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Tiziano in arte Noemi cap 3/10


di MissSerena
29.10.2024    |    287    |    1 9.4
""Perché non l'hai già fatto ?" mi rispose Eleonora ridendo "Si vede che ti piace proprio l'odore della sborra in faccia..."
Dopo aver preso la completa consapevolezza dell'unico ruolo che potessi avere in una coppia, passai una decina di giorni per molto aspetti piacevoli, nonostante mia zia non mancasse mai di punire i miei errori di gioventù.
Innanzitutto, divenni molto veloce nel truccarmi, anche se lo facevo quasi sempre nello stesso modo, ma del resto coi miei lineamenti marcati c'era ben poco da variare. Imparai in fretta a fare tutti i lavori domestici, incontrando solo qualche difficoltà nello stirare, ma per fortuna era estate e i vestiti leggeri e poco bisognosi di esser perfettamente lisci.
Ovviamente divenni anche una gran bella troietta sempre pronta a farmi inculare, e mia zia era una donna a cui tutto si poteva dire, tranne che mancasse di fantasia. A volte si divertiva a girare nuda con addosso solo uno strap-on, facendomi aspettare ore il momento in cui m'avrebbe fatto suo, per poi prendermi sempre in modo selvaggio e violento magari mentre vedeva la televisione. Spesso mi faceva girare anche fuori casa con un piccolo plug infilato nel retto, con l’unico scopo di rendermi ancora più voglioso dei suo falli, o con delle palline anali che all'inizio quasi m'impedivano di muovermi tanto erano piacevoli da portare.
Tutto ciò porto ad essere geloso di lei, come se potessi essere l'unica persona della sua vita, e quando mi disse che voleva uscire da sola, feci una scenata che non mi perdonò, dandomi subito due sonori ceffoni che mi fecero girare la faccia.
"Stammi bene a sentire Noemi." mi disse rimarcando moltissimo il mio nome femminile "Io sono una donna con delle esigenze ben precise, esigenze che tu non sei in grado di soddisfare non avendo un cazzo degno di questo nome. Quindi se decido d'uscire per farmi una scopata, tu stai zitta e m'aspetti, sperando che torni a casa soddisfatta altrimenti mi sfogo su di te sono stata chiara ?"
"Sì padrona." risposi a testa bassa.
"Visto che non sai stare al tuo posto ho deciso di darti una lezione come si deve, quindi stasera ti umilierò facendoti vedere come un uomo mi fa godere, e tu potrai solo assistere in rigoroso silenzio, a meno di non esser interpellata, hai capito o vuoi che ti faccia un disegnino ?"
"Chiarissima padrona."
La vidi fare una telefonata ad un certo Peter, al quale spiegò che non solo voleva una serata a base di sesso, ma anche umiliare il più possibile la 'frocia che ho in casa', senza però poterla scopare o fare altro.
Subito dopo cena Eleonora mi preparò per la serata, rendendomi più simile alla farsa di un essere umano che altro. Dopo avermi fatto truccare in modo pesante, esagerando non poco col rossetto rosso fuoco, mi fece indossare un 'vestito' da cameriera tanto corto che mal copriva i miei genitali, che mi rinchiuse nella cintura di castità, per poi finire l'opera mettendomi in malo modo un plug non certo piccolo nel retto.
"Bene sei una troia perfetta !" mi disse soddisfatta girandomi intorno "Peccato che non prenderai nessun cazzo, ma se farai la brava alla fine ti permetterò di masturbarti con un bel cazzone di gomma, senza però liberarti l'uccello, tanto godi anche se ce l'hai ancora nella gabbietta."
"Grazie signora, vedrò di non deluderla." le risposi sperando nella sua clemenza.
La aiutai a mettere un completino d'intimo bianco quasi invisibile tanto era microscopico, sopra il quale indossò un semplice abito bianco che stinse con una cintura, prima di calzare dei sandaletti a tacco alto.
Alle nove in punto suonò il campanello, e corsi ad aprire nonostante sembrassi una battona, ma del resto sapevo benissimo che quella sera le umiliazioni non sarebbero mai mancate.
Alla porta c'era Peter, un ragazzone di colore coi capelli in pieno stile rasta, vestito in modo casual, con una camicia fantasia alla quale non aveva chiuso alcun bottone, in modo da mettere in bella mostra il petto muscoloso e virile.
"Tu devi essere il senza cazzo che Eleonora s'è messa in casa per pietà." mi disse quasi spingendomi via "Ora da bravo togliti dalle palle, o se vuoi guarda come fa godere una donna un uomo vero."
