Gay & Bisex
Formazione (3) familiare b) regalo
di xsea3
16.01.2021 |
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"Finchè lui, mentre scende con la mano ad accarezzarmi il sedere, infilando le mani nei pantaloni della tuta non mi sussurra " Ti ricordi quando..."
Siamo in salotto, lui si stende sul divano.Il caminetto scalda la stanza col fuoco che scoppietta allegro.
Mi fa cenno di mettermi con lui.
Ci mettiamo accoccolati.
Non so bene come comportarmi.
La stanza è calda, lui è caldo, disteso sul fianco dietro di me.
Mi stringe al suo corpo solido.
Mi sento rilassato, sarà anche la doccia particolare appena fatta.
Il suo corpo premuto sul mio mi illanguidisce e mi eccita allo stesso tempo, sento il pisello semi duro nei pantaloni della tuta, senza mutande.
Qualcosa mi pare si stia irrigidendo contro il mio sedere, che grazie alla sua crema sento morbido, unto, fresco.
Tira una coperta su di noi ed inizia ad accarezzarmi la testa, mi sento tranquillo e rilassato.
Accende la tv davanti a noi.
Parte un film in inglese che non bado troppo, coccolato dalle sue mani che iniziano ad accarezzarmi il corpo in modo naturale, quasi distratto.
Mi sfiora il petto, le gambe, il sedere.
La mia attenzione si risveglia quando i due uomini sullo schermo cominciano a strusciarsi sul ragazzino che è con loro.
Sento qualcosa di duro crescere sul mio sedere.
I due uomini cominciano a baciare a turno il ragazzo.
"Ti piace il film?"
Annuisco mentre sento la sua mano sfiorarmi il cazzo attraverso i pantaloni.
"Si percepisce" scherza lui e infila la mano nella tuta ricominciando a giocare col mio pisello.
La sua mano grande lo avvolge, lo massaggia distrattamente, lo stringe, fa su e giù.
E nel mentre muove piano il bacino contro il mio, sento quell'arnese che ho visto solo in foto ingrossarsi, allungarsi premere quasi voglia bruciare i vestiti.
Il respiro si fa più affannoso.
Il suo viso si avvicina al mio incollato allo schermo, dove il ragazzo è ormai nudo, coi due uomini muscolosi che lo mettono in ginocchio e iniziano a slacciarsi i jeans.
Lui mi sussurra all'orecchio "Ho pensato di ripassare un po' di educazione sessuale... ti ricordi? Quando eri un ragazzino e trovasti i miei porno? Volevi vederli a tutti i costi e alla fine ti ho accontentato..." le sue labbra mi sfiorano l'orecchio, mi danno brividi mentre il suo cazzo continua a strusciarsi sul mio sedere e la sua mano continua ad occuparsi del mio pisello con calma ma senza sosta.
"Mi ricordo ancora la tua faccina smarrita davanti a quei maschi nudi e a quei grossi cazzi!" mi lecca l'orecchio, me lo bacia, lascia il mio pisello e inizia ad accarezzarmi un braccio.
"MI hai chiesto se anche il tuo sarebbe diventato così grande e quando ti ho detto di sì, mi hai chiesto del mio e hai voluto vederlo..."
La sua mano arriva al mio polso, mi prende delicatamente la mano e me la porta dietro la schiena, appoggiandola alla dura tensione sotto i suoi pantaloni di tuta.
Istintivamente chiudo la mano attorno a quel palo. Dalle foto mi ero fatto l'idea fosse grande, ma ora, stringendolo attraverso il tessuto, posso sentirlo. Non è enorme, grazie a Dio, ma sicuramente fa la sua figura.
"Alla fine te l'ho lasciato toccare attraverso i pantaloni... ma tu eri un ragazzo curioso, vero? Volevi vederlo, toccarlo..." la sua bocca si sposta sul collo strappandomi quasi un rantolo. Sono sempre stato sensibile lì, lui sembra davvero saperlo, mi lecca, mi bacia, mi morde piano ma con intensità, come volesse farmi un succhiotto.
E io armeggio coi pantaloni finchè finalmente riesco ad infilarci la mano.
Tra la sua bocca che va dal collo all'orecchio, la sua mano che è tornata sul mio cazzo e quello splendido pezzo di carne che finalmente stringo tra le dita, mi pare di essere in un peccaminoso paradiso.
Il suo cazzo è grosso e caldo, ma soprattutto duro. Ne tocco la pelle liscia. La posizione è scomoda ma riesco a sentire la cappella gonfia e proporzionata, le vene che pulsano.
