Gay & Bisex
Formazione (2) Familiare: a) Lavarsi

10.01.2021 |
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"Non oso a pensare a quando dovrò espellerla..."
Sabato mattina sono su una strada del Friuli collinare. Sono agitato e cerco di distrarmi ammirando il paesaggio. Il cellulare mi detta le indicazioni, ho superato un paesino e subito mi fa svoltare in una stradina tra i campi.Due curve e compare la casa. Ci sono. Il cuore mi batte, provo la tentazione di svoltare e tornare indietro, ma sono le 8.05, sono in ritardo.
Arrivo ad un portone aperto. Lo supero e parcheggio nel piccolo cortile di ghiaia.
La casa è una vecchia abitazione contadina ristrutturata, piccola ma molto accogliente.
Scendo. Non ho nulla con me. Ci siamo scritti via messaggio in questi due giorni ed è stato chiaro nel dirmi che non mi sarebbe servito nulla, che aveva tutto ciò che mi era necessario in casa, come un bravo papà.
Mi avvio verso la porta col cuore in gola e lui mi apre senza che debba bussare. immagino mi abbia visto arrivare.
Sono teso ma almeno lui è come nelle foto. Alto più di me, ma non ci vuole molto, spalle larghe e fisico asciutto nascosto da una maglietta a maniche corte e dai pantaloni morbidi di una tuta. Capelli corti che dal castano stanno sbiancando nei punti giusti, viso rasato e quegli occhi azzurro ghiaccio che incantano.
Spalanca le braccia e mi cinge in un caloroso abbraccio: "Ecco il mio ragazzo" mi sussurra all'orecchio accarezzandomi la schiena attraverso il giubbotto.
Un brivido mi percorre. Ha un buon odore di dopobarba.
Entro in un ampio salotto riscaldato da un camino. Nella casa fa molto caldo.
Lui mi aiuta a togliere la giacca e mi chiede del viaggio.
Mentre lui sistema la mia roba in un armadio il mio occhio cade su una poltrona davanti alla finestra, la stessa della foto che mi ha spinto ad arrivare lì.
Lui mi sta fissando.
"Scusa, sono un po' teso" confesso. Ho imparato che spesso la sincerità è la via migliore.
"Direi che è normale figliolo, non ci vediamo da anni" mi sorride e mi mette una mano sulla nuca accarezzandomela gentilmente, mi sento sciogliere un po'.
Il gioco è partito. L'ho chiamato papà in tutti i nostri messaggi, è chiaro che non ci sarà spazio per dettare regole e uscire dalla parte.
"Non sei un po' troppo vestito?" mi domanda,
Effettivamente è inverno e io tra jeans e pile sto già iniziando a sudare.
"Vieni, in camera tua ci sono i tuoi vecchi vestiti, credo ti andranno ancora, magari vuoi anche lavarti..."
Annuisco e lascio che mi guidi sulle scale in legno e poi davanti ad una porta.
La "mia" stanza è carina, con un letto a una piazza e mezza coperto da una bella coperta colorata, un armadio a prete, una cassettiera, una scrivania e una libreria. C'è anche una tv.
Accanto ad una libreria un'altra porta.
Lui la apre mostrando un piccolo bagno, si dirige alla doccia, moderna, ampia e apre l'acqua.
"Che aspetti? - mi chiede - spogliati, ti do una mano a lavarti, una volta ti piaceva un sacco farti lavare, ricordi?"
Mi rendo conto che mi ha preso in qualche modo, quel suo modo di fare naturale, quella recita così perfetta, quel suo sorriso.
Mi tolgo il pile, poi la maglietta. Lui non mi toglie gli occhi di dosso e io slaccio i jeans, sfilo scarpe e calzetti, resto in mutande.
"Ma che bello il mio ragazzo!" esclama lui.
"Papà ho messo su qualche chilo!" cerco di entrare nel personaggio, devo iniziare da qualche parte.
Lui mi fa cenno di raggiungerlo.
Passando accanto alla libreria getto un occhiata: neanche un libro, ma una fila ordinata di dvd porno, a colpo d'occhio tutti gay. Sento qualcosa farsi duro nelle mutande e lo raggiungo.
Lui mi squadra, poi mi accarezza le spalle e i pettorali. Ha mani grandi, calde, asciutte, sicure. Mi abbandono meglio che posso al suo tocco.
Mi sfiora la pancia: "MMM niente di grave, con un po' di esercizio tornerai in forma come quando avevi vent'anni - mi sussurra, poi allunga una mano sul mio sedere, lo accarezza e lo stringe - Qui però sei sempre perfetto... dote di famiglia!"
Sorrido imbarazzato mentre lui mi fa scivolare lentamente le mutande nere fino alle caviglie. Il mio pisello si sta svegliando, ma non è ancora duro.
Lui mi fa cenno di entrare nella doccia.
Mi infilo sotto l'acqua calda sperando mi aiuti a rilassarmi.
Gli do le spalle.
