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Cazzo nero a Capo Verde


di Uonder24
17.02.2025    |    659    |    3 9.7
"Arrivato a poco più di metà del cazzo sentivo il mio culo come squarciato, non sapevo se sarei svenuto ma nello stesso tempo ero eccitato..."
Federico è attualmente uno dei miei migliori amici. Ha un anno più di me ed è l’unico amico dichiaratamente gay che ho. Come me anche lui è passivo e abbiamo una certa affinità nel nostro sentito verso gli uomini. Lo scorso anno, agli inizi di Aprile mi propone di fare una vacanza insieme in Estate con lo scopo di assaggiare finalmente un po di cazzo nero. La cosa mi intriga alquanto ma da subito il problema si pone in merito a quale meta scegliere. L'idea iniziale era quella di andare in un paese africano che avesse però un turismo già ben avviato. Dopo una ricerca certosina l’opzione migliore risulta essere Capo Verde. Zona turistica, mare cristallino, si parla il portoghese (Fede è per metà brasiliano, quindi ottima cosa), uno dei paesi africani più gay friendly. Navigando su alcuni forum specializzati scopriamo anche che c’è un discreto turismo sessuale soprattutto di donne ma anche di uomini gay. Scegliamo quindi l’isola di Boa Vista per soggiornare, dato che era la meno ventosa di tutte e scegliamo di prenotare direttamente un appartamento per le due settimane. Come località abbiamo scelto Sal Rei cosi da essere vicino sia alla spiaggia ma anche alla zona di bar e locali. Vicino c’era poi anche la famosa spiaggia di Santa Monica, famosa per il colore delle sue acque.

Arriva così il periodo della partenza. Entrambi siamo piuttosto eccitati per l’avventura che ci aspetta. Durante il volo aereo facciamo piani, cerchiamo di studiare come organizzare le giornate e via dicendo. Dopo circa 6 ore di volo arriviamo a Praia e poi da li ci spostiamo a Boa Vista. Qui abbiamo la prima bella sorpresa perché ad accoglierci c’è Kolany, uno stupendo toro nero. Alto circa 1.85, capelli ricciolini corti ma rasati sui lati, una barbetta curata con anche un accenno di baffi curati. Indossava una canotta nera senza maniche con dei pantaloncini che arrivavano sopra le ginocchia, sempre neri. La canotta metteva in risalto la muscolatura delle braccia e una pelle scura ma più tendente all’ambrato. Aveva due piccoli orecchini ai lobi e indossava una catenina sopra la canotta. Gli occhi, scuri ma magnetici. Kolany parlava portoghese ma conosceva anche qualche parola di italiano. Io ero già parecchio colpito mentre Fede invece non voleva ancora sbilanciarsi ma prima guardarsi un po in giro. Arrivati all’appartamento, Kolany ce lo mostra dandoci poi una serie di informazioni e rassicurandoci sul fatto che l’isola è un posto molto tranquillo. Infine ci lascia e noi prendiamo possesso. L’appartamento era un trilocale con cucina moderna, 2 camere da letto, bagno con doccia (e anche bidet) patio privato al piano terra con divanetto, terrazza sul tetto con vista mare con lettini prendisole. Il mare stava a circa 50 metri. Il tutto per 45 euro a notte, da dividere in due. L’entusiasmo era a mille.

Il primo giorno e mezzo lo sfruttiamo per ambientarci, conoscere la spiaggia ed i dintorni. Il pomeriggio, ad un baretto, conosciamo un ragazzo spagnolo, anche lui gay, con il quale subito facciamo amicizia e ci spiega e racconta un po come funziona l’approccio. Ci consiglia di stare in spiaggia e magari guardare i maschi del luogo quando passano. Sono poi loro che si avvicinano e da lì parte la conoscenza ed eventualmente la frequentazione. Ci fa chiaramente capire che c’è un implicito contratto per cui tu fai fare un po di bella vita al ragazzo che incontri e lui si dedica alle attività sessuali e al passare il tempo insieme. Ci spiega poi che l’altra alternativa è recarsi in certi locali alla sera e fuori di solito ci sono dei capannelli di ragazzi che si offrono per sesso occasionale sottoforma più di vera prostituzione. Ci conferma che comunque i gay sono ben tollerati, che i ragazzi neri sono piuttosto open minded, ma di non manifestare troppo effusioni pubbliche. Infine, alla domanda di Fede se avremmo avuto difficoltà a trovare, il ragazzo ci dice che i neri qui amano molto scopare il culo.

