Gay & Bisex
I segreti dei loro mariti (San Valentino 2)
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21.02.2025 |
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"Raccogliendo tutte queste considerazioni (il cervello femminile dicono sia portentoso quando serve…), mostrai una certa perplessità che invece non provavo, ..."
"La geometria non è reato" (Renato Zero)"Fare sesso con due uomini è la trasgressione sognata dalle Italiane" (Vanity Fair)
"Concordo" (Loretta)
“Avrei potuto accettare un tradimento, ma trovarlo a letto col suo collega, no…”
La voce incrinata dal pianto, si infila nell’improvviso silenzio del bar; noi tre non riusciamo ad evitare di guardare in direzione del tavolino occupato da due donne nostre coetanee.
Capiamo subito chi sia la “Cornuta” perché si sta tamponando il viso con un tovagliolino mentre la sua amica, protesa verso di lei, le ha appoggiato la mano su di un avambraccio.
“Povera donna” sussurra Giulia, quando torniamo a guardarci, piene di imbarazzo per la sfortunata, “scoprire in un solo momento di essere stata tradita e di avere un marito frocio!”
“Beh, magari è solo bisex, poi oggi si dice omosessuale…” cerco di mediare io.
“No, io dico pane al pane, che si fa i maschi è frocio, punto”.
Decido di non insistere, non ne varrebbe la pena, Giulia è una brava donna ma di mentalità poco aperta.
Interviene invece Anna, che di solito non si sbilancia: “Forse lei ha chiuso bottega, come si dice, e lui si è fatto consolare come ha potuto…”
La nostra amica fa un segno con la mano e capiamo che il discorso per lei è terminato, se sapessero che essere inserita in un triangolo con maschi bisex è uno dei miei sogni segreti!
Ci penso ogni tanto, da quella volta che…
Ci avevano trascinato in un privé ma dopo due ore ancora non era successo nulla.
Ivo ed io eravamo molto curiosi di ritornare in un locale del genere dopo anni di mancata frequentazione e per questo ci eravamo sobbarcati quasi duecento chilometri di autostrada sotto una pioggia torrenziale, l’appuntamento era con altre tre coppie conosciute sul sito e che già si frequentavano tra loro.
“Proviamo, dai” mi disse Ivo “ anche se non dovesse esserci feeling o il locale non ci piacesse, non ci rimarrebbe la curiosità per non averci almeno provato”.
E la sensazione di un flop in corso, dopo due ore di sole chiacchiere sottovoce nell’ammollo dell’idromassaggio stava facendosi strada, finché non iniziarono i palpeggiamenti reciproci.
Come al solito, furono i maschi a proporre una sorta di acquagym erotica e noi donne ci ritrovammo ognuna inginocchiata, con l’acqua quasi alla gola, davanti ad un uomo che non era il nostro compagno consueto.
Bruno assunse il compito di fare un po’ da allenatore e ridendo dava i comandi del tipo: “Bene, ora Signore, mani avanti, toccate le spalle, ok, ora sfiorate i capezzoli, bene, cercate di individuare il cazzo del vostro partner e massaggiatelo con delicatezza, brave così!
Ed ora scopriamo se siete capaci di andare in apnea, giù, forza, con le teste sott’acqua, vediamo chi di voi dura di più!
Per cortesia, i Signori, ora chiudano gli occhi e si preparino ad assaporare l’impegno delle fanciulle!”
Non tutte riuscimmo ad immergerci per provare un pompino acquatico, io ad esempio non tentai proprio perché l’acqua era piena di cloro e già solo l’odore mi infastidiva.
Rimanendo “in superficie” potei però assistere ad un veloce cambio di scena, quando Nicole e suo marito invertirono i loro posti.
Vidi così Fabio che con maestria si immergeva a succhiare il cazzo di Bruno e la cosa parve dare una grande soddisfazione ad ambedue i maschi, immaginai che probabilmente fosse un gioco già provato in passato.
A conferma delle preferenze dei due amici, quando fummo tutti insieme nei camerini semibui del privé, ammirai con gran stupore e, sì eccitazione, un bollente 69 tutto al maschile.
Sinceramente mi bloccai davanti ai due corpi allacciati e solo quando Bruno lasciando per un attimo il cazzo di Fabio, mi sussurrò: “toccaci!”, ripresi vita.
Solo un’altra volta mi era capitato di essere coinvolta in un gioco simile e non ci avevo più pensato, davvero, ma da quella sera di sei mesi fa, beh, qualcosa si è fatto strada nella mia mente: la forza con cui Bruno succhiava il suo amico, le sue mani che percorrevano il corpo, fermandosi poi sulle natiche muscolose, le dita che vidi infilarsi decise nel solco, la voce di Fabio che esprimeva il suo piacere per essere penetrato e senza tanti riguardi.
E tutto questo non rese meno virile il modo con cui poi i due amici si dedicarono a me, forse per questo, il ricordo mi solletica e mi accompagna da allora.
