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La terza prova di Chloe: la sfida Part.2


06.04.2025 |
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"La tedesca, invece, provò a calarsi in un sol colpo, come aveva fatto con il cono 7, ma fu un errore: si sedette con forza sul cono, che le devastò il..."
Tutte e tre le schiave erano arrivate al cono 6, di 12 cm di diametro, ma la marocchina era già al limite. Un rivolo di sangue le colava dal culo, e piangeva, il dolore insopportabile. Provò a calarsi sul cono, ma si fermò a metà, il suo buco che non cedeva, un altro rivolo di sangue che colava lungo il cono, il pubblico che la umiliava, “Sei una schiava schifosa, non vali niente!” Il suo padrone riprese a frustarla sulle tette, lasciando segni rosso fuoco sulla sua pelle, ma non riusciva a scendere, e non poteva più ricevere una spinta. “Sei finita,” ringhiò il padrone, e la marocchina fu eliminata, trascinata via in lacrime, ripudiata, il suo destino segnato. Chloe e la tedesca, nel frattempo, affrontarono il cono 6 con determinazione. La tedesca si infilò una mano nel culo per allargarlo meglio, spalmandosi il lubrificante, e iniziò a far scivolare il cono nel culo, gemendo forte, il suo buco che si dilatava, le sue natiche che toccavano la tavola, il pubblico che applaudiva. Chloe, ispirata dalla scena, imitò la tedesca, cospargendo la mano di gel e infilandosela nel culo per allargarlo, il suo buco già sfondato che si adattava al cono. Si calò con un movimento lento, il cono che le entrava nel culo, un dolore acuto che la fece piangere, ma non si fermò. Si bloccò un attimo, prese un respiro profondo, si tenne sulle mani, alzò i piedi, e quando le mani non riuscirono più a reggere il suo peso, si lasciò calare con tutto il suo peso sul cono, che le sfondò il culo ancora di più, un urlo che echeggiò nella sala, le sue natiche che toccavano la tavola.
La tedesca, però, iniziò a mostrare difficoltà. Il cono 6 non era entrato del tutto, le sue natiche non toccavano la tavola, e il suo padrone, furioso, la schiaffeggiò e le sputò in faccia, urlando, “Scendi, troia!” Prese una verga e le scaricò tre forti bacchettate sulle tette e sui capezzoli, un dolore lancinante che la fece cedere: il cono le sfondò completamente il culo, le sue natiche che toccavano la tavola, il pubblico che applaudiva, “Brava, schiava!”
Entrambe passarono al cono 7, di 14 cm, molto lubrificato. Chloe e la tedesca si sedettero delicatamente, il cono che scivolava nei loro buchi già dilatati, e riuscirono a farlo entrare con relativa facilità, forse perché il cono precedente aveva allargato i loro anelli anali. Le loro natiche toccarono la tavola, il pubblico che mormorava, impressionato dalla loro resistenza. Passarono al cono 8, di 16 cm, una dilatazione significativa. Entrambe erano fiduciose, anche se provate. Chloe si calò con prudenza, il cono che le entrava nel culo, un dolore che la faceva gemere, ma si fermò a metà, il timore di non farcela che la bloccava. Io presi una bacchetta e la agitai davanti a lei, “Vuoi farmi perdere?” le chiesi con voce severa, e le scaricai una bacchettata sulle tette, poi una seconda, e una terza ancora più forte. Chloe, tra le lacrime, si lasciò calare sul cono, il suo culo che si lacerava mentre il cono la sfondava del tutto, un urlo di dolore che riempì la sala, le sue natiche che toccavano la tavola.
La tedesca, invece, provò a calarsi in un sol colpo, come aveva fatto con il cono 7, ma fu un errore: si sedette con forza sul cono, che le devastò il culo, un dolore lancinante che la fece urlare, “No, fa troppo male!” Si alzò di scatto, sfilando il cono, e si toccò il culo con le mani, piangendo, ma le sue natiche avevano toccato la tavola, quindi aveva superato la prova. Il pubblico rise, deridendola, “Troia, non sai gestire il dolore!”
Entrambe passarono al cono 9, di 18 cm, ma erano devastate. I loro culi erano al limite, arrossati e doloranti. Si posizionarono sul cono, e iniziarono a calarsi. La tedesca si fermò quasi subito, il suo culo troppo dolorante, un rivolo di sangue che le colava lungo il cono, e pianse, disperata. Il suo padrone la spinse con forza sulle spalle, ma il cono non entrava, e la tedesca rinunciò, crollando in lacrime, eliminata. Chloe, vedendo la scena, sapeva che, anche se si fosse fermata, non avrebbe perso, ma voleva dimostrare di potercela fare. Si calò sul cono, il diametro di 18 cm che le devastava il culo, un dolore insopportabile che la faceva piangere, ma non si fermò. Io, vedendola in difficoltà, le diedi uno sguardo severo e iniziai a colpirle il culo con una verga, 4, 5, 6 colpi, fino a 10 vergature, le sue natiche che quasi sanguinavano per i colpi, il suo culo che mollava e si allargava, il cono che entrava del tutto, le sue natiche che toccavano la tavola, un urlo di dolore che squarciò la sala.
Chloe restò immobile, il cono piantato nel culo, piangendo, sapendo di aver vinto la sfida. Ma io le dissi, “Manca ancora un cono, Chloe.” Lei mi guardò, sorpresa e disarmata, il suo viso rigato di lacrime. Si sfilò il cono 9 con un gemito, il suo culo che pulsava, devastato, e si posizionò sul cono 10, di 20 cm di diametro, una dilatazione estrema. Si sedette piano, il cono che le allargava il culo, un dolore che la faceva tremare, e si fermò, iniziando a piangere, “Non ci riesco, padrone…” Io la guardai con insistenza e le dissi, “Continua.” Lei si calò ancora, il cono che le sfondava il culo, ma non riusciva a farlo entrare del tutto, le sue natiche che non toccavano la tavola.
Per aiutarla, le sferrai due bacchettate sul seno, un dolore acuto che la fece sobbalzare, un altro centimetro che entrava nel suo culo, ma non bastava. Le diedi altre due bacchettate sul clitoride, un dolore lancinante che la fece urlare, e un altro centimetro entrò, ma non era ancora abbastanza. Mi posizionai dietro di lei, e con il mio peso la spinsi sul cono, un’azione che la fece urlare fortissimo, il cono che le lacerava il culo, un piccolo rivolo di sangue che colava sulla tavola, mentre le sue natiche finalmente toccavano la superficie. Per sicurezza, continuai a tenerla pressata sul cono, Chloe che si dimenava, il dolore che la devastava, ma poi annullò ogni resistenza, lasciando che il cono le distruggesse il culo per sempre.
La prova era finita. Chloe ricevette l’applauso di tutti i presenti, un’ovazione per la sua resistenza estrema. Io la sollevai con delicatezza, il cono che usciva dal suo culo con un suono umido, il suo buco devastato, arrossato e dilatato oltre ogni limite, un rivolo di sangue che colava lungo le sue cosce. Le bendai il culo con una pomata specifica, lenendo il dolore, e la rivestii con il suo vestito, il tessuto che si macchiava di lubrificante e sangue. La baciai dolcemente, un gesto di tenerezza dopo tanta crudeltà, e la presi in braccio, portandola via dal locale. Rientrammo a casa, Chloe esausta ma trionfante, sapendo di aver superato una prova che l’aveva spinta al confine della sua resistenza.
Segue la quarta prova
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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