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Lui & Lei

#3 Ombre di Amore e Redenzione


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
16.03.2025    |    84    |    0 8.0
"Le mie mani le accarezzavano la schiena, scendendo sui fianchi, e lei si toccava il clitoride, masturbandosi con una furia dolce mentre io la prendevo, il..."
Capitolo 1 - La Calma dopo la Tempesta
La luce del mattino filtrava dalle finestre senza tende, accendendo la nostra camera da letto di riflessi dorati che danzavano sul parquet. Ero seduto sul letto, una tazza di caffè in mano, mentre Alina era accanto a me, avvolta in una coperta leggera, i capelli castani scompigliati che le incorniciavano il viso. I suoi occhi verdi, ancora velati da un’ombra di sospetto dopo il litigio della notte precedente, mi guardavano con una miscela di amore e incertezza. Indossava una camicia da notte di seta bianca, il tessuto che aderiva morbido ai suoi seni, i capezzoli appena visibili sotto la luce tenue, e le sue gambe nude spuntavano dalla coperta, invitanti e delicate.
“Tesoro,” dissi dolcemente, posando la tazza sul comodino e prendendole la mano con tenerezza, “so che ieri ti ho ferita con i miei silenzi. Voglio spiegarti tutto, con calma, perché non sopporto vederti così.” Le accarezzai il dorso della mano con il pollice, un gesto lento e rassicurante, e lei mi guardò, le labbra tremanti mentre annuiva.
“Ho visto quei messaggi… e la foto,” mormorò, la voce bassa, “pensavo che mi tradissi con lei, con quella donna dai capelli rossi. E Mara… quel messaggio mi ha fatto impazzire.” Una lacrima le scivolò lungo la guancia, e io mi avvicinai, asciugandola con un bacio leggero sulla pelle.
“Non c’è nessuna altra, Alina,” dissi, la mia voce ferma ma piena di amore. “Quella foto… è di una festa aziendale per la pensione di una collega, Martina. Era ubriaca, si è spogliata per gioco, e qualcuno ha scattato quella immagine sfocata. Ti mostro le prove.” Presi il mio telefono dal comodino e le mostrai una galleria di foto: Martina, con i capelli rossi, che rideva con colleghi, una torta di pensionamento sullo sfondo, e poi la sequenza in cui si toglieva la camicia per scherzo, con tutti intorno che applaudivano. “Vedi? È un contesto di lavoro, niente di più. Ho cancellato la foto perché era imbarazzante, ma non per nascondere qualcosa.”
Alina osservò le immagini, il suo respiro che si calmava mentre scorreva le foto, vedendo i volti familiari dei miei colleghi, le decorazioni della sala, il tutto datato due settimane prima. “E il rossetto sul colletto?” chiese, la voce più morbida.
“Un incidente,” risposi, sorridendo dolcemente. “Martina mi ha abbracciato per ringraziarmi di un discorso che ho fatto, e il suo rossetto si è trasferito. Ho controllato la camicia, eccola.” Tirai fuori dalla cesta dei panni una camicia bianca, mostrando la macchia rossa sul colletto, e le mostrai anche un messaggio di gruppo aziendale dove si scherzava su quell’episodio. “Nessun tradimento, amore, solo un momento goffo.”
“E Mara?” chiese, il suo tono ancora cauto, ma gli occhi che si ammorbidivano.
“Quel messaggio era un ringraziamento per la cena in Abruzzo,” spiegai, accarezzandole la guancia con la punta delle dita. “Ti ricordi? Eravamo insieme, e lei si riferiva alla nostra serata speciale con lei ed Elisa. Ho i messaggi di quel weekend, guarda.” Le mostrai la chat con Mara, datata agosto, con foto di noi quattro che ridevamo, brindavamo, e poi un messaggio di Mara: “Grazie per l’altra sera, è stato un momento unico con voi!”. “Niente di nascosto, solo il nostro amore che si è condiviso.”
Alina mi guardò, le lacrime che ora erano di sollievo, e si gettò tra le mie braccia, il suo corpo caldo che si stringeva al mio. “Mi dispiace… ho dubitato di te,” sussurrò, la voce rotta dall’emozione, e io la abbracciai forte, accarezzandole la schiena con movimenti lenti e amorevoli.
“Non devi scusarti,” dissi, baciandole la fronte. “Ti amo troppo per perderti. Ora lasciami coccolarti.” La tenni stretta, i nostri cuori che battevano all’unisono, e il mondo intorno a noi svanì.

