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Incesti nella tenuta - Parte V


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
09.04.2025    |    2.310    |    4 9.9
"“Sei proprio bella oggi, Elena, ” le disse, avvicinandosi con un sorriso malizioso..."
La mattina dopo la notte nella rimessa, Elena si svegliò con il corpo ancora segnato dal piacere e dal dolore. Il culo le doleva per l’inculata brutale di Zio Mario, la fica ancora sensibile per le attenzioni di Zia Carla, ma dentro di sé sentiva una nuova versione di sé stessa: una donna che aveva oltrepassato ogni confine, che si sentiva porca, desiderata, e in qualche modo libera. Eppure, il senso di colpa verso Davide, il nipote con cui aveva condiviso momenti di passione così intensi, la tormentava.
Davide, però, non era cieco. Durante la colazione, notò subito il comportamento strano di Zia Elena: era silenziosa, evitava il suo sguardo, e sembrava tesa ogni volta che Zio Mario le rivolgeva la parola. Zio Mario, come al solito, non perdeva occasione di provocarla: le lanciava occhiate cariche di lussuria, e mentre Zia Carla era girata, le sussurrò qualcosa all’orecchio che la fece arrossire violentemente. Ma ciò che colpì di più Davide fu il comportamento di sua madre, Zia Carla: sembrava più complice con Elena, le sorrideva in un modo che non aveva nulla di innocente, e una volta le sfiorò la mano con una dolcezza che lo fece insospettire.
Dopo colazione, mentre Zio Mario e Zia Carla erano occupati con le faccende della tenuta, Davide approfittò di un momento di tranquillità per affrontare Elena. La trovò nel fienile, intenta a sistemare delle balle di paglia, il viso segnato da un’ombra di preoccupazione. “Zia Elena, dobbiamo parlare,” le disse, chiudendo la porta del fienile dietro di sé. Lei sobbalzò, il cuore che le batteva forte. “Davide… non è il momento,” cercò di sviare, ma lui si avvicinò, prendendole il viso tra le mani. “Cos’è successo ieri sera? Ti vedo strana, e papà… papà ti guarda in un modo che non mi piace. Dimmi la verità.”
Elena abbassò lo sguardo, le lacrime che le salivano agli occhi. Non poteva più nasconderlo. “Davide, io… ho fatto qualcosa di terribile,” confessò, la voce rotta dall’emozione. Gli raccontò tutto: l’incontro con Zio Mario, la sua sottomissione nella rimessa, il modo in cui Zia Carla si era unita a loro, trasformando la notte in un vortice di piacere proibito. “Non avevo scelta… Zio Mario mi ha ricattata, e poi Zia Carla… io… non so più chi sono,” mormorò, coprendosi il viso con le mani, sopraffatta dalla vergogna.
Davide la ascoltò in silenzio, il viso teso, ma invece di arrabbiarsi, sentì un’ondata di eccitazione travolgerlo. L’idea di Zia Elena, la donna che desiderava così intensamente, posseduta dai suoi genitori, lo fece fremere di gelosia e desiderio. “Non voglio che ti tocchino più,” le disse, la voce bassa, carica di una passione possessiva. “Sei mia, zia Elena.” La afferrò per i fianchi, tirandola a sé, e la baciò con una foga che la fece gemere, le loro lingue che si intrecciavano, i respiri che si mescolavano.
“Voglio riprenderti,” le sussurrò, spingendola contro una balla di fieno, le mani che le sollevavano la gonna con urgenza. Elena, ancora sconvolta, si abbandonò completamente, il desiderio per Davide che cancellava ogni senso di colpa. Lui le abbassò le mutandine, rivelando la sua fica già bagnata, e si slacciò i pantaloni, il cazzo duro che pulsava di desiderio. La penetrò con un affondo deciso, facendola urlare di piacere, il suo membro giovane e vigoroso che la riempiva completamente. “Sei mia, zia, solo mia,” ansimava, scopandola con una passione possessiva, affondi profondi che la facevano tremare.
Elena si aggrappava alle balle di fieno, il corpo piegato, le cosce aperte, mentre Davide la possedeva con una furia che mescolava gelosia e amore. “Sì, Davide… prendimi, sono tua,” gemeva, il piacere che la travolgeva, un orgasmo che montava rapido. Venne con un urlo, il sesso che si contraeva intorno al cazzo di Davide, un fiotto caldo che lo bagnava, mentre lui continuava a scoparla, il ritmo selvaggio, il desiderio che lo consumava. “Ti riempio, zia,” grugnì, e con un ultimo affondo esplose dentro di lei, schizzi di sperma che le inondavano l’utero, un’unione proibita che la fece venire di nuovo, il corpo scosso da fremiti di piacere.
