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Sconosciuti


di Coppiacuriosa50
25.11.2024    |    239    |    1 9.2
"Quando lei entrò in stanza intravide lui seduto sul letto, subito richiuse la porta alle sue spalle per non far trafilare luce..."
"L'aeroplanino è bello ma il campo d'atterraggio è spettacolare" fu il commento di Ric74 alla foto di G.78 in una chat di incontri, che mostrava un ciondolo a forma di aeroplano al collo di una donna di cui non si vedeva il viso, che scendeva fino al solco in mezzo ai seni.

"Cazzo che frase scema " pensò lui appena dato invio "questa me la sono giocata, non risponderà mai" e proseguì la serata scorrendo svogliatamente i vari profili a destra e sinistra, secondo i suoi gusti.

La mattina dopo durante la pausa caffè in ufficio, invece, aprendo la chat vide che G.78 aveva risposto al suo commento con un "ahahah che scemo"

Ric74, al secolo Riccardo, era un uomo sulla cinquantina, abbastanza in forma, un lavoro che gli piaceva, sposato e fino a poco tempo prima senza tanti grilli per la testa.
Nell'ultimo periodo però, forse il fatto che pur essendo ancora innamorato di sua moglie i loro rapporti erano diminuiti molto, forse il fatto che la noia stava prendendo il sopravvento e complice anche la svolta psicologica dei 50, si era iscritto ad una chat di incontri un po' per gioco ed un po' per vedere se poteva ancora "far su qualcosa", come diceva lui.

La foto di G.78 la ritraeva in piedi con un vestito elegante e una profonda scollatura che lasciava intendere un bellissimo seno, cosa che aveva immediatamente colpito la fantasia di Ric74.

Lui le rispose con un'emoticon sorridente ed alcune frasi di conoscenza, che lei gradì perchè rispose quasi immediatamente.

La chat si era ben avviata e un argomento dopo l'altro nel corso dei giorni lei gli disse che anche lei era sposata e innamorata, anche se non più come un tempo, di suo marito che sembrava la stesse trascurando per le uscite in moto con gli amici, non volle dirgli però il suo vero nome.

Sia lei che lui si erano fatti prendere la mano e ad ogni momento libero il prendere il telefono e vedere se c'erano suoi messaggi era diventato il filo conduttore clandestino delle loro giornate.

Da innocenti e semplici, i discorsi si erano fatti via via più personali ed intensi, fino ad arrivare a fare sesso on line e successivamente anche con l'invio di foto esplicite, seguite da video.
Video in cui lui si masturbava per lei e lei per lui.

Sebbene sapessero entrambi che stavano tradendo il coniuge, farlo in questo modo li faceva sentire meno in colpa rispetto al farlo fisicamente.

Tutto questo senza mai scambiarsi foto del viso, per loro stesso desiderio.

Da quello che aveva potuto vedere lei era rossa, naturale, decise così che la G stava per Gilda, in onore di un vecchio film dove la protagonista era una donna bellissima e rossa.

La cosa andò avanti per un paio di mesi, poi fu lui che con un po' di insistenza la convinse ad incontrarsi.

Abitavano in due paesi diversi lontani un centinaio di km l'uno dall'altro e decisero per un albergo a mezza via tra i due.

Non si erano ancora mai visti, si sarebbero piaciuti ?
Le mille domande che affollavano la mente dei due, lasciarono presto il posto alle emozioni.

La mattina dell'incontro lui uscì di casa normalmente vestito in giacca e cravatta come al solito, baciò sua moglie come faceva sempre e salutandola le disse che a causa di una riunione ad alti livelli avrebbe spento il cellulare per non essere disturbato dalle varie chiamate spam che riceveva ogni giorno.

Lei, un pochino più agitata, raccontò a suo marito che si era presa un giorno di ferie per andare da sua sorella, che era da un paio di giorni che non stava bene.

L'accordo che avevano preso, era che lui doveva arrivare per primo in albergo, entrare, spegnere tutte le luci, chiudere le finestre ed aspettarla nel buio più totale, poi mezz'ora dopo l'orario stabilito sarebbe arrivata lei; senza peraltro poter parlare entrambi, nè accendere le luci per vedersi, fino al termine del rapporto.

"Porta una candela" le scrisse Riccardo come ultima cosa prima dell'incontro.

Quando lei entrò in stanza intravide lui seduto sul letto, subito richiuse la porta alle sue spalle per non far trafilare luce.
Appoggiò la borsetta e la candela sul tavolino della stanza e si avvicinò a lui che si alzò e le andò incontro, nessuno dei due parlò.