Mi fa spegnere l'acqua, si avvicina vestito e mi insapona la schiena.
Un massaggio splendido. Arriva alla base e mi fa voltare. Mi insapona il collo, i capelli rasati, le spalle le braccia e poi il petto, passa più volte col palmo sui miei capezzoli che diventano subito duri, anche qualcos'altro si sta ingrossando. La sua mano arriva al cazzo, coperta di schiuma, lo sfiora facendolo diventare d'acciaio, poi mi insapona le gambe e risale fino all'inguine.
"Qualcuno qui è un vero porcellino" mi dice fissandomi negli occhi.
Arrossisco "Papà, mi spiace è che quando mi tocchi così..."
Lui ride "Per fortuna, se no dovremmo preoccuparci. Mi ricordo quando eri piccolo e volevi ti lavassi per bene. Ti ricordi? mi dicevi che dovevo lavarti bene il pisellino e il culetto!"
Io sospiro mentre con una mano mi stringe l'uccello e con l'altra mi accarezza le natiche.
"Ti mettevi a cavalcioni sul bidè come un cowboy e aprivi l'acqua, io iniziavo ad insaponarti e ti veniva subito duro. La prima volta mi hai chiesto perchè e io ti ho insegnato che così reagisce un uomo quando prova piacere. - ora mi stringeva il pisello e lo massaggiava per tutta la lunghezza, strofinando il palmo sulla cappella gonfia e facendomi tremare, mentre con le dita mi strusciava il solco delle chiappe sfiorandomi con insistenza il buchetto - Ti ricordi? - Io avevo solo la forza di annuire. - E poi ti ho insegnato come ci si lava qui"
Mi strappò una specie di gemito appoggiando la punta del dito sul mio buchino e iniziando a massaggiarlo con un moto circolatorio e delicato, facilitato dal sapone, premendo sempre di più, con costanza e delicatezza.
"Ti ricordi? prima si pulisce bene attorno e poi... - Dovetti appoggiarmi al muro mentre la punta del suo dito scivolava piano dentro di me. Provai il classico fastidio dell'intrusione, finchè la falange non superò l'anello. Lui si fermò un attimo proseguendo - Poi bisogna pulirlo anche dentro. Se si è puliti dentro si è più belli fuori."
"Fai.. fai piano papà - miagolai - è da un sacco che nessuno mi lava così e hai le dita così grandiiiii- la mia supplica si prolungò in un altro gemito perchè il dito scivolò dentro di me fino alla base.
"Respira cucciolo, bisogna rilassare i muscoli perchè sia piacevole, ti ricordi che da bambino non vedevi l'ora che ti pulissi il culetto?"
Taccio, lui si muove piano, con delicatezza, aiutato da un sapone evidentemente neutro, perchè non brucia. Sento il dito medio piantato dentro di me che ruota piano, esplorando i miei punti più intimi, mentre con il pollice dell'altra mano mi tormenta la cappella, la punta, il buchino, il filetto. Riesco a rilassarmi, preso dal piacere, i suoi occhi di ghiaccio puntati nei miei, quel sorriso caloroso, mentre fruga dentro di me come alla ricerca di qualcosa.
E infine lo trova, un punto preciso che comincia sfiorare con la punta del dito spingendosi sempre più a fondo. Gemo, mi pare che le gambe non mi reggano, una parte di me registra che le ho piegate leggermente e che gli sto offrendo il sedere perchè possa andare bene a fondo.
"Ti piace?" domanda.
"Si papà" la voce è rotta mentre lui continua l'opera, poi, lentamente lo sento estrarre il dito. Provo una sensazione strana, di vuoto, di fastidio quando esce, di sollievo e mancanza allo stesso tempo.
"Mmm, direi che dobbiamo pulire un po' meglio - sentenzia- Sciacquati".
Si fa indietro e io riapro l'acqua e mi lavo, sotto il suo sguardo compiaciuto. Mi sfioro il cazzo ancora d'acciaio e il buchino, quasi aspettandomi di trovarlo spalancato, ma è già tornato alle sue dimensioni naturali, chiuso e stretto.
Chiudo l'acqua e faccio per uscire, ma lui mi fa cenno di fermarmi.
Mi fa mettere con le mani contro il muro e le gambe divaricate. Lo sento armeggiare con la doccia e poi aprirmi le natiche delicatamente con una mano: "Abbiamo detto che dobbiamo pulire meglio" mi sussurra ad un orecchio e sento qualcosa di tondo e freddo poggiare sul mio ano.
Sussulto, so cosa sta facendo "Papà..." inizio ma la cannula d'acciaio scivola agilmente nel mio buchetto e subito dopo sento l'acqua spruzzarmi nell'intestino.
Con una mano tiene il doccino nel mio culetto, l'altra la posa sulla pancia.
Si china su di me "Su su non fare storie, sai che va fatto..."