Il secondo giorno di soggiorno decidiamo quindi di iniziare la nostra avventura e decidiamo di spostarci nella vicina Praia de Chaves. E’ la spiaggia più ventosa dell’isola dove molti vanno a fare kite surf o surf. Quindi ci aspettavamo ti trovare parecchi maschietti. Nella nostra scelta iniziale della meta non avevamo considerato che Capo Verde è praticamente priva di vegetazione, per cui in spiaggia sei completamente sotto il sole (cosa che io non sempre amo). Praia de Chaves quantomeno, essendo piu ventosa, ci consentiva di godere un po di piu dell’atmosfera, tenuto conto che faceva anche molto caldo. Arrivammo quindi alla spiaggia. Che spettacolo! Era parecchio lunga, con delle dune sui lati, la sabbia quasi bianca e il mare cristallino nonostante le onde. C’erano parecchie persone ma senza affollamento. C’erano anche molti locali che facevano kite surf. Qualcuno invece scivolava con le tavole sulle onde che però non erano altissime. Io e Fede ci spogliammo per mettere in mostra la nostra mercanzia. Io indossavo un costumino speedo color rosa ciclamino su un corpo bianco come una mozzarella mentre Federico indossava uno speedo verde fosforescente, che sulla sua pelle naturalmente un po piu scura stava benissimo. Ci spalmiamo tanta crema e ci mettiamo a pancia in giù mettendo ben in vista i nostri culetti già alquanto vogliosi. Ogni tanto buttiamo delle occhiate in giro, incrociamo degli sguardi dei passanti, specialmente i maschi. Io ero molto impaziente mentre Fede era più sciallato.

Ogni tanto andiamo a tuffarci nell’acqua per poi tornare ad arrostirci sotto il sole. Il caldo era abbastanza intenso, anche se il vento non te lo faceva percepire fino in fondo. Ad un tratto mi metto seduto e scrutando in lontananza vedo un gruppo di ragazzi neri, tutti con fisico piuttosto tonico, che fanno un capannello intorno ad un amico col kite surf, proprio sulla battigia. Tra di loro mi sembra di riconoscere Kolany, il ragazzo che ci ha accolto all’appartamento. Inizio a sbracciarmi come uno scemo per farmi notare. Dopo qualche, secondo lui, mi nota e si incammina per venire verso di noi. Tocco Fede nel fianco dicendogli che Kolany sta venendo verso di noi e subito si alza. Mentre si avvicinava potevo osservare meglio il suo corpo. Era chiaramente un corpo allenato dalla palestra: petto muscoloso con dei capezzoli scurissimi, una tartaruga non perfetta ma in evidenza ma soprattutto si vedeva già la V dei muscoli pelvici. Il petto era completamente depilato. Le gambe anche erano abbastanza muscolose, ad ogni passo di intravvedeva il muscolo tendersi. Complessivamente era ben proporzionato. Indossava un costume nero con dei disegnini bianchi. Mentre si avvicinava a noi per due o tre volte si è strizzato il pacco. Arrivato davanti a noi si staglia in tutta la sua perfezione con qualche goccia di sudore gli colava al centro del petto. Potevo anche notare il rigonfiamento del pacco del costume. Ci saluta e si siede di fianco a noi.

Io, sin da subito, entro in modalità troia e comincio a sedermi sporgendomi in avanti verso di lui. Anche Fede si avvicina per poter conversare meglio. Iniziamo a parlare del piu e del meno e ci chiede come ci trovassimo. Scopriamo che ha la mia stessa età e già io faccio delle battute sul fatto che fisicamente in confronto a lui sembro un cucciolo. Un cucciolo bello liscio e morbido, lui sussurra ridendo. Fede, subito diretto, gli dice che siamo qui per divertirci e per entrare in contatto con la gente del luogo. Kolany intuisce e strizzandosi il pacco ridendo ci chiede se siamo qui per la “pila grande” (che sarebbe l’equivalente del big bamboo). Il flirting a quel punto diventa un po piu esplicito, noi gli facciamo capire che vorremmo fare due belle settimane di divertimento in tutti i sensi e che ovviamente ci interessano due maschioni validi, brillanti, simpatici e che ci fanno divertire. Io gli faccio molti complimenti per il suo fisico, e lui mi fa toccare i suoi muscoli. Avendo Fede intuito che io mi ero ormai completamente infatuato di lui (fisicamente) gli chiede se avesse un amico altrettanto prestante come lui con cui si poteva fare un’uscita a quattro. “Dai vi invitiamo fuori a bere e poi possiamo fare un post serata all’appartamento” disse Fede. Kolany annuì, disse di non preoccuparsi che aveva l’amico adatto. Insistette per passarci a prendere col suo amico direttamente all’appartamento. Poi si congedò ma prima mi diede un bacetto sulla spalla. La cosa mi eccitò a tal punto che avevo già l’umido nel solco delle chiappe. Mi girai verso Fede e gli dissi “Lui è il mio, l’altro per te”. Fede non si scompose, tanto per lui l’importante è che il cazzo fosse grosso. A differenza mia, infatti, lui non necessita di una certa confidenza e flirting prima di farsi sfondare il culo.

