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La prima prova di Chloe: la sottomissione


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
05.04.2025    |    741    |    1 9.3
"Il collare di pelle nera, con l’anello d’argento, brillava al suo collo, un promemoria del suo ruolo..."
Dopo due settimane di duro trattamento, avevo deciso che Chloe era pronta per affrontare la sua prima prova. La portai in bagno, le permisi di lavarsi per la prima volta dopo giorni di umiliazioni: l’acqua scorreva sul suo corpo, portando via l’odore pungente di sperma, pipì e sudore che l’aveva accompagnata. Le diedi un profumo di rosa e muschio, un’essenza che esaltava la sua femminilità, e le ordinai di vestirsi con eleganza. Indossò un abito nero lungo, con uno spacco vertiginoso che lasciava intravedere le sue gambe, e autoreggenti nere che le accarezzavano le cosce, fermandosi appena sotto l’orlo del vestito. Come sempre, niente mutandine: la sua figa nuda era un simbolo della sua sottomissione. Ai piedi, un paio di décolleté nere con un tacco 12, che slanciavano la sua figura e la rendevano una visione di pura sensualità. Il collare di pelle nera, con l’anello d’argento, brillava al suo collo, un promemoria del suo ruolo.
La condussi in un locale particolare, un club esclusivo che avevo scelto per la sua prima prova. L’atmosfera era intima e calda, con luci blu basse che creavano un’aura di mistero. Il locale era quasi deserto quando entrammo, ma al centro c’era un palco rotondo rialzato, illuminato da un riflettore soffuso. Sul palco, corde, attrezzature strane – fruste, catene, morsetti – e un tavolo particolare con ganci e una gogna medievale, un dispositivo di legno con fori per bloccare polsi e collo. Chloe, con lo sguardo basso, si lasciò tirare per il collare mentre la portavo al centro del palco. Due uomini sulla cinquantina, che avevano notato il nostro ingresso, si avvicinarono, i loro occhi pieni di curiosità e desiderio. La musica, bassa e suadente, riempiva l’aria, un sottofondo che amplificava la tensione.
Le misi una benda sugli occhi, privandola della vista, e la posizionai sulla gogna: il suo collo e i polsi furono bloccati nei fori di legno, costringendola a una posizione china, con il culo esposto. Le legai una sbarra tra le gambe, che le teneva le cosce spalancate, la sua figa e il suo culo in bella vista. Le tolsi il vestito con un gesto lento, lasciandola nuda, le autoreggenti e i tacchi 12 che la rendevano ancora più vulnerabile. I suoi seni pendevano, liberi, e il suo culo, già arrossato dalle settimane di trattamento, era un invito. Le tolsi il plug anale che indossava da giorni, e lei gemette, il buco che si contraeva, pronto per ciò che sarebbe accaduto. Mi allontanai, lasciandola sola sul palco, e il locale iniziò a riempirsi: circa 20 uomini entrarono, un pubblico di sconosciuti pronti a partecipare alla sua prima prova.
Il primo uomo si avvicinò, un tipo robusto con un cazzo già duro. Le mise il cazzo in bocca, spingendo con forza, e Chloe, bendata e immobilizzata, lo succhiò con obbedienza, la sua lingua che lavorava mentre lui le scopava la gola, il suo sputo che colava sul mento. Dopo qualche minuto, si spostò dietro di lei e la inculò senza preavviso, il suo cazzo che le entrava nel culo con un colpo secco, facendola urlare di dolore e piacere. La scopava con violenza, ogni affondo che la faceva tremare, e poi sborrò, riempiendole il culo di sperma caldo che iniziò a colare lungo le sue cosce. Uno dopo l’altro, gli uomini seguirono lo stesso rituale: prima le scopavano la bocca, poi la inculavano, rispettando la regola di non toccarle la figa.
Tra loro, un uomo nero si fece avanti, il suo cazzo enorme, lungo e spesso, che Chloe fece fatica a tenere in bocca. Lo succhiò con difficoltà, la sua gola che si contraeva, il suo sputo che colava mentre lui le teneva la testa, scopandole la bocca con forza. Quando si spostò dietro di lei, Chloe gemette di paura: il suo cazzo le devastò il culo, un dolore lancinante che la fece urlare, il buco che si dilatava al limite mentre lui la inculava senza sosta, ogni spinta un’agonia che si mescolava al piacere. “Ti sfondo, troia,” grugnì, e Chloe, con le lacrime che le colavano sotto la benda, venne, il suo primo orgasmo della serata, un’esplosione che la fece tremare mentre lui le sborrava nel culo, un fiotto che colava fuori, mescolandosi al resto.
Un altro uomo, un grassone con un cazzo doppio, largo e tozzo, si avvicinò. Le scopò la bocca con una violenza che la fece quasi soffocare, e poi la inculò, il suo cazzo che le riempiva il culo al limite, facendola urlare di dolore. Venne con un ruggito, riempiendole il culo di sperma, una quantità enorme che colava fuori, gocciolando sul palco, il suo buco che pulsava, devastato. Dopo due ore di questo trattamento, Chloe era un disastro: il suo culo era distrutto, arrossato e dilatato, il suo corpo sporco di sperma, sborra che le colava dalla bocca e dal culo, macchiandole le cosce e le autoreggenti.
Mi avvicinai a lei, le accarezzai il viso, e le chiesi, “Sei stanca, Chloe, o vuoi continuare?” Lei, con la voce rotta ma determinata, rispose, “Come vuoi tu, padrone.” La sua sfida mi fece sorridere: altri 10 ragazzi erano arrivati nel frattempo, e io diedi il via a un secondo round. Uno dopo l’altro, le sfondarono il culo, ogni colpo che la faceva piegare sulle ginocchia, il suo corpo che non resisteva più, distrutto dalla fatica e dal dolore. Ma Chloe, nonostante tutto, continuava a venire: ogni penetrazione anale la portava a un nuovo orgasmo, il suo corpo che si contraeva, il suo respiro spezzato, cinque orgasmi in totale che la lasciavano tremante, un misto di estasi e sofferenza.
L’ultimo ragazzo, un tipo con un cazzo largo e doppio, si avvicinò. Quando le entrò nel culo, il viso di Chloe si contorse in una smorfia di dolore, il suo buco troppo provato, arrossato e dilatato. Cercò di piegarsi per farlo uscire, ma io le diedi uno schiaffo forte sulla faccia, un colpo secco che la fece sobbalzare. “Non ti muovere,” ordinai, e lei capì: spinse il culo verso l’alto, con una smorfia di dolore, e prese dentro il cazzo numero 30, sopportando ogni colpo violento, il suo corpo che tremava mentre lui la inculava con forza. Alla fine, lui le sborrò nel culo, un altro fiotto caldo che colava fuori, mescolandosi al resto, il suo buco che pulsava, devastato.
La slegai dalla gogna, aiutandola a reggersi in piedi, il suo corpo che tremava, incapace di stare dritta. Le tolsi la benda, e lei sbatté le palpebre, il locale ormai vuoto, i suoi occhi pieni di lacrime ma anche di determinazione. La baciai dolcemente, un gesto di tenerezza dopo tanta violenza, e la rivestii con cura, il suo abito che copriva il corpo sporco di sperma, le autoreggenti macchiate, i tacchi 12 che la facevano barcollare. “Sei stata veramente brava, Chloe,” le dissi, accarezzandole il viso. “Presto affronterai la seconda prova.” Lei mi guardò, un sorriso stanco ma deciso sulle labbra, e sussurrò, “Non vedo l’ora.”

Segue Seconda Prova di Chloe
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