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piaceri nascosti - parte due


di RANDELLONEMAIALONE
08.04.2025    |    3.756    |    3 9.0
"Fu il marito, però, a rompere il ritmo per salire in piedi e avvicinarsi dietro di lei..."
Il respiro della donna si fece irregolare, quasi rotto dal ritmo con cui cavalcava la bocca del ragazzo, mentre le mani aggrappate alle pareti di legno della sauna cercavano un appiglio tra il piacere e l’equilibrio. Il calore del vapore sembrava fondersi con quello del suo corpo, che vibrava a ogni movimento di lingua, a ogni morso lieve, a ogni suzione improvvisa.

L’uomo, ancora disteso, osservava la scena con occhi carichi di lussuria e orgoglio. La vista della sua compagna che si abbandonava completamente su quel volto giovane e inesperto era più di quanto avesse mai immaginato potesse eccitarlo. Il suo cazzo, ancora lucido e teso, palpitava come se volesse partecipare ancora a quel banchetto sensoriale.

Il ragazzo, spinto dalla fame e dall’adrenalina del momento, iniziò a muovere le mani con più audacia. Una si insinuò tra le natiche della donna, mentre l’altra risaliva lungo la schiena, afferrandola con forza per guidarla, per tenerla, quasi per dominarla, anche se era lei a dettare il ritmo. Le sue dita esplorarono, affondarono, provocarono gemiti gutturali che riempirono la sauna come un canto selvaggio.

L’uomo non resse più: si sollevò, si inginocchiò dietro di lei, passando le mani lungo i fianchi della donna fino a raggiungerle i seni, ancora scossi dal respiro e dai movimenti. Li afferrò, li strinse, sfiorò i capezzoli induriti con i pollici, facendole scivolare un gemito lungo la gola. Poi, con un cenno silenzioso al ragazzo, lo fece capire di rallentare: era il momento di riprendere il controllo.

La donna, ansimante, si lasciò girare lentamente tra i due. Le gambe tremanti, il corpo madido di sudore, gli occhi lucidi di desiderio. Le mani dell’uomo le scostarono definitivamente lo slip ormai inzuppato, lasciandolo cadere tra le doghe del legno. Il ragazzo si abbassò con reverenza, le labbra tornate tra le sue cosce, ma questa volta fu l’uomo a guidarlo, spingendo la testa del giovane contro la fessura spalancata e impaziente della compagna, mentre con l’altra mano si accarezzava lentamente.

"Guarda quanto ti desidera," sussurrò all’orecchio della donna. "Guarda come si perde dentro di te."

Il ragazzo godeva nel servire, nel leccare, nell’essere guidato e osservato, e non tardò a cedere nuovamente all’eccitazione. Quando la donna si chinò in avanti per tornare ad assaporare quel membro duro e pulsante del marito, si creò un triangolo perfetto, una danza carnale dove ogni corpo trovava il suo posto, ogni gemito il suo eco.

Fu il marito, però, a rompere il ritmo per salire in piedi e avvicinarsi dietro di lei. Con un movimento deciso ma dolce, guidò il proprio cazzo verso quella fichetta già colma di saliva e desiderio, facendolo scivolare dentro con un gemito sordo, mentre il ragazzo continuava a baciare, leccare, adorare ogni parte che riusciva a raggiungere.

Le spinte diventarono lente e profonde, poi sempre più veloci, più affamate, mentre la donna, ormai completamente piegata in avanti, godeva senza più alcun freno. I suoni di corpi che si univano, baci umidi, colpi sordi e respiri affannati riempivano la sauna come una melodia proibita.

Quando il ragazzo si sollevò e si portò accanto al volto della donna, fu lei stessa ad afferrargli il cazzo, ora completamente eretto e luccicante, portandolo alla bocca. Alternava un pompino lento e attento a colpi di lingua rapidi sulla cappella, mentre il marito dentro di lei aumentava il ritmo, ormai vicino all’orgasmo.

Il momento culminante fu una sinfonia: il marito venne dentro la moglie con un grido sommesso, riempiendola mentre la teneva stretta contro di sé, il ragazzo nel frattempo raggiungeva l’orgasmo in bocca a lei, che accolse ogni stilla con un piacere quasi sacrale, scendendo poi a leccarsi le labbra con lentezza.

Nel silenzio denso di calore e odore di sesso, i tre rimasero lì, stretti, nudi, umidi, a riprendere fiato e a sorridersi senza parlare.

E fu solo in quel momento che la donna si voltò verso il marito e, senza bisogno di parole, gli fece capire che nulla sarebbe stato più come prima. Ma forse… non era affatto un male.
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