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Gay & Bisex

L'Affittacamere 2, Seconda settimana


di xsea3
08.04.2025    |    1.874    |    8 9.9
"In mensa si mangia bene e soprattutto si spende poco, le lezioni per ora mi piacciono..."
Sto fissando lo schermo del telefono credo da cinque minuti. Il messaggio è semplice: “Per l’affitto ci vediamo alle 17.00” e uno smiley che fa l’occhiolino.
Fisso il cellulare imbambolato mentre il prof continua la sua lezione. Lo fisso come se potessi cambiare quello che c’è scritto. Ma la realtà è che questa settimana mi è volata. Lunedì sono iniziate le lezioni e la mia avventura di sabato si è sbiadita velocemente. Ci ho pensato domenica tutto turbato. Era come se l’impressione di quel cazzone nella mia mano non volesse lasciarmi, come se il mio pisello non potesse scordare il contatto che c'era stato. Non c’era nessuno in casa. I miei coinquilini erano in giro e così mi sono scaricato un bel porno, e fatto una sega. E ho deciso di chiuderla lì.
E poi è arrivato lunedì. Le lezioni, gli orari, finalmente un po’ di movimento.
Non conosco nessuno e sono un po’ timido, ma è solo la prima settimana. In mensa si mangia bene e soprattutto si spende poco, le lezioni per ora mi piacciono. A casa studio subito, per fissare i concetti. Non voglio restare indietro e intendo arrivare pronto alla prima sessione di esami.
Sasha è spesso a casa, studia anche lui nella sua stanza. Ma ci stiamo cominciando ad avvicinare. Siamo un po’ come due cani che si annusano, entrambi riservati, entrambi timidi, entrambi sule nostre. E quindi, in fondo, ci andiamo a genio. Abbiamo iniziato a chiacchierare a cena o a colazione. Lui è di buona famiglia, figlio di avvocati e naturalmente studia giurisprudenza. Ma capisco che evidentemente non ha il problema dell’affitto. Mi chiedo cosa penserebbe di me, se mi parlerebbe ancora, se sapesse quello che ho fatto. Invece parliamo di ragazze, di libri, di serie tv.
Gianni e Paolo sono tutta un’altra cosa. Non li incrocio quasi mai. Si alzano quando io sono già uscito e spesso la sera escono. Devono essere anche loro di buona famiglia per permettersi quella vita.
Sasha li conosce poco, hanno due o tre anni più di noi ed erano qui quando lui è arrivato l’anno scorso.
Naturalmente ho provato a cercare ancora lavoro, buttandomi sulla bacheca dell’università, ma ancora senza successo.
E la settimana è volata.
E ora Carlo vuole l’affitto per la prossima.
La settimana scorsa l’appuntamento del venerdì era solo per stabilire come avrei pagato, ma questa volta temo voglia il dovuto. L’immagine del suo pisello turgido mi torna in mente mentre apro l’app del mio conto bancario. Siamo solo alla prima settimana del mese, i miei mi hanno girato il budget previsto. Ho un po’ di risparmi. Ma siamo sempre allo stesso punto. Meglio tenerli da parte per quando le richieste saranno più pesanti? Un pompino non è la fine del mondo, credo.
Ho sentito Marco qualche giorno fa, curioso di sapere della mia prima esperienza. Non sapevo se davvero volevo parlarne, ma in realtà mi ha fatto bene: lui è molto disinvolto sulla questione e sostiene che succhiare Carlo a lui è piaciuto, che non è un violento è che è un’esperienza come un'altra.
Smetto di fissare il cellulare e rispondo con un pollice alzato. Sta sera alle cinque lo scoprirò. Non me la sento di cacciare i soldi per una settimana di affitto, devo restare qui per anni e i soldi non sono abbastanza neanche per qualche mese.

Eccomi qui a suonare il campanello. Questa volta non tremo, ma ho un groppo in gola e lo stomaco contratto. Sembra la prima volta che a 18 anni ho deciso di entrare in un sexy shop. Ci avrò girato attorno per 20 minuti col cuore in gola prima di prendere il coraggio ed entrare.
Carlo apre subito e mi sorride mentre entro e lo supero.
Come l’altra volta mi accompagna, ma questa volta mi posa la mano sul sedere. Sussulto mentre lui mi dirige stringendo la natica dolcemente. Credo di andare in camera, ma lui mi porta in salotto.
-Deciso di pagare in natura?- mi chiede sorridendo mentre entriamo nella grande stanza illuminata a giorno da lampade costose.
Annuisco senza riuscire a parlare, vergognandomi come un ladro.
