Gay & Bisex
Un uomo, due vite...Adesso


09.04.2025 |
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"Mi accorsi che non era al corrente del fascino che mi aveva colpito ammirandolo in cam, quindi il nostro gioco iniziò come era consueto con gli altri..."
Successe una mattina, quando lo trovai collegato in chat e, trascinato dal testosterone a mille, formulai una domanda secca: “Posso venire da te?”Assaporai ogni attimo: l’adrenalina del contatto e del proporre il primo incontro, lo stupore dall’altra parte dello schermo, la sua emozione quando mi vide.
Come dirgli che in realtà volevo l’altro?
Pianificai, lucido, di conoscere quell’uomo maturo e sempre disponibile per poi, col tempo, chiedergli di coinvolgere il suo amico più giovane.
Non pensai nemmeno un attimo a lei sempre all'oscuro di tutto, che stavo per tradire ancora una volta.
Il mio nuovo amico era esperto anche nel trattare con un “vergine” come me, volle sapere delle mie esperienze passate, ci ridemmo sopra insieme, mi mostrò la sua empatia.
Non mi attraeva fisicamente ma la sua voce ed i suoi modi mi fecero finire nel suo letto e fui completamente passivo, quella volta.
Lui si accontentò di accarezzarmi, di blandire le mie ansie col suono della sua voce, coccolò il mio uccello prima inerte ma poi vivo.
Tenni gli occhi chiusi tutto il tempo e se questo mi protesse dal vedere chi stava giocando con me, mi permise di assaporare le sensazioni che provavo.
Rivissi il primo pompino con la mia amica trans, dolcezza e vigore, sensualità e mascolinità insieme.
Fu bravo, davvero, e così tornai da lui, più e più volte, ed a ogni nuova occasione lui riusciva a sollecitare in me nuovi desideri.
Mi piaceva poter contattarlo quando ne avevo voglia e trovarlo non solo sempre disponibile ma entusiasta di vedermi, per fare un sesso senza complicazioni, che non aveva bisogno di complimenti né di regali o fiori.
Non riuscivo a scoparlo, no, ma lui comprò un fallo finto, “A tua immagine” mi disse e per molto solo quello fu il nostro compagno di giochi.
Tanta era la confidenza tra noi ed il rispetto, che riuscii a confessargli il mio desiderio segreto ossia conoscere il misterioso “altro” che avevo ammirato solo in video: non si arrabbiò, non si offese nemmeno, “Capisco” mi disse, “eh, hai buon gusto ma non lo vedo da un po’, ha problemi in famiglia (ecco quella c’è sempre…). Posso provare a cercarlo, a dire il vero, mi manca.”
Ed uniti da quella nuova prospettiva, scopammo, stavolta sul serio: lo penetrai pensando all’altro, con gli occhi chiusi, sognando…
Ci vedemmo molte volte, prima che mi confessasse, sconsolato, che l’uomo che desideravamo ambedue non rispondeva ai messaggi ed il suo nick nel sito d’incontri era inerte.
Iniziai a prenderlo quasi con rabbia perché sentivo come una mancanza, già la noia mi assaliva e lui se ne accorse tanto che un giorno mi propose un diversivo, un’esperienza in una sauna: “Così ti presento altre persone interessanti e magari ti svaghi”.
Mi accompagnò in un centro “per soli uomini” di cui non conoscevo l’esistenza e sinceramente non mi sarei aspettato di trovare un contesto così eccitante, nell’immaginario maschile tra i vapori dei bagni turchi si compiono gli atti più degradanti.
“C’è ambiente ed ambiente” mi disse mentre ci avviavamo quasi nudi verso i locali riscaldati “qui troverai persone speciali”. Aveva ragione, quella prima esperienza mi piacque perché chi incontrammo quel primo pomeriggio aveva un’età matura ed il sesso non era sfrenato.