Arrossisco mentre la sua mano mi massaggia lo stomaco e l'acqua continua ad entrare, calda al punto giusto, lenta. Non oso a pensare a quando dovrò espellerla. Sarà pulita? Nel sonno del sabato mattina non ci ho pensato ad un clistere.
Sento un dolore alla pancia, gemo, faccio per togliere la cannula, ma lui mi trattiene. blocca il flusso dell'acqua, mi massaggia piano la pancia e poi riapre l'acqua. Mi chiedo quanta me ne voglia spingere dentro.
"Papà basta!" lo imploro.
"Non ancora, tieni duro, la prima pulizia va fatta a fondo" mi sussurra all'orecchio con la sua voce calda, poi me lo bacia, me lo succhia, mi manda in visibilio.
La sua mano che mi massaggia la pancia scende un po'. Mi accorgo che ho il cazzo duro.
Mi vergogno, nessuno mi ha mai fatto nulla del genere e ora lo permetto ad uno sconosciuto, incontrato in chat, che chiamo papà.
Finalmente chiude l'acqua e mi sfila il tubetto argentato dal culo. Posso vederlo, è grosso più o meno come il suo dito.
"Adesso devi trattenerla un po' " mi dice, continuando a massaggiarmi. Mi pare di scoppiare, quanta sarà? mi sembra che la pancia sia gonfia.
Lui inizia a masturbarmi piano "Tutto sommato non ti dispiace eh, cucciolo" mi sussurra malizioso.
Stringo l'ano più che posso, ma quelle sue mani che mi stringono il cazzo, lo massaggiano, lo tormentano, non mi sono d'aiuto.
Ad un certo punto gemo che non posso più e lui si propone di aiutarmi e con naturalezza infila un dito dentro di me.
Un gridolino poco maschile mi sfugge per la sorpresa.
Inizia a muovere il dito come prima, lo sento sciacquare nel mio retto. Trova di nuovo la mia prostata, lo muove su e giù facendo uscire un po' di acqua calda che mi cola sulle gambe. Gemo, miagolo, sospiro. E' tutto strano, ma cazzo se sono eccitato! Lascia a volte il mio pisello per stringermi i capezzoli, mi bacia il collo e mi sussurra che sono davvero un bravo ragazzo, che lo rendo fiero.
Sto per venire. Lui si ferma. Lascia il mio cazzo e toglie il dito.
Esce dalla doccia e mi dà il permesso di svuotarmi.
Tremo, non voglio farlo davanti a lui, ma mi rassicura, in fondo è mio padre no?
L'imbarazzo viene vinto dal corpo.
L'acqua comincia ad uscire a fiotti. Mi vergogno come un cane, non è acqua cristallina e non profuma di rose.
Quando ho finito lui sorride bonariamente.
Afferra la doccia e pulisce il piatto, guidando i resti nello scarico.
Io faccio lunghi respiri, mi sento spossato.
"Povero il mio bimbo" sussurra lui accarezzandomi.
E mi reinfila la cannula nell'ano.
Gemo, ma è chiaro che devo essere pulito.
L'acqua scorre di nuovo, lui ricomincia a massaggiarmi la pancia e muove la cannula nel mio didietro. Questa volta per meno tempo.
Spenta l'acqua il tubicino viene sostituito dal dito e ricomincia la tortura. Quando sto per venire si ferma e mi fa liberare.
Ripetiamo la cosa per altre tre volte, finchè l'acqua che esce dal mio culetto è talmente linda che si potrebbe bere.
Allora finalmente il mio papà mi da un buffetto affettuoso sul culetto e mi copre di complimenti per quanto sono stato bravo. E io mi sento fiero.
Mi fa sciacquare e mi aspetta fuori dalla doccia con un asciugamano. Lo aveva appoggiato su un termosifone ed è caldo. Mi strofina accuratamente e mi abbraccia. Poi mi porta in camera.
"Stenditi sul letto col sederino in alto" mi ordina.
Obbedisco preoccupato, sono sfiancato e non so cos'altro abbia in mente.
Dopo poco sento qualcosa di fresco ungermi il buchetto "Mettiamo una crema perchè non si irriti" mi dice. Subito dopo sento una sostanza densa invadermi il retto. La crema è unta e fresca, mi pare risanare il sedere anche se la sensazione è strana. Il suo dito la segue subito e mi massaggia spalmandola bene al mio interno. Il cazzo mi torna subito duro, ma lui toglie il dito, mi bacia una natica e mi porge dei pantaloni di tuta e una maglietta.
Li indosso, mi stanno morbidi e un po' larghi: "Tutto bene?" mi domanda con sguardo affettuoso.
"Sì papà" rispondo. Ed è vero, quel trattamento sconvolgente mi ha smarrito, ma sto oggettivamente bene.
"Allora andiamo un po' in salotto, Che ne dici?"
E che devo dire, sono lì da neanche un'ora e quello sconosciuto, senza spogliarsi, mi ha portato vicino all'orgasmo almeno cinque volte, tanto che ho il cazzo ancora barzotto. comincio a pensare che questo weekend sarà davvero interessante.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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