Gay & Bisex
Affittacamere 3, terza settimana

09.04.2025 |
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"00?” Carlo pare particolarmente entusiasta di giocare col mio sedere..."
“Apri il cassetto della scrivania quando torni a casa!”Il messaggio è di Carlo e siamo solo martedì. Questa volta non sono riuscito a bandire il ricordo del nostro incontro troppo facilmente. Sono tornato all’appartamento come in trance. Sasha stava studiando nella sua stanza, per fortuna e io sono corso in bagno. Mi sono spogliato e fissato allo specchio. Avevo la faccia un po’ stralunata, sentivo ancora l’odore di Carlo addosso e il suo sapore. Il mio cazzo ancora con l’impronta della sua bocca, della sua saliva. Lo sentivo svuotato. Avevo sborrato come non mai e il suo continuo succhiarmi anche dopo essere venuto mi aveva lasciato quel senso di svuotamento.
Mi sono portato la mano al naso. Mi pareva di sentire odore di cazzo ovunque.
Mi sono infilato sotto la doccia e lavato con cura, come potessi togliermi lo sporco di quell’esperienza non solo dal corpo. Ci ho messo un po’ ma quando sono uscito finalmente non sentivo più Carlo addosso a me.
Poi ho chiamato Marco. Lui mi ha fatto mille feste, secondo il suo punto di vista non si può essere uomini senza aver fatto un po’ di esperienze. Mi fa domande imbarazzanti, se mi è piaciuto, se non trovo che Carlo sia un bell’uomo, se ho sborrato anche io. In qualche modo, di nuovo, la sua naturalezza nell’affrontare la questione mi rilassa, mi fa sembrare tutto meno grave.
Ma poi c’era la preoccupazione della settimana seguente. Marco mi rassicura ancora, dice che il buchetto è un punto erogeno per ogni uomo, pieno di terminazioni nervose e che lui, dopo le sue esperienze con Carlo, ha iniziato a chiedere di giocarci anche alle sue donne.
Le donne, sospiro. Non ho avuto che una ragazza per breve tempo al liceo, sono vergine e ho fatto più esperienza con un uomo che con una donna. Marco mi rasserena, è sempre esperienza di corpi, ora mi conosco meglio. Quando troverò una che mi piace sarò meno impacciato.
E così la vita è ricominciata. A volte mi balenano in mente flash di quel pompino, di me che gattono verso il cazzo, del suo sapore e odore, ma cerco di scacciare il pensiero, di concentrarmi sulle lezioni o sulla ricerca di lavoro.
Finalmente forse ho trovato qualcosa come babysitter. Una famiglia bene della città che ha deciso di mettermi alla prova anche se sono maschio. Ma io ci ho sempre saputo fare coi bambini.
Mercoledì sera devo tenere i loro figli di 7 e 10 anni. Vediamo come va. La paga oraria non è male, ma è sicuramente troppo poco per mantenermi in questo posto.
E Carlo mi ha già scritto.
Entro in camera e apro il cassetto della scrivania.
Dentro c’è un sacchetto.
Lo apro e gelo. Contiene una peretta per clisteri e un biglietto: “Se decidi per il pagamento in natura, vedi di arrivare pulito!”
Non ho mai usato una roba del genere. Non mi è mai passato per la testa di dover essere pulito né ho mai avuto problemi ad andare in bagno.
Richiudo il cassetto e mi metto a studiare.
“Affitto sabato pomeriggio alle 16.00”. Il solito messaggio sintetico arriva giovedì sera.
-Tutto bene?- mi chiede Sasha. Siamo a cena, io devo aver cambiato espressione leggendo il messaggio. Annuisco e sorrido forzatamente, poi cerco di riprendere il discorso, ma non sono più concentrato. Il solito dilemma si pone. La serata come babysitter è andata bene. I bambini mi adorano, e i genitori hanno capito che possono fidarsi. Ho guadagnato i miei primi soldi, ma non sono una cifra che possa farmi pensare che i miei problemi economici sono finiti.