Lui mi esibì con orgoglio ad un paio di amici e loro seppero come coinvolgermi e come stuzzicarmi con apprezzamenti e gesti, tanto da farmi desiderare di essere penetrato.
Le mani, le dita, le bocche mi prepararono, dilatandomi pian piano finché li supplicai di scoparmi.
Per la prima volta mi trasformai nella troia che offre tutta se stessa, sopraffatto dall’affascinante fermezza di quei maschi, mi chiesi però se anche “ lui” avrebbe fatto altrettanto, quando e se fosse ricomparso.
E intanto il bordo del letto che dividevo con la mia compagna di una vita diventava l’unico posto dove rannicchiarmi, sempre più lontano dal suo corpo e dalla sua comprensione.
Desiderare un fantasma, è possibile?
“Lui” ogni tanto veniva a visitarmi finché godevo con una delle mie nuove conoscenze nella sauna: ci andavo da solo ormai, trascurando la frequentazione del mio paziente amico.
Qualcuno, tra i più viziosi, mi portò anche ad incontri tra coppie, in cui non si disdegnava la presenza di un singolo bisex.
Da anni non tradivo mia moglie con un’altra, incontrare la donna di qualcuno in quelle piccole orge non mi dispiacque, era un diversivo eccitante, mi sorprese la reazione pronta del mio cazzo davanti ad un invito nemmeno tanto velato di una bella signora seminuda.
Scoprivo in me una sessualità a tutto tondo, sembrava che la mia ricerca del piacere non finisse mai e per me ormai poteva scaturire da molteplici occasioni.
Mi ero liberato, nel frattempo, dagli impegni di lavoro ed inventato un gruppetto di ex-colleghi amanti del poker per coprire le mie uscite serali, quindi a casa ero tranquillo, riuscivo a dedicare più tempo alla famiglia, mi vedevano sereno, mi riavvicinai anche a lei, dormivamo di nuovo abbracciati.
“Sei di nuovo tu, Amore, che bello averti qui con me, vederti sorridere”.
Ero in pace con me stesso, ormai conscio di poter sostenere il peso di due vite che correvano parallele senza pericolo di convergere.
Mi ero, in pratica, arreso all’idea di essere un libertino, un peccatore per il pensare comune.
“Non faccio nulla di male” mi dicevo “nessuno soffre per colpa mia, va bene così”.
Successe un pomeriggio.
Più per compassione che per effettivo desiderio, avevo accettato l’invito del mio vecchio amico con il quale, ormai, non facevo più sesso, avendo io provato ben più stuzzicanti compagni di gioco.
E lui, il mio sogno, era lì.
Pur vedendolo dal vivo, mi sembrò avesse ancora un’aura di mistero ed insieme malinconia che sfocava i suoi lineamenti e seppi poi che aveva molto sofferto nei mesi precedenti.
Parlammo di argomenti da maschi, di sport soprattutto, ed io, vedendolo da vicino, fui ancor più sedotto dai suoi modi.
Mi accorsi che non era al corrente del fascino che mi aveva colpito ammirandolo in cam, quindi il nostro gioco iniziò come era consueto con gli altri.
Anche lui era un amante esperto, deciso, dominante, lo scoprii affamato, quasi irruento mentre io avevo sognato approcci più tranquilli.
Mi scopò la bocca ed il culo con un’urgenza quasi famelica, mi usò, senza lasciarmi prendere fiato ed io godetti come non mai, sentendomi un giocattolo tra le sue mani.
Quando fummo ambedue soddisfatti (il nostro ospite ci guardava, segandosi) mi chiese quasi scusa.
“Da tanto non stavo con un maschio, ne avevo bisogno, così ho contattato lui, non avendo più riferimenti nel giro e tu sei stato una sorpresa.”
Eravamo abbracciati al centro del letto, sudati e imbrattati ancora del nostro stesso piacere, poi ci alzammo a malincuore e andammo a lavarci, dividendo il bagno in una complice intimità.
