Scambio di Coppia
Il Resentin
di Coppiacuriosa50
09.01.2025 |
84 |
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"La leccavo piano, delicatamente, volevo sentire il suo sapore, la penetravo infilandole dentro la lingua e girandola in tondo, lei ricambiava facendo..."
"No guardi, ci dev'essere un errore, noi avevamo espressamente chiesto un tavolo da due, non da quattro. "Questo fu quanto dicemmo al cameriere che ci aveva accompagnato in sala ristorante per la cena.
Era la prima sera di una crociera di un paio di settimane, che avevamo prenotato mesi prima, per festeggiare il 25 anniversario di nozze, ed anche nella prenotazione avevamo specificato che volevamo un tavolo da soli.
Doveva essere, e soprattutto voleva essere, una vacanza romantica.
Da soli, senza figli ormai grandi, senza cani, gatti o canarini, senza pensieri.
Solo noi due.
"Mi dispiace signori, verifico subito se c'è stato un malinteso" rispose il cameriere in tono molto educato, allontanandosi da noi.
Poco dopo si presentò il maitre che, scusandosi all'infinito, ci informava che a causa di un disguido ci era stato assegnato un tavolo da 4 con un'altra coppia, ma se avessimo portato pazienza per un paio di sere avrebbe sistemato tutto.
Va bene... ci sedemmo e poco dopo ecco arrivare i nostri forzati commensali, che accompagnati dallo stesso cameriere di prima, esordirono con "ma noi avevamo chiesto un tavolo solo per noi due..."
Assistendo alla stessa scena vissuta da noi pochi istanti prima ci venne spontaneo sorridere, ed al loro sguardo incuriosito rispondemmo spiegando quanto era appena successo.
Anche loro si sedettero, un po' scocciati almeno quanto lo eravamo noi, ma pazienza dai, per un paio di sere poteva andare; in fondo un disguido può sempre succedere e non era poi una cosa così grave.
Dopo le presentazioni di rito cominciammo a fare la loro conoscenza, era la crociera per festeggiare la pensione di lui, mentre lei era ancora in età lavorativa; Emilia e Lauro, così si chiamavano, erano una coppia dell'alto Veneto ed avevano un paio d'anni più di noi, portati molto bene, entrambi in splendida forma.
La serata trascorse in modo meno noioso del previsto, anzi, era una coppia con cui si parlava benissimo e scoprimmo di avere anche alcuni interessi in comune.
Finita la cena decidemmo di salire sul ponte 11 per bere qualcosa insieme nel bar all'aperto e continuare la piacevole conversazione fino a che, tra una chiacchiera e l'altra venne l'ora di andare a letto.
La mattina successiva il nostro programma prevedeva di scendere a terra per un'escursione organizzata dalla compagnia e non li vedemmo per tutto il giorno.
Ci incontrammo nuovamente all'ora di cena al solito tavolo.
La conversazione, sempre piacevolissima, volse sulla giornata appena trascorsa e sulle varie esperienze vissute; risate e vino fecero si che anche questa risultò una cena decisamente molto gradevole .
Verso la fine della serata, il maitre si avvicinò al nostro tavolo per comunicarci che era riuscito a risolvere il disguido e dal giorno successivo ogni coppia avrebbe avuto il suo tavolo da due, come richiesto nelle rispettive prenotazioni.
"Ma guardi... ci dispiace averla fatta lavorare per niente, ma direi che può andare bene anche la sistemazione attuale, preferiremmo restare a tavola insieme" fu quello che rispondemmo quasi all'unisono al responsabile di sala, mentre i nostri occhi osservavano la sua espressione allibita e forzatamente consenziente.
Solito drink al bar all'aperto nel dopocena ed ancora chiacchiere e risate.
Emilia aveva un vestito lungo con uno spacco laterale che arrivava abbastanza in alto, sedeva sui divanetti con le gambe accavallate quando la brezza della notte sul mare le alzò un lembo del vestito scoprendole le gambe.
Notando il mio sguardo sulle sue cosce, le ricopri immediatamente arrossendo.
Lauro e Sandra, questo il nome di mia moglie, notarono la cosa.
"Oh Lorenzo..." mi riprese Sandra sorridendo.
Il giorno dopo decidemmo di scendere a terra tutti e quattro insieme, il porto era comodissimo alla città e non c'era bisogno né del transfer né della guida.
Girammo il centro storico in lungo e in largo fino al primo pomeriggio e tra negozi, negozietti, chiese e monumenti, ci trovammo spesso che io ero a fianco di Emilia a camminare e parlare e mia moglie con Lauro a pochi passi di distanza.