Non ci avrei mai creduto ma ora sono qui in casa da sola con Marco e Matteo, perché ho scoperto di avere due amiche che in fatto di porcaggine non sono seconde a nessuna.
Elena e Clarissa, le legittime mogli, mi hanno fatto capire qualche tempo fa che, a loro volta, avevano una fantasia ben precisa da esaudire e mi chiesero di “prestare” loro, gentilmente, il mio uomo.
Me lo dissero così, senza tanti giri di parole, come se mi stessero chiedendo in prestito l’aspirapolvere: “Non è che potremmo fare sesso a tre con tuo marito, una volta o l’altra, solo noi, senza te e gli altri uomini, giusto per provare il brivido…”
La prima risposta che mi passò per la mente fu un: “Non se ne parla!” ma poi in un lampo pensai a certi segnali che avevo notato nei loro mariti.
Piccoli gesti, mentre chiacchieravamo finché eravamo a cena insieme, un paio di battute scherzose e comprensive verso comuni amici gay, oltre ad un progetto, condiviso anche da me peraltro, di assistere ad uno spettacolo di Drag queen.
“Vuoi vedere…” mi ero detta “che i ragazzi sono bisex?”
Pensai anche che, pur se mi stessi sbagliando, stare sola con loro non mi sarebbe spiaciuto, perché erano il tipo di uomini che mi fa sangue, educati ma maliziosi, riservati ma curiosi, una buona compagnia, insomma.
Considerai anche in un nanosecondo che erano per di più fisicamente interessanti, sempre curati, sbarbati, con le piacevoli pancette di rigore nei maschi accoppiati che io trovo sexy oltre ogni limite.
Raccogliendo tutte queste considerazioni (il cervello femminile dicono sia portentoso quando serve…), mostrai una certa perplessità che invece non provavo, ma mai esporsi troppo sinceramente con le amiche, finsi di riflettere un attimo sulla proposta di Elena e Clarissa, poi lasciai uscire un: “Perché no, non sono gelosa di voi e so che Ivo vi guarderà volentieri…”
Dentro di me, sorridevo pensando al mio uomo che si sarebbe trovato in balia di quelle due e che, da gentiluomo corretto e rispettoso qual è, avrebbe sudato cento camicie per trattenersi. O magari le due tipe lo avrebbero pregato di intervenire, chissà. Chiedergli poi un racconto sincero dell’esperienza, non avrebbe avuto prezzo.
Ripenso a tutto questo mentre sono sola con i due maschi, ancora convinti che le loro mogli siano semplicemente andate con Ivo a prendere le pizze per cena.
Ci siamo trovati apparentemente tutti insieme a casa nostra per festeggiare un po’ in anticipo la festa di San Valentino, Marco e Matteo sono rilassati, seduti al tavolo della cucina, bevono qualche sorso di aperitivo, sgranocchiando le patatine.
Io invece faccio finta di rigovernare un po', li lascio chiacchierare, sono in perfetta sintonia tra loro e ancora ignari, finché Marco alza gli occhi verso l’orologio a muro esclamando: “Ma dove sono andati a prendere ‘ste pizze, direttamente a Napoli?”.
Prendo un respiro ed insieme il mio cellulare, lo metto sul tavolo ed in vivavoce faccio ascoltare un messaggio registrato in anticipo dalle loro Signore: “Ciao, tesori (momento di pausa, segue una risata) abbiamo pensato di farci un regalo per San Valentino, che vi costerà poco, o meglio nulla, e che speriamo vi farà felici. Non aspettateci per cena, abbiamo altro da fare (risate)…”.
Marco e Matteo mi guardano, io sono seduta al tavolo di fronte a loro, cerco di mostrare una sicurezza che non provo e chiedo: ”Vi piacerebbe farmi vedere come giocate tra di voi?”
Così senza tanti giri di parole, della serie “o la va, o la spacca”, sperando di aver interpretato bene i loro desideri.
“Mi conoscete, ormai, sapete che qualsiasi cosa succeda, rimarrà il nostro segreto”-
Trattengo il fiato, loro mi guardano senza parlare.
Matteo si alza per primo, conosce la casa, sento l’acqua scorrere nel bagno, se dovesse tornare in cucina e chiedesse al suo amico di andare via, lo capirei.
Invece passa qualche minuto, l’acqua non scorre più, guardo Marco e lo prendo per mano fino alla porta della nostra camera dei giochi, attigua al bagno degli ospiti.
Matteo non mi ha delusa, ha già acceso le candele nella stanza, lo vediamo sdraiato in mezzo al letto, nudo ed in attesa, si sta toccando lentamente il cazzo, è eccitante, esplicito, sento una stilettata in mezzo alle cosce.
Marco va a rinfrescarsi, io faccio la stessa cosa nell’altro bagno e mi trattengo più del dovuto, pensando di lasciarli soli per chiarirsi meglio.
I minuti scorrono lenti, ho terminato tutti i rituali “pre-gioco”, indossato il mio completino sexy preferito, aggiunto un po’ di profumo e ritoccato il rossetto, mi avvio quindi verso la stanza sulle mie scarpe dal tacco a spillo, perché, in fondo, vorrei partecipare anch’io a qualsiasi cosa che stia per accadere.