"TI ricordi come ti piacque subito? Eri incantato dal mio bastone" continua a raccontare.
Quella voce calda, suadente, che mi racconta un'immaginaria infanzia perversa con lui, mi manda ai pazzi.
Lentamente, con gentilezza mi volta la faccia per piantare quegli occhi cerulei nei miei: "Ti piace ancora il cazzo di papà?" domanda.
Io annuisco.
"Dillo allora"
"Mi piace"
"Cosa?" insiste lui, stringendomi il pisello con forza, strappandomi un gemito.
"Papà, mi piace il tuo cazzo"
"Cosa ti piace?"
Arrossisco, con quegli occhi dolci ma determinati che pretendono che superi la mia timidezza.
"Mi piace com'è grande, e duro, mi piace toccarlo e sentirlo nella mano"
"Come quando eri ragazzo - Sorride lui - Ti ricordi cosa ti dissi? Il contatto fisico rafforza il legame... Non c'è nulla di male... Vuoi vederlo?"
Annuisco.
Lui scosta la coperta, lascia il mio pisello, si mette seduto.
I pantaloni della tuta sono tesi contro la sua virilità che svetta.
"Facciamo come se fosse il tuo compleanno... Scarta il regalo..."
Mi sento davvero come un ragazzino con un bel pacco davanti.
Mi inginocchio accanto a lui, allungo le mani, tiro l'elastico della tutta e infilo la mano tirandolo fuori.
Mi gusto l'attimo.
Il cazzo che ho davanti è davvero perfetto.
Sarà sui 18 centimetri, una circonferenza adeguata ed una forma splendida, a fungo, con la cappella violacea tesa, lucida e proporzionata.
Sa di pulito, ma l'inconfondibile odore del sesso lo permea. Gocce di presperma rendono lucida la punta e mandano il loro odore inebriante.
Lui mi lascia fare, lascia che lo osservi, che lo accarezzi, che tocchi le palle grandi e pesanti. Il cazzo è liscio, senza peli, ma quelli del pube sono lì, scuri, che salgono fino all'ombelico anche se corti e ben curati.
La sua mano mi accarezza la schiena, sale alla nuca.
"Bhè, non saluti il giocattolo di papà? Dagli un bacino no?" mi spinge.
Non me lo faccio ripetere, lo bacio in punta, proprio dov'è umido.
"Anche il resto" sussurra "fai vedere a papà quanto gli vuoi bene"
E io obbedisco, come in trance. Bacio quell'uccello duro e svettante dovunque, sulla cappella, sul filetto, sull'asta, alla base, le palle, di nuovo sù e giù.
Finchè lui, mentre scende con la mano ad accarezzarmi il sedere, infilando le mani nei pantaloni della tuta non mi sussurra " Ti ricordi quando giocavamo al gelataio? io pensavo ad un gusto, tu dovevi leccare bene il gelato ed indovinarlo... proviamo?"
Non so come gli vengano quelle idee ma annuisco, mi chino, mentre la sua mano mi stringe gentilmente ma con decisione una chiappa e lo lecco. Parto dalla base e arrivo fino in punta, dedicando particolarmente attenzione al buchino che continua a grondare gocce di precum.
Lui mi guarda "Pistacchio?" azzardo sentendomi un po' cretino e sorridendo per nascondere l'imbarazzo.
Il suo dito trova il mio buchino e lo accarezza "Sbagliato, riprova"
Lo lecco di nuovo, dall'altro lato, mi soffermo sul filetto, lo sento sospirare e sono appagato da quella reazione.
Il suo dito scivola sul mio buchino unto.
"Fragola?"
"Sbagliato, paga pegno!" dice e il dito scivola dentro di me.
Guaisco. Nonostante le attenzioni di prima e la crema, il mio buchino è sempre stretto, ma mi rendo conto che ha fatto meno resistenza.
"Forse devi provare a succhiarlo, come un bel gelato, per indovinare il gusto"
Mi dice.
E finalmente lo prendo in bocca. Adoro la sensazione del cazzo caldo e duro in bocca. Non mi piace ingoiarlo fino a soffocare, no, mi piace proprio gustarlo, leccarlo con la lingua e succhiarlo, cercare di riempirmi la bocca, sentire il sapore, la consistenza, il calore.
Vado su e giù, aiutandomi con la mano, col suo dito che si muove piano.
Me lo spingo quanto riesco, per avvicinarmi il più possibile alla base, per sentire il suo odore.
