trans
Una vita senza amore


06.03.2025 |
2.375 |
8
"”, mi racconta la storia, ;”poveretto mi fa pena, circondato da ricchi a raccogliere le briciole”, ”c'est la vie, ora sei sugli altari ma domani non si sa, ..."
Una vita senza amoreNon è facile nascere in un corpo che non senti tuo,la mia storia è quella di tante donne nate geneticamente uomo,storie già viste,la famiglia che ti volta le spalle,prostituirsi per sopravvivere e continuare il percorso,il mio clito mi dà piacere non vorrei mai operarmi. C'è voluta fatica e sacrifici per essere quella che sono ,avere un corpo in cui mi sento a mio agio,sono e voglio rimanere trans non un imitazione di donna.
Sono nata in una delle tante cittadine sparse sulla riviera romagnola,quando i miei mi hanno cacciato di casa mi sono spostata di una cinquantina di chilometri,amo la mia terra,la giovialità delle persone e la buona cucina.
Ci ho messo anni a modificare la voce per renderla melodiosa non come certi trans che quando aprono la bocca non per fare pompini sembrano galline strozzate,ho curato la mia immagine,già da ragazzino ero glabro senza un pelo ne sul petto ne nella gambe,fisico esile, caviglie sottili e per fortuna un 38 di piede,il mio culetto era già sporgente e alto , già da allora ero un predestinato.
Ho modificato leggermente il mio aspetto,ho sofferto per fare sparire definitivamente i pochi peli della barba,sul seno piccole protesi,non mi piace essere troppo volgare nonostante spesso mi capita di battere il marciapiede.
Oggi quando mi guardo allo specchio l'immagine riflessa mi piace,ho capito presto che mi piacevano i ragazzi, per le ragazze provavo solo invidia .
Ma non è facile in una città di provincia,tutti conoscono tutti,e una come me per poter vivere in pace doveva restare il più possibile nell'anonimato,i primi baci e le primi pompini di notte sulla battigia con qualche turista straniero,non conoscevo la loro lingua ma loro apprezzavano la mia, nell'arco di un estate ho affinato la tecnica,tornavo a casa felice con ancora in bocca il gusto del loro sperma.
A quattordici anni non avevo ancora fatto sesso completo,ero giovane ma mi rendevo conto che quella sarebbe stata la svolta,il punto di non ritorno,mio padre omofobo da sempre se fosse venuto a conoscenza solo di voci a riguardo come minimo mi avrebbe ammazzata di botte,non potevo contare su mamma succube in tutto e per tutto al marito,un po' per paura un po' perché non mi sentivo pronta ritardavo il grande passo.
Certo la fighetta anale già allora era ben slabbrata,ci infilavo di tutto,il manico della spazzola di mamma, carote,banane ,ogni cosa mi capitasse in mano che potesse sembrare vagamente a un fallo.
Mi bastava sfiorarlo con un dito e chiudere gli occhi per sentire il brividi e il pisellino diventava duro fino a eruttare qualche viscida goccia di sperma che immediatamente finiva in bocca.
La mia prima volta vorrei scordarla è stato terribile,era verso il tramonto di un giorno di fine giugno,nascosto dietro una fila di ombrelloni mi masturbavo guardando un gruppo di tedeschi nudi giocare con la palla, vedere sobbalzare quei battacchi mi affascinava,mi immaginavo solo in mezzo a loro oggetto di un orgia, inevitabile ho iniziato a segarmi, improvvisamente vengo colpito da un ceffone dietro la testa ,mi giro e mi gela il sangue,era Salvatore il miglior amico di mio padre.
“Cazzo ma sei tu il frocetto di merda ,Stefano il figlio di Michele il mio più grande amico, preparati tuo padre ti ammazza e fa bene quelli come tè non hanno diritto di stare al mondo”.
