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Myrna cap 21


di MissSerena
31.03.2025    |    1.162    |    3 9.6
"Presi quindi a leccare lascivamente il fallo mentre coll’altra mano mi toccavo fra le gambe con sempre più foga, ben sapendo che il minuscolo tanga gli..."
Phil era ormai diventato un cliente fisso, il che non mi dispiaceva perché con lui nulla era banale, e non m’importava in alcun modo che mi vedesse con un altro uomo che aveva scelto lui, anzi mi divertivano sempre di più i giochi anche di ruolo nei quali avevo sempre quello della protagonista, e anche quando volle assistere ad un rapporto saffico con una ragazza di colore.
C’è anche da dire che con lui non c’era solo un rapporto escort-cliente, ma che mi aveva portata un paio di volte a cena coll’unico scopo di stare con me, e che in quelle sere avevo imparato ad apprezzare un uomo per certi aspetti straordinario dalla cultura enciclopedica.
Inoltre da quando aveva saputo che ero anche un’agente immobiliare, mi aveva dato mandato per vendere alcune sue proprietà, facendomi prendere alcune ottime provvigioni.
Quando mi propose di passare tutta la domenica da lui accettai senza alcun indugio, anche se m’aveva fatto capire che non si sarebbe trattato d’avere un singolo rapporto, ma qualcosa di legato al mondo del feticismo con un pizzico di dominazione, ma sempre senza alcuna traccia di sadismo o di pratiche estreme.
Come arrivai alla sua villa mi portò in quella che oramai era diventata la nostra ‘stanza dei giochi’, dove aveva portato oltre che un gigantesco divano e alcune poltrone, un bel letto a baldacchino e un armadio, dove oltre a della lingerie sempre nera, metteva i nuovi toy che comprava solo per me.
“Mi sono permesso di scegliere qualcosa per te, spero non ti dispiaccia.” mi disse indicandomi il letto.
“Assolutamente no ! E del resto le tue scelte sono sempre intriganti e di classe.”
“Va bene io vado di là, quando sei pronta suona la campanella.”
Non so perché ma Phil non voleva quasi mai vedermi quando mi cambiavo, e quella sera non fece eccezione, così non mi rimase che aspettare che uscisse dalla stanza per spogliarmi.
Una volta nuda guardai con tutta calma cos’aveva preparato per me il mio cliente, e rimasi un po’ stupita nel vedere che l’unico capo d’intimo era un reggicalze con le rispettive calze, mentre spiccavano un paio di polsiere in pelle, un plug di medie dimensioni in plexiglas, ed infine una benda piuttosto velata che non m’avebbe impedito di vedere cosa succedeva vicino a me.
Tolsi quindi le scarpe per indossare le calze ed il loro sostegno, per poi mettermi le polsiere che si chiudevano con un velcro. Presi del gel lubrificante dall’armadio e ne misi parecchio sul plug, prima d’infilarmelo nel retto, quindi mi legai la finta benda, e poco prima di mettermi carponi sul letto, suonai il campanello come d’accordo.
Phil entrò poco dopo accompagnato da un uomo che era tutto tranne che di bell’aspetto, ma del resto lui cercava maschi che fossero in primis ben dotati.
“Myrna lui è Marcus e dovrai scusarlo se non parla bene la nostra lingua, ma sono sicuro che nonostante ciò vi capirete benissimo.” mi disse il padrone di casa sedendosi sul letto vicino a me.
Phil come accadeva spesso e volentieri, rimaneva in silenzio vicino a me per accarezzarmi il viso, in religioso silenzio quasi avesse paura che dicendo qualcosa avrebbe rotto una sorta di magia che in realtà non c’era.
Marcus iniziò a massaggiarmi il sedere con lenti movimenti circolari, che man mano diventarono sempre più piccoli, ma soprattutto sempre più vicini alla mia passera, che in breve tempo diventò un lago. Anche quando poggiava le dita sul plug, era più per farlo roteare che per spingerlo ancor più in profondità, rendendo ancor più eccitante avere quel cuneo nel retto.
Presi a mugolare sempre più forte, iniziando anche a sculettare come se volessi rendermi più appetibile a quell’uomo che mi sembrava molto distaccato.
“Dimmi che vuoi il mio cazzo o continuo all’infinito.” mi disse Marcus quando vide la mia eccitazione colarmi fra le gambe.
“Dammi il tuo cazzo !” gli risposi quasi urlando “E dammelo subito.”
L’uomo molto semplicemente si calò i pantaloni, tirando fuori una gran bella mazza già in erezione, e senza proferire una sola parola mi penetrò completamente con un solo potente affondo.
