tradimenti
Il letto del vicino
di Cpcuriosa60
15.06.2024 |
20.358 |
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"Sessant’anni, che cifra impressionante, la ripeto dentro di me, fa paura..."
Mi hanno svegliata dei colpi sordi, ritmici, inequivocabili.Solo la testiera di un letto che batte sulla parete può fare un rumore così.
Lo scandire di un amplesso, qualcuno sta scopando nella stanza a fianco.
O facendo l’amore.
- Sì, dammelo, tutto.
Scopando, ho capito.
Lui non può sapere che io ho questa stanza nel sottotetto, a fianco del suo
appartamentino, da fuori non si nota.
E’ il mio regno, ci sono i miei libri ma anche l’occorrente per stirare, una radio col
lettore CD, filati, stoffa e una poltrona reclinabile per fare un sonnellino.
Il mio Amore me l’ha regalata facendo modificare il progetto della casa.
Tun, tun, tun…
Chissà con chi è, una ragazza o poteva essere una voce maschile, era un sussurro, del
resto non l’ho mai visto in compagnia.
E’ arrivato da dieci giorni, giusto in tempo per assistere alla mia caduta rovinosa dalla
scala, per vedermi per terra, passera al vento, culo all’aria.
Povero ragazzo, che spettacolo deprimente!
E’ stato gentilissimo, mi ha fatto compagnia finchè aspettavamo l’ambulanza e hanno
lasciato salire anche lui (“Sì, accompagni pure la sua mamma”: non ho ribattuto…)
La sua mamma, sì potrei esserlo se quella volta avessi ceduto al mio vicino di
ombrellone… avevo diciott’anni, freschi, freschi.
Ha ragione il neurologo che mi ha visitato, dopo la caduta i pensieri partono per la
tangente (leggera commozione cerebrale, tecnicamente parlando, mi pare).
Tun, tun, tun…
E allora, la volete finire?
Ho talmente male alla spalla che non riuscirei nemmeno a battere sul muro con la
scopa ed urlare che qualcuno vuole riposare.
Aspetta, non è notte, saranno le cinque del pomeriggio, non hanno un lavoro quei due
aldilà del muro?
Quei due, magari due maschi, non ho più sentito parlare.
Bello, mi piacerebbe vederli, se anche l’altro fosse così com’è lui, con quelle spalle…
Fa il fisioterapista, mi ha detto, ma prima deve essere stato un atleta.
Guardarli finché fanno sesso, solo guardarli, due statue greche allacciate, braccia,
muscoli, cosce, uccelli...
E’ da un po’ che ci penso, avevo quasi convinto il mio amico in chat, ma il suo amante non
ha voluto, peccato.
Ora è sparito dal sito, ma gli scrivo ogni tanto, di nascosto da lui, dal mio lui, che non
sa…
Lui, che da quando sono caduta mi tratta come una bambolina di vetro.
- Devi stare a riposo, l’ha detto il Dottore.
Riposo non vuol dire non fare l’amore, niente coccole, niente di niente.
Starei ferma, tranquilla, lo lascerei fare, per una volta tanto, stile brave Signore di una
volta, ferme, tranquille, senza un gemito, senza piacere, senza peccato.
La frase del Gattopardo, mi aveva colpita la prima volta che l’ho letto, diceva più o
meno così (il Principe parlava col suo Confessore, mentre andava dalla sua amante; il
Principe, non il Prete)
- Mia moglie mi ha dato cinque (sei o sette, boh) figli e non le ho mai visto l’ombelico
Che tristezza…
Commozione cerebrale, lieve, la mia mente salta di palo in frasca.
Pensavo che sono in astinenza da almeno dieci, giorni.
Non riesco nemmeno a farmi un ditalino, mi fa male la spalla.
Quasi, quasi, scendo e busso alla sua porta, chiedo se mi vogliono con loro.
Tun, tun, tun…
E basta, ragazzi, su!
Ragazzi?
O forse c’è una lei di là, giovane, carina, magari inesperta.
