Prime Esperienze
Smargie La scoperta Part. 1


26.08.2022 |
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"Infine la sua mano libera spinge piano indietro la mia testa, mentre la candela, rossa come la mia passione, incide con il suo caldo liquido una grande S..."
Finalmente arriviamo a casa di Smargie. Scendo rapidamente dalla macchina e le apro la portiera, senza peraltro riuscire ad evitare di posare a lungo il mio sguardo sulle sue gambe meravigliose, mentre scende lentamente e maliziosamente dalla macchina, ma per fortuna non dà segno di essersene accorta e mi precede verso la porta d’ingresso.
La sua casa è molto carina e accogliente, ma riesco solo a gettarle uno sguardo distratto, ammaliato come sono dalla presenza della mia Principessa che mi precede nella sua stanza, voltandosi poi verso di me e dicendomi: "Ora, cucciolo, io vado a farmi una doccia veloce e a cambiarmi, tu però aspettami qui, in piedi, e spogliati tutto nel frattempo," e con un sorriso malizioso e una risatina si allontana verso il corridoio, lasciando la porta socchiusa.
Resto un attimo bloccato, immobile, poi inizio a spogliarmi e posare i vestiti su una sedia accanto al letto; dopo pochi attimi mi ritrovo solo, nudo, in piedi nella sua stanza ad attendere il suo ritorno. La sensazione che mi avvolge è soprattutto un forte senso di ridicolo: in piedi, nudo, non riesco a decidere nemmeno in che posizione attenderla. Mi sento estremamente stupido; qualsiasi cosa faccia ed è una sensazione più umiliante delle cinghiate in pubblico. Soprattutto non so come mettere le mani, provo ad incrociarle sul petto, ma è terribile, le lascio giù lungo il corpo, ma è come essere un militare nudo sull'attenti, e tutto questo mi fà comprendere che anche con questa richiesta la mia Padrona mi sta insegnando umiltà e sottomissione.
Inoltre quella sua frase sul cambiarsi si agita impazzita nella mia mente, mostrandomi mille idee su quale potrà essere il suo abbigliamento quando rientrerà, i molti racconti e le molte immagini di Mistress si affollano in me, portandomi ad immaginarla ora con stretti abiti in pelle nera e lunghi stivali con tacchi alti, ora in strani vestiti costellati di borchie e catene o stretti tubini in latex, temo di vederla entrare con fruste o altri dolorosi strumenti in mano, ma improvvisamente, lo scroscio dell'acqua della doccia interrompe le mie farneticazioni; il rumore si sente troppo chiaro, immagino che abbia lasciato aperte tutte le porte, e l'idea di saperla così vulnerabile ai miei sguardi e nello stesso tempo così sicura della mia obbedienza al suo ordine di restare dove sono, mi fà letteralmente impazzire, come mi sconvolge il pensiero di lei, la stupenda e dolce Smargie, che ora, nuda sotto la doccia, è accarezzata dall'acqua.
Chiudo gli occhi e mi sembra di vederla, il suo viso che sale sorridente verso il getto scrosciante, rivoli tiepidi le scivolano lungo il corpo, giocando con la schiuma bianca di cui è ricoperta, i candidi seni velati di spuma, la corrente impetuosa che scorre tra le sue scapole, lungo la schiena, per scomparire tra le gambe, delineando il sedere più bello che abbia mai visto, novella Naiade che danza un lento e sensuale ballo in una polla di montagna sotto la cascata di un limpido e puro ruscello.
Pensare a lei mi ha riportato in uno stato di eccitazione, e nel momento in cui me ne rendo conto sento anche uno strano silenzio: l'acqua non scorre più chissà da quanto tempo, e il suo arrivo deve essere imminente. Cerco di rilassarmi e spegnere la mia immaginazione, ma ormai la sua immagine nuda nell'acqua si sovrappone alle visioni di lei in abiti sadomaso, aggravando ulteriormente la mia situazione.