Mi tira via per un orecchio,un male allucinante, comincio a piangere per il dolore la paura di ciò che mi attende,il tipo un omone grosso e tozzo mi trascina senza pietà,lo scongiuro di lasciarmi,che mi stavo segando ma non guardavo loro, purtroppo non la beve,mi riempie di insulti e ceffoni,disperato lo imploro,le dico che sono disposta a tutto ma di non dirlo ai miei:”che ha da offrire una checca,vedrai che lezione stasera,mi spiace solo per quel povero amico e la sua santa moglie”,”la scongiuro,si è vero mi piacciono i ragazzi ma non ho mai dato fastidio a nessuno,se mi porta da mio padre mi ammazza veramente “, piango come una scrofa al macello,lui non dà segno di impietosirsi:”aspetti la prego ,io sono molto bravo con la bocca,se non dice nulla farò tutto quello che vuole”.
Mi arriva un altro ceffone che mi centra in pieno viso,vado a terra ma aggrappandomi gli sfilo il costume,appare una nerchia,lunga grossa, e nerboruta, è in piena erezione a pochi centimetri dal mio viso,puzza da fare schifo di piscio stantio,per me è l'unica possibilità di cavarmela,anche se mi ripugna avvolgo con le labbra la grossa cappella,gli dò una succhiata e con uno sforzo faccio entrare in bocca un pezzo di quel cazzo maleodorante.
Smette di insultarmi,mi mette le mani sulla testa e mi spinge la grossa verga in gola,resisto agli impulsi di vomito, quell'uomo è la mia unica salvezza,devo accontentarlo per salvarmi la vita.
“Ooh, cazzo,che troia succhiacazzi,mai travata una donna che succhia così bene, continua puttanella, succhia il bastone “, nonostante lo schifo dò il meglio di me,succhiarlo mi fa passare la voglia ma devo farlo.
Non lo credevo possibile ma il biscione cresceva ulteriormente,per un attimo pensavo di morire soffocata.
Mi prende per un braccio e mi porta dietro le cabine,mi getta violentemente su una panca di legno:” non credere di cavartela così,voglio provare a spaccarti quel culo da finocchio”,piango disperata sognavo la prima volta non certo così, quell'uomo mi ripagnava a pelle ma non potevo sottrarmi soddisfarlo era l'unica speranza.
Mi abbassa il costume e mi da forti schiaffoni sulle chiappe :”cazzo,hai proprio un culo da femmina, adesso ci divertiamo”, piangendo gli imploro di fare piano che sono vergine ma cosa potevo aspettarmi da un simile energumeno .
Ho cercato di bagnare il piccolo pertugio con un po' di saliva ma lui mi ha strattonato la mano, spingeva ma non riusciva a entrare poi ho sentito qualcosa cedere,la mazza di botto è entrata tutta,un dolore lancinante per qualche attimo sono svenuta,un supplizio che ricorderò sempre ,anche anni più tardi con la mia figa anale abituata a calibri più grossi.
Piangevo come un vitello al mattatoio,gocce di sangue sulla panca ma il buzzurro invece di intenerirsi mi fotteva più forte:”taci troia che ti piace,se ci sentono finiamo in un pasticcio”,non avevo più lacrime da piangere,il bastardo non sentendo più i miei lamenti:”vedi che adesso ti piace checca puttana,un vero uomo ti ha spaccato il culo”,le sue stesse parole lo infoiavano,affondava colpi tremendi senza la minima pietà,ad un certo punto ho sentito la mazza pulsare,si è messo a grugnire,come un fuscello mi ha girata e sollevata,presentando davanti alla mia bocca la mazza sporca di sangue e dei miei escrementi.
Ho dovuto ingoiare un mare di sborra,lui soddisfatto mi ha dato uno sberlone su una chiappa:”bravo mi sei piaciuto ma preferisco la patata,vattene non dirò niente ai tuoi ma se ti becco un'altra volta non la scampi”.