Ne approfittai per chiedere scusa a bassa voce ad Emilia per il mio sguardo alle sue cosce della sera precedente e se se la fosse presa.
"Ma figurati" mi rispose "è solo che non mi capitava più da un pochino di essere guardata in quel modo, poi oggi sono in pantaloncini, puoi vederle benissimo le mie gambe..." e sorrise.
Tornammo in nave per un pranzo veloce al buffet, dopo mangiato Lauro mi chiese "Resentin ? "
"Eh ? " risposi "cosa vuol dire ?"
"Ah già, scusa è una cosa veneta " e mi spiegò che a fine pasto, dopo bevuto il caffè, si mette un goccio di grappa bianca nella tazzina e la si pulisce bevendo quanto rimasto del caffè con il goccino di grappa.
"Molto volentieri" risposi e da quel momento il Resentin fu una tappa fissa dopo ogni pasto, fungendo quasi da filo conduttore per tutta la crociera.
Una delle cose belle delle donne è che, mentre noi poveri maschietti oltre a giacca e cravatta non possiamo mettere, loro possono cambiare abito ogni sera e passare da uno bello ad uno più bello.
Quelli che avevano indossato Sandra ed Emilia, in occasione della serata con dress code elegante, erano spettacolari.
Loro erano spettacolari.
Sandra aveva un vestito verde lungo, con una bella scollatura davanti e un lungo spacco dietro, mentre Emilia un vestito nero con altrettanta scollatura e spacco su entrambe le gambe.
"Così guardi meglio" mi sussurrò all'orecchio appoggiandomi una mano su una spalla, quando mi passò di fianco per andare a sedersi a tavola, di fronte a me.
Il cameriere del tavolo, forse per bontà sua, forse per ordini ricevuti, aveva il vizio di rabboccare i bicchieri ogni volta che il livello del vino scendeva; un po' quello un po' il resentin a fine cena e poi i vari drink dopo sul ponte, fecero si che tutti e 4 non fossimo proprio al massimo della lucidità.
Ci sedemmo su due divanetti face to face; accavallando le gambe ad Emilia si scoprì una coscia, notando il mio sguardo, questa volta comunque molto più discreto, anzichè coprirla spostò il lembo del vestito dell'altro spacco mettendo in evidenza anche l'altra.
E, facendomi l'occhietto, questa volta non arrossì.
Non so se suo marito e mia moglie, molto presi nella loro conversazione si accorsero di questo gesto; fui io invece a notare gli occhi di Lauro dritti nella scollatura di Sandra, sotto il vestito non aveva indossato il reggiseno ed il suo bellissimo paio di tette non era passato inosservato.
Ormai era notte fonda ed eravamo rimasti solo noi, il bar aveva chiuso dopo averci servito l'ennesimo drink e non c'era più nessuno sul ponte, si sentiva solo il suono sommesso di una leggerissima musica che trapelava dalla discoteca un paio di ponti sopra di noi.
Per il resto il rumore del mare e la luna alta nel cielo la facevano da padrona.
L'euforia dell'alcool bevuto in quantità aveva d'un tratto lasciato il posto ad un silenzio improvviso, eravamo seduti sui divanetti a guardare il mare in silenzio, la costa era lontanissima, non si vedeva nessuna luce, solo il riflesso della luna sul mare che si muoveva seguendo il ritmo delle onde.
Lo stato di leggera ebbrezza comunque persisteva abbondantemente in tutti e quattro.
"Posso baciare tua moglie ?" mi chiese Lauro a bruciapelo, continuando a guardare fisso nel vuoto.
Sandra mi guardò con due occhi come non avevo mai visto prima, stizzita, emozionata, felice.
"Solo se io posso baciare la tua" gli risposi, ricambiando l'occhialino ad Emilia che mi aveva fatto poco prima
Cambiammo posto senza parlare e mi sedetti di fianco a sua moglie, mentre Lauro venne a sedere vicino a Sandra.
L'abbracciai e appoggiai le mie labbra sulle sue guardando lui che faceva la stessa cosa con mia moglie.
Emilia mi prese il viso tra le mani e mi girò completamente verso di se, sentii la sua lingua farsi spazio tra le mie labbra ed entrare in bocca.
Si muoveva cercando la mia, si intrecciava, entrava ed usciva, aveva il sapore di frutta esotica dell'ultimo cocktail che aveva bevuto.
La lingua di Lauro si muoveva più o meno allo stesso modo nella bocca di mia moglie, che da come gli stava accarezzando i capelli, sembrava gradisse molto.
