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Gay & Bisex

La sera che divento la troia di mio fratello


di Uonder24
05.04.2025    |    5.324    |    12 9.5
"Non lo ascoltai, continuando a risucchiarla e nel frattempo muovendo la lingua velocemente sulla punta..."
Io e mio fratello siamo molto legati. Da sempre abbiamo intrattenuto una relazione abbastanza complice, anche un pò per il vissuto della nostra famiglia. Io ho 24 anni e lui ne ha 28. Fisicamente è sempre stato il mio prototipo di uomo ideale: alto 1.84, capelli scuri corti, fisico piuttosto tonico scolpito da anni di crossfit. Per di più è da sempre molto amato dalle donne e, anche grazie al suo lavoro di trainer in palestra, ha sempre avuto facile accesso alla figa. E anche per questo per me lui ha sempre avuto un certo fascino e, devo dire la verità, ho fatto spegno sogni erotici su di lui.
So che tra fratelli è una cosa particolarmente strana ma non posso negare l’arrapamento che mi genera anche il solo vederlo girare in mutande per casa.
Nel maggio dell’anno scorso nacque l’esigenza di rimbiancare la sua camera da letto. Ovviamente per poterlo fare con cura c’era bisogno di spostare il mobilio e un paio di giorni di lavoro. Si decise per cui che quella notte lui avrebbe dormito nel mio letto, d’altronde era ad una piazza e mezza e quindi c’era posto per entrambi.

Ero bambino l’ultima volta che avevo dormito con lui in un letto. Spesso mi ospitava quando c’erano i temporali, dei quali avevo molta paura. Mi avvinghiavo a lui cercando piu possibile protezioni. Ricordo anche la ricerca di contatto coni suoi piedi caldi.

Venne quella sera, intorno alle 23.30 decidemmo in contemporanea di andare a letto. Io per dormire indossavo come sempre solo degli slip e una magliettina, mio fratello invece ama dormire solo in boxer.
Mi spogliai per primo, andai in bagno a lavarmi i denti e poi mi buttai nel letto. Mio fratello invece decise di fare una doccia prima di andare a letto. Io restai li sveglio, cazzeggiando un po’ sullo smartphone.
Dopo circa 10 minuti di doccia, rientrò in camera con l’accappatoio. Si asciugò bene le palle e il cazzo infilandosi un asciugamano all’interno per poi procedere alle gambe.
Prese i suoi boxer neri e se li infilò. Io osservai tutta la scena e riuscii ad intravedere solo un pezzo di fianco. Tutta la situazione mi creava già una certa eccitazione.
Lui si tolse l’accappatoio ed iniziò a sistemarsi i capelli con un pettine. Nel frattempo, osservavo con cura il suo corpo statuario. Delle gambe pelose e muscolose, una tartaruga ben definita, un petto tonico e pronunciato e i bicipiti che si gonfiavano ad ogni movimento o contrazione delle braccia.
Era davvero un toro, su di lui gli anni di crossfit avevano davvero scolpito bene ogni parte del corpo. I boxer poi erano attillati al punto giusto da mettere in risalto le sue chiappe di marmo e per far intravedere un discreto pacco con il cazzo rivolto verso il basso.

Passarono altri 10 minuti in cui sistemò le sue cose e finalmente si decise a venire nel letto. Si infilò sotto le coperte dal lato sinistro. Non ci addormentammo subito ma avemmo la possibilità di parlare un po’ e fare quei discorsi intimi che magari non si riesce a fare a quattrocchi durante la giornata.
Così emerse molto la frustrazione nei confronti della sua ragazza e sull’andamento della loro relazione fatta di alti e bassi e numerose incomprensioni. Sottolineai come per certi aspetti fosse più facile per me gestire relazioni con i maschi che sono più chiari in molte cose.
Non so per quanto tempo parlammo ma ad un tratto mi accorsi di stare parlando da solo e che lui si era addormentato. Io invece non riuscivo a dormire. Sentivo il calore del suo corpo sotto le coperte, immaginavo nel buio il suo corpo muscoloso a fianco al mio. Si girò sul fianco, verso di me. Sentivo il suo respiro sul collo. Cosi mi misi anche io sul fianco, dandogli le spalle. Il tempo passava e io non riuscivo ancora a dormire.

