trio
Il suo vibratore anale Part. 1


03.03.2025 |
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"Alesia aveva invitato Ana per un caffè, un momento di complicità tra amiche che spesso si trasformava in confidenze intime..."
Era un pomeriggio silenzioso di metà settimana, il sole che filtrava appena dalle tende della nostra casa mentre io ero fuori per lavoro. Alesia si trovava sola, sdraiata sul divano con il suo tablet tra le mani, un bicchiere di vino bianco sul tavolino accanto. La quiete della giornata le aveva lasciato spazio per i pensieri, e uno in particolare si era insinuato nella sua mente: un desiderio segreto, un piacere che non aveva mai osato confessarmi. Negli ultimi tempi, il nostro sesso era stato intenso, selvaggio, ma c’era qualcosa che le mancava, un angolo di sé che voleva esplorare da sola, lontano dai miei occhi.Aprì Amazon con una certa trepidazione, il cuore che batteva un po’ più forte mentre digitava “vibratore anale” nella barra di ricerca. La schermata si riempì di opzioni, e lei scorse lentamente, le guance che si arrossavano al pensiero di ciò che stava per fare. Passò in rassegna modelli di ogni tipo: alcuni troppo grandi, altri troppo semplici, finché i suoi occhi non si fermarono su uno che sembrava perfetto. Era un vibratore nero, lungo una decina di centimetri, con una forma affusolata che si allargava verso la base, dotato di una punta leggermente curva per stimolare i punti più nascosti. La descrizione prometteva “10 modalità di vibrazione intense” e “silenzio discreto”, un dettaglio che la fece sorridere: non voleva che io lo scoprissi, almeno non ancora. Il materiale, silicone morbido e vellutato, le sembrava invitante al tatto anche solo guardandolo sullo schermo. Con un clic rapido, lo aggiunse al carrello, il respiro che si accorciava mentre completava l’ordine, scegliendo la consegna express per il giorno dopo.
Quella notte, mentre dormivo accanto a lei, Alesia rimase sveglia, immaginando il momento in cui avrebbe aperto il pacco, il segreto che avrebbe custodito tutto per sé.
Il vibratore arrivò il giorno successivo, nascosto in una scatola discreta che Alesia aprì con mani tremanti dopo aver controllato che fossi uscito per la giornata. Si chiuse in camera da letto, le tende tirate per creare un bozzolo di intimità, e posò il pacchetto sul letto. Lo scartò lentamente, quasi con reverenza, e quando lo prese in mano, la sensazione del silicone morbido contro i suoi palmi le strappò un piccolo gemito. Era più bello di quanto avesse immaginato: nero lucido, liscio, con un pulsante alla base che prometteva piaceri nascosti.
Si spogliò con calma, lasciandosi solo le autoreggenti nere che adorava indossare, sentendosi sexy e potente nella sua vulnerabilità. Sdraiata sul letto, prese una bottiglia di lubrificante al gelsomino dal comodino—un acquisto che avevo sempre attribuito ai nostri giochi insieme—e ne versò una generosa quantità sulle dita. Le fece scivolare tra le cosce, sfiorandosi la vagina già umida di desiderio, ma questa volta il suo obiettivo era diverso. Con un respiro profondo, portò le dita alla sua rosellina, accarezzandola piano, un tocco leggero che la fece rabbrividire. La sensazione era nuova, proibita, e lei si perse nel piacere di quel contatto, bagnandola con cura prima di prendere il vibratore.
Lo accese, scegliendo la vibrazione più bassa, un ronzio sommesso che le fece venire la pelle d’oca. Lo avvicinò al suo sedere, la punta che sfiorava appena la pelle, e con un movimento lento lo spinse dentro, solo un centimetro. “Oh,” sussurrò, il corpo che si tendeva mentre si abituava alla sensazione. La vibrazione era delicata ma intensa, un’onda che si propagava dentro di lei, e lei lo fece scivolare più a fondo, il silicone che si adattava perfettamente mentre lo accoglieva tutto, fino alla base. Il piacere la colpì come un fulmine, profondo e diverso, un calore che si irradiava dal suo sedere alla vagina, facendola gemere piano.
Da quel giorno, il vibratore divenne il suo segreto quotidiano. Ogni volta che uscivo di casa, Alesia si chiudeva in camera, il cuore che batteva forte mentre si preparava al suo rituale. Si sdraiava sul letto, le gambe aperte, e iniziava con le mani, accarezzandosi la vagina per eccitarsi, sentendo gli umori colarle tra le cosce. Poi prendeva il vibratore, lubrificandolo con cura, e lo infilava nel suo sedere, spingendolo tutto dentro con un gemito soffocato. “Sì,” ansimava, la vibrazione che cresceva mentre passava da una modalità all’altra, trovando quella che la faceva tremare di più: un ritmo pulsante, intenso, che sembrava danzarle dentro.
