trio
Il suo vibratore anale Part. 3


07.04.2025 |
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"Non dissi nulla quando Alesia tornò, ma i miei occhi la seguivano, affamati, mentre si muoveva per la stanza ignara del mio ritrovamento..."
Era una sera di ottobre, il cielo fuori scuro e pesante, mentre una pioggia leggera tamburellava contro i vetri della nostra camera da letto. Ero tornato a casa presto, trovando Alesia ancora fuori per una commissione. Mi mossi silenzioso per la stanza, cercando una camicia pulita nell’armadio, quando qualcosa attirò il mio sguardo: una scatola nera, nascosta sotto una pila di maglioni. La presi, il cuore che batteva più forte, e l’aprii con mani curiose. Dentro, avvolta in un panno di seta, c’era un segreto che non mi aspettavo: lo strap-on nero di Ana, lucido e imponente, accanto al vibratore anale che Alesia aveva comprato su Amazon. La scoperta mi colpì come un fulmine, un’ondata di eccitazione e desiderio che mi incendiò il sangue.Non dissi nulla quando Alesia tornò, ma i miei occhi la seguivano, affamati, mentre si muoveva per la stanza ignara del mio ritrovamento. Indossava un vestito aderente che le abbracciava le curve, le sue autoreggenti nere che spuntavano appena sotto l’orlo, e il suo profumo di gelsomino che mi avvolgeva come un invito. “Amore,” sussurrai, avvicinandomi a lei, la voce roca di passione. “Ho trovato qualcosa… nell’armadio.” Lei si bloccò, il viso che si arrossava mentre capiva, ma prima che potesse parlare, la presi per i fianchi e la spinsi contro il letto, il mio desiderio che trasudava da ogni poro.
“Sai quanto mi eccita questo?” dissi, tirando fuori lo strap-on e il vibratore, posandoli sul letto davanti ai suoi occhi spalancati. “Il tuo segreto… mi fa impazzire.” La girai con un gesto deciso, sollevandole il vestito fino alla vita, rivelando il suo sedere perfetto, nudo sotto il tessuto. Le accarezzai le natiche, le mani che scivolavano lente sulla pelle morbida, poi mi slacciai i pantaloni, liberando il mio pene duro e pulsante, già lucido di desiderio. “Ti voglio dietro,” sussurrai, e lei gemette, un suono di resa e fame che mi incendiò.
Versai del lubrificante sulle mie dita, sfiorandole la rosellina con una carezza lenta, un cerchio perfetto che si apriva al mio tocco. “Sei pronta,” dissi, la voce carica di passione, e lei annuì, spingendo il sedere verso di me. Posai la punta del mio pene contro di lei, entrando piano, sentendo i suoi muscoli stringersi e poi cedere, un calore che mi avvolgeva mentre scivolavo dentro. “Oh, sì,” gemette Alesia, il corpo che tremava mentre la penetravo, ogni centimetro che la riempiva con una dolcezza feroce. Cominciai a muovermi, lento ma profondo, le mani che le stringevano i fianchi mentre la sodomizzavo, il ritmo che cresceva con ogni suo gemito.
“Ti piace?” ansimai, spingendo più forte, e lei urlò piano, “Sì, amore, mi fai morire così.” Il suo sedere si apriva a me, caldo e stretto, e io la possedevo con una passione selvaggia, ogni affondo che la faceva tremare di piacere. Alesia si toccò il clitoride, le dita che danzavano rapide, e il suo primo orgasmo arrivò come un’onda, un’esplosione che le fece contrarre i muscoli intorno a me, bagnando le lenzuola con un fiotto caldo e dolce. “Non fermarti,” implorò, e io continuai, la mia carne che scivolava dentro di lei, il piacere che montava mentre i suoi gemiti riempivano la stanza.
La feci girare a pancia sopra, i suoi occhi socchiusi che brillavano di desiderio e vulnerabilità. Le sollevai le gambe, posandole sulle mie spalle, i suoi piedi perfetti vicino al mio viso, e presi il vibratore nero dal letto. “Ora ti voglio tutta,” dissi, la voce roca, e lo lubrificai con cura, sfiorandole la rosellina con la punta. Lo spinsi dentro lentamente, sentendo il suo sedere accoglierlo, un gemito profondo che le sfuggiva mentre lo prendeva tutto, il silicone che la riempiva fino alla base.
Poi mi chinai su di lei, il mio pene che scivolava nella sua vagina, calda e bagnata, mentre il vibratore rimaneva nel suo sedere. La doppia penetrazione la dilatò tutta, un’apertura che le strappò un urlo di piacere misto a dolore, gli occhi che si socchiudevano mentre il suo corpo si adattava. “Ti sento… ovunque,” ansimò, le mani che si aggrappavano alle lenzuola, e io iniziai a muovermi, il mio pene che la penetrava nella vagina con forza, il vibratore che pulsava nel suo sedere, amplificando ogni sensazione.
La dilatazione era intensa, il suo sedere stretto che stringeva il vibratore, la vagina che si apriva al mio sesso, un piacere che la travolgeva, profondo e selvaggio. “È troppo… e così bello,” gemette, il corpo che si inarcava mentre la possedevo, ogni spinta che la faceva tremare. Le accarezzai i seni, stringendo i capezzoli duri tra le dita, e lei si abbandonò, un orgasmo continuo che la scuoteva, i suoi umori che schizzavano sulle lenzuola, un mare caldo e dolce che ci bagnava entrambi. “Sì, sì,” urlava piano, il dolore della dilatazione che si fondeva con un piacere così intenso da farle perdere il controllo, gli occhi socchiusi in un’estasi che la consumava.
Continuai a penetrarla, il vibratore che vibrava nel suo sedere, il mio pene che affondava nella sua vagina, un ritmo selvaggio che la portava al confine della follia. “Sto venendo ancora,” gridò, le dita che si stringevano al letto, e il suo orgasmo esplose, violento e incontrollabile. Il suo corpo si contorceva sotto di me, le gambe che tremavano sulle mie spalle, un fiotto di squirting che mi bagnava il ventre mentre la vagina si stringeva intorno a me, pulsando di piacere. “Riempimi,” implorò, e io non resistetti più: le schizzai dentro, fiotti di sperma caldo che le inondavano la vagina, colpendole l’utero con una forza che la fece urlare, il suo orgasmo che si prolungava mentre mi sentiva dentro di lei.
Restammo così, ansimanti, il mio sperma che colava dalla sua vagina, il vibratore ancora nel suo sedere che pulsava piano. Alesia mi guardò, gli occhi velati di piacere, un sorriso stanco sulle labbra. “È stato… incredibile,” sussurrò, e io mi chinai su di lei, accarezzandole il viso, il cuore che batteva forte per la passione che ci aveva travolti.
Ci sdraiammo insieme, le lenzuola bagnate sotto di noi, il profumo del suo piacere e del mio sperma che riempiva l’aria. “Non devi più nascondermelo,” dissi, sfiorandole il fianco. “Voglio dartelo ogni volta che lo vuoi.” Alesia sorrise, un lampo malizioso negli occhi. “Allora preparati,” sussurrò, “perché ora che lo sai… ne voglio ancora.” La pioggia continuava a cadere fuori, ma dentro, il nostro desiderio era un fuoco che non si sarebbe spento mai.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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