Decisi di mettermi in una posizione più fetale e facendo così spinsi un po’ indietro il culo che entrò in contato con il suo pacco. Potevo chiaramente sentire il rigonfiamento del pacco che toccava in mezzo alle chiappe. La cosa mi eccitò al quanto e, sapendo che lui dormiva, decisi di approfittarne. Tirai giù un po’ gli slip e riappoggiai il culo contro il pacco. Iniziai a strusciarlo lentamente e dolcemente.
Sentivo chiaramente il calore del suo paccone, che a mano a mano che i minuti passavano, continuava a crescere. Ad un certo punto potei chiaramente capire che il suo cazzo era duro e che stava esplodendo dentro i boxer. Iniziai a premere un po’ di piu per fare in modo che il solco delle chiappe potesse avvolgerlo un pochino, ed iniziai una sorta di masturbazione. Passarono i minuti, sentivo anche che il solco del mio culetto diventava sempre più umido ma ad un tratto sentii che si stava per svegliare.
Mi spostai immediatamente, senza riuscire però a tirare su subito le mutande. Lui si sveglio, si alzò e si diresse verso il bagno che sta di fronte alla mia camera. Accese la luce ma non chiuse la porta. Sentii ansimare e poi un respiro finale liberatorio, chiaramente di godimento. Immaginai che si stesse segando o che il mio trattamento lo aveva portato vicino all’esplosione.
Continuai a far finta di dormire. Lui dopo qualche minuto tornò in camera, a luce spenta. Si rimise sotto le coperte. Silenzio tombale. Dopo qualche secondo, però sentii il dorso della sua mano sfiorarmi il culo. Come un deficiente mi ero dimenticato di tirare su gli slip. Spostò la mano e tornò a dormire senza più fiatare. Tutta la situazione mi aveva creato un’eccitazione incredibile e solo quasi verso il mattino riuscii ad addormentarmi.

Il giorno seguente, l’imbianchino non poté venire. Quindi la sua camera era ancora in disordine e non avrebbe potuto ancora dormire nel suo letto. Arrivò la sera, il momento di andare a letto. Mio fratello andò in bagno per fare la cacca. Bussai, chiesi se potessi entrare a lavarmi i denti. Chiusi la porta dietro di me, con la chiave. Lui stava seduto sul cesso, con i boxer calati ed intanto maneggiava il suo smartphone.
Mi avvicinai al lavandino, che stava all’incirca di fronte al water. Indossavo i miei slip e la magliettina. Aprii l’acqua ed inizia al lavarmi i denti. Mi chinai un pochino per bere l’acqua dal rubinetto e sciacquarmi. Fu in quel momento che sentii uno schiaffo piombarmi sulla chiappa destra.
“Ahi”, feci con voce un po’ femminile.
“Questo culo è malefico” disse lui mentre continuava a sculacciarmelo.
“Smettila” dissi con un tono più assertivo.
“Credi che non sappia cosa ha fatto il mio fratellino frocetto stanotte?”.
“Mi hai fatto venire il cazzo duro che a momenti mi sborravo nelle mutande”.
Cercai di negare ma non servì. Mi tirò giù gli slip e mi ordinò di chinarmi sul lavandino.
“Guarda che culo da femmina eh”.
“È con questo culetto che vuoi far godere i maschi”.
“Non pensavo fossi così zoccola”.
“Adesso ti punisco”.
Cominciò a tastarmi le chiappe con forza, poi sentii aprirmi le chiappe con una mano e lo sentii entrare nel mio culetto con un dito, probabilmente il medio della mano destra. Cominciò a scoparmi il buchetto con il dito e ogni tanto lo piegava come per sgrillettarmi. Io non potevo far altro che iniziare a gemere sentendo i suoi insulti. Infilò un secondo dito.
Mentre parlava la sua voce iniziò un po’ ad ansimare. Fu chiaro per me che si stesse masturbando mentre mi faceva quel trattamento. Ad un certo punto mi chiese di passargli una crema idratante, appoggiata sul lavandino.
Pensai volesse lubrificarsi bene la mano. Gliela passai. Estrasse le dita dal culo.
“Adesso preparati perché ti castigo”.
Per un attimo pensai/sperai che mi ficcasse il suo cazzo in culo. Invece no, ad un tratto mi allargo le chiappe e sentii premere qualcosa sul mio buchetto, ma non era il suo cazzo. Solo quando fu dentro di me per quasi 15cm capii che era lo scopino del cesso. Nero, in silicone e con la parte superiore leggermente bombata.
“Ecco ti meriti di essere scopata così” mi disse rivolgendosi al femminile e come se fossi una troia sottomessa.
Devo dire che era piacevole sentirlo nel culo. In particolare, la parte bombata mi sfondava le pareti del culo, e ogni movimento in avanti e indietro mi provocava una stimolazione anale particolarmente goduriosa. Così non potei trattenermi ed iniziai a gemere un po’ rumorosamente con squirting di precum e un po’ di sborra filante che gocciolava dal cazzo.
“Guarda come gode con lo scopino del cesso nel culo, ma quanta voglia hai di prenderlo eh”.
Estrasse lo scopino dal mio culo che era ormai umido ed in fiamme. Mi fece girare ed inginocchiare. Si alzò dal water, continuando a masturbarsi furiosamente, fino a che non mi sborrò in faccia.
“Prendila tutta! Ti dipingo la faccia troietta”.
Quattro schizzi potenti mi arrivarono sulla faccia, coprendomi dal naso alla fronte e poi le labbra. Si strizzò la cappella fino a far uscire l’ultima goccia e poi me la strofinò sulla guancia per dargli una pulita.
“Ti è piaciuta la mia sborra eh”, disse con tono molto porco ma anche più dolce.
“Alzati e lavati bene adesso, che è ora di andare a letto”, mi disse.
Io rimasi li in bagno mentre lui, tutto nudo si diresse verso la mia camera.

