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Gay & Bisex

Marco ed i suoi vesti -Part. 2


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
10.04.2025    |    1.512    |    6 9.0
"Marco non riuscì a resistere più: “Sto venendo, Luca, ” urlò, e con un ultimo affondo esplose, riempiendo il culo di Luca di sperma, tanto sperma che..."
Dopo la serata al locale, Marco e Luca uscirono dal La Maschera di Velluto, l’aria fresca della notte romana che li accoglieva come un abbraccio. Marco barcollava ancora un po’ sui tacchi rossi, il rossetto leggermente sbavato, il sapore dello sperma del barista ancora in bocca, e il cazzo duro che premeva contro le mutandine di pizzo, eccitato dall’esperienza appena vissuta. Luca lo teneva per mano, il desiderio evidente nei suoi occhi, e i due salirono in macchina, un’energia carica di tensione erotica che li avvolgeva.
Appena Luca mise in moto, Marco non resistette: si sporse verso di lui e lo baciò appassionatamente, le loro labbra che si cercavano con urgenza, le lingue che si intrecciavano in un bacio profondo e umido. Mentre Luca guidava, Marco, con un gesto rapido, gli slacciò i pantaloni, tirando fuori il cazzo di Luca, già duro e pulsante. Cominciò a toccarlo, la mano che scivolava lungo l’asta con movimenti lenti e decisi, stringendolo appena, facendolo gemere. “Cazzo, Marco, mi fai impazzire,” ansimò Luca, cercando di mantenere il controllo della macchina. Non volendo essere da meno, Luca infilò una mano sotto la gonna di Marco, trovando il suo cazzo duro dentro le mutandine, e iniziò a toccarlo a sua volta, masturbandolo con una passione che fece gemere Marco contro la sua bocca.
Si toccavano a vicenda, le mani che esploravano, i gemiti che riempivano l’abitacolo, mentre la macchina procedeva lentamente per le strade di Roma. Quando finalmente arrivarono sotto casa di Luca, avevano bisogno di un po’ di tempo per ricomporsi: i pantaloni slacciati, i respiri pesanti, i cazzi ancora duri. Luca rise piano, guardandolo con occhi pieni di desiderio. “Sei un disastro, Marco,” gli disse, dandogli un ultimo bacio prima di scendere dalla macchina.
Salirono in casa, e appena la porta si chiuse alle loro spalle, si gettarono l’uno sull’altro con una passione sfrenata. I baci erano infuocati, le loro lingue che si cercavano con avidità, un misto di saliva e desiderio che li univa. Luca spinse Marco contro il muro, scendendo con la bocca lungo il suo collo, mordicchiandolo, mentre le mani gli sollevavano la gonna. Si inginocchiò, tirando giù le mutandine di pizzo, e prese il cazzo di Marco in bocca, succhiandolo con una passione che lo fece gemere forte. “Sì, Luca… così,” ansimava Marco, le mani nei capelli dell’amico, mentre Luca lo leccava, la lingua che girava intorno alla cappella, scendendo lungo l’asta. Contemporaneamente, Luca infilò due dita nel culo di Marco, già eccitato e lubrificato dall’eccitazione, spingendo con un ritmo lento ma deciso, allargandolo, facendolo tremare di piacere.
Mentre erano così, si spostarono, quasi inciampando, verso il letto, i corpi che non si separavano mai. Marco, con un gesto rapido, sfilò i pantaloni di Luca, liberando il suo cazzo duro, e si inginocchiò a sua volta. Lo prese in bocca, succhiandolo fino alla gola come sapeva fare lui, le labbra che si stringevano intorno all’asta, la lingua che lavorava con maestria. Il cazzo di Luca aveva un sapore muschiato, un misto di sudore e desiderio che lo eccitava, e Marco lo succhiava con passione, prendendolo tutto, la gola che si contraeva mentre lo ingoiava. Con le dita, precedentemente bagnate con la saliva, iniziò a penetrare il culo di Luca, due dita che entravano e uscivano con un ritmo lento, facendolo gemere forte. “Cazzo, Marco, sei troppo bravo,” ansimava Luca, il corpo che tremava sotto le sue attenzioni.
Luca, ormai eccitato oltre ogni limite, fece stendere Marco sulla schiena, il vestito nero ancora indosso, la gonna sollevata, i tacchi rossi che lo rendevano ancora più vulnerabile. Salì sopra di lui, posizionandosi sul suo cazzo duro, e se lo fece scivolare tutto nel culo, un movimento lento che li fece gemere entrambi. “Sì, Marco… riempimi,” grugnì Luca, iniziando a muoversi, il suo culo che accoglieva ogni centimetro del cazzo di Marco. Entrambi godevano come mai prima, i loro gemiti che riempivano la stanza, un piacere intenso che li univa. Marco spingeva forte, i fianchi che si alzavano per incontrare i movimenti di Luca, che godeva ad ogni spinta, il corpo che si inarcava, il viso contorto dal piacere.
