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Non chiamatemi Milf


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
03.11.2024    |    11.909    |    32 9.4
"Di solito organizzano una cena in uno dei tanti localini in campagna che, fatalità, hanno un paio di camere al piano di sopra..."
Rientro in casa cercando di non fare troppo rumore, ma nel mio stato d'animo anche solo il gesto di togliermi la giacca pare essere brusco e fastidioso per gli orecchi.
Lui non dorme, legge, accomodato con i cuscini dietro alla schiena.
Mi scruta da sopra la montatura dei suoi occhiali da presbite e mi fa un sorrisino di compatimento.

- Già a casa, piccola?
Ti hanno dato un due di picche?

Gli tiro, tra l'arrabbiato e lo scherzoso, il body rosso che avevo scelto per lui.
Per l'altro.
Quello che mi ha fatto aspettare davanti al ristorante come una scema, mandandomi messaggi di scusa perchè (nell'ordine):
"La riunione va per le lunghe, volevo passare da casa a fare una doccia ma credo di non riuscire"
"Uffa ma quanto parlano"
"Ci mancava l'aperitivo col capo"
"Spero tu non sia già partita, sarò sicuramente in ritardo"
E poi la mazzata, definitiva:
"Mi spiace, non riesco a staccarmi, i clienti ci hanno invitato a cena.
Scusami,scusami..."