Appena arrivati a casa ci docciamo, ci facciamo il doccino anale per prepararci alla serata. Io decido di indossare una magliettina bianca senza maniche e un paio di shorts azzurri con una striscia rossa sul fianco. Sono degli shorts che mettono abbastanza in rilievo il mio culetto. Verso le 19.30 passano i due ragazzi. Li accogliamo in casa e Kolany ci presenta il suo amico Joao. Che manzo anche lui!. Alto come Kolany, pelle un po piu scura, fisico meno definito ma molto tonico, spalle larghe. Aveva anche lui i capelli ricci ma tenuti più lunghi. Anche lui con baffetti e un leggero pizzo curato, aveva delle labbra piu carnose. Kolany indossava una camicia aperta, dei pantaloncini a mezza gamba scuri dai quali fuoriusciva l’elastico dei boxer neri. Joao invece indossava una maglietta senza maniche nera e pantaloncini colorati. Ci portarono in un simpatico localino dove facemmo una cenetta frugale a base di tonno e percebes (crostacei del luogo). Il tutto accompagnato da birra. Dopo cena ci recammo in un simpatico baretto dove bevemmo un cocktail ed ebbi modo anche di assaggiare il grogue, una specie di rum piuttosto forte. Kolany flirtava in maniera molto discreta, ma spesso la sua mano mi aveva sfiorato il culetto. Io appena potevo cercavo di mettere le mie mani sul suo corpo definito.

Verso la mezzanotte decidemmo di tornare all’appartamento. Appena rientrati Fede fece subito capire a Joao che aveva voglia e si spostarono in camera sua. Rimasi da solo con Kolany. A differenza di Fede non sono uno che riesce ad essere subito cosi diretto. Fu Kolany a smuovere la cosa. Si avvicinò a me mi strinse le chiappe esplorandole e poi si chino a baciarmi. Subito la sua lingua cercò la mia, avidamente. Ci spostammo in camera da letto. Si spoglio abbastanza velocemente. Potei finalmente vedere il suo cazzo. Era barzotto, grosso, penzolante e con due palle belle sode. Il pelo del cazzo era presente, riccio ma curato. Si sedette sulla poltroncina quasi ad attendere qualcosa. Iniziai quindi a spogliarmi io. Mi tolsi la maglietta e poi lentamente i pantaloncini e gli slip. Mi misi sul letto inginocchiato mostrandogli il culo, carezzandomelo ed aprendo le chiappe per fargli vedere bene il buchetto. “Che rabo gostoso” continuava a ripetere, ovvero “Che culo delizioso”. “Fammi bedere la buceta” ripeteva (ovvero la figa). Mi girai e mi misi in ginocchio sul bordo del letto verso di lui. Lui si alzò dalla poltroncina e si diresse verso di me. Il cazzo era barzotto e ad ogni passo penzolava da sinistra a destra. Il mio cervello non riusciva a pensare a nient'altro che a quel grosso cazzo che oscillava davanti alla mia faccia. Era un po piu scuro rispetto alla pelle del corpo. Il mi o cazzo divenne subito duro e mi sentii sempre piu bagnato laggiù intorno al buco. “Ti piace il mio cazzo eh?” mi dice.