L’avrà sedotta, poverina, con quel suo sorriso da bravo ragazzo, l’avrà convinta a
seguirlo in casa sua, magari l’avrà ubriacata.
No, e se invece fosse il contrario, e lei avesse esattamente saputo cosa voleva, un bel
tun, tun,tun…
Si saranno guardati spogliandosi, lentamente, alternando un bacio alla scoperta dei
loro corpi.
O si saranno quasi strappati i vestiti, abbandonandoli lungo la scala.
E poi, l’avrà presa subito, famelico, senza nemmeno lasciarla bagnare.
O forse lei era già un lago, chissà…
Eccola, la sento ora, sta venendo, lui deve averle messo una mano sulla bocca perché
il grido iniziale è sfumato in un mugolio.
E di nuovo, accidenti, tun, tun, tun, aaahhhh
Allungo gli orecchi, trattengo il respiro, voglio sentirlo…eccolo, wow…
Chissà se è venuto dentro di lei o se ha cercato riparo altrove.
O magari l’ha riempita di gocce perlate, sul seno, la pancia, la fica…ah…
Stasera mi riempirò di Tachipirina e quando il mio Amore si sarà disteso, gli farò la
festa…
Altrimenti lo denuncio per abbandono della passera coniugale, può star certo…
E fanculo i Dottori.
Di là si è fatto silenzio, chissà…
Un pensiero, l’ultimo, mi sto riaddormentando.
E se quel giorno, invece di andarmene con Mimma fossi rimasta a casa
e lui fosse venuto a suonare
e l’avessi fatto entrare
e mi avesse toccata con la scusa di farmi un massaggio
e mi fossi eccitata
e l’avessi eccitato
e …
Cazzo, che scopata!
Ho male dappertutto, forse mi sono slogata qualcosa.
Erano anni che non facevo delle acrobazie simili da quando anch’io avevo l’età che lui
ha adesso, quarant’anni più o meno.
Non riesco nemmeno a scendere le scale, anche se mi sono tolta le scarpe col tacco
dodici.
Gli ho detto : “Vacci piano, ragazzo” ma niente, pareva non l’avesse mai vista.
E il rumore del letto, spero che lei fosse al piano di sotto e non nella stanzetta dove
coltiva i suoi hobby.
Poveretta, è ancora inferma dopo la caduta ed io mi sono fatta il ragazzo dei suoi sogni.
Perché sono sicura, un pensierino lei se l’è fatto, ci metterei sopra il mio anello di
brillanti, quello che il mio Amore mi ha regalato a Natale.
Aveva gli occhi umidi, povero caro, è la prima volta per lui.
“Mettilo, tesoro, ho visto come ti piaceva quando siamo stati in centro, lo ammiravi
dalla vetrina di quel gioielliere.
Non ti preoccupare, non pretendo nessun impegno da te, se non l’orgoglio di
vedertelo indossare”
Ecco, bravo, avrei dovuto dirgli, un brillante è per sempre, un uomo no.
Mi diverte in maniera un po’ perfida tenerlo sul filo ma ho le ultime cartucce da
sparare finchè mi tiene il fisico.
Sessant’anni, che cifra impressionante, la ripeto dentro di me, fa paura.
Ahi, un crampo, maledetti scalini.
Chi gli ha detto di allargarmi le gambe e poi buttarsene una dietro le spalle per arrivare
là in fondo dove voleva arrivare.
Cazzo…
Io gliel’ho detto “Sì, dammelo, tutto.”
Pazza, non si dice ad uno che ha vent’anni meno di te e fa palestra un giorno sì e l’altro
pure, ed in più fa il fisioterapista, niente di meno!
Ci siamo incrociati sul cancello mentre uscivo da casa della mia amica del cuore,
infortunata e costretta in clausura dal suo uomo.
L’ho salutato e dall’emozione di vederlo in carne (tanta) ed ossa (lunghe) mi sono
cadute le chiavi della macchina nella griglia dei garages.
Che figura da cioccolataia!
Ma lui gentile, mi ha portato di sotto e le abbiamo cercate insieme fino a quando è
saltata la corrente per l’ennesimo temporale di questa primavera da schifo.