Non riuscii a resistere a quelle cosce che mi avevano stuzzicato fin da subito e continuando a baciarci senza staccare le lingue l'una dall'altra, cominciai ad accarezzarle.
Sentii le sue labbra assumere una lieve forma di sorriso, passai la mano da una coscia all'altra, erano belle, liscie, lucide come la seta, era un piacere accarezzarle.
Salii con la mano sotto il vestito fino alle mutandine toccandole la figa.
Si staccò di colpo dalla mia bocca e si fece indietro.
Mi guardò dritto negli occhi e poi riprese da dove si era interrotta rimettendomi la lingua in bocca e ricominciando un bacio appassionato.
La mia mano sotto il suo vestito si muoveva su e giù sulle sue mutandine, lei aveva allargato le cosce per farsi toccare meglio.
Una mano di suo marito invece stava esplorando il décolleté di Sandra passando da una tetta all'altra senza sosta.
Adagiai Emilia sul divanetto e le sfilai le mutandine, erano in pizzo bianco, bagnate.
Mi distesi a fianco a lei e ricominciammo a baciarci, con una mano infilata nello spacco, sotto il vestito, stavo accarezzando la sua parte più femminile, umida e calda.
Sul divano accanto al nostro si erano sdraiati anche loro, Sandra aveva tirato fuori il cazzo di Lauro e lo stava muovendo cercando di procurargli un'erezione, che non tardò ad arrivare, mentre lui le aveva abbassato le spalline del vestito e le stava leccando le tette.
Muoveva la testa passando la lingua da un seno all'altro, da un capezzolo all'altro, leccandoli e succhiandoli.
Mia moglie dal canto suo gli aveva slacciato la cintura e infilato la mano dentro i pantaloni accarezzandolo sotto le palle.
Infilai un dito nella figa di Emilia, entrò senza nessuna fatica, cominciai a muoverlo avanti ed indietro, sentii il suo braccio dietro al mio collo stringermi più forte, la sua mano chiudersi sulla mia guancia, la sua lingua più prepotentemente nella mia bocca, raddoppiai le dita dentro di lei infilando il secondo.
Le allargai la figa con due dita e le feci scorrere avanti ed indietro, le sue cosce si erano aperte ancora di più.
Le nostre bocche erano incollate l'una sull'altra, le lingue si muovevano insieme cercandosi e dandosi piacere a vicenda, le sue mani mi stringevano forte, mentre le stavo dando soddisfazione con le dita.
Sandra si alzò e si mise in ginocchio davanti a lui ora seduto, prese il suo uccello tra le labbra e piano lo fece scorrere all'interno della sua bocca.
Una mano di Lauro era sulla testa di Sandra e la teneva per i capelli, con l'altra le accarezzava una tetta facendola scorrere sul capezzolo secondo i movimenti di mia moglie.
Gli tolse i pantaloni mentre lui si spogliò dalla camicia e rimase nudo, Sandra si alzò in piedi e si fece scivolare il vestito lungo i fianchi fino a terra.
Lui la prese e l'avvicinò a se baciandole la pelle della pancia, le tolse le mutandine mentre lei lo aiutò alzando una gamba per volta per sfilarsele.
Rimase nuda con le scarpe con i tacchi alti, portava il tacco 12, i lunghi capelli le scendevano lungo il corpo, la guardai anche io, era bellissima, era mia moglie.
E stava per farsi scopare da un altro.
Sotto i miei occhi.
Quel pensiero fu li li per farmi passare l'erezione, ma ci pensò Emilia che accortasi del mio stato mi slacciò la zip e dopo avermi abbassato i pantaloni mi prese in bocca il cazzo e cominciò a succhiarlo in maniera fantastica.
Non ci volle molto perché mi tornasse duro come, e più, di prima.
Mi tolsi giacca e camicia e le abbassai le spalline del vestito facendole uscire le tette, belle, capezzoli piccoli a punta e areole rosa e ben definite, la pelle liscia e vellutata come una pesca, neanche lei aveva il reggiseno.
Si alzò in piedi e dopo essersi levata il vestito, mi tolse i pantaloni e gli slip.
Sandra di sdraiò sul divano ed allargò le gambe, prese per mano Lauro che si adagiò sopra di lei ricominciando a baciarla mentre con una mano giocava con la sua figa, accarezzandola e penetrandola con le dita.
"Le jeux son faits" come avrebbe detto il croupier del casinò del ponte 5, pensai, tanto vale concentrarmi su Emilia.
Mi stesi nuovamente a fianco a lei, ma stavolta con la mia testa tra le sue gambe.