Venerdì pomeriggio rincaso prima, una lezione è stata spostata. Non c’è nessuno in casa e un’idea mi attraversa la mente. Vado in camera e apro il cassetto, tiro fuori quella maledetta peretta, poi mi rendo conto di non sapere come gestirla. Apro il pc. Cerco “pulizia anale”. Trovo decine di articoli. Li leggo un po’ tutti, a pezzi. È un ginepraio, chi sostiene di doversi lavare con litri e litri, chi che basta un dito insaponato. Io là un dito non l’ho mai infilato. Secondo alcuni dipende dalle dimensioni del partner. Se penso al cazzone di Carlo, sicuramente dovrei farmi una pulizia del colon, ma ha promesso che non cercherà di incularmi.
Alla fine mi dirigo al bagno, apro l’acqua calda per averla tiepida, riempio la peretta. Passo del sapone sul buchino. La sensazione è strana. Inumidisco la cannula. Cerco una posizione e infine, come consigliano i siti, mi metto sul fianco. Infilo il sottile tubicino. Sento solo un leggero fastidio. Poi piano premo e sento l’acqua tiepida entrare. Non è una sensazione spiacevole. Guardo l’orologio e attendo finché non sento lo stimolo e poi mi svuoto sul water. L’acqua che esce non è pulitissima così ripeto. Ci vogliono diversi lavaggi per ottenere il risultato voluto. Ad un certo punto non so più nemmeno se ho eliminato tutta l’acqua o ne ho altra che mi gira nella pancia. Mi chiedo come facciano i gay passivi a gestire quella solfa ogni volta che vogliono scopare. Mi sento spossato dall’esperimento, vado in camera e mi distendo su letto. E non so perchè mi viene duro. Come se quella esperienza avesse qualcosa di proibito. Mi faccio una bella sega e mi scopro a pensare a qualche bella figa, ma anche a Carlo.
“Confermato pagamento in natura oggi alle 16.00?” Carlo pare particolarmente entusiasta di giocare col mio sedere. Io son agitato da quando mi son svegliato. Gianni e Paolo sono ancora a fare colazione, Sasha in salotto. Vorrei essere da solo per una ultima pulizia del retto. Spero che dopo il lavoro di ieri sia una cosa veloce. Rispondo con il solito pollice alzato.
Finalmente i miei coinquilini escono per pranzo. Io dico che non ho fame. Ed è vero, son troppo agitato.
In bagno ripeto l’esperienza col clistere e oggi mi apre ci voglia meno lavaggio per essere pulito. Poi mi faccio una doccia e indosso la solita tuta. Sono solo le 15.00. vado in camera e mi guardo una serie tv per distrarmi.
Cuore in gola, battito accelerato, salivazione a zero. Ormai associo quelle sensazioni al campanello di Carlo.
Apre subito e mi fissa sorridendo come chi ha ricevuto un bel regalo.
Entro, chiude la porta, mi afferra, mi sbatte sulla parete e mi bacia con passione.
Mi ha preso di sorpresa, con le mani cerco quasi di difendermi e finisco sui suoi pettorali sodi, mentre le sue mani mi avvolgono le chiappe, le stringono divaricandole: -Non vedevo l’ora arrivassi- Mi sussurra rimettendomi la lingua in bocca e premendo la sua erezione su di me.
Sono preso da quel turbinio, si sposta, continuando a baciarmi e massaggiarmi le chiappe; percorriamo il corridoio, mi prende una mano e la guida al suo pacco. Continua a baciarmi con passione, gli afferro il cazzo duro attraverso i pantaloni.
Siamo in salotto quando infila le mani calde sotto i miei vestiti e riafferra le chiappe. Gemo mentre le divarica e sento l’indice percorrermi il solco.
Sono spaventato, mi irrigidisco.
Lui si separa un momento: - Ti ho già detto che non sono qui per farti male cucciolo, fidati del papà e goditi l’esperienza!-
Annuisco e cerco di rilassarmi, infilo una mano nei pantaloni e gli afferro il cazzo bollente. Quel gesto intimo mi rasserena, glielo meno mentre lui mi bacia il collo.
Si scosta, mi toglie la maglia, mi lecca il collo, petto, capezzoli, me li mordicchia e succhia. Io mi aggrappo alle sue spalle.
-Vai in camera, spogliati e stenditi sul letto a pancia in giù con il culetto esposto. Anzi no. Tieni su le mutande! Io arrivo a breve.- Il solito tono autoritario e dolce.
