Gay & Bisex
Formazione (4) familiare, Intermezzo

18.01.2021 |
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4
"Lui ormai succhiava tutta l'asta..."
Andai in camera a darmi una sciacquata.Dopo i nostri giochi sul divano mi sentivo tutto il viso appiccicoso, nonostante avessi bevuto ogni goccia del seme sgorgato dal randello del mio "papà"
Il plug che avevo infilato nel sedere era un presenza costante ed ingombrante. Lo sentivo riempirmi con decisione, e quando camminavo si muoveva ricordandomi la sua presenza.
Mi guardai allo specchio del bagno dopo essermi sciacquato la faccia. Avevo le guance leggermente arrossate, mi pareva quasi di essere in qualche modo diverso. Il pisello, libero dalle mutande si agitava sotto la tuta senza mai tornare davvero rilassato.
Mi infilai una mano nei pantaloni e sfiorai il diamante blu che spuntava in mezzo al solco delle mie chiappe, giocando un po' a tirarlo e rispingerlo dentro. La parte grossa del toy era abbastanza grande da non lasciarlo scivolare fuori, la punta mi affondava bene dentro e anche la base su cui era fissato quel finto gioiello era piuttosto consistente e costringeva il mio buchino a restare dilatato come se un dito e mezzo dell'uomo che mi attendeva di sotto fosse costantemente piantato dentro di me.
Non potevo credere di essere davvero lì, a casa di quello sconosciuto, coinvolto in quello strano gioco in cui lui era il mio papà perverso e io il figlio in sua balia. Ma non potevo negare di essere preso ed eccitato. Da quando ero arrivato quell'uomo mi aveva tormentato culetto e pisello senza sosta eppure non mi aveva mai portato all'orgasmo. Questo non faceva che aumentare la mia tensione sessuale, rendendomi più voglioso.
Ripensai a quella bella asta calda e dura che avevo assaggiato. Mi veniva l'acquolina in bocca. Mi chiesi se alla fine sarei riuscito a prenderla in culo, ma soprattutto se mi sarebbe piaciuto o se sarebbe stato fastidioso come la maggior parte delle volte, come quel plug che premeva incessante contro le pareti interne del mio sedere.
"Tutto bene ragazzo?" la voce veniva dal salotto.
Mi riscossi e scesi le scale rispondendo meccanicamente "sì papà".
Lui era sempre sul divano. La tv continuava a mostrare un porno a basso volume. Ora due ragazzi sui vent'anni stavano succhiando insieme un uomo sui quaranta, con un cazzo mostruoso.
"A cosa pensi?" mi domandò lui guardandomi preso dalla scena.
"Che quel cazzo è enorme, come diavolo faranno a prenderlo?"
Lui rise e mi fece cenno di accoccolarmi accanto a lui.
Obbedii e la sua mano scivolò veloce sul mio sedere iniziando a giocare con il plug.
Infilò due dita tra il gioiello e il mio sedere, tenendo in mezzo l'asta che scompariva dentro di me e iniziò a muoverle lentamente agitando quel giocattolo, con un moto costante, delicato che mi faceva gemere piano ad ogni movimento.
"Non esistono cazzi troppo grossi. Il nostro corpo è molto adattabile, è tutta questione di allenamento e di rilassamento" mi disse, mentre con l'altra mano mi accarezzava la testa posata sulla sua spalla, come se fosse del tutto naturale che un padre giocasse col culo del figlio mentre lo coccolava.
"Non fare resistenza - mi sussurrò all'orecchio continuando con i suoi movimenti - Non cercare di controllare la situazione. Abbandonati, lascia che l'intruso trovi il suo spazio e che il tuo corpo lo riceva."
"Non è così facile, è così grosso" miagolai, quasi scusandomi con una espressione implorante sul volto.
"Fidati del tuo papà - mi baciò piano la bocca, guardandomi negli occhi - Ti fidi vero? Sai che non voglio farti male, ma solo che stiamo bene insieme... come quando eri un ragazzino, vuoi vero?"
Mentre lo diceva tirò più forte il giocattolo, lo sentii premere dall'interno sul mio buchino, gemetti sulle sue labbra, ma non smisi di prendere quei baci dolci e delicati.
"Vuoi?" mi chiese di nuovo tra i baci.
"Si papà"
"Si cosa?" continuava a baciarmi ma anche a fissarmi.
"Voglio che stiamo bene insieme - mugolai sulle sue labbra mentre muoveva più veloce il gioco senza mai toglierlo completamente - voglio imparare..."
"Bravo il mio ragazzo" mi disse portandomi la mano sul suo cazzo di nuovo duro.
Lo massaggiai attraverso la stoffa, poi infilai la mano nei suoi pantaloni stringendolo di nuovo. L'odore mi arrivò più pungente di prima. Nonostante il mio accurato lavoro di bocca, l'odore di sesso era rimasto su quel magnifico giocattolo.
"Fai un bel respiro" mi sussurrò all'orecchio.
Obbedii e lui mi tolse il gioco dal sedere. Gemetti. Mi pareva di sentire l'ano umido.
Lui vi passò sopra, piano, le dita e ne infilò due con facilità.
"Senti come sei largo" mormorò compiaciuto.
Gli sorrisi orgoglioso. Effettivamente le sue dita erano scivolate dentro senza grandi resistenze.