Improvvisamente vedo la porta aprirsi e Smargie apparire, e mi accorgo di sorridere quasi involontariamente per la sciocchezza dei pensieri fatti riguardo al suo possibile abbigliamento, perché la mia stupenda principessa è semplicemente avvolta in un corto accappatoio di spugna, bianco come un angelo uscito da una nuvola, i lunghi riccioli rossi ancora bagnati che segnano il candido volto come lucide pennellate di un ispirato picasso, gli occhi grandi e luminosi che sembrano promettere mille emozioni, le gambe lunghe e perfette che - naturalmente sensuali - si avvicinano a me. I nostri sguardi si incrociano e, di fronte a me in piedi, nudo, con un soriso ridicolo sulle labbra e visibilmente eccitato, lei scoppia in un’allegra e squillante risata alla quale mi unisco senza pensarci, sentendo in quel momento tra noi una complicità, un senso di appartenenza dell'uno all'altra mai provato prima, come se non ci fosse più dominante e sottomesso ma due anime unite da un legame più profondo di quanto si possa soltanto immaginare.
Tutto questo dura però solo un battere d'ali di farfalla, perché subito dopo la sua risata lentamente si spegne, le sue labbra tornano a farsi maliziosamente appena sorridenti, ed i suoi occhi da innocenti e divertiti tornano ad avere quello stupendo lampo di malizia e potere che fà battere così forte il mio cuore ogni volta che la guardo, e mentre ricomincia ad avvicinarsi a me, come una Mantide regina in trepidante attesa di cibarsi dell'amante appena terminato il piacere, capisco ancora una volta che non siano abiti strani o frasi ad effetto a fare di una donna una vera dominatrice, ma che il suo sguardo, la sua espressione e il suo incedere urlino a tutti i miei sensi che sono suo e che non potrei essere altro che suo al mondo.
Si avvicina lentamente a me, sento il dolce profumo del bagnoschiuma alla mela verde che deve aver appena usato insieme all'ancora più soave e inconfondibile profumo della sua pelle. La sua mano destra sfiora il mio petto e la mia spalla, mentre Smargie scivola lentamente dietro di me; sento le sue mani che, accarezzando le mie spalle, scendono lungo la schiena, le sue dita sottili e le sue unghie seguono i segni rossi lasciati dai colpi di cintura del parcheggio, mentre con voce bassa e leggermente canzonatoria mi dice: "E bravo, cucciolo, ma non vorrai mica rovinare tutto con quella impazienza che vedo davanti a te!"
Io sto per risponderle quando sento la sua mano posarsi piano sulle mie labbra: "No, non parlare… lascia che sia io a parlare, a meno che non ti chieda di rispondermi."
Resto zitto, seguendo il più possibile con le labbra la sua mano che si allontana, per prolungare quel languido contatto. Sento il suo respiro lieve e caldo sul mio collo, poi una fascia di seta chiara scende da dietro sui miei occhi, togliendomi la possibilità di vedere.
Il suo profumo aggredisce sempre di più i miei sensi, mentre sento le sue labbra che sfiorano la pelle delicata della nuca fino a che dei piccoli morsi, prima dolci e leggeri, poi sempre più profondi e dolorosi scuotono con brividi intensi tutto il mio corpo.
Le sue mani si posano sulle mie e lentamente mi attira le braccia dietro la schiena dove vengono immobilizzate da un altro foulard che Smargie lega intorno ai miei polsi.
Lentamente la sua bocca scende lungo la mia schiena, lasciando profonde tracce del suo passaggio lungo la colonna vertebrale mentre le sue mani scivolano, sfiorandomi lungo i miei fianchi, unendo al dolore dei morsi la sensazione insopportabile di un solletico tanto leggero da risultare quasi impercettibile. Sento ogni muscolo del mio corpo irrigidirsi per la tensione e le mie mani stringersi a pugno mentre i morsi si spostano lungo la mia coscia; la sento spostarsi davanti a me, abbasso il volto ma non posso vederla, anche se sento le sue labbra e i suoi denti avvicinarsi al mio inguine lungo l'interno della coscia. I morsi qui sono molto dolorosi, e faccio fatica a restare dritto in piedi mentre mi sforzo di tenere le gambe ferme.
Le sue mani stringono forte i miei glutei, mentre sento il suo respiro caldo sul mio membro enormemente eccitato, ma naturalmente lei non lo sfiora nemmeno, prolungando la mia aspettativa, mordendomi la pancia e poi risalendo lungo il petto, fino ad arrivare con la bocca sui miei capezzoli, addentandoli avidamente e arrecandomi un dolore che fatico veramente a sopportare, per poi avvicinare il suo volto al mio.
