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L'importante, è finire


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
31.01.2025    |    926    |    1 9.7
"Con me è rimasto, ma nemmeno tanto, solo un senso di permanente, fastidiosa gelosia che provo quando lo ricordo scherzare con le altre specializzande nella..."
Ricomincia da capo, è violento il respiro...
Ma non so se lasciarlo o se farlo morire...
L'importante è finire...

Cambio canale, la voce di Mina, così sensuale e solitamente così gradita, mi infastidisce.
Ci si mette anche lei a farmi sentire ridicola e nello stesso tempo in colpa.
Cazzo, a 50 e passa anni, non devo render conto a nessuno, nemmeno alla Signora Mazzini, se ho deciso anche stasera di sfidare ogni convenzione e scoparmi, come ogni giovedì, un mio studente.
L'etica ed il rispetto per il mio ruolo di insegnante se ne sono andati a farsi fottere già da tempo, prendendo a braccetto anche il senso di colpa per aver tradito mio marito per la prima volta.
Con me è rimasto, ma nemmeno tanto, solo un senso di permanente, fastidiosa gelosia che provo quando lo ricordo scherzare con le altre specializzande nella nostra piccola sala riunioni del Reparto.
La sala dove abbiamo fatto sesso la prima volta, senza nemmeno spogliarci ma solo baciandoci, prima cauti e poi più famelici, seduti apparentemente a leggere la cartella di una nostra paziente.

Perché "fare sesso" non è solo scopare, anzi, quando tra due persone nasce un'attrazione che ha il gusto del proibito, dell'illegale addirittura, anche il solo guardarsi negli occhi con intenzione, fissare con voglia la bocca uno dell'altra, desiderare che tutta la gente intorno venga inghiottita d'incanto da una voragine nel pavimento, quando una donna sente stringersi la fica ed una stilettata di piacere caldo ed umido le fa mancare il respiro, quando...
Quando perde la testa e con voce sufficientemente ferma, crede, dice: "Dottor Martini, ha tempo per riguardare con me gli ultimi esami del letto 21..."
E la parola "letto" che nei tuoi desideri vorresti che definisse un mobile da poter accogliere lui e te, ed invece è solo usata per definire una persona che lui e te dovreste invece studiare ed aiutare e invece avete dimenticato, bellamente, quel pomeriggio...
Altro che esami della paziente, vi siete seduti al tavolo e tu vedevi davanti ai tuoi occhi solo degli inutili fogli segnati da lettere e cifre che non riconoscevi più finché hai capito che erano i suoi occhi che volevi fissare, interrogare per trovare la conferma che se tu avessi toccato le sue labbra le avresti trovate pronte e non disgustate...

Ricordo, mentre imbocco la tangenziale, il bacio di quel pomeriggio e credo sia stato il gesto più trasgressivo della mia vita, anche se avevamo solo sfiorato le nostre labbra per un attimo ben sapendo che la porta ancora non era chiusa a chiave e che se fosse stata aperta all'improvviso ci avrebbe fatto scoprire, avrebbe rivelato a tutti che la Proff. molestava il suo studente.
Perché è così, in quel luogo non eravamo una donna matura ed un ragazzo che si desideravano più di ogni cosa al mondo, ma una stimata professionista ed uno giovane allievo.
Alzarmi di scatto, lasciare a lui l'onere di raccogliere i fogli sul tavolo, passare quasi correndo dall'ufficio della Caposala e buttarle un "Cinzia, oggi stacco dieci minuti prima, sai non mi sento bene...".
E correre nel parcheggio sotterraneo e fermarmi in auto, incapace di ridare al respiro il ritmo giusto, dentro e fuori l'aria, con calma per convincere anche i battiti del cuore a rallentare (Scema, scema, scema...sono impazzita?).
E la portiera che si è aperta e di nuovo i suoi occhi che guardano, stavolta ansiosi, il mio viso che deve essergli sembrato quello di una povera donna...
Il viso che ho appoggiato al suo petto, mentre dalla mia bocca uscivano parole di scusa e di vergogna, finché nell'orecchio mi ha sussurrato: "Lo volevo anch'io, cosa credi?".
Avrei potuto dirgli: "Non dovevamo farlo, nessuno lo saprà, chiudiamo tutto qui ed ora".
Ed invece ha continuato: "Andiamo da me, il mio inquilino oggi non tornerà, sarà già sul treno per Milano come tutti i giovedì...".
Ho rivissuto con lui le stesse sensazioni di quando, da ragazza, andavo a trovare i miei compagni di corso per qualche cena organizzata in questo o quell'appartamento: le stanze affittate dagli studenti maschi, disordine ma allegro, se si può definire, libri di medicina abbandonati dappertutto, insieme a pesi, giornalini porno e qualche calzino per dare colore.
Con lui l'abbiamo fatto quel pomeriggio per la prima volta sul suo letto, ancora con le lenzuola arrotolate in fondo, nel freddo di una stanza poco riscaldata ("Sai le fasce orarie della caldaia comune nel seminterrato sono altre...)
"Abbassa un po' le tapparelle, ti prego, mi piace di più con il vedo e non vedo"
Bugiarda, mi è sempre piaciuto farlo in piena luce, con mio marito.
Quando lo facevamo, cazzo, ma l'ultima volta nemmeno la ricordo.
È stato quasi come imparare di nuovo a fare l'amore, con un uomo (Un ragazzo!) ed io con la mia esperienza a "senso unico", sapevo solo quello che avevo imparato da moglie, io sotto, lui sempre sopra.
Con Riccardo, invece...
"Mi distendo, ti lascio fare, decidi tu che cosa, sei tu la mia Proff..."
Trovarmi spiazzata per la prima volta da tanti anni, io che so sempre in che punto toccare i corpi dei miei pazienti, dove cercare sotto la loro pelle un gonfiore sospetto.
Ed invece mi resi conto che di quell'uccello che avevo davanti, presuntuoso nella sua sfacciata rigidità sapevo poco.
Usare le mani, passare i miei polpastrelli sensibili sulla pelle calda e liscia (già, avevo sentito dire che giovani odiano i peli...Oddio, e dei miei cosa penserà, che figura...).
Cercai di rilassarmi, qualche chiacchiera tra amiche c'era stata, mi abbassai su di lui, pensando che dopo il nostro primo bacio forse potevo gustarne un altro, e sì, bella idea, le nostre labbra di nuovo unite e le sue mani che,mi resi conto, lui aveva dietro la nuca e che sentii improvvisamente sul capo, mi tennero ferma, viso a viso, in un bacio che divenne profondo e sempre più affamato.
Mi ritrovai con le spalle sul letto, tolta dall'imbarazzo di non saper come muovermi, con lui invece che si muoveva sopra di me, la sua bocca nel mio orecchio, a dirmi: "Era così che volevo che fosse, mi sono segato qui, in questo, letto, pensandoti così come sei ora, la tua figa calda ed il tuo corpo arreso al mio...".

