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Scambio di Coppia

Ti leccherei tutta


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
03.04.2024    |    13.996    |    12 9.0
"Via la mia camicia, poi tocca alla sua, e a seguire la mia gonna ma non i suoi pantaloni..."
La vacanza è finita, non è andata male.
Quattro giorni sotto una pioggia leggera, costante ma non fastidiosa.
Peccato, perché gli scalini antichi sarebbero stati meno scivolosi, i tavolini dei bar all’aperto più accessibili, i tramonti sul Chianti spettacolari.
Ci accodiamo al lungo serpente di automobili che puntano al nord, Mimma ed io cullate dal lento ticchettio delle gocce sul tettuccio e dal rumore ipnotico del tergicristalli.
Lei ha già preso sonno, sedata dalle pastiglie contro il mal d’auto (ma esiste ancora qualcuno che ne soffre, evidentemente sì…)
Gli uomini, seduti davanti, parlano a bassa voce di cose…da uomini.
Mi sistemo meglio sul sedile, cerco una fazzoletto nella borsa e un angolo del tablet, malizioso, mi sfida.
Lo prendo, lo apro e la pagina che mi si presenta è quella del sito.
Un’occhiata veloce, dai, nessuno mi vede…
Oh, dieci messaggi, tanta roba.
Non li apro, non ancora, voglio solo sbirciare.
Eh, no, questo provoca, già nel titolo, “Ti leccherei tutta”.
Cavoli, che coraggio, non ci conosciamo neppure.
Quasi, quasi, cancello tutto, così impara…
E invece il dito clicca ed ecco il birbante.
Noooo, avrà quarant’anni, è da infarto.
Chiudi, Loretta, da brava.
Mi sorride dallo schermo, una fotografia, un selfie, pantaloncini blu che nascondono un’erezione evidente ma non esibita.
Complimenti a chi ti ha fatto, tesoro.
Via, via, prodotto pericoloso.
Sorrido, e metto il cursore sulla ics, ma non clicco, non ancora.
“Ti leccherei tutta”.
Chiudo il tablet, lo ripongo e immagino.
Potrei…

Una stanza sconosciuta, appena rischiarata da una lampada dalla luce fioca, tanta ombra, contorno di un letto e di due poltroncine.
Ci teniamo ancora per mano, lui mi guida, poi si ferma e mi attira verso di sé.
Abbassa le labbra sulle mie, sono calde e leggere, come le sue mani che volano sui miei vestiti.
Lo lascio fare, stranamente passiva, voglio metterlo alla prova.
Via la mia camicia, poi tocca alla sua, e a seguire la mia gonna ma non i suoi pantaloni.
Mi guarda dall’alto, intravvedo un sorrido, e sento le dita, solo le punte, che seguono il contorno del mio viso, delle spalle e poi si fermano, discrete, nel solco fra i seni.
Ecco che già il mio respiro perde il ritmo, i polpastrelli sembrano di fuoco ma ho i brividi.
Mi tocca i fianchi , ora, mi spinge gentilmente all’indietro, fino al bordo del letto.
Mi siedo, le cosce leggermente dischiuse, finalmente posso abbandonare le scarpe, non importa più cercare, invano peraltro, di raggiungerlo.
Si inginocchia davanti a me, passa le mani dietro la mia schiena, trova il gancetto e mi libera il seno.
I capezzoli sono già di marmo, pronti per la sua bocca ed i miei gemiti, lui succhia ed alza gli occhi cercando i miei, ormai la penombra non è più buio.

- Solo la bocca, erano i patti
- Certo, erano i patti.
Alza le braccia, piccola.

Obbedisco e dalla sua tasca esce un cordino.
Mi lega i polsi, in alto, mi fa stendere e mentre riprende la posizione in ginocchio mi sfiora con le labbra.
Aspetto, il respiro un po’ accelerato, il suo fiato percorre le mie cosce, le ginocchia, lo sento infine sui piedi.
E’ la sua lingua che danza sull’alluce destro, esplora pian piano tutte le dita.
Solletico, brividi, eccitazione.
“Sbrigati” penso tra me, che stupida sfida, fargli vedere la chat e dirgli che avrei scritto al ragazzo.
“So fare sicuramente di meglio” mi ha detto.
E il supplizio continua, impietoso del miei fianchi che ondeggiano e dei miei gemiti.
Vorrei dirgli basta, ma non cederò mai per prima.
Abbasso le mani, riesco a raggiungere i suoi capelli e li stringo, gli faccio del male di sicuro.
Senza nemmeno alzare la testa mi afferra i polsi legati e li spinge di nuovo verso l’alto.

- Ferma, bambina.

Riesce a spostare il bordo degli slip con la lingua.
La sua lingua!
Raggiunge il clitoride, mi spingo verso l’alto, senza dignità.
Si stacca.

- Ne hai abbastanza?
- No, non ancora.

Ride, riprende e…

- Loretta?
Dormi, cara?
Stai male?

Mimma mi scuote.
La macchina è ferma, le luci impietose dei lampioni mi feriscono gli occhi.

- Dormivo…
- Un brutto sogno, ti lamentavi…
- Oh, sì.
Un incubo, ero legata…
- Povera, vieni, ti offro un caffè, gli uomini sono già scesi, volevano lasciarti dormire.
Ivo mi ha detto di non svegliarti, che poi rimani cattiva.
- Ah, sì.
Lui sa, sa tutto di me.
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