Quando devo prendere fiato, lo sfilo.
"Cioccolato?"
"Sbagliato ancora!" Sfila il dito. Penso sia quella la punizione, ma subito dopo sento farsi largo dentro di me indice e medio.
Mi scappa un gemito ma lui gentilmente mi spinge la testa verso il cazzo e io riprendo a succhiarlo.
Lo adoro, al punto da dimenticare le sue dita che mi dilatano. Mi pare quasi che il corpo sia diviso, da un lato il sederino che lotta con quella intrusione e dall'altro quel magnifico cazzo che mi pulsa turgido in bocca.
Lui muove piano le dita, il mio cazzo è semi teso.
"Limone" ansimo prendendo fiato.
E così guadagno il terzo dito.
Lo sento uscire, lo guardo, lui scuote la testa bonario e poi sento le tre dita appoggiate al buchetto.
Lo guardo implorante "Papà non tre..."
"Un pegno è un pegno" sorride lui e inizia a premere.
Io mi getto sul suo cazzo, lo succhio con passione, mi concentro, quasi questo gli possa far cambiare idea. Ma le dita scivolano dentro di me, complice la crema oleosa con cui mi ha riempito il buchetto.
Sussulto e mugolo, col suo cazzo in bocca, mi concentro su mio regalo, lo tocco, accarezzo le palle, ne aspiro l'afrore e lentamente mi dimentico quasi del fastidio, del mio buchino che si tende attorno a quelle tre dita lunghe, delle pareti del mio ano che si stringono attorno a loro, lottando, dimenandosi e infine accogliendole.
Andiamo avanti per un po': lui sa come muoversi, delicato e deciso. Con una mano mi accarezza la testa e il collo e con l'altra mi scava dentro, finchè non sono a mio agio.
E poi me ne accorgo. Il cazzo comincia a contrarsi, il suo respiro si fa più teso, sento la base pulsare mentre pompa lo sperma.
E io succhio con più passione finchè il primo fiotto non mi riempie la bocca.
Lui stringe la mia cervicale mentre mugola sommessamente e spinge più a fondo le dita dentro di me.
Io accolgo i fiotti caldi e saporiti, senza smettere di muovermi, lo sperma mi riempie la bocca, la cappella ne è immersa. Conto quattro schizzi più forti e poi un paio deboli.
Senza pensare mando giù. Mi è sempre piaciuto e continuo il mio lavoro: uscirà dalla mia bocca lindo.
Poi lo bacio sul filetto, sulla punta e alzo gli occhi.
Lui mi guarda soddisfatto e sfila lentamente le dita dal mio sedere.
Mi prende il viso tra le mani.
"Indovinato il gusto?" mi chiede malizioso.
Annuisco sorridendo.
"Piaciuto?"
"Si papà, è il mio gusto preferito!"
"Sentiamo!" mi dice e mi bacia.
Sono sconvolto e travolto: è bellissimo quel bacio con ancora la bocca che sa di lui. Il bacio è dolce ma passionale, la sua lingua mi esplora, ci dividiamo il suo sapore.
Poi mi lascia, armeggia accanto al bracciolo del divano e tira fuori una scatola.
"Ho un piccolo regalo per te".
Non so che dire, apro la scatola nera, dentro c'è un finto diamante azzurro grande come una moneta da due euro.
Lo prendo e scopro che è la base di un plug argentato.
"TI piace?"
"Si papà, grazie"
"Bhè proviamolo" mi dice e mi toglie l'oggetto di mano.
"Non so se è della mia taglia - tergiverso - non vorrei fosse troppo grandeeee" come sempre non mi da tempo di pensare.
Mentre io discuto lui mi abbraccia, con una mano mi divarica le chiappe e con l'altra appoggia la punta del giocattolo contro il mio buchino dilatato dalle sue dita.
Mentre io spaventato finisco di parlare, con un gesto fluido me lo infila trasformando le mie parole in un gemito.
MI aggrappo a lui mentre il gioco scivola dentro di me, la parte più panciuta mi viola e supera l'anello e la resistenza pare trasformarsi in risucchio. Il mio culetto pulsa con quell'intruso dentro, lo tira a sè e lo respinge contraendosi.
Lui mi fa voltare e mi osserva, poi lo vedo prendere il telefonino e farmi una foto.
Me la mostra, dal mio sedere sodo, proprio al centro, spunta quel diamante azzurro.
Il regalo di papà.
E sono solo le dieci del mattino.
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