Pornorime

Conobbi ad una festa la donzella,
ballava in modo sexy sulla pista,
guardarla era una gioia per la vista,
e mi chiesi con ardor "chi cazz'é quella?"

Era con amiche la ragazza,
neppure loro aveo mai visto prima,
di certo non ci volle una gran cima,
per capir che eran nuove sulla piazza.

Mi avvicinai offrendole da bere,
ella accettò, e coi bicchieri in mano,
ce ne andammo un poco più lontano,
conoscerla fu proprio un gran piacere.

Lo sguardo mio però non resistette,
cadde dritto nella sua scollatura,
non farlo sarebbe stata troppo dura,
aveva veramente due gran tette.

Ormai giunti all'ennesimo bicchiere,
era svanita ogni inibizione,
e facendo poi una mossa da marpione,
con una mano le toccai il sedere.

Era sodo, alto, veramente bello,
due chiappe belle tondeggianti,
culi così non ce ne sono tanti,
il sol vederlo facea tirar l'uccello.

Notó il mio sguardo e mi fece l'occhiolino,
con una mano mi fece segno "dopo"
pensai "entro sera questa me la scopo"
la voglio far miagolar come un gattino.

Le chiesi di uscire nel giardino,
situato tutto intorno a quella villa,
mi disse "sai, prima ho sentito la scintilla
quando sei venuto a me vicino".

La mente mia era tutta un gran subbuglio,
avevo il cazzo che tirava a mille,
anche lui faceva le scintille,
e la portai testé dietro un cespuglio.

Unire bocche e lingue fu un lampo,
caro lettore mio, mi creda
non so se fui cacciator o fui la preda,
ma per entrambi ormai non c'era scampo.

"Ora ti faccio delle cose belle",
mi disse mettendosi gattoni,
e succhiandomi l'uccello ed i coglioni,
vidi il sol girar e l'altre stelle.

Con la lingua aveva un gran talento,
le mani mie sopra la sua testa,
col sottofondo lontano della festa,
davano il ritmo cadenzato e lento.

Mi spogliai veloce come un razzo,
lo stesso fece la mia nuova amica,
davanti a me ponendo la sua fica,
veloce le infilai dentro il mio cazzo.

Coi fianchi ci demmo dentro assai,
fu un grande susseguir di colpi,
lo facemmo avvinghiati come polpi,
con lei che sussurrava "dai, dai, dai."

Gemiti e sospiri a piú non posso,
distesi sull'erba umida e bagnata,
fu proprio una magnifica scopata,
fino a che venne squirtandomi addosso.

Mi guardò aspettando una conferma,
e poco dopo, con gli occhi suoi nei miei,
venni anch'io schizzando dentro lei,
riempendole la figa col mio sperma.

Sentimmo d'un tratto un gran rumore,
provenire da tutti gli invitati,
non l'udimmo prima, un po' impegnati,
intenti nel nostro turbine d'amore.

Tifo, urla, applausi e fischi,
incitamenti e varie esclamazioni,
rivolti a noi senza esitazioni,
con sottofondo di musica e di dischi.

Eran tutti insieme in una stanza,
dove del nostro amplesso avean goduto,
avendolo in vari monitor veduto,
dalle telecamere di sorveglianza.