Si abbracciarono li in piedi, si baciarono intensamente, lei era un pochino più piccolina di lui e dovette alzarsi in punta di piedi per arrivare meglio alla sua bocca.

Fu un bacio lungo ed intenso, sentirono ognuno il sapore dell'altro, le loro lingue si incrociarono più e più volte, piegando le teste ora da un lato ora dall'altro.

Con le mani si accarezzarono i visi per sentirne i lineamenti e cercare di carpire i segreti che celavano i rispettivi volti.
Poi lui fece scivolare le mani dal viso verso il basso, in modo molto delicato lungo il collo di lei, le infilò nel vestito ed allargandolo lo fece scivolare a terra.

Le baciò nuovamente le labbra, il collo, le tette, quelle bellissime tette che lo avevano colpito un paio di mesi prima e l'avevano condotto fino li, poi si inginocchiò davanti a lei e le baciò la pancia cingendole la schiena con le mani.
Lei stava fremendo, il suo corpo era percorso da brividi di piacere.

Le sfilò le mutandine lasciandole cadere a terra, le bació dolcemente la figa, poi si rialzò per toglierle il reggiseno.

Il buio era totale, nel silenzio più assoluto nessuno dei due fiatava.

L'eccitazione permeava l'aria della stanza.

Lei gli tolse la cravatta e sbottonò la camicia mentre lui le accarezzava la schiena ed i capelli, era nuda li davanti a lui che non riusciva a vederla nè poteva sentire il suono della sua voce.

Gli sfilò i pantaloni e si abbassò a togliergli gli slip, gli prese in mano il cazzo, quello che aveva sempre visto in foto e nei video, finalmente era nelle sue mani.

Era bello, grosso, già in fase di erezione, lei fece scorrere la mano sul suo uccello, si iginocchiò lo baciò sulla punta e lo prese tra le labbra succhiandolo.

Lui sentiva la lingua di lei giocare con la cappella.

Si rialzò e lo baciò nuovamente sulla bocca, lui le infilò la lingua in bocca e lei avvicinandosi il più possibile, abbracciandolo stretto gli fece sentire la pressione delle tette sul suo petto.

La prese in braccio e l'adagiò sul letto.

Cercò a tentoni la sciarpa di seta di lei e le legò i polsi alla spalliera, lei avrebbe voluto parlare ma si erano ripromessi di non farlo.

Si stava facendo legare al letto da un perfetto sconosciuto di cui non aveva mai visto il viso, se ne stava rendendo conto solo ora.

L'eccitazione stava lasciando il posto alla paura, aumentò ancora di più quando lui, anche se nel buio più totale, la bendò con la cravatta che gli aveva tolto pochi istanti prima.

La baciò, sulle labbra, poi sulle guance e l'accarezzò su tutto il corpo, aveva la pelle liscia come la seta, sentiva il suo profumo ogni volta che avvicinava il viso alla sua pelle.

I brividi stavano percorrendo il corpo di Gilda.

Lui prese la candela, l'accese e avvicinandosi, contravvenendo alle regole stabilite la guardò al lume di quella luce fioca.

Lei aveva un corpo davvero bello, ricordò le volte in chat che gli diceva di essere appena tornata dalla palestra, evidentemente aveva dato i suoi frutti.

Gilda aveva le mani legate alla spalliera del letto, dietro la testa, la schiena leggermente inarcata e le gambe distese con una leggermente piegata sull'altra, stava tremando.

Lui si avvicinò e le baciò le labbra, senza lingua, a sfioro, poi il collo.

Scese ancora di più verso i seni e le leccò i capezzoli, si soffermò con la lingua passando da uno all'altro, leccando le tette, baciandole, mordicchiandole.

L'eccitazione stava tornando a far capolino dentro di lei, muoveva le gambe piano in su e giù sfregandole tra di loro, avrebbe voluto toccarsi .

Lui scese ancora con la bocca e le baciò il ventre poi si alzò e le fece cadere sulla pancia una goccia di cera bollente.

Un brivido percorse la donna, un leggero grido di dolore le usci dalla bocca.

Un altro bacio sul suo ventre, un altro ancora ed una gocciolina di cera bollente.

Lei scattò e nel buio sorrise emettendo un altro urlo soffocato di dolore.

Riccardo continuò a baciarla lungo tutto il corpo alternando i baci alle gocce di cera bollente, lei non sapeva se il prossimo sarebbe stato un bacio o una goccia.

