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Un passato che ritorna(Storie di donne-3)


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
07.10.2024    |    2.181    |    9 9.5
"- Ti ho tradito Il povero uomo si bloccò, gli occhi sbarrati, il cazzo eretto ma subito in calo..."
Patrizia era sdraiata tra le sue gambe e la sua lingua percorreva con frenesia il breve tratto tra il clitoride e le labbra.

- Vienimi in bocca, bimba, fammi sentire che ti piace.
Tu sì che hai un buon sapore, mi aiuterà a dimenticare il gusto della sua pelle.

Le piaceva sentire quelle labbra che la sollevavano un po’ dalla voglia che lui le aveva provocato solo mezz’ora prima.
Mentre la sua amica del cuore, lasciato anche lei il fidanzato al bar, le procurava un orgasmo, Tiziana pensava a Gianni, il suo ragazzo, e all’uccello che avrebbe apprezzato con calma solo dopo il matrimonio.
Ed era pronta, a godere di nuovo ma…

Si svegliò, sudata nella stanza semibuia.
Gianni russava piano al suo fianco, ignaro dei demoni che la inseguivano, giorno e notte, da quando Carla le aveva fatto ricordare i suoi giochi saffici con Patrizia.
Erano anni che non ci pensava perché non voleva ricordarli.
Li aveva accantonati come un periodo della sua vita da ragazza, qualche episodio in cui aveva ceduto alle proposte della sua migliore amica.

- Dai, che c’è di male, ti faccio rilassare, lo so che ti piace, meglio farlo insieme che ognuna per conto suo.

Patrizia, ricordava bene, era smaliziata, esperta, sicuramente qualcuna o qualcuno le aveva insegnato come usare quella sua lingua che diceva cose spinte o parolacce ma che si muoveva con sapienza tra le sue gambe.
Tutto era finito col suo matrimonio quando finalmente aveva potuto dormire, e non solo, col suo Gianni.
Alla sua amica aveva chiesto come dono di nozze di dimenticare ogni loro gioco e tutto era stato nascosto nell’oblio.
Fino al sabato precedente, quando la “Signora” Carla dopo aver accettato le carezze spinte del suo amico mentre erano seduti in pizzeria, l’aveva salutata davanti alla cassa ed alluso con malizia alla comune amicizia con Patrizia.
Forse anche con lei, la Patty aveva giocato?
Erano state maestra ed allieva a sua insaputa?
Non lo sapeva con sicurezza ma poteva anche esser successo.
Da quella sera maledetta non aveva pace.
Non riusciva a considerare come innocenti quei giochi, si vergognava ancora, soprattutto, da adulta, aveva paura che Gianni potesse saperne.
Aveva scoperto che Carla abitava di fronte a lei e aveva anche capito che sapeva tutto ed era una donna senza pudore.
Prima dell’esibizione in pizzeria (la sua passera senza mutandine né pelo accarezzata dalle dita di lui), aveva potuto vederla alle prese con l’uccello dell’uomo nella stanza dell’appartamento di fronte al suo.
Doveva ammettere che fare la guardona un po' le era piaciuto.
Soprattutto l'aveva convinta ad illuminare un po' la loro camera da letto per guardare il suo uomo finché facevano l'amore.
Le rimaneva, forte, il dubbio che le due situazioni non fossero state semplici coincidenze.
Non capiva però quale avrebbe potuto essere il fine degli spettacoli a cui aveva, forzatamente, assistito.
Ammirò ancora un po' il suo Gianni, rilassato al suo fianco e pensò che forse, forse, la soluzione era parlargli.
Si ricordò che anche lei era stata comprensiva quella volta che lui le aveva confessato di essere stato in un topless bar con gli amici del calcetto.
E non solo per una sera, e non soltanto per guardare.
Una bravata, quando lei era troppo impegnata coi figli piccoli per essere la ragazza divertente che era stata.
Lui aveva parlato guardandola negli occhi del suo rimorso e della sua tristezza, chiedendole di perdonarlo, dicendosi che era un maledetto coglione.
Per un po’ lei aveva dormito sul bordo del letto un po’ discosta ma poi una notte gli aveva detto

- Ho freddo, scaldami.

Si erano abbracciati, una notte dopo l’altra e poi, finalmente, avevano ripreso a fare l’amore al martedì sera ed, in aggiunta, al sabato mattina.
Sapere che Gianni era un po’ meno perfetto di quanto si era sempre descritto, l’aveva quasi fatta sentire al suo pari.
Lo vede aprire gli occhi e subito la sua mano forte le sfiorò una coscia.

