a ritornare alle loro case.
Era un momento magico in cui noi sudentesse e studenti ci sentivamo libere e liberi di lasciarci andare.
Avevo trovato tra le mie amiche lesbiche un paio di esse di indole sadica che erano molto interessate ad umiliare e far soffrire i maschi.
Io personalmente, pur essendo lesbica non provavo una particolare avversione verso i maschi; ma quelle due sembravano molte decise e cattive verso il genere maschile; almeno a chiacchiere.
Durante un incontro in un bar affrontando noiosamente l'inconcludente argomento di odio verso i maschi e di come farli soffrire;
colsi l'occasione per cogliere due piccioni con una fava; come si dice.
Pensai che per quel masochista di mio fratello serabbe stata una novità interessante farsi tormentare, una volta tanto, da delle donne.
Inoltre potevo offrire alle mie due amiche la possibbilità di concretizzare i loro fumosi discorsi.
E cominciai a parlare a lungo di mio fratello della sua indole e del nostro particolare rapporto, e del fatto che avremmo potuto utilizzarlo per soddisfare i nostri deisideri.
Le due mi guardarono incredule sgranando gli occhi; stavano cominciando a comprendere che potevano concretizzare le loro fantasie di rivalsa verso il maschio.
Fino ad adesso la nostra intimità sessuale non ci aveva coinvolto fino a farle sapere di mio fratello di cui ignoravano l'esistenzaa.
Ma adesso che conoscevano la mia realtà cominciarono a subissarmi di domande.
Credo che in quel momento apparissi a loro come un oggetto magico.
Dopo molte ore di chiacchiere e molte bibite alcoliche decidemmo di organizzare un incontro che divverrà una dolce prassi nell'ultimo periodo universitario.

Ci trovavamo nel pomeriggio del venerdì, quel momento particolare di scaricamento delle tensioni che provavamo noi universitari.
Io preparavo un buffet costituito da salatini e dolcetti di cui noi donne siamo ghiotte ma soprattutto di molte bibite alcoliche molto dolci e piacevoli.
Mio fratello era a disposizione nudo, come piaceva a lui ed a me.
Era indiferrente se per quel giorno avesse programmato degli incontri con i suoi amici froci.
Quel pomeriggio era per noi ragazze e lui doveva servire al nostro piacimento, non c'erano seghe.
Le ragazze arrivavano sempre puntuali; ci salutavamo molto intimamentebaciandoci con la lingua in bocca.
Ci accomodavamo sul divano di fronte a quel frocio di mio fratello e cominciando ad umiliarlo verbalmente.
Intanto cominciavamo ad approffitare del buffet e soprattutto degli alcolici che ci cominciavano a farci sentire sempre più allegre.
Ridevamo sguaiatamente osservando il corpo nudo di mio fratello ed umiliandolo costringendolo a mostraci il suo "pipino" su cui sputavamo ridendo come sceme.
Qualcuna cominciava a spogliarsi, anzi tutte cominciavamo a spogliarci.
Agguantando le nostre tette le strusciavamo sul viso di Stefano, provocandolo e schermandolo.
Stefano sembrava eccittarsi da quelle umiliazioni, era un vero porco schifoso.
Poi da sadiche cominciammo a divertirci sempre di più.
Le palle di mio fratello erano il nostro obbiettivo principale e cominciavamo a prenderlo a calci nelle sue parti intime.
Più ci divertivamo e più diventevamo cattive, massacravamo le palle di quel frocio come bestie.
Lui cadeva sul pavimento e si contorceva per i colpi, ma quando gli veniva ordinato di offrirci nuovamente le sue palle, lui da vero masochista si metteva nuovamente in posizione per subire altri terribili colpi.
La cosa che ci faceva eccitare di più era che quel frocio dava un giudizio ai vari colpi nelle palle che subiva.
Appena riusciva a riprendere fiato dopo un colpo giudicava il dolore che aveva subito e la bravura della ragazza.
Per noi cominciava una gara per avere i migliori giudizi.
Facevamo a gara per fargli il più male possibile, ad umiliarlo il più possibile con frasi offensive; ed avere poi i giudizi migliori per il nostro impegno.
Eravamo proprio sceme, giovani e sconvolte dal piacere di far soffrire un maschio.
Oddio, io non ci tenevo molto a farlo sofrire, ma le altre due provavano un vero piacere a spaccargli le palle a farlo urlare come una bestia, a vedere le sue contorsioni per il dolore ed a sentire la sua umiliazione giudicando i colpi che subiva.
Eravano veramente eccitate da ciò che facevano, ci baciavamo a lungo tra noi, ci toccavamo sempre più eccitate.
Ci adagiavamo sul divano per fare l'amore tra noi mentre qualcuna continuava a tormentare mio fratello.
Godevamo come pazze come era permesso dalla nostra gioventù.
Una dopo l'altra facendo l'amore tra noi godemmo per quel bel pomeriggio; e brille ed esauste dal sesso cominciavamo ad addormentarci una dopo l'altra.
Quei fantastici venerdì divennerò una norma, ed oggi come ogg,i io e mio fratello li ricordiamo sempre come un dolcissimo ricordo dell nostra spensierata giovinezza.