Lui mi volta e sorride: -Bene, sono contento- mi sussurra prima di baciarmi.
Questa volta me lo aspettavo, schiudo le labbra, accolgo la sua lingua, sento le sue mani che mi percorrono la schiena, mi palpano il sedere sotto la tuta. Oggi anche lui ha addosso abiti morbidi e sento la sua erezione premere… sulla mia.
Cazzo, quel suo modo di baciarmi e toccarmi me lo ha fatto venire duro.
Si truscia e io mi ritrovo ad assecondare i suoi movimenti, in fondo la volta scorsa mi è piaciuto.
Siamo ancora in centro al salotto e lui inizia a spogliarmi. Lo lascio fare, mentre mi sfila la felpa e la maglietta. Inizia a baciarmi il collo, scende sulla clavicola, arriva ad un capezzolo e me lo bacia mentre pizzica l’altro. Non ci credo, ma mi piace da matti.
Si rialza e mi fissa coi suoi occhi scuri e sorride.
Poi senza dire nulla si toglie la felpa e sfoggia il suo corpo definito.
Forse ha fatto nuoto, penso, perché non ha muscoli gonfi, ma ben disegnati e proporzionati.
-Fallo a me!- Ordina.
Io sono titubante, ma penso a quello che farei con una ragazza, lo bacio piano sulla bocca, un po’ di lingua, poi scendo al collo, gli lecco il lobo dell’orecchio, riscendo e gli bacio il petto. Sa di bagnoschiuma con un profumo fresco. Arrivo al capezzolo, glielo lecco, glielo succhio. Lui sospira, mi prende la testa e la sposta sull’altro dove ripeto il trattamento.
Lo sento spingermi la testa giù. Gli lecco gli addominali e poi l’ombelico.
Spinge ancora. Ho paura, so dove mi sta mandando.
Finisco con la faccia contro la sua erezione e lui me la preme addosso. Sento quel pezzo di carne già d’acciaio attraverso la stoffa tesa. Una parte di me vuole scappare via, ma un’altra, nascosta, vuole provare quella nuova esperienza.
Lui mi mette due dita sotto il mento:-Guardami mentre mi sfili i pantaloni- Ordina.
E io obbedisco tremando. Lo fisso negli occhi, afferro il bordo della tuta con entrambe le mani e lentamente lo abbasso.
Non porta le mutande.
Ciò che mi colpisce per primo è l’odore. Non è di sporco, ma non è nemmeno di bagnoschiuma. Sa di… uomo. Il cazzo svetta e mi colpisce una guancia. È duro e bollente. Ne sento la forza e l’odore non troppo intenso.
-Annusalo!- Ordina.
Sgrano gli occhi, avvicino le narici alla punta, dove una goccia di presperma sta sgorgando. Inconsapevolmente mi passo la lingua sulle labbra. Quell’odore mi inebria, sa di sesso, sa di uomo, sa di porcherie che non ho mai fatto.
-Devi annusarlo tutto!- mi dice, guidando con la mano la mia testa lungo l’asta. Percorro il pisello con il naso, giù fino ai peli del pube dove affondo inspirando quell’odore, chiedendomi se mi resterà addosso per sempre, lui mi spinge giù sull’inguine dove il sudore naturale si mescola agli aromi più intimi. Mi ritrovo col naso sotto le sue palle grosse e già contratte per l’eccitazione, mi fa risalire l’asta. Ho il suo odore su tutta la faccia.
-Ti piace l’odore di un uomo? L’odore del cazzo?-
Non so cosa rispondere. Dovrei dire no, ma lui si arrabbierebbe. La domanda è retorica, è chiaro, è parte del suo gioco. Annuisco mentre lui mi accarezza la testa con fare paterno: -Bravo il mio cucciolo porcellino. Adesso bacialo!-
Ci siamo, mi avvicino al filo del glande e gli do un timido bacio. Lui sospira, mentre il pene ha una piccola contrazione: -Avanti, coprimi il cazzo di baci, ringraziami a dovere per la stanza in cui ti ospito!-
Il suo tono è al contempo autoritario e gentile. Inizio a baciare l’asta. Naturalmente mi sfugge, così istintivamente la impugno per tenerla ferma.
-Bravo il mio cucciolo, segami mentre mi baci, ormai sei esperto.- mi canzona.
Ma io non lo bado, obbedisco. È come se la mia mano ricordasse il calore e la forma di quell’uccello turgido, venoso, bollente. Lo sego piano, baciandolo dovunque; come prima lui mi guida la testa, gli bacio le palle, l’inguine, risalgo sull’asta, arrivo alla cappella, la bacio in punta, sentendo il sapore salato e umido del precum. La cosa mi da un brivido. Non so se mi fa schifo o ne voglio ancora. Poi mi balena in mente un’idea che fino ad ora non mi aveva nemmeno sfiorato: non vorrà mica sborrarmi in bocca?