- Buongiorno, bimba.
Adoro il sabato, quando la sveglia non suona.
Un caffè e poi…

Ed intanto la mano saliva sul suo fianco e le arrivava al seno.

- Vado, vado, ti ci vorrebbe, meglio, una camomilla…

La piccola pausa in cucina le diede il tempo per prendere una decisione.
Sul vassoio con le tazzine e la zuccheriera mise anche due biscottini, giusto per indorare la pillola.
Sorbirono con calma il caffè e poi, posate le tazze, si distesero di nuovo sotto le coperte.
Tiziana cercò per la sua faccia lo spazio confortante dell’ascella del suo uomo ed allungò con grande coraggio la mano verso le parti basse di lui che si fece sfuggire un sospiro.
Ed il suo uccello si mise in fretta sull’attenti.

- Ehilà, qualcuno ha voglia stamattina, adesso ci penso io…

Gianni fece per sollevarsi e prendere posto sopra di lei, ma fu bloccato da tre parole crude.

- Ti ho tradito

Il povero uomo si bloccò, gli occhi sbarrati, il cazzo eretto ma subito in calo.

- Cazzo, donna, sei impazzita?
Hai voglia di farmi fare un infarto?
- No, Gianni, ascoltami e fallo bene.
Ero giovane, avevo voglia e lei, lei, era così importante per me.
- Di cosa parli, si può sapere?
Lei…giovane… ma che vuoi dire?
- La Patty, la mia damigella, ricordi era la morosa di Vanni.
- Ho capito, ma certo, vi davate da fare nella taverna dei suoi, credi forse che non lo sapessi?
Come credi che lei si pagasse le sigarette?
Ci aveva avvisati che prima o poi avresti ceduto.
Dalle finestrelle della taverna vi guardavamo, io ed il suo moroso, e ci gustavamo lo spettacolo di voi due.
Stavamo tranquilli così, nessun altro con cui avreste potuto farci le corna.
Ho sofferto le pene dell’inferno a non poter andare in fondo con te ma, che ricordi, che meraviglia vederla indaffarata laggiù ed il tuo viso finché godevi.

Lei alzò la testa, guardò furiosa il suo uomo e gli mollò una schiaffo potente.

- Potevi dirmelo, avrebbe potuto essere divertente, ed invece mi sono sempre sentita in colpa.

Gianni si tenne la mano sul viso, stupito dalla reazione inaspettata.

- Ti conoscevo, ti saresti vergognata, eri così ingenua e fragile.

Lei pensò agli anni sprecati e giurò “mai più segreti”.
E fu così che Gianni seppe del pompino visto da una finestra e del turbamento di lei pensando al viso in estasi di quell’uomo.
Ma anche della sceneggiata dei due amanti quel sabato sera, mentre tutti loro maschi, presi dal derby in Tv non avevano avuto sospetto.

- Ecco perché delle tue voglie improvvise, piccola.
Dovrei solo ringraziare quei due.
E lei ti ha invitata in casa sua alla sera, vai pure ma dille di lasciare aperte le finestre.
Vi guarderò con vero piacere, nascosto dietro le tende della nostra stanza.
Mi sembrerà di tornare ragazzo…

Carla si svegliò tardi quel sabato.
La sera prima erano stati, come al solito, al privè.
E, come sempre, non aveva vissuto niente di esaltante.
Aveva ballato, flirtato con uomini e donne, nudi anche loro sulla pista sotto le luci strobo.
Poi si era avventurata con lui nei corridoi bui dove mani impazienti l'avevano sfiorata.
Negli stanzini qualcuno faceva un sesso chiassoso.
Al suo uomo sarebbe piaciuto che lei si buttasse sui letti già stropicciati e magari ricevesse le attenzioni di qualche donna.
Lei però voleva tenere il suo desiderio di passera per quando, ne era sicura, Tiziana avrebbe suonato il suo campanello.
Patrizia, anche recentemente, le aveva confidato di quanto era dolce il sapore della sua amica del cuore.

- Ti prego, invitala, tienila pressata, incontrala, chiedile di me.
Falle dire che le piaceva che gliela leccassi, allora.
Adesso che l'abbiamo ritrovata sarebbe un peccato perderla ancora.
Gianni negli anni l'avrà fatta crescere, scommetto che sarà divertente.
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