Capitolo 2 - L’Amore che Risana
La sollevai delicatamente, adagiandola sul letto, e iniziai a spogliarla con una lentezza reverenziale. Le sfilai la camicia da notte, il tessuto che scivolava via come un sussurro, rivelando la sua pelle perfetta, i seni pieni che si alzavano con ogni respiro, i capezzoli rosei che si indurivano sotto il mio sguardo. Le baciai il collo, un bacio leggero come una piuma, scendendo poi sulle spalle, venerando ogni centimetro della sua pelle con labbra morbide e calde. “Sei bellissima,” mormorai, e lei sorrise, gli occhi che brillavano di amore.
Le presi un piede tra le mani, accarezzandolo con dolcezza, e lo portai alle labbra, succhiando piano le dita, la lingua che scivolava sulla pelle liscia, un gesto intimo che la fece sospirare. “Oh… mi fai impazzire,” sussurrò, e io continuai, leccando l’arco del piede con una passione crescente, mentre le mie mani risalivano lungo le sue gambe, accarezzando le cosce fino a raggiungere il suo sesso. La baciai lì, un bacio tenero ma carico di desiderio, la lingua che sfiorava le grandi labbra, assaporando il suo calore umido. “Ti venero,” dissi, e lei gemette, le mani che si intrecciavano nei miei capelli mentre la leccavo con una dolcezza che si trasformava in intensità, succhiando il clitoride con una fame crescente.
Il suo respiro si fece affannoso, il suo corpo che si inarcava verso di me, e io mi alzai, spogliandomi lentamente, lasciandola guardare ogni mio movimento. Mi posizionai sopra di lei, il mio pene duro che sfiorava la sua vagina, e la penetrai con un movimento lento e profondo, un’unione che ci fece tremare entrambi. “Ti amo,” ansimai, iniziando a muovermi, ogni colpo che la riempiva, il suo calore che mi avvolgeva mentre lei mi stringeva i fianchi, guidandomi più a fondo. “Sì… scopami piano… fammi sentire tutto,” mormorò, e io obbedii, il ritmo che cresceva con passione, i nostri corpi che si muovevano in sincronia, i suoi seni che ondeggiavano sotto di me mentre gemeva, “Cazzo… sei perfetto.”

Capitolo 3 - L’Offerta Anale e l’Estasi
Alina mi guardò negli occhi, il suo viso illuminato da un amore selvaggio, e sussurrò, “Voglio di più… prendimi dietro, amore. Voglio godere ancora di più con te.” La sua voce era un invito, un desiderio che mi accese, e io annuii, il cuore che batteva forte. Le girai delicatamente, sollevandole i fianchi, e le accarezzai il culo perfetto, le natiche morbide che si aprivano sotto le mie mani. Versai un po’ di lubrificante, le mie dita che scivolavano dentro il suo ano stretto, allargandola con una dolcezza che la fece gemere, “Sì… preparami… ti voglio dentro.”
Posizionai il mio pene sul suo forellino, sfiorandolo con la punta, e la penetrai lentamente, il suo calore che mi avvolgeva mentre scivolavo dentro, centimetro dopo centimetro. “Cazzo… è bello,” ansimò, il suo corpo che si rilassava per accogliermi, e io spinsi più a fondo, riempiendola completamente, i miei testicoli che sfioravano la sua vagina. Iniziai a muovermi, spinte lente e profonde che la facevano tremare, il suo ano che si stringeva intorno a me con una pressione che mi faceva impazzire. “Ti amo… scopami dietro,” sussurrò, e io aumentai il ritmo, ogni colpo che la spalancava, un piacere selvaggio che ci univa.
Le mie mani le accarezzavano la schiena, scendendo sui fianchi, e lei si toccava il clitoride, masturbandosi con una furia dolce mentre io la prendevo, il mio pene che scivolava dentro e fuori con una forza crescente. “Sto per venire… riempimi l’intestino,” urlò, e io cedetti, schizzi di sperma caldo che le inondavano l’ano, colpendo le sue viscere con una potenza che la fece esplodere. Il suo orgasmo arrivò come un’onda, un squirting abbondante che schizzò sul letto, un fiotto caldo che bagnava le lenzuola mentre lei gridava, “Siiii… cazzo… sto venendo!” Il suo corpo tremava, il suo ano che si stringeva intorno al mio pene, prolungando il mio piacere mentre il suo liquido ci bagnava entrambi.

Epilogo - L’Amore Eterno
Ci lasciammo cadere sul letto, i corpi intrecciati, il sudore e lo squirting che ci univano in un abbraccio appiccicoso e perfetto. Alina si girò verso di me, il viso illuminato da un sorriso dolce, e mi accarezzò il viso. “Ti amo,” sussurrò, le sue labbra che sfioravano le mie in un bacio tenero. “Voglio sentirti dietro ogni volta che facciamo l’amore… è così profondo, così nostro e mi piace quando mi penetri.” La strinsi forte, baciandole il collo, il desiderio che rinasceva già nei nostri sguardi. “Sempre, amore, te lo darò sempre dietro” risposi, sapendo che il nostro legame, forgiato da gelosie superate e passione infinita, sarebbe stato unico.

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