"La crema che ti ho messo ha fatto un ottimo lavoro, hai il buchetto caldo, morbido e umido come una fighetta"
Arrossii e lui mi baciò muovendo un po' le dita dentro di me, mentre io continuavo ad aggrapparmi al suo cazzo come se potesse salvarmi.
"Bravo il mio ragazzo".
Sfilò le dita piano e mi massaggiò un po' il buchetto unto.
"Voltati, voglio vederlo per bene".
Mi girai a gattoni abbassando i pantaloni della tuta fino alle caviglie, ma lui mi volle sulla schiena.
Mi infilò un cuscino sotto le natiche e mi piegò le gambe sul petto aprendole.
Aveva un'aria contenta e soddisfatta mentre appoggiava le mani sul mio sedere e con i pollici divaricava le chiappe osservando compiaciuto il mio buchetto, passandoci sopra le dita calde.
"Ah, magnifico!" sentenziò, con il grosso cazzo che svettava davanti a lui, sfiorandomi la base della schiena.
Si girò prese il cellulare e scattò una foto.
Poi mi sorrise malizioso e si gettò sul mio buchetto con la bocca.
Mi morsi le labbra cercando di non mugolare.
Le sue labbra si posarono sui nervi sensibili, lo baciarono più volte, poi lo leccò tutto con lunghe lappate che coprivano anche il perineo, continuando con i pollici ad aprirlo per bene.
Infine arrivò all'entrata, ancora aperta dopo il lavoro del plug e vi infilò la lingua strappandomi un rantolo.
Non ci potevo credere, ero lì davvero, con le gambe sollevate e divaricate e quell'uomo che sembrava divorarmi. La sua barba rasata era ruvida sulla mia pelle delicata, il suo naso affondato nel mio perineo e quella lingua che complice la dilatazione appena subita, poteva affondare senza problemi dentro di me mi mandavano in visibilio. Mi stava praticamente scopando con la bocca. Sentivo quella lingua agile e forte penetrare le mie pareti, leccare. Le sue labbra incollate al mio buchino, le dita che lo aprivano, a volte scivolando dentro e divaricandolo gentilmente ma con decisione.
Sentivo che raccoglieva saliva in bocca e poi me la faceva scivolare dentro, rendendomi ancora piò umido e scivoloso.
Andò avanti così per qualche minuto, poi iniziò a leccarmi le palle.
Il mio pisello era semiduro.
Quando fece scivolare l'indice e il medio bene a fondo dentro il mio sedere, il cazzo divenne d'acciaio.
Lui si distese affianco a me iniziando a baciarmi, infilando quella lingua che aveva appena frugato il mio culetto tutta nella mia bocca.
Le sue dita si spingevano a fondo, sfioravano la prostata, si muovevano aiutate da quella lubrificazione. Le tolse piano, le usò per accarezzarmi il cazzo duro, l'ombelico, la pancia il petto, il collo e infine me le mise in bocca.
Le succhiai obbediente, guardandolo negli occhi, mentre con la mano avevo afferrato il suo sesso rovente che premeva sul mio fianco, già bagnato di precum.
Sudavo nella maglietta che indossavo.
Mi sfilò le dita dalla bocca e le rimise dentro di me.
Io gemevo piano stringendogli il cazzo, con lo sguardo implorante e lui continuava a massaggiarmi la prostata, annuendo soddisfatto.
Infine si chinò, mi baciò il pisello e iniziò a colpirlo con brevi colpetti di lingua, in punta, sul frenulo, attorno alla cappella.
Ansimavo.
Mentre l'indice e il medio mi frugavano, con il pollice mi massaggiava il perineo, infine riuscì a prendermi l'uccello, tirandomelo su.
Lo osservava compiaciuto mentre continuava a dargli piccoli colpi di lingua.
Non era grande come il suo, ma comunque il mio cazzo è assolutamente rispettabile quando è duro. Finalmente avvolse la cappella con la bocca e iniziò a succhiarmi.
Inarcai istintivamente la schiena, allargando di più le gambe e andandogli incontro. Stringevo il suo cazzo nella mano, cercando di segarlo, improvvisamente sovrastato da tutte quelle sensazioni.
Sentii l'orgasmo cresce, pulsarmi attraverso l'ano, il perineo, le palle.
Lui ormai succhiava tutta l'asta.
"Sì, si papà così!" gemetti.
E lui si fermò.
Sfilò delicatamente le dita da me, mi diede un bacio sulla punta della cappella e con un gesto fluido mi reinfilò il plug.
Ero quasi sotto shock.
"Questa posizione è scomoda, non trovi?" mi disse.
Io avevo ancora il respiro corto.
MI alzai e lo baciai con passione, lo strinsi.
Volevo che ricominciasse, mi portasse finalmente all'orgasmo.
Lui si staccò sorridendo: "Quanto ardore! - esclamò - vuoi proprio bene al tuo papà allora!"
"Si papà! E mi piace un sacco giocare con te!" sussurrai ancora con il suo cazzo in mano.
Lui si liberò dal mio abbraccio e si mise in piedi.
"Ottimo, allora facciamo un bel gioco!" mi disse con tono malizioso e scomparve nell'altra stanza, lasciandomi li, ancora coi pantaloni della tutta alle caviglie e il plug che pulsava nel mio culetto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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