bdsm
Il pieno controllo Part. 3


07.04.2025 |
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"“Cazzo… è grosso, ” ansimai, e lei rise, spingendo finché non fu tutto dentro, un pieno che mi faceva sentire posseduto..."
Alesia si toccava con una furia dolce, le dita che entravano e uscivano dalla sua vagina, ma si fermò, un’ombra di insoddisfazione sul viso. “No… non sto venendo bene così,” disse, la voce un lamento sensuale, “devo prima pisciare.” Si alzò dal letto, il corpo nudo che si muoveva con grazia, e mi prese per i testicoli, stringendoli con decisione. “Vieni con me,” ordinò, conducendomi in bagno, il pavimento freddo sotto i piedi mentre il mio pene pulsava nella gabbietta.Entrammo nella stanza da bagno, la luce del mattino che filtrava dalla finestra, e Alesia si fermò davanti al piatto della doccia. “Inginocchiati,” comandò, e io obbedii, mentre lei si posizionava sopra di me, le cosce aperte a incorniciare il mio viso. Con le mani tenne aperta la sua vagina, la carne rosa e lucida che brillava di umori. “Leccami… puliscimi bene prima,” ordinò, e io avvicinai la bocca, la lingua che sfiorava il suo clitoride, facendola gemere. “Cazzo… sì, leccami la fica… succhiami tutto,” ansimava.
La mia lingua la accarezzava con passione, succhiando i suoi umori mentre si contorceva sopra di me. Poi alzò il bacino, tenendomi fermo con una mano sul mento. “Apri la bocca… bevi,” disse, e lasciò andare la vescica: un flusso caldo e dorato mi colpì le labbra, un gusto salato che ingoiai mentre lei tappava il mio naso, costringendomi a bere ogni goccia. “Bevi la mia piscia… cazzo, mi eccita fartela bere,” gemette, il suo piacere che cresceva. Il mio pene premeva contro la gabbietta, un dolore acuto che mi strappava gemiti soffocati.
Terminata la sua liberazione, Alesia si abbassò di nuovo, spingendo la vagina sulla mia bocca. “Leccami ancora… puliscimi tutta,” ordinò, e io ripresi, succhiando il clitoride con furia. “Cazzo… sì, leccami la fica… voglio venire sulla tua lingua,” urlava, tirandomi i capelli mentre si sfregava contro di me. “Puliscimi anche il culo… voglio la mia rosellina pulita,” aggiunse, e io mi spostai, leccando il suo ano con dedizione, facendola gemere forte. “Sì… leccami il culo… mi fai bagnare tutta!”
Il mio pene pulsava nella gabbietta, un dolore che si mescolava a un’eccitazione perversa, una gioia nel darle piacere. Alesia si toccava il clitoride, masturbandosi mentre io le leccavo il culo e la vagina, i suoi gemiti che riempivano il bagno. “Sto per venire… preparati!” urlò, e io posizionai la bocca davanti alla sua vagina. Il suo corpo si tese, un orgasmo potente che la travolse. “Cazzo… sto squirtando… bevi tutto!” gridò. Un fiotto caldo schizzò dalla sua vagina, colpendomi la bocca, un liquido dolce che mi riempiva mentre succhiavo avidamente, bevendo ogni goccia. “Sì… leccami la fica… mi fai morire!” urlava, lo squirting che mi bagnava viso e petto.
Ero eccitato oltre ogni limite, il mio pene che premeva contro la gabbietta, un dolore lancinante mentre lei godeva, ma non potevo fare nulla, intrappolato nella sua prigione, felice di darle piacere anche se il mio desiderio restava negato.
Alesia si alzò, il corpo tremante, e mi guardò con un sorriso soddisfatto. “È ora che arrivi anche tu,” disse, la voce sensuale. Mi afferrò per i testicoli, tirandomi verso la camera. “Aspettami qui,” ordinò, lasciandomi sul letto mentre usciva. Rientrò con uno strap-on nero, lungo 20 centimetri, con una vibrazione che ronzava mentre lo accarezzava. “Ti piace, vero? Ora ti scopo il culo… e ti faccio venire come una troia,” disse, spingendomi sul letto a 90 gradi.
Lubrificò lo strap-on con gel, poi lo puntò contro il mio culo. “Rilassati… ti rompo il culo per bene,” disse, facendolo scivolare dentro con un movimento deciso, un’invasione che mi strappò un gemito mentre il mio ano si apriva, un dolore che si mescolava a un piacere intenso. “Cazzo… è grosso,” ansimai, e lei rise, spingendo finché non fu tutto dentro, un pieno che mi faceva sentire posseduto.
Cominciò a muoversi, spinte lente che diventavano più forti, il suo bacino che sbatteva contro le mie natiche. “Ti piace, eh? Ti scopo il culo come una puttana… mi eccita da morire,” urlava, attivando il vibratore al massimo, un ronzio che mi vibrava dentro, mandandomi in tilt. Il mio culo era aperto, devastato dal suo fallo, ogni spinta un misto di dolore e piacere. Il mio pene pulsava nella gabbietta, un dolore insopportabile che cresceva con ogni colpo, la plastica che mi stringeva. “Alesia… cazzo… mi fai male… ma mi piace!”
Alesia accelerò, afferrandomi i fianchi, il fallo che mi inculava senza sosta, il vibratore che pulsava dentro di me, un piacere profondo che mi scuoteva. “Ti sto rompendo il culo… ti faccio venire così… senza toccarti,” ringhiava, spingendomi oltre il confine. “Sto per venire… cazzo, Alesia… mi fai venire!” urlai, e un orgasmo anale mi travolse, un’esplosione mai provata. Il mio culo si stringeva intorno allo strap-on, schizzi di sperma uscivano dal mio pene intrappolato, colando sul letto mentre urlavo, “Cazzo… sì… sto sborrando… Alesia!” Il dolore della gabbietta si mescolava al piacere, un orgasmo che mi lasciava senza fiato mentre lei continuava a spingere.
“Sì… ti ho fatto venire dal culo… sei la mia troia,” urlò Alesia, rallentando, il vibratore che mi scuoteva ancora mentre collassavo sul letto, il corpo tremante. Si sdraiò accanto a me, il corpo sudato, e mi guardò soddisfatta. “Sei stato bravo,” disse, prendendo la chiave della gabbietta. “È ora che ti liberi… ma non troppo.” Mi sciolse, il mio pene che si liberava, un sollievo che mi fece gemere, ma mi afferrò il polso. “Non ti toccare… è mio,” ordinò, la voce un ringhio sensuale.
Dopo una colazione veloce – il caffè dolce come voleva lei – Alesia si preparò per uscire, infilandosi una gonna corta e una camicia leggera, i capezzoli visibili sotto il tessuto. Mi porse una lista di cose da fare, sfiorandomi il viso. “Non fare il monello… o stasera sarà peggio,” disse, un sorriso malizioso mentre usciva, lasciandomi nudo e desideroso, il mio pene libero ma intoccabile, un trofeo del suo potere.
Mi sdraiai sul letto, il corpo tremante, il sapore della sua vagina e della sua piscia sulla lingua, un misto di dolore e piacere che mi legava a lei. La lista era sul comodino, ma il mio pensiero era fisso su Alesia, sul suo strap-on, sul suo controllo, sapendo che ogni giorno sarebbe stato un viaggio di passione e tormento. Ma come sono andati gli altri giorni non sarà oggetto di racconto: è giusto che restino privati.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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