Ora la sua bocca è davanti al mio viso, non posso vederla ma sento il suo respiro confondersi con il mio, odo il lieve ansimare del suo naso, e il suo profumo mi invade completamente il cervello: la consapevolezza delle sue morbide e dolci labbra a pochi millimetri dalle mie rende l'attesa della sua prossima mossa veramente snervante. Inconsciamente mi passo la lingua tra le labbra per calmare l'arsura che mi sta prendendo, e in quel momento la sua bocca prepotentemente prende possesso della mia, con una forza e un’avidità incredibili, come se dovesse spegnere una sete davvero inestinguibile.
La sua lingua fresca e pungente penetra la mia bocca con violenza, in profondità, come volesse reclamarne il possesso con un feroce amplesso; intanto il suo corpo è stretto al mio, la sua mano destra premuta con forza dietro il mio collo, e la mia erezione spinge contro il suo fianco a contatto dell'accappatoio. La cosa che mi distrugge di più è non poterla abbracciare e stringere a me mentre mi bacia.
L'altra sua mano raggiunge la destra intorno al mio collo, le sue dita premono la mia pelle e risalgono ai lati della testa, stringendola, mentre la sua bocca comincia a staccarsi e ricongiungersi alla mia con rapidi scatti, afferrando le mie labbra tra i denti come se, attraverso queste, volesse divorare davvero la mia anima.
Infine si stacca da me, sento il suo respiro profondo per alcuni secondi, e poi la sua mano si chiude improvvisa e con forza intorno al mio membro che inizia a pulsare in quella morsa come un puledro imbizzarrito, mentre Smargie, senza fare altro che stringere torna a parlare: "Mmmm… dobbiamo fare qualcosa per questo cattivello, non dovrebbe comportarsi così arditamente, senza il minimo rispetto per la mia posizione, come se fossi una delle troiette che ha avuto prima di conoscere e comprendere la sua vera posizione."
Improvvisamente lascia la presa, posando la mano sulla mia testa: "Ora giù, in ginocchio davanti alla tua Principessa." Mi inginocchio davanti a lei, con un po’ di fatica per via delle mani ancora legate, abbasso la testa, percependo di fronte a me il profumo delle sue gambe, e sento il morbido fruscio dell'accappatoio che scivola a terra alle sue spalle. Ora so che è nuda davanti a me, e non poterla guardare è la peggiore tortura che potesse infliggermi, lasciandomi cieco a sentire il calore e il profumo delle sue gambe senza poter posare i miei occhi sulle sue dolci e stupende forme.
Naturalmente capisco quello che si aspetta da me e inizio a baciare dolcemente i suoi candidi piedini, lambendoli delicatamente con la lingua, assaporandone la dolcezza con calma, per poi lentamente passare a leccare le sue sottili caviglie e risalire piano lungo i polpacci; so che sarà lei a fermarmi quando lo riterrà opportuno, perciò dedico tutta la mia attenzione a baciare ogni centimetro della sua pelle di seta, sfiorndola con il naso e le guance, attento a non pungerla con il pizzetto. Risalgo lungo le cosce, ne sento i muscoli in tensione sotto la mia lingua, prova inconfutabile del piacere che le sto dando, e lentamente mi avvicino al suo inguine; ormai ne sento prepotente il profumo che invade le mie narici, attirandomi come nettare per un’ape, e finalmente le mie labbra si posano sulle sue dell'amore, umide, dolci come miele di acacia e leggermente tremanti di eccitazione.
La mia bocca avvolge il suo frutto proibito, la mia lingua inizia ad esplorare la sua intimità dardeggiando come una fiamma impazzita, la punta del mio naso a stimolare il suo clitoride, mentre la mia bocca segue il ritmi dei lievi movimenti del suo bacino, prima lenti, poi sempre più rapidi e frenetici, scanditi anche dalla stretta delle sue mani sulla mia nuca.
Il respiro di Smargie si fà sempre più ansimante mentre gocce della sua dolcezza scorrono sulle mie labbra, imperlandomi i corti baffi, finché, stringendo il mio volto tra le sue cosce, è sconvolta dalle contrazioni dell'orgasmo che si trasmette, come un onda in tempesta, alla mia bocca, felice ed estasiata di averla soddisfatta così.