E lì mi baciò, sconvolgendo per sempre la mia vita.
Nessuno lo aveva mai fatto prima, era il limite invalicabile del mio vizio, il gesto che finora avevo riservato solo a lei.
“Scusami” mi disse, con gli occhi un po’ liquidi “non dovevo, ma mi sei davvero piaciuto”.
Andò via, in fretta e non potei dirgli che no, non doveva scusarsi, andava bene così.
Per un po’ ritornò ad essere un fantasma ma nei miei pensieri ora c’erano anche la consistenza del suo corpo, il profumo discreto del suo dopobarba ed il ricordo di quel bacio.
Scoprii che il nostro incontro aveva significato molto anche per lui, perché mi cercò tramite il nostro comune amico e per rispetto a lui decidemmo di iniziare a vederci in luoghi diversi dalla casa in cui ci eravamo conosciuti.
I nostri incontri divennero quelli di qualsiasi coppia clandestina: la macchina parcheggiata nel piazzale di un supermercato deserto oppure ai limiti di un parchetto cittadino diventò il nostro nido.
Ci baciavamo, toccandoci con desiderio, facendo quel sesso a metà che non soddisfa.
Finché, dopo grandi intrighi (così mi rivelò in seguito) riuscì ad ospitarmi a casa sua, nel suo letto e raramente nella mia vita mi sentii più emozionato di quel giorno, quando ci potemmo spogliare ed amare con calma.
Iniziò così la lenta tortura di aspettare di nuovo il momento per ritrovarci, di godere l’un l’altro per poi fare la doccia insieme e prepararci un caffè in cucina: attimi da coppia normale, quello che non eravamo e che non siamo tuttora.
Riuscii per mesi a soddisfare il mio uccello e la mia voglia dividendomi tra la famiglia e lui.
I nostri pomeriggi a casa sua erano rari, occasioni da prendere al volo ma anche questo serviva a tener vivo il nostro desiderio, a volte mi contattava proponendomi un incontro entro un’ora, stuzzicandomi perché lo raggiungessi malgrado fossi impegnato.
Ed io correvo, attraversando la città intasata dal traffico, maledicendo ogni semaforo rosso che rubava minuti preziosi al mio Amore.
Oppure affittava una stanza per sé in un motel ed io ne prendevo una a mio nome, fingendoci viaggiatori in attesa di un volo: fu durante uno di questi incontri un po’ folli che, complice un Barbera corposo, lo convinsi a lasciarsi penetrare e piacque ad entrambi, per me fu come toccare il cielo.
Abbandonammo da allora i nostri ruoli ben definiti, per i quali io ero la sua Troia e lui il mio Uomo.
Giocammo da quel momento secondo le voglie che scaturiscono dai giorni di attesa, dalle conversazioni notturne in cui ci raccontiamo la giornata ma pensiamo al nostro prossimo incontro.
Stiamo pian piano rinunciando al divertimento con altri, perché senza di lui, senza i suoi baci, maschi e femmine mi sembrano strumenti freddi per dare e ricevere piacere, mi manca il sentimento.
Quindi aspetto e sogno: vorrei poterlo accompagnare in sauna, giocare con lui nel vapore, esibirmi davanti agli altri baciandolo e succhiandolo.
Oppure partire insieme verso un isola, camminare con lui sulla spiaggia, senza nasconderci.
Sogni, fantasie, che non vivremo, ne siamo certi anche se non ce lo diciamo.
Le nostre sono, ora, vite divise in due, da una parte ci siamo noi e dall’altra loro, le donne delle nostre vite “normali”, protagoniste del passato che non riusciamo a cancellare, ma che, in fondo, vogliamo rimangano anche nel nostro presente.
Siamo semplicemente uomini che camminano in equilibrio su convenzioni e obblighi morali, attenti a non cadere, equilibristi della trasgressione e di un sentimento che ci riempie e, nello stesso tempo, ci devasta l’anima.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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