Si avvicina proprio di fronte a me e mi accarezza la testa. Ad un tratto gli dico solamente che per quella sera non volevo scopare. Ero un po spaventato dalle dimensioni e per di piu non volevo come prima sera lasciare a lui il controllo. Mi fa capire che non c’è problema. “Toccalo e basta” mi dice. Nell'istante in cui ho allungato la mano e ho toccato quel bastone di carne venosa davanti a me, ho sentito questa incredibile ondata di piacere attraverso tutto il mio corpo. Mi sentivo meglio di qualsiasi droga o fonte di piacere che io abbia mai provato. "Continua ad accarezzarlo, piccola." Si rivolge a me al femminile, probabilmente gli piace così. Mentre facevo scorrere la mano su e giù per l’ asta, potevo sentire i dossi di ogni vena pulsante. Dovevo solo scoprire che sapore aveva quel cazzo enorme dato che l’odore che proveniva dalle palle era piuttosto intenso. Vuoi assaggiarlo, vero? Vai avanti. La maggior parte dei ragazzi bianchi viene solo per avere il cazzo nero in bocca". Man mano che lo maneggiavo il suo cazzo si induriva, e saliva in posizione eretta poco al di sopra dell’orizzontale. Appoggiai le labbra sulla cappella, aprii leggermente la bocca e con la lingua iniziai a limonare la punta della cappella. Allungai la lingua fuori per limonare poi tutta la cappella facendo roteare perfettamente lungo tutta la circonferenza e cercando di sgrillettare il filetto con la punta. Lui gia ansimava a questo trattamento e vedevo il suo diaframma accelerare il respiro. Poi cinsi la cappella con le labbra ed iniziai a ciucciare. Cercavo di far roteare la testa in modo da frizionare la cappella. Lo lavoravo senza mani, tanto era duro e stava perfettamente in posizione. Poi mi abbassai, verso il lato posizionai la lingua perfettamente sotto il cazzo ed iniziai a fare avanti ed indietro per leccare tutta l’asta, dalla cappella alle palle e poi di ritorno. Alla terza tornata si avvicina sollevando il cazzo che si posizionò sopra il mio naso ed iniziai a leccargli le palle.
Passavo la lingua proprio tra il solco tra le due palle andando poi ad assaggiare ad una ad una con piccoli morsetti allo scroto e ciucciate alle palle. Tornai indietro con la testa in modo da iniziare a prendere in bocca il cazzo. Posizionai le labbra intorno alla cappella ed iniziai a scendere lungo tutta la lunghezza tenendo l lingua perfettamente a contatto col cazzo. Piu andavo in giu e piu il cazzo si scappellava. Comincia ad andare avanti ed indietro risucchiando e facendo vuoto di pressione con la bocca. Ansimava pesantemente e mi dava della “puta gostosa”. Ad un tratto mi afferra per la testa e mi conficca il cazzo in bocca, ma non riesco ad andare oltre i 15-16cm credo. Non ce la faccio a prendere tutti i suoi 22cm.

Immediatamente, ho iniziato a soffocare e soffocare per via della larghezza. Kolany finalmente lasciò andare la mia testa e il mio corpo volò verso l’indietro. Filamenti di saliva volarono fuori dalla mia bocca e mi colarono lungo il mento ed il petto. Il suo lungo cazzo gocciolava di saliva. Afferrai la base ed iniziai a pomparlo avidamente. Continuai a succhiare sempre più forte mentre Kolany emetteva alcuni gemiti molto virili. Poi ha afferrato il suo cazzo alla base e me lo ha fatto scivolare fuori dalla bocca. Mi fa mettere sdraiato sul letto con la testa rivolta indietro sul bordo del letto. “lo vuoi tutto, mi disse”. Si piego leggermente, mi aprì la bocca ai lati con due dita e poi infilo il cazzo. Sentii chiaramente il cazzo scivolare verso la gola. Sentivo la cappella che toccava la parte posteriore. Dovevo respirare solamente con il naso. Ed iniziò un lento ma continuo movimento nella mia gola scopandomela. Nel mentre cercavo di usare la lingua per saggiare tutta la pelle del cazzo. Andò avanti per minuti e minuti, con grande resistenza mentre io sentivo che producevo un sacco di saliva che aveva ormai inondato ogni cm di pelle del suo cazzone. Io iniziai a segarmi in quel momento, sentivo che da li a poco sarei venuto per la troppa eccitazione. Ad un certo punto accelerò la scopata della mia gola ma andando meno in profondità. Sentii i suoi gemiti aumentare fino quasi al limite, quando estrasse il cazzo dalla mia gola e fiotti di sperma cominciarono a schizzare sulla mia faccia. Non riuscivo nemmeno a pensare a cosa stava succedendo. Sentivo la sborra sul collo, la bava che mi colava sulle guance. Sborrai anche io, sulla mia pancia mentre lui mi strofinava la cappella sulle guance e sul mento per poi rificcarmi il cazzo in bocca e lasciare che glielo ripulissi tutto. Mi alzai, frastornato. Andai subito a lavarmi la faccia perche un po di sborra mi era andata verso gli occhi. Tornai in camera e Kolany era sdraiato sul letto, nudo, col cazzo moscio appoggiato sulla coscia. Guardava il cellulare. “Tutto bene? Mi chiese”. Mi misi sul letto con lui sdraiandomi con la testa appoggiata sui suoi addominali.