Ora le sue mani appoggiano pesantemente sulle mie spalle per sorreggersi, mentre - con mio dispiacere - allontana la sua rosa purpurea dal mio viso. La sento abbassarsi piano di fronte a me, poi per un attimo la sua fronte imperlata di fini goccioline si appoggia alla mia spalla, permettendomi di sfiorare con un bacio la sua tempia in un altro attimo di fugace affetto, mentre le sue braccia mi avvolgono e le sue mani sciolgono il nodo che blocca i miei polsi.
Porto delicatamente le mie mani avanti e l'abbraccio piano, sfiorando il suo collo sottile e delicato con il palmo, scendendo piano lungo la schiena ancora scossa da piccoli brividi, ma subito la sua voce torna al suo tono abituale mentre si rialza prendendomi le mani tra le sue: "Aspetta, cucciolo, non ho ancora finito con te stasera."
Mi conduce verso il suo letto, con un solo gesto tira via le coperte e mi fà sdraiare supino, allargandomi le braccia e le gambe ai lati del piccolo letto.
La sento prima aprire un cassetto e poi muoversi intorno a me, mentre lega prima le mie mani poi i miei piedi alle gambe del letto con delle sottili e morbide corde. Ormai non ricordo più da quanto sono bendato, l'oscurità è da tempo padrona dei miei occhi, ma è come se la vedessi, mentre mi immobilizza completamente, rendendomi ora per la prima volta davvero indifeso di fronte a lei.
Dopo un attimo di silenzio sento lo sfregamento di un accendino e l'inconfondibile odore di una candela accesa, la sua mano si avvicina alla mia gamba, accarezzandola, mentre una goccia di cera bollente cade sul dorso del mio piede, facendomi scappare un breve lamento; poi, lentamente, la pioggia di goccioline roventi inizia a risalire lungo la gamba, come a tracciare una rossa linea fino a raggiungere il mio fianco per poi incurvarsi lungo il ventre e ridiscendere verso l'altro piede, come a tracciare misteriosi confini lungo il mio corpo. Il bruciore non è molto forte, e ogni goccia che cade, dolore e piacere insieme, è come un suo bacio di possesso, come se le rosse gocce sigillassero per Smargie l'esclusiva proprietà del mio corpo.
La colata si interrompe una volta raggiunto il piede sinistro, per riprendere poi in una cascata improvvisa nel mio ombelico, facendomi sussultare e gemere mentre la linea vermiglia risale rovente lungo il mio petto, indugiando sui capezzoli che, già doloranti per i morsi, ora mi bruciano tanto da farmi irrigidire e tirare le corde che mi bloccano le mani. La calda linea di cera scorre lungo la mia spalla ed il braccio fino a raggiungere la mano e colare tra pollice e indice come un tatuaggio tribale, per poi ripetere la stessa operazione lungo l'altro braccio.
Gli unici rumori sono i miei gemiti trattenuti e i suoi leggeri ansiti di piacere. Infine la sua mano libera spinge piano indietro la mia testa, mentre la candela, rossa come la mia passione, incide con il suo caldo liquido una grande S sulla delicata pelle del collo, come a porre il sigillo finale sul dominio della mia Padrona.
Un lungo attimo di immobilità e silenzio scende nella stanza, poi un suo languido soffio, l'odore acre dello stoppino appena spento e il rumore della candela che rotola a terra interrompono quell'onirico momento e, mentre il mio volto ancora cieco si muove lentamente intorno, le sue labbra si posano delicatamente sulle mie per un leggero bacio cui seguono le sue parole, quasi irreali dopo tutto quel silenzio: "Ora, Michele, sei davvero mio, completamente mio, esclusivamente mio."
Sento le corde che legano le mie gambe cadere e Smargie salire sul letto sopra di me, le sue gambe stringersi ai lati delle mie e la sua mano impugnare il mio membro ancora tremendamente eccitato per guidarlo delicatamente dentro di sé, finché un suo lungo e sensuale gemito consacra la mia penetrazione nel profondo della sua intimità, straordinariamente umida e piacevolmente calda.
Il suo petto si avvicina aderendo al mio con i suoi rosei capezzoli eretti che stuzzicano i miei ancora doloranti; poi la sua bocca riprende possesso della mia con mille profondi baci, a volte languidi e a volte aggressivi, mentre i suoi movimenti lenti fanno scivolare il mio marmoreo membro dentro e fuori il suo dolce frutto.