Iniziai a leccarle la figa, era quasi totalmente depilata, aveva solo una strisciolina di peli lungo il pube, il resto della sua pelle era perfettamente liscio.
Non si fece pregare, in un attimo anche lei prese il mio cazzo in bocca e cominciammo un bellissimo e dolce 69, fatto di movimenti lenti, cadenzati, di godimento di ogni istante.
La leccavo piano, delicatamente, volevo sentire il suo sapore, la penetravo infilandole dentro la lingua e girandola in tondo, lei ricambiava facendo arrivare il mio uccello fino in fondo alla sua gola, sentivo il calore della saliva sulla cappella, sentivo stringerla quando arrivava in fondo.
Lauro si alzò sopra mia moglie, lei gli prese in mano il cazzo e lo portò tra le grandi labbra sul bordo della sua figa.
La penetrò di colpo, forte, deciso, cominciò a spingere dentro di lei subito forte, i colpi si susseguivano uno dopo l'altro.
Lei lo teneva per le braccia, le stringeva forte, lo guardava dritto negli occhi, lui continuava a scoparla incessantemente, spinta dopo spinta, Sandra muoveva i fianchi in su e giù assecondando i suoi colpi facendo si che la penetrasse più in profondità.
Emilia staccò la bocca dalla mia cappella, si alzò e si pose a pecorina sul divano dandomi le spalle, offrendomi la vista di un culo spettacolare e di una figa pronta e vogliosa di essere penetrata.
Mi misi in piedi dietro di lei ed entrai, tra umore e saliva aveva la figa bagnatissima.
La presi per i fianchi e mentre il mio cazzo si muoveva avanti ed indietro dentro il suo corpo, con le mani la tiravo verso di me stringendola forte; continuammo cosi per alcuni minuti, poi con una mano le presi i capelli tirandole la testa indietro, la vedevo riflessa nel vetro del bar, aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta, stava godendo da dio.
Con l'altra mano le stavo accarezzando un capezzolo tenendole una delle tette che si muovevano a penzoloni, era bello turgido, rigido, doveva essere eccitatissima.
Lauro ora era in piedi di fronte a mia moglie, sempre sdraiata sul divano e si era messo le gambe di Sandra sulle spalle, la stava scopando così mentre lei lo teneva stretto con le mani sul culo.
"Dai.. Dai.. " sentivo mormorare Sandra "di più... ancora... non ti fermare... dai..."
La cosa mi eccitò ulteriormente e iniziai a spingere più forte dentro Emilia e tirarle di più i capelli; aveva la schiena inarcata ed emetteva mugolii di piacere, aumentai il ritmo con i fianchi e i miei colpi di fecero più secchi e decisi.
Il rumore dei corpi che sbattevano l'uno contro l'altro, adesso era decisamente il suono preponderante.
Emilia fremette, le sue gambe tremarono e cominciò ad ansimare forte, un brivido le percorse la schiena e venne spingendosi all'indietro verso di me perché entrassi il più possibile in quell'ultimo istante.
Mi accorsi che anche io stavo per venire, uscii in tempo da lei, la girai e si mise in ginocchio davanti a me con la bocca aperta e la lingua fuori.
Mi prese il cazzo con la mano, cominciò a segarmi, venni quasi subito con un bello schizzo sulla sua faccia, riempendole la lingua e la bocca di sperma.
Sandra stava godendo, aveva preso le braccia di Lauro stringendole forte, ansimava e gemeva di piacere.
Lui tirò fuori il cazzo dalla figa di mia moglie, le prese le gambe e allargandole se le mise intorno alla vita; si strinse l'uccello con una mano e segandosi venne su di lei ricoprendole la pancia e le tette di schizzi caldi.
Era tornato il silenzio, nessun rumore, ormai non arrivava neanche più la musica dalla discoteca, solo il dolcissimo suono del mare.
Eravamo stati matti, matti ed imprudenti, solo allora ce ne rendemmo conto.
Avrebbe potuto passare chiunque.
Ma chi se ne frega, non era successo.
Ed era stato bellissimo.
Baciai Emilia, mi alzai e andai a sedermi sul divanetto di Sandra, ci guardammo intensamente e poi mi sdraiai a fianco a lei.
Lauro andò da sua moglie.
Le baciai le labbra, le accarezzai i capelli, lei mi abbracció stretto.
Restammo così per un po' poi l'aria fresca della notte prese il sopravvento.
Raccogliemmo gli abiti sparsi sul pavimento e mentre ci stavamo rivestendo per tornare alle rispettive cabine, mi venne spontaneo " adesso ci vorrebbe un resentin"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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