Lui & Lei
Rossomalpelo
di Cpcuriosa60
02.08.2024 |
3.497 |
10
"Oppure, ho capito male e quindi mi fermo e mi scuso, davvero, con te..."
- Adele, tu che ne pensi?Possiamo pubblicare?
Adele, sei con noi?
La voce del vice Amministratore Delegato mi scuote dai miei pensieri.
Parla con me, non so nemmeno di cosa, io stavo pensando al suo pelo rosso.
……………..
Andrea, lo so, mi odia.
E da sempre.
O forse solo da quando io mi sono permessa di entrare nelle grazie di sua “zia”, l’AD dell’azienda, la Padrona del mondo, la vedova di uno dei fondatori di questa florida industria.
In realtà, Lei non è esattamente sua zia, ma appunto la Vedova del Socio di suo padre.
Quindi, per la cronaca, nessuna parentela effettiva tra i due Fondatori, erano solo grandi amici ed ora sono entrambi defunti.
Tra “zia” e “nipote” esiste un legame d’affetto, le malelingue dicono qualcosa di più.
Ecco, a me non sta simpatico, però ho grande stima di Lei e credo che passino solo del buon tempo insieme.
In questo periodo dovrebbero essere in Francia, ma Lei è tornata nella villa affacciata sul Valentino per il funerale di una amica che abitava in città.
E qual è stata la bella idea di Lui?
Piombare in azienda, di venerdì pomeriggio, “per un piccolo briefing”, fuori programma.
Fanculo.
Non sono nemmeno vestita come si deve, per il caldo torrido di questi giorni ho solo un vestito di cotone a fiorellini e ciabattine.
Tutto mi dà fastidio anche il reggiseno di pizzo nero leggero e le mutandine abbinate, se potessi mi metterei nuda.
Ed è solo per questo che come al solito mi sono permessa un’oretta fa di aprire la porta del bagno riservato ai manager, sicura che non ci fosse nessuno ad approfittare della doccia.
Del resto, la porta non era chiusa a chiave.
Sono entrata e l’ho visto.
Si stava spuntando la barba, a torso nudo, forse aveva avuto la stessa mia idea della doccia.
Si è bloccato guardandomi, con il rasoio a mezz’aria, i jeans semiaperti ed il pelo ancora umido.
Ecco, se c’è un’immagine che mi eccita oltre misura, non è un uomo nudo come mamma l’ha fatto, ma l’inguine maschile che spunta dalla patta sbottonata .
E’ il famoso “vedo e non vedo” decantato dai maschi quando sbirciano nelle nostre scollature.
Le scene che fanno rabbrividire o scaldare, a seconda dell’indole.
Che agli uomini, mi dicono, fanno svegliare l’uccello che se ne stava tranquillo nei boxer.
E che fanno bagnare noi donne, perché, diciamocelo non siamo da meno.
Ho sessant’anni suonati, ma non dimentico quella volta che un benzinaio mi fece il pieno alla Panda, svestito così.
Una versione padana di Giannini nel tranquillo mare d’Agosto, scarmigliato, sudato, rozzo ma “maschio”.
Ed anche adesso in sala riunioni, un’ora dopo il fattaccio, la mia mente rivive la scena.
Ho chiuso la porta, mormorando un “Scusa, pensavo non ci fosse nessuno” e sono corsa nel mio Ufficio, sicura che avrei potuto scapparmene a casa due ore dopo.
Ed invece no, sono qui, in sala riunioni (non nel bagno) intorno al tavolo ovale ma con Andrea-dal-pelo-rosso seduto a fianco.
E lui mi scruta, lo vedo, con quegli occhi da gatto bastardo.
E so cosa guarda, o almeno lo penso.
La sala è l’anticamera del polo Nord, i condizionatori sono al massimo, io ho i brividi e di conseguenza i capezzoli rigidi.
E lui guarda, ed io vorrei alzarmi a cercare almeno un foulard.
Se risponderò in fretta e dirò cosa penso del nuovo catalogo online, magari me la cavo.
- Fa cagare, è uno schifo
Vorrei dire.
Ed invece mi adeguo all’opinione degli altri, soprattutto del mio Capo e del creativo di turno (sono gay geniali entrambi, io li rispetto, ma per me anticipano troppo i tempi nel mondo della moda per i bimbi, mica siamo a Parigi).
- Va bene, allora procediamo.
Buon fine settimana a tutti.
Saluti e baci e tutti ci dirigiamo verso la porta.
Ma…
- Adele, puoi venire un minuto da me?
Cazzo, ed adesso che vuole?
Mi giro e cerco di sorridere con nonchalance
- Certo, Andrea, volentieri.
Lo seguo, nel corridoio ormai deserto, tutti se ne sono andati o stanno per farlo, come si dovrebbe in un pomeriggio d’agosto.
L’ufficio che Lui divide con Lei, è fresco, le tende oscurano le vetrate che si affacciano sul prato dietro l’Azienda.
Entriamo, prima io e poi lui, la porta si richiude.
Le sue mani, sulle mie spalle.
- Te lo chiedo adesso e solo per una volta.
Posso fermarmi, prima che tutto precipiti.
Mi vuoi, ora e qui, senza conseguenze, perché abbiamo un paio d’ore di tempo, da persone adulte.
Oppure, ho capito male e quindi mi fermo e mi scuso, davvero, con te.
Quanto tempo ho per rispondere?
Un secondo, un’ora, tutta una vita?
Ho sempre adorato la letteratura dell’Ottocento.
E consolare, coccolare, il piccolo Rossomalpelo, che nella mia fantasia da minatore dalle cave di sabbia diventa benzinaio della Romagna per poi presidiare nella sala riunioni, beh…
Mi pare una buona idea…
Mi giro, lo guardo, scoprendo che sono alta a sufficienza perché lui non si pieghi più di tanto per baciarmi.
To be continued
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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