Percorro la strada verso la camera, la stanza è illuminata più dell’atra volta. La tv è già accesa. SI vede un porno bisessuale già avviato, con una ragazza presa da due maschi. Uno le scopa la figa, l’altro il culo, in piedi e intanto si baciano.
Tolgo pantaloni, scarpe e calzini e tremante mi stendo a pancia in giù sul letto. La stanza è calda per fortuna.
Dopo poco la porta si apre. Carlo entra completamente nudo.
È un bell’uomo, non c’è che dire. Il cazzo ballonzola turgido ad ogni passo, quasi comico.
Sale sul letto in ginocchio, mi fa girare. Ora sono disteso a pancia in giù di traverso e l’odore del suo cazzo mi invade le narici.
Lui non dice nulla e qualcosa si muove dentro di me. Vorrei toccarlo, ma mi vergogno. I suoi occhi scuri mi fissano, come una sfida. Allungo una mano e lo impugno, lo muovo piano, scoprendo completamente il glande viola e lucido, già umido. Il suo odore mi eccita. Sento il cazzo diventarmi d’acciaio. Lo bacio timidamente e lui mi accarezza la testa, come fosse un premio.
Poi si china su di me. È più grande di me, con braccia lunghe che arrivano al mio sedere coperto dalle mutande. E io apro la bocca e accolgo quel palo.
Il ricordo dello scorso incontro mi scoppia in mente mentre ripeto quello che ho imparato. Lecco, bacio succhio, mi concentro, quasi che questo scacci la sensazione delle sue mani che mi impastano il sedere, delle dita che mi sfiorano il buco attraverso le mutande.
Poi lui si stacca, mi sorride, scende e fa il giro del letto.
Si posiziona dietro di me, mi divarica le gambe.
Affonda il viso nel solco delle mie chiappe. Nonostante la stoffa sento il suo calore. Sussulto.
Lui annusa, muove la faccia, poi con un gesto secco me le strappa al centro.
Mando un gemito sorpreso: -Te ne regalo un paio di marca, non ti preoccupare-
Ora il mio culetto è esposto. Il tessuto degli slip lo incornicia come un jock strap improvvisato.
Lui mi bacia le natiche, le lecca, le separa e sento la sua bocca sulla mia rosellina. Ci soffia piano dandomi un brivido, poi la bacia due, tre volte e infine lecca.
Oddio non ci credo ma è bellissimo. Con una mano cerca il mio pisello e lo trova duro. Me lo massaggia mentre le leccate si fanno più intense. Sospiro.
La lingua diventa insistente, è come se il mio buchino reagisse all’assalto, lo contraggo per paura, ma lentamente mi rilasso, mi apro, sento la lingua che lo penetra. Poi lui inizia a succhiare. È una sensazione sconvolgente. Mi sfuggono dei gemiti, stringo le lenzuola.
Sento che accumula saliva in bocca e poi me la spinge nel buco.
E infine un polpastrello si appoggia al pertugio. Mi irrigidisco subito ma lui comincia con dei moti circolari, lecca ancora e poi altri moti circolari dalla periferia al centro. L’ano reagisce, le terminazioni nervose si sciolgono. Lui si appoggia e ricomincia a girare e si riappoggia e ricomincia a girare e si riappoggia e… spinge. La falange entra.
Gemo per la sensazione. Ma non sento il fastidio che immaginavo.
Lui mi bacia una chiappa: -Fai tre bei respiri!- Ordina.
Primo respiro profondo. Lo faccio durare più che posso, so che al terzo accadrà qualcosa.
Secondo respiro profondo. Il dito scivola tutto dentro. Che bastardo, non ha aspettato il terzo. Mi inarco e stringo il culo con un gridolino.
-Respira!- mi ordina tenendo il dito fermo e continuando a leccare attorno. Son coperto di saliva.
Lo estrae piano: -Ottima pulizia!- Dichiara.
Arrossisco e lui riappoggia il dito, poi lo infila e inizia muoverlo piano. La saliva ha lubrificato tutto, il dito grosso e lungo scivola. Il fastidio mi fa gemere.
Lui inizia a girarlo piano. Delicati giri che mi allargano lo sfintere.
-Voltati!-
Sfila il dito e io mi metto a pancia in su. Mi fa piegare le gambe, come fossi una donna sulla poltrona del ginecologo.