Esausti, i due si lasciarono cadere sul fieno, i respiri pesanti, i corpi sudati. Elena si sentiva sempre più una donna senza limiti, una troia che aveva trovato la sua vera natura nella passione proibita. Davide la guardò, un sorriso complice sulle labbra. “Non lascerò che ti prendano di nuovo,” le disse, ma entrambi sapevano che la tenuta nascondeva segreti che non potevano essere ignorati.
Nel pomeriggio, mentre Elena era intenta a raccogliere erbe aromatiche in giardino, Zio Mario la raggiunse, il suo sguardo carico di lussuria come sempre. “Non dimenticarti della rimessa stasera, alle 22:00,” le disse, la voce bassa e autoritaria, mentre le posava una mano sul culo, stringendolo con forza. “In gonna e senza mutande, come al solito.” Elena, ormai completamente sottomessa, abbassò lo sguardo e rispose con un filo di voce: “Certo, Zio Mario, come sempre.” Lui sorrise, un sorriso crudele, e le diede una sculacciata prima di allontanarsi, lasciandola con il cuore che batteva forte.
Più tardi, in cucina, mentre Elena aiutava a preparare la cena, Zia Carla non perse l’occasione per provocarla. “Sei proprio bella oggi, Elena,” le disse, avvicinandosi con un sorriso malizioso. Le posò una mano sulla coscia, risalendo lentamente sotto la gonna, le dita che sfioravano la sua fica già bagnata. “Alle 22:00 nella rimessa, non dimenticarlo,” le sussurrò, infilandole un dito dentro per un istante, facendola gemere piano. Elena arrossì, il corpo che tremava, mentre Zia Carla leccava il dito con un sorriso soddisfatto prima di tornare alle sue faccende.
Davide, però, era intenzionato a impedire quella situazione. Dopo aver saputo tutto da Elena, non poteva accettare che i suoi genitori continuassero ad abusare di lei. Decise di agire: si posizionò nella rimessa prima delle 22:00, nascondendosi dietro una pila di balle di fieno, pronto a sorprendere tutti e a mettere fine a quella follia. Il suo cuore batteva forte, un misto di rabbia e desiderio che lo consumava.
Alle 22:00 in punto, Elena si presentò nella rimessa, come ordinato, con una minigonna aderente e senza mutande, il corpo esposto e vulnerabile. Davide, nascosto, voleva uscire subito dal suo nascondiglio, ma decise di aspettare che arrivassero anche suo padre e sua madre, per affrontarli tutti insieme. Pochi istanti dopo, Zio Mario entrò, seguito da Zia Carla, entrambi con un’espressione di desiderio sul viso. Zio Mario non perse tempo: afferrò Elena, le sollevò la gonna e la piegò a 90 gradi contro una balla di fieno, sputando sulla sua rosellina prima di incularla a freddo, il suo cazzo duro che la apriva senza pietà. “Troia, sei sempre pronta per me,” grugnì, iniziando a scoparla con affondi violenti, il culo di Elena che si stringeva intorno a lui, facendola gemere di dolore e piacere.
Davide, dal suo nascondiglio, osservava la scena, il cuore che gli martellava nel petto. La vista di Zia Elena, sottomessa e scopata così brutalmente da suo padre, lo eccitò in un modo che non si sarebbe mai aspettato. Zia Carla, nel frattempo, si posizionò davanti a Elena, le gambe aperte, la fica già bagnata. “Leccami, troia,” le ordinò, e Elena obbedì, la lingua che scivolava sul sesso di Zia Carla, succhiandolo con avidità, mentre Zio Mario continuava a incularla senza sosta. Davide, travolto dall’eccitazione, si slacciò i pantaloni e iniziò a menarsi il cazzo duro, i gemiti soffocati che gli sfuggivano dalla bocca.
Ma Zia Carla sentì i rumori dietro le balle di fieno. Senza scomporsi, con la voce calma ma autoritaria, disse: “Chi c’è lì dietro? Davide, sei tu? Dai, esci, non fare lo stupido.” Davide, colto sul fatto, uscì dal nascondiglio, il cazzo ancora in tiro, il viso arrossato dall’eccitazione e dall’imbarazzo. Zia Carla lo guardò, un sorriso malizioso sulle labbra. “Si vede che hai preso i nostri cromosomi,” gli disse, avvicinandosi. “Ora vieni qui e lecca la fica di tua zia, che ne ha bisogno.”