Siamo rimasti al buio, mi sono spaventata, ho inciampato e sono caduta dai miei tacchi
dodici, altra figura da scema.
Lui mi aiutata ad alzarmi alla luce del telefonino e sotto il mio culo ha trovato anche le
chiavi.
“Venga su da me, le do un’occhiata, sono fisioterapista si può fidare.
Chieda se vuole alla sua amica, magari suoniamo il campanello”.
No, tesoro, ti voglio per me, ho pensato.
Trattenendo i lamenti sono salita con lui e mi sono spogliata per farmi controllare.
E non mi sono rivestita se non dopo due ore.
Cazzo, che scopata, non avevo ricordi.
Ohi, ohi…
Mi veniva da urlare ma mi ha tappato la bocca con una mano grande come un campo
da calcio.
Quelle dita, come le sa usare, faranno dei corsi speciali all’Università?
Sono nel vialetto che porta al cancello, spero che lei non sia alla finestra, per fortuna
avevo parcheggiato nella via parallela.
Ohi, ohi, che male
Ma ne è valsa la pena e martedì, vai si replica…
Rieccoli, sono di là.
Si trovano una volta alla settimana, allora.
E’ stato martedì scorso, ne sono sicura, era passata di qui Mimma dopo la partita di padel.
Anche oggi è venuta a trovarmi, che carina, mi ha detto che le manco a fare il tifo per lei.
Io non gioco, ci mancherebbe, ma mi piace accompagnarla, mi diverte vederla agguerrita contro Adele.
Di solito poi andiamo per negozi, da buone amiche.
Tun, tun, tun…
Hanno preso un buon ritmo, così ad orecchio.
Li ho pensati anche stamattina mentre facevo l’amore con lui.
Finalmente si è convinto che un po’ di sano sesso non può farmi male.
Mi fa bene, davvero, fatto in modo tranquillo perché ancora non sono guarita.
Con calma, limitando i miei movimenti ma lasciando che sia lui a fare tutto.
Bello, dolce, forse anche troppo…
E allora gliel’ho sussurrato, mentre le sue dita mi accarezzavano.
- Sai, il ragazzo dell’incidente, quello che sta di là, deve avere un’amante.
Li ho sentiti, una volta, e beh… deve essere bravo, lei si è divertita, credo, un sacco.
Lui ha sorriso, mi ha chiesto che pensieri m’eran venuti, se lo avessi voluto lì in quel momento.
Mi conosce, anche troppo, gli ho detto di sì.
- Si può fare, perché no, devo solo pensare come – la risposta.
E adesso li ascolto, lascio partire l’immaginazione.
Chissà se a lui potrei piacere, ecco non ci avevo pensato.
Magari a lui piacciono giovani, snelle ed alte.
.- Cazzo, cazzo, cazzone
Lei gode ed alza la voce, non è riuscito a farla tacere, stavolta.
Ma io la conosco, la voce!
Porca troia, c’è Mimma di là.
Troia, davvero, si sta facendo il “mio” ragazzo, che impunita.
- Loretta, tesoro, vengo volentieri a trovarti, rinuncio al padel, per te!
Non è per me, che rinunci, è per scoparti lui!
Senti, ora è il suo turno, è venuto, me lo immagino con gli occhi chiusi la testa all’indietro, le mani sui suoi fianchi ancora snelli.
Va bene così, che si divertano, anche se lei dice che è così innamorata…
Invidiosa, sono invidiosa.
Lei fa quello che io non potrei mai fare, tradire il mio Amore e con un ragazzo.
Per esserne sicura, controllo la telecamera che riprende il portoncino d’ingresso e la vedo uscire, un po’ malferma sui suoi soliti tacchi.
Chissà se tornerà anche martedì prossimo.
Potrei anche andare a trovarli….
E,se interessa,Mimma è stata a Cap d'Adge
I due racconti sulla sua esperienza sono online
Mentre questo racconto è il seguito di "Io ed il fisioterapista"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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