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Le mie avventure depravate


di maktero
01.02.2025    |    29    |    0 6.0
"Mi voltai per vederlo in faccia vidi un volto deciso e cattivo che mi sfondava senza pietà..."
Mi stavo facendo inculare nel cesso di un cinema porno.
Era già il terzo o forse al quarto cazzo che mi sfondava, non ricordavo bene.
Ero lì nuda agguantata al wc puzzolente pronta ad affrontare il prossimo cazzo, quando arrivo lui.
Si presenò prepotemente tirandomi un forte calcio nei coglioni.
Contorcendomi per il dolore capii, con piacere, che avevo trovato un sadico e realizzai dalla violenza del colpo che doveva essere cattivo.
Mi sentivo eccitata finalmente qualcosa di diverso e più duro delle solite inculate e pompini che facevo al cinema.
Un istante dopo mi infilò brutalmente il suo cazzo nel culo; doveva esseree già straordinariamente arrapato per infilarmi così subitaneamente; il mio culo più che sfondato non offrì ostacoli al suo cazzo.
Mi voltai per vederlo in faccia vidi un volto deciso e cattivo che mi sfondava senza pietà.
Ma non si accontento di pomparmi come gli altri.
Mi agguantò per i capelli e tirandomi la testa all'indietro mi disse che sarei stata la sua troia masochista.
Amai quelle sue parole, era ciò che volevo sentire.
Io quasi impossibilitata a muovermi annuì debolmente con la testa, pronta a subire quanto lui desiderava.
Mi sputò in bocca e sempre con il suo cazzo bello duro all'interno del mio culo e mi pose una sigaretta acessa sul mio capezzolo destro.
Io strillai ed mi agitai per il dolore, lui mi trattenne con le sue forti braccia le mie convulsioni e continuò a bruciare il mio capezzolo indifferente per le mie reazioni.
Sentivo che quella pratica lo eccitava perchè il suo cazzo nel mio culo diventava sempre più duro.
Era un vero maschio sadico, ero contenta per come venivo trattata.
Continuò a bruciarmi il capezzolo pronunciando parole offensive .
Quello sconosciuto era veramente bravo, mi stava lavorando sia psicologicamente che fisicamente.
Terminata la prima sigaretta se ne accese un altra e cominciò a bruciarmi con quella il mio capezzolo sinistro.
Come prima mi strinse tra le sue forti braccia per contenere le mie dolorose convulsioni.
Cominciai ad amare quell'atto e sperai che continuasse il più possibile.
Il suo cazzo nel mio culo era sempre più duro evidentemente eccitato dalla mia sofferenza; ma comprendevo che voleva tratternersi, per trovare la massima eccitazione con qualche mio ulteriore dolore.
Non capivo cosa potessi subire ancora da lui per farlo venire; aveva bruciato i miei capezzoli con le sigarette facendomi saltare per il dolore.
Lo compresi poco dopo quando mi infilò una busta di plastica in gola; me la infilò bene dentro impedendomi di respirare; cominciai ad anaspare per il soffocamente mentre lui mi stringeva forte e sentivo il suo cazzo nel mio culo sempre più duro.
Si stava eccitando per il mio soffoccamento e le mie convulsioni.
Poi avvertii attraverso il il mio culo sensibile che il suo cazzo era arrivato al limite e che si stava gonfiando per il fiotto di sborra che risaliva la sua asta.
Lo sconosciuto godette dalla mia sofferenza e depravazione.
Io da vera troia, fui felice, di averlo accontentato.
Poi fu tanto delicato da togliermi dalla gola la busta di plastica che mi soffocava.
Io libera di poter respirare e parlare, anaspando e sputacchiando lo ringrazai per quello che mi aveva fatto e gli chiesi se avremmo potuto incontrarci nuovamente.
Lui mi rispose che forse sarebbe tornato a trovarmi, lì al cinema; e poi se ne andò lasciandomi sognante e desiderosa con un dolce ricordo romantico di lui.
I succesivi utenti del cinema trovarono il mio culo pronto per i loro cazzi, ma mentre venivo inculata, la mia mente era presa da quello sconosciuto seviziatore.
Accolsi freddamente i loro cazzi, ma a loro interessava poco dei miei pensieri e mi inculavano senza pietà, mentre la mia mente vagava romanticamente su quel mio crudele seviziatore..
Quando il cinema chiuse i proprietari vennero nei cessi per avvertirmi della chiusura.
Come da accordi dovevo pulire i cessi e per farlo il proprietario mi diede la maglietta con cui ero arrivata.
Mi diedi da fare per pulire al meglio quei cessi puzzolenti, che erano stati il teatro della mia sottomissione poi quando il proprietario accertò che avevo fatto il mio dovere, si fece spompinare.
Terminato quell'ultimo umiliante compito venni lasciata libera; recuperai la striminzita e lercia maglietta, me la misi addosso, ed uscii dal cinema.
Dopo quelle ore di tormento ed umiliazione ero eccitata come una bestia, ed avevo ancora nella mente quel sadico che mi aveva trattata come meritavo.
Avevo bisogno di godere; volevo qualcosa di estremo per soddisfarmi
Con il cazzo duro sotto la maglietta cercai della merda di cane, ne trovai diversa e la raccolsi con le mani.
Mi portai in un angolo oscuro, in mezzo a dei cassonetti, strofinando i miei piedi ed il mio culo sui liquami putridi che coprivano la base dei cassonetti.
Lì eccitata come una bestia mi spalmai i capezzoli ustionati con gli stronzi di cani più morbidi; mentre quelli più secchi e duri cominciai ad infilarmeli nel culo.
Dopo pochi colpi al cazzo arrivai sborando com una bestia.
Una volta arrivata sentii arrivarmi addosso tutta la stanchezza di quella sera.
Mi sentivo incapace di dirigermi verso casa ed esausta trovai la forza di entrare in uno dei cassonetti dove passai la notte.





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