Lui mi rimette la mano sotto il mento e mi obbliga di nuovo a guardarlo, distraendomi dal pensiero: -Voglio che mi guardi mentre lo metti in bocca. Voglio imprimermi questo momento nella memoria, verginello!- mi dice.
Il suo cazzo svetta davanti alle mie labbra. Lo guardo negli occhi quasi con sfida, apro la bocca e lo prendo.
Le sensazioni mi travolgono, è liscio, quasi scivoloso, caldo, duro, pulsante. L’odore di sesso pare invadermi le narici. È grosso, devo tenere la bocca ben aperta per non toccarlo coi denti.
Non so cosa fare, quindi richiamo alla mente i porno e le ragazze che ho visto succhiare con passione i cazzi.
Cerco di imitarle, cerco di prenderne più che posso e di succhiare. Mi lascia fare per un tempo indefinito. Qualche minuto? Un’ora? Qualche secondo? Non lo so. Ma poi si stacca.
-Bravo cucciolotto, per essere la prima volta non te la cavi male. Alzati.- Mi dice prendendomi per un braccio e mettendomi in piedi.
Si dirige al divano, toglie pantaloni e calzini e si siede al centro, con quell’arnese duro e bagnato dalla mia saliva. Se lo massaggia piano e intanto mi ordina di voltarmi e di togliermi i vestiti lentamente, in modo sensuale.
Mi vergogno da matti, ma voltarmi mi è di aiuto.
Slaccio le scarpe, levo i calzini e poi, lentamente, abbasso i pantaloni restando in mutande.
Poi sfilo anche quelle. Lui sospira. – Piegati a novanta!- Ordina.
Mi volto a guardarlo, temendo che voglia venire meno al nostro accordo, ma non si è mosso dal divano.
Obbedisco diventando color peperone.
-Divarica un po’ le chiappe, voglio vederti la rosellina intonsa!- Vorrei protestare, ma mi rendo conto che peggiorerei solo le cose. Mi metto le mani sul sedere e tiro i glutei per esporre il mio buchetto. Lo sento sospirare di nuovo.
-Adesso mettiti a quattro zampe e gattona fino qui, da bravo cucciolo. Vieni a imboccare il tuo gelato!-
Avanzo nella stanza sul grande tappeto che sta sotto al divano. Mi sento strano così docile ed esposto, eppure una parte di me sente il richiamo di quel grande cazzo svettante.
Lui resta sul divano a gambe larghe come un re, continuando a menarsi piano quel pezzo di carne maestoso.
Lo raggiungo, inspiro l’afrore di sesso, vedo gocce di presperma imperlare la punta della cappella e scivolare sul frenulo.
Non deve dire nulla. Mi sporgo e lo riprendo in bocca. Il sapore salato e vischioso di quelle gocce mi invade il palato. Lui mi accarezza la testa lasciandomi fare per un po’.
Mi fa un po’ male la mandibola a forza di tenere la bocca spalancata, mi chiedo quanto dovrò andar avanti, l’altra volta mi ha detto che dura un sacco.
Lui mi ferma:- Alzati, cucciolo, voglio sentire il tuo cazzo sul mio!-
Arrossisco, mi metto in piedi, il mio pisello è semiduro, provo ad avvicinarlo al suo, ma non trovo una posizione comoda.
Lui ride:-Non così! Siediti sul mio braccio.-
Chiude le ginocchia e io gli salgo su.
Sento il cazzo bagnato della mia saliva appoggiarsi sotto al mio, che diventa d’acciaio. Li prendo insieme, come ho fatto la settimana scorsa, e inizio a segarli. Lui mi afferra per la nuca e mi tira a sé.
La sua lingua in bocca mi sconvolge. Ora che sono coinvolto e godo anche io, il mio corpo si muove da solo. Inizia ad accarezzarmi la schiena e poi le natiche, le afferra con entrambe e mani e mi dà il ritmo per muovere il bacino e far strusciare i cazzi.
Dopo un po’ di questo trattamento mi fa girare. Sono spaventato mentre mi ordina di sedermi su di lui di schiena. Temo sempre voglia più del concordato. Ma Carlo è onesto. Sento il suo cazzo strusciarmi tra le chiappe e poi spuntare tra e mie gambe. È abbastanza lungo lui e magro io perché mi possa posizionare e riprendere a segarli insieme.
E lui inizia a mordermi il collo e a toccarmi i capezzoli.