La visione sul letto mi lascia senza fiato, gli uomini sono ambedue in ginocchio e si stanno studiando con le mani, hanno un che di sensuale e forte insieme, la luce delle candele crea una magia che non mi sarei aspettata.
Me ne sto in disparte, affascinata, cerco di muovermi con tutta la calma possibile, mi inginocchio sul tappeto per non disturbarli avvicinandomi troppo, mentre Marco si stende e Matteo si piega su di lui, prendendo in bocca la sua erezione.
Provo un piacere nuovo, mentale ma che mi fa bagnare insieme, perché ho la certezza di averne capito i desideri e di essere la complice del loro trovarsi.
“Vieni, Loretta, c’è posto anche per te, mettigli la fica sul viso, so che gli piace”.
La lingua di Marco è esperta, le sue mani si muovo sui miei fianchi, i suoi gemiti riempiono la stanza, vedo la bocca di Matteo sempre più veloce sul cazzo del suo amico.
“Vengo!” lo sento dire forte, mi tolgo dal suo viso, voglio vedere la sua espressione mentre l’orgasmo lo scuote.
Mi tocco con le dita e mi sento bagnata oltre ogni decenza, mi chino su Marco ed insieme a Matteo lecco l’uccello che ora riposa sull’inguine.
“Allora, soddisfatta?” mi sussurra e senza attendere risposta mi porta in bocca un dolce sapore di maschio che ha goduto.
“Mmm” rispondo “direi che siamo solo agli inizi, non credi? Lasciamo che lui si riprenda, so che di solito non si risparmia”.
“Me lo ha detto sua moglie” mi verrebbe da continuare ma lo ritengo inopportuno e per un attimo, ma solo un attimo, mi scorre la visione delle mie amiche e del mio uomo, che in un'altra stanza, in un'altra casa, stanno facendo sesso.
“Cosa ti aspetti, cosa pensavi di vedere?” mi chiede Matteo.
“Non so, immagino che vogliate conoscervi, non so…” sussurro mentre lui mi passa le dita sui capezzoli, mi piace avere la sua attenzione, mi eccita sentire che è duro nella mia mano, inizio a muoverla sull’asta.
“Lecchiamolo insieme, vuoi?” mi dice alzando gli occhi dal mio seno, mi manca l’aria, Marco è ancora sdraiato con gli occhi chiusi, ci abbassiamo su di lui, io cerco la sua bocca e gli mordo delicatamente le labbra.
“Sei vivo?” gli chiedo, lui sospira, Matteo ridacchia, passiamo a succhiare i capezzoli del maschio abbandonato sotto di noi, non sarebbe molto diverso se si trattasse di una donna, la mia eccitazione sale a mille.
Sento la mano di Marco sfiorarmi la schiena, ha sempre gli occhi chiusi, si sta godendo le nostre bocche sulla sua pelle calda e sudata, sospira, sussulta quando ci dedichiamo di nuovo al suo cazzo che pare rianimarsi, le sue dita mi sfiorano tra le cosce fradice.
“Girati!” gli intima Matteo, Marco è passivo, quasi sottomesso, si mette prono con le braccia aperte, abbandonato a noi, capisco cosa sta per succedere, prendo dal cassetto del comodino una boccetta di olio per massaggio e la scatola dei preservativi.
“Rilassati, non pensare ad altro che al tocco delle nostre mani” la voce di Matteo è dolce, quasi una cantilena, vedo le sue dita spalmare l’unguento sulla pelle, si intrecciano con le mie, lo guardo scorrere il lattice sul cazzo, è pronto, deciso, come non l’ho mai visto.
Sono sua complice nel puntare la cappella nel solco unto del culo, lo guardo affascinata farsi strada, Marco geme, ma è sempre abbandonato, stringe forte le lenzuola .
I movimenti di Matteo si fanno frenetici, le sue mani avvolgono i fianchi del nostro amico, i suoni che escono dalle loro bocche sono rantoli di piacere, io vengo solo toccandomi appena il clitoride, devo distendermi chiudendo gli occhi, non li apro nemmeno quando dita curiose esplorano la mia fica ed il mio culo, mi godo un altro orgasmo senza voler sapere chi mi stia toccando.
“Noi ce ne andiamo, Lory, ormai è quasi l’una”, Matteo mi accarezza il viso, mi rendo conto di essermi addormentata, accoccolata in mezzo a loro, quando tutti avevamo già goduto più volte, “grazie di tutto, sei una buona amica, ci riproviamo, quando vuoi”.
Mi trascino nel letto dove aspetterò lui, è appena iniziato il giorno degli innamorati.
Prima di addormentarmi, di nuovo le immagini di quei corpi maschili mi vengono ancora a trovare e una scena maliziosa si completa nei miei sogni con la presenza del mio uomo: qualcuno lo sta succhiando e a lui piace…
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