Appena mia zia lo vide lo salutò dandogli un lungo bacio in bocca che mi fece ingelosire non poco, ma non sapevo che quello non era neppure l'antipasto di ciò che mi stava aspettando.
Dopo avergli offerto da bere, lei iniziò a toccarsi il seno in modo a dir poco provocante nonostante fosse ancora coperto dal vestito, sino a quando Peter non s'alzò e senza dire nulla tirò fuori una mazza, che se pur ancora floscia era già di dimensioni notevolissime.
"Finalmente un vero cazzo !" esclamò mia zia prendendolo in mano "E non quell'inutile moncherino che hai fra le gambe. Anzi Noemi fai vedere a Peter quanto sei dotata."
Anche se ero abituato a sentirmi chiamare al femminile, quella era la prima volta che accadeva davanti a un estraneo, e nei fui colpita, ma poi alzai il vestitino in modo che quell'uomo potesse vedermi i genitali, anche se chiusi nella cintura di castità. Ovviamente Peter rise di me, dicendomi che potevo solo che andare a battere prendendolo dietro da chiunque mi avesse pagato, il tutto mentre Eleonora iniziava a leccargli la mazza, sino a farla diventare turgida.
Dentro di me provavo sentimenti contrastanti, da un lato c'era la gelosia verso un uomo che stava con quella che consideravo la mia donna, anche se ne ero solo lo schiavo sessuale. Dall'altro provavo una certa invidia verso mia zia che ben presto avrebbe provato tutto quel ben di Dio dentro di sé, mentre io non potevo neppure masturbarmi.
I due s'alzarono per spogliarsi a vicenda, baciandosi in continuazione, con Eleonora che non lasciava il membro di Peter se non quando doveva usare entrambe le mani, quasi avesse paura di perderlo.
"Adesso basta giocare, scopami e fammi godere." disse mia zia piegandosi contro un muro sino a potercisi appoggiare con entrambe le mani.
Lui non si fece certamente ripetere l'invito, e la penetrò con un paio di vigorosi affondi per infilarle tutta la sua mazza dentro la passera.
"Sì dammi il tuo cazzo che ne ho proprio bisogno, dopo aver dovuto fare fin troppo l'uomo con quel frocio di mio nipote." urlò Eleonora finendo così di sputtanarmi.
"Certo che ti scopo, e se fai la brava te lo metto anche nel culo."
I due continuarono a parlarsi più per insultare me che altro, finendo sul letto dove lui si sdraiò per dar campo libero alla donna. Mia zia era oramai quasi una furia, prima s'impalò su di lui dandogli le spalle, per poi girarsi ed alzare ancora di più il ritmo, come se quel membro così grande non le bastasse mai. Anche quando forse per riprendere un po' fiato, lei si mise sopra di lui per avere un doppio rapporto orale, non smise mai di cercarmi anche solo con lo sguardo, per rinfacciarmi la mia inadeguatezza come uomo.
Era fin troppo chiaro che quei due si conoscessero molto bene, tant'è vero che a volte sembravano muoversi all'unisono, quasi riuscissero a leggersi nel pensiero a vicenda, mentre io rimanevo in disparte, umiliato non sono come uomo, ma anche come persona che non veniva coinvolta in alcun modo nei loro giochetti erotici. Era infatti vero che non riuscivo a staccare gli occhi dalla mazza di Peter, quasi sperassi che si stancasse di mia zia per prendermi, e rendermi così finalmente donna. Invece lui mise letteralmente sotto di sé Eleonora, affondando più volte il membro in lei, sino a puntarlo verso la porta del peccato.
"Dimmi quel che vuoi che faccia o t'inculo il nipote." le chiese già sapendo la risposta.
"Cosa vuoi che ti dica, mettimelo nel culo e fammi godere ?" gli rispose con notevole ironia "E poi da quando c'è bisogno della domanda in carta bollata."
L'uomo rise prima di sodomizzarla con forza, ma senza violenza, come se conoscesse fin troppo bene qual era la linea di divisione fra piacere e dolore, e non volesse mai arrivare a varcarla.