Godeva con una passione selvaggia, il corpo che si inarcava mentre lo muoveva dentro e fuori, la punta che colpiva punti nascosti che non aveva mai conosciuto. La sensazione di pienezza, il calore che si mescolava al piacere, la portava ogni volta più vicina a un confine che non aveva mai superato. Poi, un giorno, accadde qualcosa di nuovo. Mentre lo spingeva tutto dentro, la vibrazione al massimo, si toccò il clitoride con le dita, sfregandolo rapido e deciso. Il piacere montò come un’onda, un’urgenza che non poteva controllare, e improvvisamente sentì un’esplosione diversa: un fiotto caldo le sfuggì dalla vagina, schizzando sul letto, un liquido dolce e abbondante che la lasciò senza fiato.
“Cos’è stato?” sussurrò, sorpresa e incantata, il corpo che tremava mentre continuava a muoversi, il vibratore ancora dentro di lei. Aveva scoperto lo squirting, un piacere liquido che non si aspettava, e da quel momento divenne il suo obiettivo segreto. Ogni giorno, giocava con il vibratore, spingendolo fino in fondo, la vibrazione che le massaggiava l’interno del sedere mentre le sue dita danzavano sul clitoride. Godeva con una violenza silenziosa, il corpo che si contraeva, e ogni volta che raggiungeva il picco, lo squirting arrivava, un’esplosione calda che le bagnava le cosce, le lenzuola, lasciandola ansimante e appagata.
Alesia si perdeva in quel piacere ogni giorno, un rituale che la faceva sentire potente e vulnerabile al tempo stesso. Sdraiata sul letto, con le autoreggenti nere che le aderivano alle gambe, chiudeva gli occhi e immaginava scenari proibiti: me che la scoprivo, oppure se stessa che si abbandonava completamente a quel vibratore. Lo spingeva dentro con forza, sentendo ogni centimetro riempirla, la vibrazione che le scuoteva il corpo mentre si toccava, le dita che sfregavano il clitoride con un ritmo selvaggio.
Il suo orgasmo era un crescendo: prima un calore che le saliva dal sedere alla schiena, poi una tensione che le stringeva i muscoli, e infine lo squirting, un fiotto caldo e potente che schizzava fuori, bagnandole la pancia, le cosce, il letto. “Sì, sì,” gemeva piano, soffocando i suoni per non farsi scoprire, il corpo che si inarcava mentre il piacere la travolgeva. La sensazione del vibratore che pulsava dentro di lei, unita al tocco delle sue dita, la portava a un’estasi che non aveva mai conosciuto con me, un segreto che custodiva con un sorriso malizioso ogni volta che tornavo a casa.
Alesia riponeva il vibratore nel cassetto del comodino, avvolto in un panno di seta nera, ogni volta che finiva di giocare. Si guardava allo specchio, le cosce ancora lucide del suo piacere, e sorrideva, sapendo che quel piccolo oggetto le aveva aperto un mondo nuovo. Non sapeva se un giorno me l’avrebbe confessato, ma per ora si godeva il suo segreto, il piacere anale che la faceva squirting ogni volta, un rituale che la rendeva viva e desiderosa, una parte di sé che apparteneva solo a lei.
Era un pomeriggio di fine estate, il caldo che ancora si insinuava tra le finestre socchiuse del nostro salotto. Alesia aveva invitato Ana per un caffè, un momento di complicità tra amiche che spesso si trasformava in confidenze intime. Sedute sul divano, sorseggiavano il loro espresso, la luce dorata che accendeva i capelli castani di Alesia e quelli più scuri di Ana, creando un contrasto che sembrava riflettere la loro diversità.
Alesia giocherellava con la tazza, il pensiero del suo vibratore segreto che le bruciava nella mente. Dopo un sorso, posò la tazza e guardò Ana con un sorriso timido. “Sai, Ana, c’è una cosa che non ti ho mai detto,” iniziò, la voce bassa, quasi un sussurro. Ana inclinò la testa, incuriosita, i suoi occhi vivaci che la invitavano a continuare. “Ho comprato… un vibratore. Su Amazon. Uno per… dietro.” Le parole le uscirono rapide, accompagnate da un rossore che le scaldò le guance. “E lo uso ogni giorno, quando lui non c’è. Mi fa… impazzire.”
Ana la fissò per un momento, poi scoppiò in una risata calda, non di scherno ma di complicità. “Alesia, davvero? Non l’avrei mai detto!” Si sporse verso di lei, posandole una mano sul ginocchio. “Anch’io ho un debole per il sesso anale. Non lo trovo mai completo, un rapporto, se non lo prendo dietro.” Il suo tono era morbido, ma carico di una sensualità che fece tremare Alesia dentro.
“Raccontami,” sussurrò Alesia, il cuore che batteva forte, un desiderio segreto che si accendeva mentre Ana iniziava a parlare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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