Dopo poco di quel trattamento sto già per venire. Lui deve capirlo perché improvvisamente mi ferma la mano e si stende, tirandomi a sé sul fianco.
Ho il suo cazzone davanti alla faccia e il mio è davanti alla sua.
-Facciamo un po’ di lezione al verginello infoiato. – dice – Fammi quello che faccio io.-
Afferra il mio pisello alla base e io lo imito, stringe, così il sangue pulsa più forte e il cazzo si ingrossa ancora di più. Inizia a baciarlo sulla cappella e io lo imito. Baci piccoli, ritmati, insistenti sui punti più sensibili, il buchino in cima, il filetto, attorno al glande. Poi se lo passa sul viso. La barba rasata mi dà i brividi sulla cappella. Faccio lo stesso e poi lo imito, leccandolo tutto come un gelato, lo sposto, arrivo alle palle. Le lappo e le succhio. Certo, le sue sono più grandi delle mie, ma non di troppo, poi lui si insinua e mi lecca l’inguine. Ho un brivido mentre faccio altrettanto, leccando tutto attorno al cazzo e riempiendomi del suo odore muschiato.
Finalmente lo mette in bocca e io posso imitarlo. Sento che mentre produce saliva inumidendomi tutto, con la lingua mi lecca l’asta, soprattutto punta e frenulo. È fantastico e cerco di imitarlo, di succhiare quel pezzo di carne come se ne andasse della mia vita.
Quando sto per venire, lui si ferma, mi stringe il pisello alla base e aspetta che mi passi l’orgasmo che monta. Naturalmente io non posso fermarmi.
Non so quanto abbiamo continuato, so che ad un certo punto mi faceva di nuovo male la mandibola e mi sentivo spossato da quel lavoro e dagli orgasmi sfiorati ma mai raggiunti.
Quando stavo per chiedere una pausa, sento il cazzo vibrare e avverto sotto le dita le pulsazioni dell’orgasmo. Lui ha il respiro affannato, inizia a succhiarmi con forza.
È chiaro che sta per venire, mi mette una mano sulla testa: -Non lasciarne cadere neanche una goccia sul divano!- ordina sputando un attimo il mio cazzo e poi reinfilandoselo in bocca.
Mugolo, non voglio lo sperma in bocca, ma la sua mano mi tiene la testa. Potrei provare a ribellarmi ma la sua lingua sul mio cazzo e quel palo di carne che sto assaporando da un po’, che pulsa sempre più forte, mi mandano in pappa il cervello. Mi rassegno, succhio con più forza, muovendo la mano per segarlo e la testa per continuare il pompino.
E poi arriva il primo schizzo caldo, non troppo denso, acidulo, salato. Ha un sapore strano. Arriva il secondo schizzo mentre continuo a succhiare e lo sperma mi si accumula in bocca, invadendo le papille gustative. Lui trema geme col mio cazzo tra le labbra. Terzo schizzo, non riuscirò a tenerlo in bocca. Mi arrendo, mando giù, mentre arriva il quarto. Quella resa mi scatena qualcosa dentro e sborro anche io.
Mugolo, mentre uno schizzo meno forte sgorga dalla cappella. Tremo, lui continua a succhiare.
Ingoio tutto, mando giù finché non esce più nulla e come lui continuo a succhiare e ripulire la verga. Ho la sensazione che mi abbia prosciugato le palle.
Quando il cazzo inizia a smollarsi finalmente me lo sfila di bocca. Si gira sul divano, mi sorride:-Bel lavoro cucciolotto. Sei diventato subito un esperto succhiacazzi!- poi mi bacia.
Resto di sasso, sento la sua bocca che sa di cazzo e sperma, il mio sperma. Il suo bacio è travolgente, mi stringe a sé e io rispondo, sentendo il bollore di quel corpo nudo, solido, dei nostri cazzi ormai mosci e bagnati che si strusciano, della sua mano che si posa sulle mie chiappe, le stringe e poi sfiora il buchetto. Mi irrigidisco e mi separo. Lui sorride con occhio furbo.
-Prossima settimana voglio giocare con questo- mi dice spezzando la magia.
Io mi scosto e lui mi si avvicina di nuovo, mi scompiglia i capelli: -Non ti preoccupare, non ti ho detto che voglio scopartelo, ho detto che voglio giocarci. Per il cazzo in culo è troppo presto, non avere fretta!- sorride, si china e mi dà un bacetto sulla bocca e poi si dirige verso il bagno, lasciandomi nudo sul divano con il suo odore e il suo sapore addosso. Mi chiedo se basterà una doccia a farlo andare via.
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