Sale su di me, si distende, mi bacia.
La sua pelle bollente mi sconvolge, mi sfila le mutande, i nostri cazzi si strusciano. Lui armeggia la sotto e me lo infila tra le chiappe.
Sgrano gli occhi ma lui vuole solo strusciarsi, il mio buco bagnato facilita lo scivolamento. Mi afferra il pisello e stringe. Io gemo in sua balia.
Poi si mette sul fianco, mi appoggia la mano sul solco, lo accarezza.
Io tremo, me la porta alla bocca: -Avanti, leccami che poi ti sditalino come una troietta!-
Obbedisco spaventato, succhio le dita una a una, poi lo osservo abbassare piano la mano tra le gambe e lo sento massaggiare il buco come ho visto fare agli uomini con la fighetta delle donne nei porno.
Infine infila il dito. Lo spinge a fondo. È il medio, piega le altre dita per entrare tutto e poi lo muove, su e giù, in giro, finchè non inizia a muoverlo come se facesse segno di avvicinarsi, come se stesse cercando qualcosa. Io inizio a gemere e lui mi bacia. Mi aggrappo a lui, cerco il suo cazzo e lo sego.
E poi lui trova qualcosa. Ho sentito parlare del massaggio prostatico ma non avrei mai immaginato niente del genere. All’inizio fa quasi male, fastidio, ma poi le sensazioni diventano intense. Gemo in preda al calore.
Lui si alza, si mette in ginocchio, sempre col dito nel mio sedere e mi schiaffa il cazzo in faccia.
Sono preso da una forza irrefrenabile. Lo afferro con le mani, giro la testa, me lo piazzo in bocca.
Mi muovo al ritmo del suo dito, lui lo capisce, sorride e inizia a dirigere il pompino coi movimenti del dito: solo la punta, tutto in gola, veloce, lento, gira il dito e io giro la lingua sulla sua cappella.
-E bravo il mio verginello!- Mi dice.- Meriti un premio!-
Io sono preso dal piacere, non lo ascolto, ma sussulto quando mi pizzica un capezzolo. Estrae il dito e io tolgo il cazzo di bocca, smarrito. Ma lui lo riappoggia. Sorrido e infilo il pisello in bocca.
Lui spinge e io gemo con quel palo dall’odore così eccitante in bocca. Ha messo dentro due dita.
Sento fastidio, ma ormai sono eccitato, mi pare quasi che il mio sedere si bagni da dentro.
Continua così per un po’, poi estrae di nuovo le dita.
-Pronto per il terzo?-
Lo guardo supplichevole, ha dita grandi, ho paura di sentire dolore.
Sto per dirglielo, ma lui con una mossa di bacino mi rinfila il cazzo in bocca e sento le tre dita violarmi.
Mi inarco. Sento fastidio, quasi dolore. Ma lui resta fermo, mi accarezza la testa. Piano riprendo il pompino. Ora guido io. La velocità e la profondità. Il mio sedere si adatta, la sua ricerca della prostata riprende. Dopo poco sto succhiando a fondo quel cazzo perché voglio che quelle dita mi esplorino a fondo.
Finché non lo sento pulsare. Sta per venire.
Mi sfila li cazzo di bocca e le dita dal culo, mi afferra il viso con una mano, tre colpi è la sborra inizia a fiottare sul mio viso.
-Bevi!-ordina. Io apro la bocca e accolgo altri fiotti densi. Lui geme e si scarica.
Poi si stende sul mio fianco:-Segati!- ordina e mi bacia.
Il suo sperma si mescola nelle nostre bocche, sulle nostre facce.
Sento due dita tornarmi nel culo.
Mi tocco il cazzo. Credo di averci messo trenta secondi, poi mi inarco, gemo nella sua bocca e sborro.
Gli schizzi sono potenti e densi, arrivano fino al collo.
Lui continua a spingere dentro di me finché l’ultimo schizzo è uscito.
Poi toglie pano le dita, si china sul mio petto, lecca lo sperma e mi bacia ancora.
Mi abbraccio a lui esausto.
Lui mi sorride e mi coccola un po’. Poi come sempre si alza e si dirige verso il bagno lasciandomi li.
Mi porto una mano al buchetto. Lo sento aperto.
Potrò più dirmi che faccio tutto questo solo per i soldi?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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