Poco dopo bussarono alla porta della camera. Entrò Joao, nudo e con il suo cazzone e palle penzolanti, in portoghese disse a Kolany che lui faceva la doccia e poi potevano andare. Kolany disse che dovevano andare perche la mattina lavorava. Verso le 2.30 della notte salutammo i ragazzi e passai un’oretta a parlare con Fede che invece si era fatto sfondare il culo beccandosi due carichi di sborra di Joao ed esaltandone la resistenza e la capacità di ripresa. Mi irrise perché non avevo ancora consumato.
Il giorno seguente, il pomeriggio, ci incontrammo nuovamente con Joao e Kolany. Era una giornata molto calda e decidemmo di passarla nella spiaggia vicino casa. Capivo che Kolany non era rimasto completamente soddisfatto della serata, nel senso che si era goduta cena e cocktail gratis ma forse voleva scopare davvero. Probabilmente Joao aveva raccontato la sua serata con Fede. Kolany appena poteva, ma in maniera discreta, mi tastava il culo. Dopo un paio di ore passate insieme in quattro, sussurro a Kolany l’idea di tornare a casa e scopare. Lui subito accetta e lasciamo Joao e Fede da soli. Arrivati in camera ci spogliamo. Lui si mette sul letto nudo e col cazzo già barzotto, mi invita a raggiungerlo. Salgo su di lui e mi metto a 69. Ho troppa voglia e stavolta riservo al suo cazzo un trattamento più hard.

Da subito lo pompo con intensità, me lo sbatto sulle guance, lo masturbo incessantemente. Lui invece mi sculaccia le chiappe, le apre al massimo e ficca la sua lingua in mezzo al solco. Mi sembra che abbia una lingua enorme e carnosa. Sento delle sleppate che salgono dal perineo fino in cima al culo. Ogni tanto si sofferma sul buco con piccoli sputi e leccatine. In tutto ciò continua a parlare a complimentare il mio culo, a chiamarlo figa e la cosa mi fa eccitare. Ci infila poi due dita, insieme. Le fa roteare cercando di farle andare più in profondità. Capisco che ha una certa esperienza con i culi. Poi mi sposta di peso, mi mette sul letto con la schiena, mi alza le gambe e mi mette culo all’aria. Si abbassa per leccarmi ancora il culo e infilarci le dita. Capisco che sta facendo una preparazione certosina perché possa accogliere il suo cazzone. Quando sente che il culo è sufficientemente bagnato Mi apre le chiappe del culo e posiziona la cappella a contatto con la pelle tesa del buco. Inizia a spingere. Mentre premeva più forte, potevo sentire la sua punta scivolare nel mio buco del culo, perfettamente a contatto con le pareti. Sentivo che il culo si apriva quasi squarciandosi. Una parte di me godeva, una parte di me sentiva dolore. Arrivato a poco più di metà del cazzo sentivo il mio culo come squarciato, non sapevo se sarei svenuto ma nello stesso tempo ero eccitato. Si spinse ancora di più fino alla base del cazzo. Mi sentivo come se potessi sentire il suo cazzo fino allo stomaco, non mi era mai capitato. Mi sentivo totalmente inerme, nelle sue mani, impalato. Si fermo. Poi mi diede con la sua mano un forte schiaffo sul mio culo, sentii le pareti del culo contrarsi attorno al suo cazzone. Più passavano i secondi più il dolore si trasformava in una sorta di estasi. Non riuscivo più a controllarmi. Non riuscivo più a trattenermi. Sentii un paio di spruzzate di piscio uscire dal mio cazzo semiduro e subito dopo uno spruzzo di sborra che andò a formare un laghetto intorno all’ombelico. Lascio uscire il gemito più femminile che abbia mai sentito. “Che puta, mi disse con sguardo eccitato”. Non potevo credere di essere appena venuto. È stata l’esperienza più esaltante. Apparentemente, ora tutto ciò che mi serviva per venire così erano 22cm di cazzo. Quell'incredibile sensazione di piacere ora mi stava abbandonando. Avevo bisogno di sentirlo di nuovo. Per quanto odiassi ammetterlo ero dipendente da quel piacere ora, e c'era solo un modo per riaverlo, farmi scopare brutalmente. Lo implorai quasi di scoparmi e di usarmi. Inizio a scoparmi sin da subito con foga. A ogni spinta, i suoi coglioni sbattevano contro il mio buco del culo e le sue cosce contro le mie chiappe burrose che vibravano. Stavo cominciando a provare di nuovo quella sensazione insensibile e annebbiata. Potevo sentire la mia mente scivolare via e abbandonarsi all’estasi e all’impalamento.
Avevo bisogno di quel puro piacere come prima. "Più forte, gli chiedevo! Aprimi la fichetta anale, solo come un maschio vero sa fare. Ogni volta che accarezzavo verbalmente il suo ego, lo sentivo accelerare il ritmo. L'enorme quantità di forza e potenza che aveva movimentava anche il letto. All'improvviso, ha tirato fuori tutto il suo cazzo dal mio culo. Potevo sentire me stesso diventare come vuoto. Mi sentii come se ci fosse un buco dentro di me che arrivava fino allo stomaco. Mi aveva completamente aperto