Com'era accaduto in precedenza, i due iniziarono una sorta di balletto, dove ora conduceva lui, ora lei alternandosi quasi con una certa grazia, nonostante si trattasse di un rapporto anale
Quando era lei a reggere il gioco lo faceva insultandomi senza sosta, e toccandosi fra le gambe sino a penetrarsi con un paio di dita, per rimarcare la differenza fra una vera donna, e chi come me cercava d'imitarla. Anche se avevo una gran voglia di buttarmi fra le sue cosce per bere il piacere che fuoriusciva copioso dalla passera, rimasi al mio posto a soffrire anche per l'impossibilità d'avere una anche pur minima erezione, col pene che rimaneva ricurvo nonostante l'istinto fosse quello di ergersi.
Peter invece era più materiale, m'insultava sì ma con ironia, ben sapendo che non avrei mai potuto prendere il suo posto, ma al limite quello di mia zia.
Alla fine, lei si mise carponi in modo che lo stallone le potesse prendere a suo piacimento entrambe le porte del piacere, facendole così raggiungere un orgasmo che m'urlò in faccia.
"Frocio inginocchiati davanti al letto che ti battezzo." mi disse Peter mettendosi in piedi.
Ubbidii com'era mia abitudine, ma senza capire cosa volesse fare quell'uomo, sino a quando non mi bloccò la testa mettendomi una mano fra i capelli, per poi segarsi davanti ai miei occhi.
I primi getti di sperma mi colpirono l'occhio destro, che chiusi insieme al sinistro, poi gli altri m'arrivarono su tutto il volto, ricoprendolo di quel liquido biancastro, che mai era uscito dal mio pene in tale quantità.
Quando riaprii gli occhi vidi mia zia che mi stava facendo delle foto, ed istintivamente cercai di coprirmi la faccia per vergogna, ricevendo subito un paio di schiaffi che mi fecero abbassare le mani.
"Visto che fai la schizzinosa prendi questo cazzo di gomma, leccalo per un minuto e poi mettitelo nel culo." mi disse la mia aguzzina porgendomi un fallo di gomma di medie dimensioni.
Impaurito anche solo dall'idea d'esser punto, presi quel fallo e lo ricoprii velocemente di saliva, per poi sdraiarmi ed infilarmelo da solo nel retto, davanti agli occhi divertiti della coppia.
"Brava la mia troietta, però io volevo che ti mettessi a pecora, così possiamo divertirci anche noi due."
"Subito mia signora." le risposi mettendomi carponi col fallo ancora nel sedere.
A quel punto fu una specie di gara fra loro due a chi mi sfondava di più, ma dopo alcuni minuti di pura sofferenza, iniziai a godere senza fra l'altro avere il modo di nasconderlo, sino a quando non venni nonostante avessi ancora il pene imprigionato nella cintura di castità.
"La prossima volta me la fai inculare, in fondo non desidera altro, e forse lo stesso vale anche per te." disse Peter a mia zia accarezzandole i fianchi.
"Non lo so, con te è tanto troia che godrebbe come una vacca, mentre magari due balordi che conosco la violenterebbero come merita." gli rispose Eleonora lasciandomi tutto il fallo dentro, per poi rivolgersi a me come se il mio volere contasse qualcosa "E tu Noemi come vuoi esser sverginata, da uno come Peter che ti scopi e basta, o due che ti sbattano per la puttana che sei ?"
"Quello che lei crede sia meglio per me signora." le risposi cercando d'esser un po' ruffiano, ma del resto non avevo altra scelta.
"Non so, però adesso togliti dai coglioni che voglio farmi una sana scopata senza te fra le palle." concluse mia zia indicandomi la porta.
Una volta fuori dalla camera non mi rimase che ascoltarli mentre riprendevano i loro giochi perversi, che andarono avanti per non so quanto tempo, lasciandomi solo ad immaginare come fossero messi sul letto.
Non ebbi neppure il coraggio d'andarmi a pulire la faccia, lasciando così che lo sperma di Peter quasi mi si seccasse in faccia, e solo quando lo vidi uscire chiesi il permesso d'andare a lavarmi.
"Perché non l'hai già fatto ?" mi rispose Eleonora ridendo "Si vede che ti piace proprio l'odore della sborra in faccia."
Per la prima volta lei mi fece dormire con la cintura di castità, che mi tolse solo il mattino seguente anche per permettermi di fare una doccia.
"Lo so che hai voglia di cazzo vero." mi disse mentre pranzava "Ma te lo devi meritare, e poi prima di farti scopare ho in mente tante altre cosine per farti scoppiare le palle, perché in fondo non meriti altro che farmi da schiavo."
"Sì padrona come vuole lei." risposi sperando che le nuove prove non sarebbero state troppo violente.
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