Quell’affondo così secco e deciso spense tutte le lampadine del mio cervello, che da quel momento si ritrovò in modalità ‘porca senza limiti’, tanto che mi ritrovai a dire le peggio oscenità quasi senza rendermene conto.
“Sì così sbattimelo tutto dentro ! Fammi godere col tuo gran cazzo ! Scopami ancora e poi ancora.”
Credo che ad un certo punto Marcus non mi sopportasse più, ed infatti si mise davanti a me per chiudermi la bocca con la sua mazza. Per un po’ gliela succhiai senza dire nulla, e del resto con quella nerchia fra le labbra era davvero difficile parlare, ma poi allungai una mano fra le gambe, quasi ad aprirmi ancor di più la passera.
“Non vuoi più che chieda il tuo cazzo ?” gli domandai con tutta l’erotismo di cui ero capace “Davvero non vuoi più la mia fica ?”
Marcus non solo si rimise di nuovo dietro di me, ma questa volta prese a giocare col plug mentre mi trapanava come un martello pneumatico. Lui mi girò più volte neanche fossi un calzino, facendomi stare ora sopra per permettergli di riprende un po’ fiato, ora sotto quando invece voleva martellarmi senza sosta. Il tutto senza mai togliermi il plug dal buchetto, in modo che ogni volta che m’entrava dentro, la cappella quasi toccasse il cuneo per farmi godere ancora di più.
Ogni volta che Marcus mi faceva cambiare posizione, Phil si spostava per rimanere sempre vicino al mio viso, che non smetteva mai di accarezzare dandomi così quella dolcezza che mancava del tutto all’altro uomo.
“Ora ti rompo il culo.” mi disse lo straniero che almeno certi concetti li sapeva esprimere benissimo.
“Non aspettavo altro.” gli risposi mettendomi carponi con le gambe ben aperte.
Lui mi tolse il plug facendo fare al mio buchetto uno strano rumore, simile a quello di una bottiglia quando viene stappata, e una volta avuto campo aperto mi sodomizzò con forza, anche se non mi fece poi troppo male.
Marcus prese a spingere come un vero toro da monta, ma ben presto si rese conto che tenendo quel ritmo non sarebbe durato a lungo, così dopo un po’ si sdraiò per far stare me sopra. All’inizio m’impalai dandogli la schiena, ma quasi subito mi girai per poter guardare in faccia sia lui che Phil, che come al solito rimase distaccato quasi non l'importasse nulla di quello che stava accadendo vicino a lui.
Neanche ci fosse un copione già scritto, lo stallone mi fece stare sopra di lui sino a che non sentì vicino l’orgasmo, e a quel punto quasi mi buttò sul letto per poi farmi inginocchiare davanti a lui. Senza che dicesse nulla gli presi la mazza in mano per portarla quindi fra le labbra, e dopo pochi colpi di bocca lui mi schizzò sino in gola il suo orgasmo.
“Puoi andare.” disse Phil al ragazzo che si rivestì in tutta fretta prima di salutare e uscire dalla stanza.
Rimasi un po’ stupita perché di solito il mio cliente voleva assistere ad almeno un paio di rapporti, ma fu lui stesso a spiegarmi perché aveva mandato via Marcus.
“Adesso fai una bella doccia, così ti rinfreschi e poi ci sarà una sorpresa che spero gradirai.”
“Va bene però prima fammi spogliare anche perché non credo possa mettermi sotto una doccia così conciata.” gli risposi facendogli notare che avevo ancora indosso le calze e le polsiere.
Phil m’accompagnò in quello che doveva essere il bagno padronale, dove mi spogliò per poi farmi entrare nel box doccia, che chiuse dietro di me quasi non m’avesse mai visto nuda.
Più che una vera e propria doccia mi lavai a pezzi stando sempre attenta a non bagnarmi i capelli, e non appena uscii dal box lui mi mise un gigantesco asciugamano sulle spalle.
“Ti dispiace se t’asciugo io ?” mi chiese fin troppo timidamente.
“No fai pure.”
Per la prima volta dopo diversi incontri, Phil mi stava toccando, anche se fra il mio corpo e le sue mani c’era sempre il leggero tessuto di spugna. Anche quando arrivò alle gambe non mi sfiorò direttamente in alcun modo con le mani, quasi volesse mantenere una separazione fra ciò che voleva e quello che invece poteva fare con me.
“Adesso andiamo a vestirti.” mi disse prendendomi la mano per portarmi in un’altra stanza nella quale non ero mai stata.
Mi ritrovai in un elegante salotto dove c’era in sottofondo della musica classica, ma quel che più mi colpii fu l’eleganza degli arredi, un vero trionfo di legno e cuoio che però non era mai pacchiano o fine a sé stesso, infine su un grande tavolo c’erano tre scatole, e non ci voleva certo un genio per capire cosa contenessero.