"Che meraviglia! Lui disse ammirando la mia rosellina. Ho allungato una mano e ho fatto scorrere un dito intorno al bordo del mio buco del culo. Riuscivo a malapena a sentirlo; era così insensibile e dolorante. Non potevo credere a quanto fosse allargato. Anche se ero eccitato all'idea di poter prendere il cazzo mostruoso del mio maschione mi sentivo vuoto. Senza il suo cazzo dentro di me, il mio culo sembrava un buco consumato e spalancato senza uno scopo. Si protese in avanti e mise un dito contro la parete spalancata del mio culo. Mentre faceva scorrere il dito lungo il bordo interno del mio culo, quell'incredibile estasi iniziò a tornare. Il suo tocco mi riportava al piacere. Sentii anche come se dei succhi cominciavano a scorrere fuori dal mio culo. Guardai il suo cazzo che era un po gocciolante e in parte c’erano delle chiazzette di una schiumetta bianca.

Mi girai e mi misi a pecora con il volto sul cuscino, allargai le chiappe e gli chiesi di riempirmi nuovamente. Sentii la cappella appoggiarsi al culo e fui io a spingere indietro il culo per riaccogliere il suo cazzo dentro di me. Sentii il mio culo sbattere contro la sua vita. Cavolo ero riuscito a riprenderlo tutto dentro. Nel giro di un paio di minuti, mi martellava il culo alla velocità della luce. Sapevo che non ci sarebbe stato modo di tornare indietro dopo questo. Con la forza e la velocità con cui mi stava arando, sapevo che il mio buco del culo spalancato non si sarebbe mai più richiuso come prima (almeno cosi pensavo). Anche io contribuivo spingendo il mio culo avanti e indietro sul suo cazzo, sperando di mungere il carico di sborra che aveva nei coglioni. Nel mentre un calore come quello iniziale inizio a salire lungo il perineo e nuovamente dal cazzo semiduro feci due spruzzate di sborra che mi fecero godere tantissimo e senza fine, quasi più intensamente delle sborrate normali. Un filamento di sborra continuava a penzolare dalla punta del cazzo senza staccarsi. Non appena sono iniziati quei suoni familiari di grugniti virili, ho capito che stava per venire e scaricare tutto il suo carico. Estrasse il cazzo e dopo poco senti la mia schiena e le chiappe inondate con schizzi di sborra tiepida. Sfinito, mi distesi sul letto e lui si butto sopra di me. Mi tiro la testa indietro per sbattermi la lingua in bocca. Poco dopo ci addormentammo. Il rientro di Joao e Fede ci porterà al risveglio mentre io mi ero addormentato così, nudo, con la sborra su schiena e culo che ormai si era seccata. Kolany riposava nudo al mio fianco. Mi alzai e andai a fare la doccia, pensando che la vacanza era appena all’inizio
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