Luca si muoveva sempre più velocemente sopra Marco, il ritmo che diventava selvaggio, i loro corpi sudati che si scontravano. Marco non riuscì a resistere più: “Sto venendo, Luca,” urlò, e con un ultimo affondo esplose, riempiendo il culo di Luca di sperma, tanto sperma che portava con sé già dal locale, un orgasmo che lo fece tremare, il corpo scosso da fremiti. Luca lo sentì tutto, il calore del seme che lo riempiva, un piacere che lo fece gemere forte, il suo stesso cazzo che pulsava, ancora duro.
Dopo aver goduto dell’orgasmo di Marco, Luca si spostò, posizionando il culo sulla faccia di Marco, il seme che colava lentamente fuori. “Lecca, Marco,” gli ordinò, e per la prima volta gli disse qualcosa di diverso: “Sei la mia troia, lecca bene… e dovrai trovarti un nome da donna.” Marco, eccitato da quelle parole, iniziò a leccare, la lingua che scivolava sul culo di Luca, assaporando il suo stesso sperma, un sapore salato e acre che lo fece fremere. Pulì ogni goccia, la lingua che entrava in profondità, mentre Luca gemeva sopra di lui, il corpo che tremava di piacere.
Quando Marco ebbe finito di leccare, Luca lo guardò negli occhi, un sorriso complice sul viso. “Allora, che nome hai scelto?” gli chiese, e Marco, con un sorriso timido ma deciso, rispose: “Chiamami Mary.” E così dicendo, si girò, mettendosi a 90 gradi, il culo esposto e pronto per essere inculato. “Prendimi, Luca,” sussurrò, la voce carica di desiderio.
Luca non se lo fece ripetere due volte. Sputò sul culo di Mary, lubrificandolo appena, e gli entrò dentro con un affondo lento ma deciso, il suo cazzo duro che lo apriva, allargandolo con ogni movimento. “Sei così stretto, Marco… Mary,” grugnì, iniziando a scoparlo in profondità, colpi sempre più decisi che lo facevano gemere forte. Il culo di Mary era felice di accoglierlo, si stringeva intorno al cazzo di Luca, un piacere che lo travolgeva, mentre Luca lo scopava con un ritmo selvaggio, le mani che gli stringevano i fianchi, i loro corpi che sbattevano insieme.
Poi Luca lo fece girare, mettendolo sulla schiena, e gli alzò i piedi, tenendoli per le caviglie, i tacchi rossi ancora ai piedi di Mary. Lo penetrò di nuovo nel culo, con una profondità che lo fece urlare, il cazzo di Luca che entrava e usciva con movimenti lunghi e intensi. Luca alternava affondi profondi a movimenti circolari, allargando il culo di Mary, poi si spingeva dentro con forza, facendolo gemere ad ogni colpo. “Ti piace, eh, troia?” gli diceva, e Mary annuiva, il viso contorto dal piacere, il suo cazzo che tornava duro, cominciando a cacciare liquido bianco, un segno del suo godimento.
Luca, ormai al limite, accelerò il ritmo, i colpi che si facevano sempre più violenti, il culo di Mary che si contraeva intorno a lui. “Sto venendo, Mary,” urlò, e con un ultimo affondo esplose, sborrando nel culo di Mary, fiotti di sperma caldo che lo riempivano, un orgasmo che lo fece tremare, il corpo scosso da fremiti di piacere. Mary, sentendo il calore del seme di Luca, venne di nuovo, il liquido bianco che schizzava dal suo cazzo, un orgasmo che lo lasciò senza fiato, il corpo che tremava sotto di lui.
Quando Luca uscì da lui, Mary si precipitò a leccargli il cazzo, come una vera troia, la lingua che scivolava lungo l’asta, pulendolo con cura, assaporando il mix di sperma e umori che lo ricopriva. Leccava ogni goccia, succhiando leggermente la cappella per non lasciarne nemmeno una traccia, il sapore salato che lo eccitava ancora di più. Poi, alzando lo sguardo su Luca, con un sorriso malizioso e gli occhi pieni di desiderio, gli disse: “Sono brava come troia, vero?” Luca rise piano, accarezzandogli il viso. “Sei la migliore, Mary,” rispose, la voce ancora roca per il piacere.
Esausti, i due si lasciarono cadere sul letto, i respiri pesanti, i corpi sudati. Luca si sdraiò accanto a Mary, accarezzandogli il viso con dolcezza, un gesto pieno di complicità. “Sei stato incredibile, Mary,” gli disse, posandogli un bacio leggero sulle labbra. Mary sorrise, il cuore che gli batteva forte, un desiderio ancora vivo dentro di lui. “Anche tu, Luca,” rispose, stringendosi a lui, i loro corpi che si intrecciavano in un abbraccio caldo.
Poi, con un sorriso malizioso, Mary alzò lo sguardo su Luca. “Sai, al bar… il barista mi ha chiesto il numero di telefono,” confessò, la voce bassa ma carica di eccitazione. Luca rise piano, stringendolo più forte. “Sei proprio una troia, Mary… e mi piace da morire,” gli disse, e in quel momento, tra loro, il desiderio si accese di nuovo, un fuoco che prometteva nuove avventure.

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