I ragazzi sono crudeli.
Intendo quelli sotto i 40 anni, per me sono ancora ragazzi.
Hanno vite frenetiche, lavoro, calcetto, stadio, lavoro, palazzetto, padel, eccheccazzoneso'....
E tutto per loro è sovrapponibile, sostituibile, anche il sesso, le scopate con le loro coetanee e con noi, le donne mature.
Quelle che cercano, come fossimo miele per gli orsi.
Perchè sono, in fondo, dei gatti in calore e noi micione dal pelo morbido e curato e ci credono sempre pronte in attesa delle loro voglie.
Ed hanno ragione, dobbiamo ammetterlo.
Perché, se ci deludono, diciamo: "questa è l'ultima volta, basta, non ho più 15 anni, fanculo".
Poi invece, ricominciamo.
Parliamo di me, ad esempio.
Ho un salone da estetista, quattro ragazze mi aiutano a fare cerette e massaggi, preparare le cabine delle lampade e sorridere alle signore clienti, un po' annoiate e sempre indecise sul colore dello smalto.
Due palle (due ovaie, si dovrebbe dire per par condicio).
Ma i maschi, è risaputo, li curo io.
Mi sono fatta il mazzotanto per una vita, imparando il mestiere e sfidando la sorte per tenere aperta "la bottega" in questi tempi difficili.
Ed il premio, permettetemi, sono loro.
Vengono in pausa pranzo come se avessero sempre il fuoco al culo e mi devo far trovare libera.
Vogliono essere belli, depilati, abbronzati per mostrare in palestra i loro toraci tonici (e gli inguini lisci...).
Mi raccontano, tra uno strappo e l'altro, delle loro "morose" che se la tirano non poco.
Ed allora, ma non sempre, inizia il lento, cauto, gioco del "ma io ti capisco".
Di volta in volta, si aprono ed i discorsi finiscono lì, dove voglio, sulla mia comprensione, sull'esperienza, sul sesso vissuto in quanto tale, "una botta e via".
E pian piano li vedo cambiare, farsi più attenti, guardarmi con occhi diversi, anche perchè, per coincidenza il bottone della mia camicetta si slaccia e se mi chino a prendere una salvietta pulita possono vedere che...ops, ho dimenticato di indossare gli slip.
Lo so, non sono questa gran bellezza e ho superato da un po' la boa dei cinquanta ma, che dire, piaccio.
E raramente fallisco, se "punto una preda".
Li lascio illudersi di avermi sedotta, di strapparmi un appuntamento di nascosto dalle mie ragazze e, soprattutto, di pensare che dovrò inventarmi una scusa credibile con Lui, il mio legittimo consorte.
Di solito organizzano una cena in uno dei tanti localini in campagna che, fatalità, hanno un paio di camere al piano di sopra.
Ci troviamo nel parcheggio, ognuno arriva con la sua macchina, a volte mi portano un pensierino, sempre almeno una rosa.
Che carini...
Si stupiscono di vedermi truccata con cura, elegante col mio tacco dodici, molto Signora per bene, timida nel salutarli seppur con un bacio sulla bocca, lasciato quasi per sbaglio.
L'imbarazzo dei primi momenti svanisce appena ci sediamo e compare il primo bicchiere di vino ed io mi tolgo la giacca sotto alla quale porto, di solito, una camicetta molto scollata.
Ed ecco che io accelero, in dieci minuti li porto dove voglio, agevolando i discorsi con la punta di un piede ben diretta alle loro cosce, poi spudorata verso l'inguine, che trovo, sempre, reattivo ed interessato.
Li guardo diritta negli occhi, ascoltando perlopiù, ma buttando lì quelle che sono le domande e le risposte giuste per dar fuoco alle polveri (una su tutte, abbassando stavolta gli occhi sul piatto: "sesso anale? Anche sì...).
E mangio.
Assaporo con evidente soddisfazione ogni pietanza, facendo capire che per me il cibo è piacere, godimento e che alla dieta "ci penserò domani".
Dalla mia esperienza, una donna buongustaia lascia far percepire che a letto sarà altrettanto ingorda.
Piccole (?) tecniche di seduzione, prendere nota, please.
E vi giuro che funzionano, col cinquantenne pigro ma anche col palestrato.
Come diceva Wilde riguardo alle tentazioni, lo sanno tutti.
Al momento del conto ho però il mio colpo di teatro, quando mi faccio avanti per pagare con la mia carta "almeno la mia parte, tesoro, dai siamo amici, in fondo..."
Loro insistono sempre e fanno i galanti, oh, come mi diverto.
E poi arriva il momento cruciale, la prova del nove, quando il ragazzo di turno si alza e va a parlottare col gestore, mi immagino il dialogo: " Sì, certo, ti ho tenuto la stanza libera, al solito, vai e chiedile..."
Li vedo, con la coda dell'occhio, ammiccare tra loro, complici per l'ennesima volta (perché non sono mai la prima ad essere invitata lì, che credono, ne sono ben consapevole...)
Quando lui torna e mi invita di sopra, fingo sorpresa, forse un po' di vergogna, ma sempre mi nego, colta all'improvviso da un apparente rimorso inaspettato.
Loro ci rimangono male ogni volta, soprattutto per la magra figura che faranno davanti all'oste.
Da parte mia riesco spesso a far scendere addirittura una lacrima ed in quel momento lancio sul malcapitato un'invisibile ragnatela che lo avvolge e lo tiene legato fino al nostro prossimo appuntamento in salone.
Perché tornano, sempre, e non sanno che cosa li aspetta, io non sono una semplice Milf, che brutta parola.
Dovranno meritarsela la scopata della loro vita nei modi e nei tempi che sarò io a decidere, la fantasia e la pazienza non mi mancano.

A meno che, come stasera, la loro maledetta voglia di fare carriera non mi scombini tutti i piani.
Ma lui tornerà, oh sì, come tutti, a farsi la ceretta all'inguine e, peccato, quel giorno io sarò occupata con qualcun'altro.
Linda, la ragazza apprendista, sarà libera invece e deve ancora fare un po' di pratica...

Nota di Loretta: questo racconto è uno scherzo.
Rivolto a chi aspetta un cenno di comprensione.
E a chi chiedeva con molto interesse se esistessero donne a cui piace dirigere il gioco.
Ecco, io ne ho presentata una, credo molto realistica.
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