Sopraffatto dall'eccitazione e sul punto di scoppiare, vorrei disperatamente poterla abbracciare, ma le mie mani sono sempre immobilizzate, e non posso che seguire con il bacino i suoi movimenti sempre più ritmici e rapidi, finché, dopo una danza sempre più frenetica, non la sento inarcarsi urlando e in un unico movimento strapparmi la benda dagli occhi, per ridarmi la vista nel momento supremo in cui uno straripante e contemporaneo orgasmo lega inseparabilmente le nostre anime e le sue contrazioni si espandono attraverso i nostri corpi uniti. Così la vedo finalmente, nuda e bellissima, le cosce forti strette intorno alle mie gambe, il seno stupendamente fiero ed eretto con i suoi piccoli e dolci capezzoli rosa ancora spietatamente eccitati, pezzettti di cera rossa che aderiscono al suo liscio e palpitante corpo come un mosaico a rappresentare il potere solo suo di spezzare i sigilli che mi legano, i riccioli rossi ondeggianti, sparsi ad incoronare di fiamme il volto arrossato, lucido e trasfigurato in questo momento di estasi, e infine i suoi meravigliosi occhi azzurri che ora avvolgono i miei come un mare tempestoso con uno sguardo che unisce passione, potere e amore insieme.
Resta per un lungo attimo a guardarmi, come se volesse assicurarsi che è tutto davvero reale, quindi si sdraia languidamente su di me, baciandomi piano il collo e allungandosi a sciogliere i nodi che fissano i miei polsi alle corde. La testa appoggiata sulla mia spalla e il corpo aderente al mio fianco, avvicina la bocca al mio orecchio, mentre io finalmente posso circondare con le braccia il suo liscio corpo per sentirla un po’ mia.
In un sussurro la sua voce delizia la mia anima: "Ti voglio bene, cucciolo, davvero tanto. Ora stringimi!"
La stringo a me, avvicino le mie labbra sulle sue, parlando per la prima volta da non so più quanto tempo: "Ti voglio bene, Smargie," e queste quattro semplici parole esprimono più di ogni altra cosa il totale e completo legame che mi unisce a lei, poi la bacio appassionatamente, come se volessi donare a lei ogni respiro e tutta la mia anima: un bacio lungo, dolce, sensuale che mi riporta rapidamente in erezione, mentre la sua gamba scivola piano, ritmicamente ad accarezzare la mia.
Continuando a baciarla mi sposto delicatamente sopra di lei, tra le sue gambe, e penetro nuovamente, con dolcezza, la sua intimità. Ora lei mi lascia fare, ho l'inziativa e l'apparente controllo, ma dentro di me sento che in questo momento sono forse ancora più suo schiavo che in qualsiasi altro momento passato insieme: schiavo della sua bellezza, della sua personalità, della sua sensualità e della sua penetrante mente cui la mia è ormai fermamente e perennemente legata.
I miei movimenti dentro di lei sono lenti e ritmati, le nostre bocche legate in un gioco di leggeri morsi, languide carezze e appassionate profondità, le mie mani accarezzano i suoi seni, creando illusorie spirali di piacere intorno ai suoi capezzoli, mentre le sue gambe si legano forte intorno ai miei fianchi e le sue mani stringono e pizzicano la pele della mia schiena, lasciando lievi striature con le corte unghie.
Poi il suo respiro si fà più affannoso, la sua stretta più forte, indicandomi chiaramente che sta per raggiungere nuovamente l'orgasmo e consentendomi di accellerare il ritmo penetrandola ancora più profondamente fino a raggiungere un'altra simultanea esplosione di piacere che ci lascia sazi, stremati e stretti vicini uno all'altra.
Restiamo fermi, a guardarci negli occhi per qualche minuto, mentre il nostro respiro torna lento e silenzioso, poi Smargie si allunga verso il fondo del letto, afferra la coperta e la tira su di noi, passa una gamba piano tra le mie, allunga il braccio sul mio petto, appoggiando la testa alla mia spalla. "Buonanotte, cucciolo, a domani," sussurra e chiude gli occhi.
Sento il suo corpo rilassarsi contro il mio, avvicino la bocca alla sua testa e poso piano le mie labbra sulla sua fronte dicendole: "Buonanotte, Principessa, che i tuoi sogni siano i più dolci e deliziosi che si possano immaginare." Infine mi abbandono felice al sonno accanto a lei, con la meravigliosa consapevolezza che lei sarà la prima cosa che incontraranno i miei occhi quando si desteranno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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