Piacere e dolore si alternavano in modo sublime aumentando l'uno l'intensità dell'altro.

La paura era passata definitivamente, aveva capito che era un gioco, un bellissimo gioco erotico, l'eccitazione era alle stelle.

Un bacio, un altro bacio, un bacio ancora lungo le cosce, le gambe, la figa.
Senza più cera.

Lui aveva spento la candela e si era messo con la testa tra el gambe di lei che le aveva aperte e poi richiuse intorno alle sue guance.

La baciava in mezzo alle cosce, le grandi labbra, le succhiava il clitoride, le infilava la lingua dentro alternando a leccate esterne lungo la fessura.

Lei muoveva le gambe agitandole, la schiena, cercava di svincolare le mani dalla sciarpa senza riuscirci e forse senza neanche troppa convinzione.

Lui risalì con la bocca lungo il corpo di Gilda, lasciando una scia di baci a sfioro sulla sua pelle accaldata, fino alla bocca, e baciandola le slegò i polsi e le tolse la cravatta dagli occhi.

Lei lo strinse forte, si misero su un fianco baciandosi e masturbandosi a vicenda.

Gilda sentiva nuovamente l'uccello di Riccardo tra le sue mani, sentiva la pelle scorrere scivolando lungo l'asta lasciando scoperta la punta, mentre lui con una mano in mezzo alle cosce di lei la stava penetrando con un dito sentendo il calore della sua figa ormai bagnatissima.

Lei gli mise una mano su una spalla e lo fece ruotare mettendolo di schiena, gli salì sopra e con una mano si infilò il suo cazzo duro come il marmo dentro di se.

Poi si adagiò facendo si che entrasse tutto e iniziò a muoversi.

L'ansimare dei due amanti era l'unico suono percettibile, lei si strusciava il clitoride su di lui mentre muovendo i fianchi avanti ed indietro sentiva la figa piena del suo cazzo che si muoveva all'unisono insieme a lei.

L'uomo le mise le mani sulle tette, le strinse fino a farle male, lei mise le mani sulle spalle di lui e intensificò i movimenti spingendo con ancor più veemenza.

Le spinte dei fianchi erano forti e decise, sentiva il cazzo di Riccardo dentro di lei pulsare e muoversi.

Lui si alzò seduto e lei lo abbracciò incrociandogli anche le gambe dietro la schiena.

Ora si muoveva su e giù, si alzava facendo scivolare la sua figa fino in cima al cazzo di lui, senza uscire, per poi ridiscendere nuovamente, su e giù, su e giù di continuo, lentamente, godendosi ogni attimo, ogni centimetro di quel cazzo così grosso e duro.

I due corpi erano abbracciati stretti, le tette di lei ad ogni movimento si alzavano e abbassavano sul petto di lui, lungo il suo corpo, facendogli sentire i capezzoli duri di piacere.

Le due bocche erano unite in un lungo infinito bacio appassionato, le labbra di Gilda tremavano, le loro lingue si muovevano, si cercavano, si intrecciavano, mentre il corpo di lei era un continuo saliscendi su di lui, ogni volta che scendeva sentiva il suo cazzo salire dentro di se sempre più in profondità, sentiva la cappella penetrarla pulsando, i suoi fianchi erano in un continuo incessante movimento.

Lui la teneva stretta a se cingendole il copro con le braccia dietro la schiena.

Sentiva le sue gambe spingere sempre di più i movimenti si fecero più decisi e forti, l'ansimare di lei aumentò di ritmo e di intensità, i muscoli di lui erano tesissimi, fino a che vennero insieme nello stesso momento con un urlo liberatorio da parte di lui ed un grido di intenso piacere di lei.

Uno schizzo le riempì la figa mentre lei continuava a dare spinte con i fianchi per farlo vuotare del tutto dentro di se.

Si sdraiarono restando abbracciati e continuando a baciarsi.

"Vuoi che accendiamo la luce ?" disse lei, permettendogli finalmente di sentire il suono della sua voce.

Lui non le aveva visto gli occhi, il viso solo parzialmente perchè bendato dalla cravatta ed alla luce della candela, lei non lo aveva ancora visto, erano ancora perfetti sconosciuti.

Sarebbe stato un bel gioco, eccitante, girare per le strade, per i negozi della città dell'altro ed ad ogni uomo, ogni donna che avessero potuto assomigliare fisicamente a loro immaginare di averci fatto l'amore.

"No" rispose lui " facciamo la prossima volta".
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