Davide, travolto dal desiderio, obbedì. Si inginocchiò davanti a Elena, mentre Zio Mario continuava a incularla, e iniziò a leccarle la fica, la lingua che scivolava sul clitoride, succhiandolo con una passione che la fece urlare di piacere. “Sì, Davide… così,” gemeva Elena, il corpo scosso da un misto di dolore e godimento. Zia Carla, osservando la scena, incitava il figlio: “Bravo, Davide, fai il porco, falla venire, è una troia che lo merita.”
Poi Zia Carla fece sdraiare Davide a terra, il cazzo duro che puntava verso l’alto. “Siediti sopra,” le ordinò, e Elena, con il culo ancora dolorante per gli affondi di Zio Mario, si posizionò sopra Davide, lasciandosi penetrare nella fica dal suo cazzo giovane e vigoroso. Zio Mario, senza fermarsi, si posizionò dietro di lei, e i due uomini la scoparono in una doppia penetrazione mozzafiato: Davide nella fica, Zio Mario nel culo. Elena era senza fiato, il dolore e il piacere che si mescolavano, il corpo che tremava mentre i due cazzi la riempivano completamente, un ritmo selvaggio che la faceva urlare. “Sì, prendila, troia,” grugniva Zio Mario, mentre Davide ansimava sotto di lei, il viso contorto dal piacere.
Zia Carla, eccitata dalla scena, si toccava vertiginosamente, le gambe aperte sulla faccia del figlio, il suo sesso bagnato a pochi centimetri dalla sua bocca. “Davide, su, lecca la fica di tua madre, che ha tanto bisogno,” gli ordinò, abbassandosi su di lui. Davide, trasportato da un’onda di piacere, obbedì, la lingua che scivolava sul sesso di sua madre, leccandola in profondità, succhiando il clitoride con una passione che la fece gemere forte. “Sì, bravo, con la lingua dentro,” ansimava Zia Carla, mentre Davide la portava al confine dell’estasi.
Zia Carla venne con uno squirting violento, un fiotto caldo che inondò la bocca di Davide, che ingoiò tutto, il sapore della madre che lo mandava in estasi. Sentendo la madre venire, Davide non resistette più: “Vengo, vengo, vengo,” urlò, e sborrò nella fica di Zia Elena, schizzi di sperma caldo che la riempivano, un orgasmo che lo fece tremare sotto di lei. Zio Mario, che non aveva mai smesso di sfondarle il culo, si fermò un istante, guardandola con disprezzo. “Ti sei fatta venire nella fica, sei proprio una troia,” le disse, e così dicendo tolse il cazzo di Davide dalla sua fica e ci piantò il suo, più grosso e nerboruto, iniziando a spingerla da dietro con colpi violenti.
Elena, già sconvolta dai due orgasmi, sentì un terzo montare rapido: il cazzo di Zio Mario che la scopava nella fica, il culo ancora aperto e dolorante, il corpo che tremava di piacere. Venne di nuovo, un orgasmo devastante che la fece urlare, mentre Zio Mario, con un grugnito, le schizzò dentro fiotti di sperma caldo. “Ecco, ora prendi anche il mio di sperma,” le disse, riempiendola completamente, il suo seme che si mescolava a quello di Davide dentro di lei.
Elena, esausta, si accasciò a terra, il corpo scosso da fremiti, il respiro corto. Zia Carla si inginocchiò accanto a lei, le aprì le gambe e iniziò a leccarle la fica, la lingua che scivolava dentro, assaporando il sapore dei suoi uomini – il seme di Davide e Zio Mario che colava fuori, un misto di sperma e umori che la fece gemere di piacere. “Sei nostra, troia,” le sussurrò, continuando a leccarla, mentre Elena, ormai persa, si abbandonava completamente.
Epilogo
Da quella sera, non ci fu più bisogno di andare nella rimessa. La tenuta era diventata un nido di lussuria, un luogo dove ogni confine era stato abbattuto, e i desideri più oscuri trovavano spazio per esprimersi. Elena, Davide, Zio Mario e Zia Carla avevano creato un legame indissolubile, un gioco di piacere che non conosceva limiti. Ma cosa sarebbe successo se qualcuno fuori dalla tenuta avesse scoperto i loro segreti?

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