Mi lavai bene la faccia e poi mi feci un bel bidet rinfrescante con un sapone neutro alla menta. Avevo dentro di me un misto di sensazioni. Mi sentivo eccitato, umiliato, un misto tra orgoglio e vergogna. Da una parte l’eccitazione per essermi appena fatto sborrare addosso da un maschio etero come lui e dall’altra il senso di colpa per avere fatto qualcosa di “sporco” con lui. Però d’altronde non avevo dato io inizio a questa danza perversa nel bagno.
Tornai in stanza, lui era disteso nudo e gambe aperte sul letto. Le mani conserte dietro la testa. Il cazzo, ancora semi duro appoggiato sui muscoli pelvici.
“Chiudi la porta”, mi disse. “Non pensare che sia finita qui, adesso partono le voglie vere”.
Feci il ritroso come lo fa una troietta che in realtà non vedeva l’ora di un momento del genere. Mi buttai sul letto accovacciato tra le sue gambe e subito infilai la faccia tra le sue palle. Iniziai a leccarle facendo pressione con la lingua.
Infilai poi la mano sotto per sollevarle ed averle bene a portata di buco. Mordicchiai un po’ lo scroto e poi me le ciucciai ad una ad una.
Afferrai alla base lo scroto in modo che il sacco delle balle si gonfi bene, gli diedi delle belle leccate profonde con la lingua sapendo che lui era particolarmente sensibile a questo trattamento.
Mi spostai ed iniziai a baciare e leccare la coscia destra e poi quella sinistra, tornando poi alle palle e percorrendo su e giù con la lingua la parte divisoria tra i testicoli.
Scesi poi un po’ più sotto, per leccare il perineo: le palle mi finirono letteralmente sul naso mentre leccavo avidamente.
Lui non si tratteneva e continuava a darmi della porca, della troia, spingendomi a leccare e assaporare bene il gusto delle palle di un vero maschio.
Risalendo vidi il cazzo duro, bello dritto, lievemente rialzato rispetto alla pancia potendolo finalmente vedere in tutta la sua maestosità: sarà stato di 18cm, cappella rosa e ben definita, lunghi solchi generati dalle vene.
Presi in mano il cazzo, portandolo verso di me durissimo e bollente; tirai fuori la lingua ed iniziai a dare delle veloci leccatine alla punta.
La cappella sapeva ancora della sborrata precedente e la cosa mi eccitava profondamente. Mi avvicinai, proprio sopra la cappella e feci roteare più volte la lingua intorno a tutta la circonferenza, insistendo più volte sul filetto che leccavo voluttuosamente con la lingua che andava su e giù velocemente.
Lui godeva, ansimava e continuava con le volgarità che diventarono però sempre piu dolci.
Lasciai cadere il cazzo verso il ventre iniziando a leccare l’asta su e giù e cercando di fare in modo che la lingua si adattasse perfettamente alla forma dell’asta in modo da fargli sentire appieno l’attrito delle leccate.
Con la mano afferrai la base dello scroto, lo strizzai un pochino e poi strofinai la mano sotto le palle, in modo da dargli il doppio stimolo.
Presi in mano nuovamente il cazzo, facendo sbattere la cappella un paio di volte sulla mia guancia, guardandolo e poi ingoiando la cappella.
Le labbra la cingevano completamente, premendo ed iniziando a fargli come un succhiotto alla cappella.
La ciucciavo come un lecca-lecca, quasi volessi completamente consumarla mentre lui gemeva rumorosamente e mi diceva di fare piano.
Non lo ascoltai, continuando a risucchiarla e nel frattempo muovendo la lingua velocemente sulla punta.
Iniziai poi a scendere, inglobando il cazzo che, a mano a mano che ingoiavo, si scappellava sempre più tirando tantissimo la pelle.
La lingua era un tutt’uno con la pelle dell’asta mente andavo a fondo, quasi fino alla fine.
Aprii un po’ la bocca per spingerlo in gola e la bava cominciò a coprire il cazzo e a colare sulla zona pelvica.
Restai così per qualche secondo e poi estrassi tutto il cazzo in un botto, lasciando dei filamenti di saliva tra le mie labbra e la cappella che risucchiai in bocca per poi ripartire a pompare il cazzo.
Questa volta iniziai a ciucciarlo e a pomparlo usando la bocca con risucchio e con la lingua, cercando di far ruotare la testa e la bocca in modo da frizionarlo ogni volta che risalivo e a fare pressione ogni volta che ingoiavo.
Il suo godimento si era fatto più rumoroso e visibile mentre contorceva un po’ il bacino e vedevo che le mani stringevano le lenzuola.
Questo trattamento andò avanti per qualche minuto, ogni tanto interrompevo la ciucciata per tornare a leccare la cappella e fargli sentir il calore e l’umidità della mia lingua su ogni centimetro.

