tradimenti
Onde radio


08.04.2025 |
1.235 |
1
"Cat mi spiegava il funzionamento con la sua voce da speaker, calda e avvolgente, ma io avevo altro in mente..."
Era un mercoledì pomeriggio quando Cat mi inviò un messaggio che mi fece sobbalzare: “Ti va di venire a visitare la redazione? So che sei un ingegnere appassionato di impianti di trasmissione radio… e, a proposito, oggi sono senza mutandine.” Il tono provocatorio mi accese all’istante. Sapevo che l’ovetto, quel gioiello tecnologico che le avevo regalato, era ancora dentro di lei, pronto a rispondere ai miei comandi. Risposi subito: “Arrivo. Preparati.” Arrivai alla sede della radio, un edificio moderno con grandi vetrate e un’atmosfera vibrante. Cat mi accolse all’ingresso, splendida come sempre: indossava una gonna aderente nera che le fasciava le cosce e una camicetta bianca leggermente trasparente, i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle. Mi fece un sorriso malizioso, sapendo che il suo messaggio mi aveva già mandato in tilt. “Vieni, ti mostro tutto,” disse, guidandomi tra corridoi pieni di cavi e apparecchiature.
Come ingegnere, ero affascinato dagli impianti di trasmissione: le antenne, i mixer, i trasmettitori che pulsavano di energia. Cat mi spiegava il funzionamento con la sua voce da speaker, calda e avvolgente, ma io avevo altro in mente. Mentre parlava, aprii l’app sul telefono e avviai un programma leggero: vibrazioni intermittenti, 5 secondi ogni 30. Lei si interruppe a metà frase, un fremito le attraversò il corpo, e strinse le cosce sotto la gonna. “Tutto bene?” chiesi, fingendo innocenza. “Sì… solo un brivido,” mentì, gli occhi che brillavano di eccitazione.
Continuammo il giro, ma io alzai la posta: vibrazioni più lunghe, 15 secondi, seguite da una scossa elettrica leggera. Cat si appoggiò a un tavolo, fingendo di sistemare dei fogli, il respiro corto. “Questi impianti sono impressionanti,” dissi, ammirando un trasmettitore, ma la mia mente era su di lei. L’app segnava: temperatura 37,2 gradi, battiti 88, umidità 90%, eccitazione 85%. Era bagnata, lo sapevo, e senza mutandine ogni vibrazione la teneva sull’orlo del piacere.
A un certo punto, mi prese per mano. “Vieni, ti faccio vedere il camerino,” sussurrò, la voce spezzata dal desiderio. Entrammo in una stanzetta angusta, piena di microfoni, cuffie e uno specchio a parete. Appena chiusi la porta, Cat si voltò verso di me, le labbra sulle mie in un bacio famelico. “Non ce la faccio più,” gemette, “quelle vibrazioni mi stanno facendo impazzire.” Aumentai l’intensità dall’app: vibrazioni doppie, calore interno, scosse ritmate. Lei si appoggiò al muro, le mani piantate contro la superficie, le gambe aperte, tremando.
“Prendimi dietro,” mi supplicò, sollevando la gonna. La vista del suo culo perfetto, nudo e invitante, mi fece pulsare. Mi inginocchiai un attimo, leccandola tra le cosce, assaporando il suo nettare che colava, poi mi alzai e la penetrai dolcemente nel suo ano, il mio pene che scivolava piano dentro di lei. L’ovetto vibrava nella sua vagina, e sentivo le sue pulsazioni contro di me, un piacere amplificato che ci travolgeva entrambi. Cat gemeva piano, cercando di non farsi sentire oltre la porta, il corpo teso tra l’ovetto e me.
L’amplesso iniziò lento, ogni affondo un’onda di piacere che le faceva sfuggire piccoli ansiti. Poi accelerai, i miei movimenti più decisi, profondi, le mani sui suoi fianchi a guidarla. L’ovetto non smetteva di vibrare, stimolandola dall’interno mentre io la possedevo da dietro. “Sì, così,” sussurrava, le gambe che tremavano, le mani che scivolavano sul muro per reggersi. Il ritmo crebbe, selvaggio, incontrollabile, e Cat si abbandonò completamente.
L’orgasmo la colpì come un fulmine: un urlo soffocato le sfuggì, il corpo si contrasse violentemente, e uno squirting abbondante esplose da lei. Il piacere fu così intenso che l’ovetto schizzò fuori dalla sua vagina, rimbalzando sul pavimento del camerino con un rumore sordo. Il liquido caldo bagnò le sue cosce e il pavimento, un’onda di estasi che la lasciò ansimante, le gambe molli, il viso premuto contro il muro.
Mi fermai un attimo, ammirandola: sudata, sconvolta, bellissima. “Sei incredibile,” le dissi, riprendendo fiato. Lei si girò, gli occhi ancora velati di piacere, e mi baciò, un bacio profondo che sapeva di lussuria e complicità. “Questo è il nostro segreto,” sussurrò, ridendo piano mentre raccoglievo l’ovetto dal pavimento. Uscii dal camerino per primo, lasciandola a ricomporsi, il cuore che batteva forte per l’adrenalina e il desiderio.
Cat tornò al lavoro poco dopo, ma sapevo che ogni passo le ricordava me: un amante che la vedeva, la desiderava, mentre il marito, perso tra le sue ragazzine, non avrebbe mai capito cosa si perdeva.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Onde radio:
