trans
L'insolito triangolo

10.03.2025 |
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"“Io non ho un bel sedere come il tuo..."
Col mio compagno Edoardo avevamo spesso fantastico di rapporti a tre e di scambi di coppia, ma poi c’eravamo sempre fermati per paura d’incontrare le persone sbagliate, arrivando al massimo a parcheggiare davanti a un club privé per poi non avere il coraggio d’entrare e quindi tornare a casa.Quel giorno stavamo tornando dalla piscina per andare alla cittadella nei negozi, una specie di centro commerciale all’aperto dov’erano in corso i saldi di fine stagione, anche se io cercavo dell’intimo nuovo col mio solito problema della taglia. Perché, se il mio seno era una normalissima seconda, il sedere stava a stento in una terza, e di conseguenza dovevo sempre cercare un compromesso fra le due taglie. Normalmente andavo da “La vie en rose”, un negozio di lingerie dove le commesse erano molto simpatiche, ma soprattutto non cercavano di vendermi ciò che mi stava male.
“Ti chiedo solo di non farci notte, vorrei tornare a casa per un’ora decente anche perché avrei del lavoro da terminare.” mi disse Edoardo dopo aver parcheggiato la macchina mentre ci dirigevamo verso il negozio.
“Se vuoi che sia bella anche se solo per te devi aver pazienza.” risposi sculettando in modo provocante per qualche metro “Anche se poi non capisco di che ti lamenti dato che poi nei camerini mi vedi mezza nuda.”
“Peccato che non si possa fare nulla, altrimenti toglierei anche il mezza.” ribatté col suo meraviglioso sorriso.
Di lui mi aveva colpito sin dal primo momento proprio quel sorriso a trentadue denti, che non so perché ma mi metteva allegria. Non che Edoardo fosse un brutto uomo, alto quasi uno e ottanta, con due occhi chiari che sembravano due fari per quanto splendevano, e un fisico scolpito dalla piscina, la nostra passione comune che ci aveva fatto incontrare qualche anno prima. Essendo tutte e due intorno ai trentacinque anni, non avevamo perso troppo tempo in un lungo fidanzamento, e c’eravamo ritrovati a convivere dopo pochi mesi trovandoci subito benissimo.
Entrammo nel negozio in prossimità dell’orario di chiusura tenendoci per mano come due ragazzini, per non trovarci nessuna delle commesse abituali, ma una bella donna con una lunga chioma bionda, che le arrivava a metà schiena. Di lei mi colpì subito il fatto che era quasi ‘troppo’ femminile, come se dovesse dimostrare anche nei minimi particolari di essere donna. Sembrava appena uscita da una seduta di trucco e parrucco, l’abito era come se le fosse stato cucito addosso tanto le stava bene, e certamente sotto quel vestito portava una lingerie da urlo.
“Sono Edvige come posso esservi utile.” mi domandò togliendomi dai miei folli pensieri.
“Vorrei un completo viola per le mie forme.” risposi per poi spiegarle la differenza di taglia fra sopra e sotto.
Con la coda dell’occhio notai che Edoardo non le toglieva un attimo gli occhi di dosso, ma non essendo affatto gelosa non vi prestai attenzione.
Dopo aver compreso le mie richieste, Edvige tirò fuori due completi entrambi molto belli, tanto che era quasi impossibile fare una scelta, così mi disse di provarli per vedere quale mi stava meglio.
Mentre mi recavo verso i camerini la vidi toccare qualcosa sulla porta, ma non potei vedere cosa stava facendo, così entrai in quello che in realtà era molto simile a un piccolo sgabuzzino ed iniziai a spogliarmi.
Non feci quasi in tempo ad indossare quel completo, che Edvige spostò la tenda che mi separava dal resto del negozio, per fare capolino con la testa dentro lo spogliatoio, mettendomi un po’ in imbarazzo.
“Ma ti sta d’incanto !” esclamò spostando ancora un po’ la tenda, facendo sì che anche Edoardo mi vedesse “Altro che tette piccole e culo grosso, sei un amore punto e basta.”
“Grazie però anche tu non sei affatto male.” le risposi cercando di tirare la tenda in modo da chiuderla.
“Io non ho un bel sedere come il tuo.” mi disse entrando di fatto nel camerino “Ma soprattutto non sono lui che lo può toccare quando vuole.”
Edvige iniziò a girarmi intorno, ma soprattutto a toccare ogni parte del mio corpo, all’inizio sfiorando quelle scoperte, per finire a mettermi le mani sul seno e sule sedere. Nonostante il crescente imbarazzo, quel suo modo di fare cominciò lentamente ad eccitarmi, e vedere Edoardo non fare nulla, mi fece capire che anche lui gradiva lo spettacolo.
Così quando vidi che la commessa era dietro di me, spinsi verso di lei il sedere, come per strusciarglielo contro, avendo la netta sensazione che non fosse tutto come sembrava. Lei però non mi diede tempo di pensare più di tanto, che mi ritrovai le sue mani dentro il reggiseno, che quasi per magia si sganciò lasciandole campo libero. Il solo sentire le sue dita girare intorno ai miei capezzoli m’eccitò oltremodo, così quando mi ritrovai la sua bocca vicino alla mia, non opposi alcuna resistenza facendo incontrare le nostre labbra.
“Ti voglio.” mi disse infilandomi una mano dentro le mutandine.
“Anch’io.” le risposi mettendo le mie sulle sue chiappe.
Iniziammo a baciarci son sempre più passione, mentre facevo volare via quel che Edvige aveva sopra la cintura, per poter poi giocare anch’io col suo bel seno duro come il marmo.
A quel punto si fece avanti Edoardo che quasi timidamente chiese se potesse partecipare anche lui al gioco, e la risposta non poté che esser positiva.
Quando però fece cadere a terra la gonna della commessa fu subito chiaro che dentro gli slip aveva una gradevole sorpresa.
“Ma hai il cazzo !” esclamai stupita “E direi anche un bel cazzo.”
Il mio compagno fece un passo indietro, mentre io presi in mano quel membro dopo averlo fatto uscire dalle mutandine di pizzo che a malapena lo contenevano.
“Non sembra che t’interessi molto se ho il cazzo invece della fica.” mi disse Edvige toccandomi fra le gambe “E non credo neanche che non sai cosa farci.”
Avevo sempre creduto che le transessuali avessero dei peni piccoli a causa delle cure ormonali, ma con Edvige non ci doveva esser stato questo effetto collaterale perché la sua mazza era superiore alla media, e bastarono pochi tocchi di mano per farla diventare turgida.
Con la commessa iniziammo a toccarci a vicenda mentre le nostre lingue s’inseguivano per poi quasi avvinghiarsi l’una all’altra, davanti allo sguardo sempre più sbalordito del mio compagno che alla fine si fece coraggio e si mise in mezzo a noi.
Come due assatanate Edvige ed io lo spogliammo senza mai smetterlo di baciarlo, per poi abbassarci entrambe e poter prendere in bocca la sua mazza. Senza dirci nulla c’alternammo a leccare e succhiare pene e testicoli, lasciando che ogni tanto le nostre bocce s’incontrassero.
Quando la trans s’alzò fu Edoardo ad abbassarsi, e con mio grande stupore iniziò a succhiarle la mazza.
“Non sapevo ti piacesse il cazzo.” gli dissi ancora incredula per quello che stavo vedendo.
“Non quello degli uomini,” mi rispose sorridendo “Ma qualche trans me la sono fatta e un paio si sono fatte me.”
Vedere il mio uomo fare un pompino, anzi direi un signor pompino, mi fece capire di quanto non l’avessi mai compreso sino in fondo, soprattutto la sua voglia di allargare la coppia, e che quello che ci avevano sempre fermato erano più le mie paure che le sue. Così decisi di punto in bianco di non solo stare al suo gioco, ma di tirar fuori la parte più perversa di me.
“Io vedo due bei cazzi, ma nessuno che sia interessato alla mia fica.” dissi cercando si mettermi il più comoda possibile sulla panca del camerino.
“Basta dirlo e poi chi se la fa scappare una bella fica come la tua.” mi rispose Edvige mettendosi fra le mie gambe.
La trans non perse un attimo, ed iniziò a scoparmi subito di gran carriera, mentre Edoardo che si era sistemato alla mia sinistra anche per non farmi cadere, con una mano mi toccava la passera proprio all’inizio dello spacco, e con l’altra giocava con un mio capezzolo, come se ci fosse bisogno d’eccitarmi ancor di più.
Non ci volle un genio a capire quanto fosse su di giri il mio uomo vedendomi scopare con un’altra persona, fosse solo perché aveva il membro così in erezione che pareva dovesse scoppiargli da un momento all’altro. Fu però Edvige a prendere l’iniziativa in un modo che mi lasciò un po’ stupita.
“Perché invece di reggere il moccolo non vieni qui e usi il cazzo per scoparmi.” gli disse allungando una mano sul suo pene “Così dopo ricambio e ti faccio divertire.”
Edoardo quasi balzò dietro la commessa per poi prenderla nella più classiche delle pecorine, con lei ancora dentro di me, ma soprattutto con la sua mazza che si gonfiò ancor di più mandandomi in estasi. Nacque così il più perverso dei trenini, con Edvige che di fatto dava il ritmo ad entrambi, con un concerto di sospiri e mugolii che era un crescendo senza fine.
Ebbi l’impressione che quel momento così perfetto non finisse mai, ma fu di nuovo la trans a voler cambiare le carte in tavolo, puntando ancora più in altro.
“Il tuo cazzo mi piace ma adesso voglio il tuo culo.” disse ad Edoardo che forse non aspettava altro. “E poi anche il tuo piccola puttanella in calore.” rivolgendosi a me.
Così col mio compagno ci mettemmo carponi uno al fianco dell’altro, in attesa d’essere sodomizzati da Edvige, che ovviamente iniziò da lui.
Aiutata dall’avere la mazza ricoperta dai miei umori, le bastò lasciar cadere un po’ di saliva sull’ano dell’uomo per poi prenderlo con pochi colpi, che fecero dire “Ah” solo una volta il mio amore. Da vera professionista dei rapporti anali la trans faceva uscire piano il suo membro, lasciando dentro solo la cappella, per poi spingerlo sino in fondo con una discreta forza, quasi cadenzando la sua cavalcata con piccole urla di piacere.
Il viso di Edoardo era quasi deformato dal piacere che stava provando, e poco ci mancò che venisse anche senza toccarsi. Pensai a come l’avrei potuto scopare io usando uno strap-on, che magari non darà le stesse sensazioni di un cazzo vero, ma è pur sempre meglio di nulla, ma soprattutto l’avrei fatto con tutto l’amore che provavo per lui.
“Scommetto che tu il culo ce l’hai più aperto, non è vero ?” mi disse Edvige scivolando dietro di me.
Per tutta risposta mi aprii le natiche con le mani, così lei mi poté penetrare quasi completamente con un solo potente affondo, che mi fece urlare per il piacere.
Se Edoardo aveva goduto quasi in silenzio, io le feci esternando al massimo il mio piacere, non solo con gridolini poco sommessi, ma incitando Edvige ad andare sempre più forte, quasi ci fosse bisogno di dirle cosa doveva fare.
Non mi fermò neppure un violento orgasmo, anche perché la trans dietro di me non rallentò un secondo, facendomi venire la più folle delle voglie, quella che in fondo avevo sempre sognato e mai avuto il coraggio di provare.
“Vi voglio tutti e due, voglio i vostri cazzi insieme.” dissi quasi fosse una liberazione.
Edoardo vinto lo stupore, si sdraiò sulla moquette così io potei prendergli la mazza e farla entrare con fin troppa facilità dentro la passera. A quel punto fu il turno di Edvige, che neanche fosse indemoniata tornò a sistemarsi dietro di me per poter riprendere dove aveva lasciato.
Col pene di Edoardo davanti e quello di Edvige dietro mi sembrò quasi d’impazzire per quanto stavo godendo, e se l’uomo poteva muoversi ben poco, la trans mi scopò anche peggio di prima, ma del resto ero stata io a creare quella situazione e non mi potevo certo lamentare se mi trattava come una troia.
Ebbi un nuovo orgasmo che mi lasciò senza fiato, e per mia fortuna Edvige arrivò poco dopo, ma invece di rimanere dietro di me, si spostò davanti in modo da potermi schizzare in bocca.
Mi ritrovai così il suo sperma su tutto il palato, con lei che sembrava avare un idrante per quanto ne aveva in corpo e mi riserva fra le labbra. Quando poi abbassai lo sguardo vidi la bocca di Edoardo aperta, e non ci pensai un attimo a riversargli dentro quel nettare, per poi chiedergli le labbra con le mie. Ci scambiammo un lungo bacio, come a sigillare ancor di più la nostra unione, poi lui mi venne e dentro e fu quindi il turno di Edvige leccare il suo sperma nella mia passera.
Rimanemmo quindi in silenzio, quasi ci fosse la paura di rovinare un momento così magico, e quando fu che ci rivestimmo continuò a non uscire una parola dalle nostre bocche.
“Questo è un omaggio della casa.” disse alla fine Edvige dandomi il completo che avevo provato “E tornate quando volete, anzi questo è il mio numero così siete sicuri di trovare me.” concluse dandoci un suo biglietto.
La salutammo entrambi con un bacio per poi tornare casa, certi che non solo saremmo tornati da lei, ma che la nostra vita era cambiata per sempre, con meno ipocrisie e nuove vie del piacere da scoprire insieme.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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