“Fammi leccare il tuo buco ficato” mi disse tutto d’un tratto.
Io lo guardai mugolando mentre ciucciavo la sua cappella: mi alzai in ginocchio muovendomi verso di lui, verso la cima del letto, avvicinandomi alla sua faccia.
Quando fui sopra di lui sentii le sue mani che spalancarmi con forza le chiappe e la sua lingua con prepotenza farsi strada nel buchetto: sembrava quasi me lo volesse mangiare con leccate potenti e la lingua che sembrava quasi felpata.
Sentivo un godimento e un calore incredibile mentre la camera veniva pervasa dal rumore della lingua che leccava e la mia voce sempre piu femminile mentre mugolavo per il godimento.
Nel mentre mi inarcai all’indietro per riuscire a prendere in mano il suo cazzone ancora durissimo e masturbarlo.
Quando ebbe finito di leccarmi mi ordinò di impalarmi sul suo cazzo dicendomi di girarmi dandogli la schiena.
Ubbidii e mi spostai verso il cazzo mentre lui mi allargava le mie chiappe e con la mano spingeva il suo cazzo in verticale come un missile.
Mi misi sopra la cappella sentendola premere contro il buchetto.
“Adesso infilatelo”, mi disse.
Mi sedetti sul cazzo lasciandolo entrare lentamente e sentendolo oltrepassare lo sfintere per poi permettere al mio culo di cominciare a risucchiarlo un pochino dentro.
Un’ultima pressione fu necessaria per spingerlo in fondo, sentendo le mie chiappe ormai a contatto con il suo bacino avendo tutto il cazzo dentro.
Restai un attimo immobile, sentendo tutta la pienezza che il suo cazzone mi stava dando e le dita delle due mani posizionate sotto le entrambe le chiappe.
“Adesso scopati”, mi disse.
Iniziai a risalire lentamente, poi a riscendere cercando di farlo muovendo leggermente il culo in avanti, come se fossi a cavallo, risalendo dal cazzo e spostando il culo in avanti riprendendo tutto dentro quando ero proprio sopra.
Questo mi permise di strizzare ogni volta che entrava e rilasciar ogni volta che usciva.
Lo facevo lentamente, ma con lo stesso ritmo mente lui gemeva, osservando come il suo cazzone spariva nel mio culo per poi riapparire.
Vedeva chiaramente il mio buco ficato aprirsi, e le labbra del buchetto farsi sempre piu elastiche mente io nel mentre continuavo a titillarmi i capezzoli gemendo con voce femminile.
Ogni tanto era lui a dare il ritmo sparando 4-5 colpi di bacino un po’ intensi.
Sentivo che la mia pesca si apriva sempre di più e si sentii lo scik sciak del suo bacino che sbatteva sulle mie chiappe.
Iniziai quindi ad aumentare la velocità, a danzare letteralmente sul cazzo mente di tanto in tanto lo inglobavo completamente nel culo iniziando a far roteare il bacino sentendolo impazzire per questo trattamento.