Esco dalla tangenziale, ho svoltato di colpo, meritandomi il clacson arrabbiato di chi guida dietro di me.
Dopo che ho chiesto il trasferimento "per motivi personali" al nuovo dipartimento in provincia, raggiungerlo per il nostro solito incontro del giovedì è più impegnativo, ma un minimo di senso etico mi era rimasto, posso scoparmi gli studenti ma non essere la loro tutor.
Le parole di Mina mi ronzano per la mente, maledetta canzone.
Ho deciso lo mollo.
Basta, devo rimettere la testa a posto.
Basta rischiare la mia carriera, del mio matrimonio mi importa meno,
I ragazzi sono sciocchi, basterebbe che lui, con una birra di troppo in corpo, volesse fare mostra delle sue conquiste e si lasciasse sfuggire un "Non sapete da chi mi faccio fare i pompini al giovedì, quella che poi mi scopo!"
Prima che diventi davvero pericoloso, devo trovare il modo di troncare.
Perché in fondo, cosa mi dà, questa situazione?
Arrivare, aprire con la chiave che mi ha dato per non fare nemmeno la fatica di svegliarsi perché al giovedì ora è sempre di riposo dopo il turno di notte, passare dal bagno, raggiungerlo in camera, guardarlo dormire nella penombra, il suo corpo nudo in mezzo al letto da una piazza e mezza che gli ho comprato, non sopportavo di fare un amore scomodo nel lettino.
Spogliarmi, sdraiarmi in fianco a lui, toccarlo piano finché non emette un grugnito: "Buona, devo pisciare prima..."
Guardarlo uscire e poi tornare, i movimenti ancora disarticolati per il risveglio, si ributta sul letto, subito le sue mani grandi cercano le mie, me le ferma sopra la testa, mi bacia con irruenza, per fortunasi è sciacquato la bocca col colluttorio.
E poi sembra volermi mangiare, forse ha fame più di cibo che di me, ma mi tortura i capezzoli facendomi male, un braccio sempre alto a bloccare le mie mani, l'altro a stringermi il culo...

Oggi no, lo trovo sveglio nel letto, coperto dal piumino grigio argento, sempre un mio regalo, sta leggendo una rivista scientifica, mi sorride.
"Ehi, proff, non ti ho sentita entrare. Tutto ok?"
L'importante è finire.
Ho deciso lo mollo.
Annuisco, sorrido, ora gli parlo, non mi svesto neppure.
Ma lui mi precede:
"Ho voglia di baciarti e tutto il resto, ma prima devo parlarti, non voglio fare l'amore se prima non ti dico una cosa..."

L'importante è finire, ho deciso lo mollo...
Ma perché Mina ora canta nella mia testa un'altra strofa?
"Ha talento da grande, lui nel fare l'amore, sa pigliare il mio cuore, e poi, e poi, e poi..."
Mi sta lasciando, lui, no, non può essere.

"Ascolta, non possiamo continuare così, al giovedì devo riposare di più, tra un po' devo discutere la tesi, tu mi distrai, Proff!"
L'importante è finire, ha deciso mi molla.
Ho il cuore chiuso, l'aria viziata della stanza non mi porta l'ossigeno di cui ho bisogno, la testa inizia a girarmi.

"Ti dispiace, se per qualche mese ci vediamo il venerdì sera? Dimmi, di sì, per favore"
Tutto qui, respiro.
L'importante?
È amare.
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