“Devo aprirle ?” gli chiesi immaginando la risposta.
“Certo sono per te.”
Presi la più piccola che conteneva un bel tanga in raso che indossai appoggiandomi al tavolo, poi la più grande dove invece c’era uno splendido abito da sera lungo con un profondo spacco sul davanti, che lo rendeva estremamente sexy, per non parlare della scollatura vertiginosa o del fatto che lasciava la schiena quasi del tutto scoperta.
“Posso aiutarti a metterlo ?” mi chiese sperando n un sì.
“Certo però non te ne approfittare.” gli risposi sorridendo e facendo ridere anche lui.
Alla fine della vestizione Phil tirò fuori da una tasca interna della sua giacca una scatola in velluto blu, nella quale c’era una lunga collana di perle.
“Questo è un regalo per te.” mi disse mettendomela al collo “Prendilo come un di più per tutte le belle serata che mi stai facendo passare.”
Il mio primo istinto fu di ringraziarlo con un bacio, ma poi mi ricordai di come lui fosse restio a farsi toccare, così dissi solo quale parola di circostanza, per poi chiedergli cos’avesse ancora in programma.
“Nulla per me la serata è finita qui, perché mi fai questa domanda ?”
“Perchè per me c’è ancora qualcosa da fare, quindi adesso seguimi e non dire nulla.”
Lo portai nella nostra stanza preferita dove sapevo poter disporre di una moltitudine di giochini erotici, per farlo sedere in quella che oramai era la sua poltrona.
“Vedi Marcus mi ha scopata davvero bene.” gli dissi mentre sceglievo un fallo fra i tanti presenti nell’armadio “Ma io voglio ancora qualcosa che lui però non mi può dare, ma tu sì.”
“Myrna cosa dici io non posso ma soprattutto non voglio avere rapporti con te.” mi rispose leggermente alterato.
“Lo so e non ti ho mai detto nulla al riguardo, ma davvero non vuoi farmi avere un orgasmo senza dover usare per forza il tuo cazzo ?” gli domandai prendendo un grosso fallo realistico in silicone rosso.
“Myrna io non capisco, insomma cosa vuoi.”
“Voglio che tu mi faccia godere con questo, ma solo quando te lo dirò io e se lo vorrai sul serio.”
Con passo felpato m’andai a sedere al centro della parte opposta al testaletto, per poi aprire le gambe favorita dallo spacco del vestito. Presi quindi a leccare lascivamente il fallo mentre coll’altra mano mi toccavo fra le gambe con sempre più foga, ben sapendo che il minuscolo tanga gli avrebbe permesso di vedere ciò che stavo facendo.
Quando feci scivolare il fallo verso la passera, Phil era come in trance, ma non volli dargli tempo di ragionare e quindi iniziai a masturbarmi quasi con furore con quel pene di gomma.
“Phil dimmi non vuoi essere tu a farmi godere ?” gli chiesi sperando che mi dicesse di sì “Non vuoi per una volta farmi avere tu un orgasmo e godere un po’ con me ?”
Lui non mi rispose ma s’alzò per venire da me muovendosi come un robot.
“Phil parla !”
“Sì lo voglio.” mi rispose con un filo di voce.
“Allora scopami e fammi godere.”
Per agevolarlo mi misi carponi sul letto e spostai il tanga sulla mia chiappa destra, per poi dargli il fallo in mano. Lui al principio fu fin troppo dolce, o dovrei dire timido perché muoveva la mano davvero troppo lentamente, ma bastarono alcune parole d’incoraggiamento per fargli prendere un ritmo almeno decente.
Mi resi però conto che non sarebbe mai riuscito a farmi avere un vero orgasmo, se non altro perché aveva una reale paura a spingere troppo, così lo simulai per finire sdraiata sul letto.
“Dimmi almeno t’è piaciuto ?” gli chiesi mentre mi sistemavo.
“E me lo domandi ? Certo che sì solo non me l’aspettavo.”
“Vorrà dire che la prossima volta c’inventeremo tutte e due qualcosa di diverso, però non prendere troppo il vizio alle novità perché in fondo mi piaci così come sei.”
Lui arrossì per poi farmi strada verso la porta di casa, anche se conoscevo benissimo come uscire dalla sua villa, per poi darmi un fin troppo casto bacio sulla guancia prima di congedarmi.
“Però come regalo non è niente male.” dissi a me stessa toccando la collana che mi aveva appena regalata mentre mettevo in moto la macchina “E pensare che a qualcuno Phil non piace per niente.”
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