Ad un tratto lo sentii tirarsi su, a contatto con la mia schiena: senza estrarre il cazzo mi spinse in avanti, facendomi sdraiare e mettendomi il cuscino sotto il bacino in modo che fosse un po’ sollevato.
Lui si buttò completamente sopra facendomi sentire il suo petto muscoloso a contatto con la mia schiena e facendomi aprire un po’ le gambe iniziò a scoparmi sul serio.
La sua faccia era posizionata di fianco alla mia mente iniziava a sbattermelo nel culo con forza e stavolta nella stanza si sentiva davvero solo il rumore del suo bacino che sbatteva sulle mie chiappe.
Sentii inoltre che il culo era molto piu umido all’interno, segno che il suo precum stava producendo schiuma e mi stava lubrificando di brutto la mia fica anale.
Andò avanti, senza sosta, spaccandomi letteralmente il culo mentre mi ansimava nell’orecchio chiedendomi più volte se sentivo il suo cazzone e dicendomi che solo il mio fratellone poteva possederlo così.
La pressione che sentivo nel culo mi faceva sempre più desiderare di espellere e la sensazione, quindi, era sempre più di godimento.
Non avevo più il controllo di nulla: l’unica cosa che riuscii a dirgli mentre mi sbatteva così forte fu:
“Voglio il tuo latte caldo nel culo, ti prego! Riempimi! Ingravidami!”.
Mi diede nuovamente della troietta e dopo poco si scaricò dentro di me accompagnando da rantoli la sua cospicua sborrata in me e continuando a scoparmi anche nel mentre mi stava schizzando nel culo.
Sentii improvvisamente tutto bagnato, pieno di liquido; si fermò restando dentro di me per un po’ ed estraendo poi il cazzo, tirandosi su e tirando su anche me in posizione a pecora.
Mi partì una scoreggina e subito dopo la sborra cominciò a colare fuori dal culo, sentendo distintamente il rivolo sulle palle e poi gocciolare sulle lenzuola.
Il buco continuava a contrarsi mentre lui lo toccava con il pollice più volte.

“Adesso dobbiamo cambiare le lenzuola”, mi disse.
Mi girai e vide la mia cappella umida che non aveva ancora sborrato.
“Apri le gambe” mi ordinò.
Si leccò due dita e me le infilò nel culo ancora sporco di sborra iniziando a scoparmi il culo fortissimo e ordinandomi di masturbarmi.
Pochissimo e dal mio cazzo partirono due schizzi verso il mio ombelico.
Raccolse la sborra con le dita e me le portò alla bocca, forzandone l’apertura perché io mangiassi la mia sborra e gli ciucciassi le dita.

Cambiammo il letto, mettemmo le lenzuola di nascosto a lavare.
Quella notte dormimmo benissimo.
La sua mano poggiò sul mio culo per gran parte della notte e quella fu la prima di altre avventure casuali con mio fratello, avventure che si spinsero sempre più verso la porcaggine.
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