Mi sono messa a correre in direzione opposta alla sua,il fiorellino bruciava maledettamente,perdevo ancora sangue,non potevo rientrare a casa così, l'unica soluzione era andare in mare ma l'acqua salata mi ha fatto ancora piangere,sono arrivata in casa facendo silenzio per non svegliare nessuno,per fortuna i miei avevano il sonno pesante,ho preso del ovatta dal bagno,mi sono chiuso nella mia cameretta e mi sono tamponata il povero culetto,per questa volta l'avevo scampata.
Per un paio di anni ho evitato la spiaggia,alle superiori ho trovato un amichetto,era bisessuale e le piacevo,nella sua cameretta ho provato i primi veri orgasmi anali,purtroppo per lui ero solo un passatempo del giovedi, l'unico giorno che non aveva tra i piedi la fidanzata, al primo accenno di gelosia non ha più voluto vedermi.
Purtroppo il peggio prima o poi doveva accadere,la gente non si fa' i cazzi propri,camminare sculettando leggermente e guardare i maschi in un certo modo,aveva attirato su di me le attenzioni di un mucchio di gente con la lingua lunga.
Una sera rientro a casa per cena,sulla tavola apparecchiata non c'è il mio piatto,mamma è seduta in un angolo piangendo,mio padre è infuriato,qualcuno gli ha raccontato i suoi sospetti,anche conditi di fantasia ,ho preso spesso botte da lui ma non lo visto mai così furente.
Mi incalza e come sempre volano schiaffoni :”io un figlio gay? Piuttosto l’ammazzo ,sta per prendere qualcosa dal cassetto della cucina,ho il terrore che prenda un coltello, d'impulso gli rifilo un calcio negli stinchi, bestemmia, si piega in due dal dolore, fuori di me urlo:si bastardo mi piacciono gli uomini fanculo te e quella stronza che non alza un dito per difendere suo figlio”,spalancò la porta e corro in strada,sento dietro di me la voce adirata di quell’uomo ignobile che mi ha messo al mondo:”scappa,checca di merda,se ti ritrovo ti uccido”.
È l'ultima volta che ho visto o sentito mio padre, mamma Ines l'ho vista qualche anno fa' tra le bancarelle di un mercato,era invecchiata male ,lo sguardo triste di chi nella vita non ha vissuto un attimo di gioia, naturalmente non mi ha riconosciuta, spero per lei che il porco sia morto,ma non me la sono sentita di fermarla,la mia ferita era ancora aperta.
Quella sera ho corso come un pazzo per paura che mi inseguisse,dopo circa un chilometro è scoppiato un vero e proprio fortunale,fiumi d'acqua hanno invaso le strade,ero gelata,bagnata come un pulcino,per fortuna sono riuscita a ripararmi in un l'androne di un palazzo e lì sono crollata in un sonno pieno di incubi.
Sedici anni senza un soldo e un posto dove andare,potevo andare dai carabinieri ma se non mi credevano per me sarebbe stata la fine.
Mi sono svegliata al mattino con i brividi ,per fortuna splendeva il sole,sotto i pantaloncini e la t-shirt portavo il costume,mi sono scaldata al sole,i miei stracci si sono asciugati,ora l'unico pensiero era,che fare?
L'amico della storiella mi aveva raccontato di una zona piena di scogli e anfratti dove in pieno giorno bazzicavano gay e uomini in cerca di divertimento,prendo la provinciale che segue la costa e mi incammino,i morsi della fame si fanno sentire, era dal mezzogiorno precedente che non toccavo cibo,mi ci sono volute due ore per trovare il posto,devo dire carino, qualche scoglio piatto e posti dove appartarsi,al momento non c'era nessuno,mi sono infilata i pantaloncini in mezzo alle chiappette e stesa al sole nella speranza di essere notata da qualcheduno,mi stavo appisolando quando improvvisamente è arrivato qualcuno,era un uomo sulla sessantina ma ben portati,le sue intenzioni erano chiare,ci siamo accordati,ho detto una frase che in futuro avrei detto spesso,50 € bocca e culo.
Non aveva un granché di mazza ma ci sapeva fare,ho goduto anch'io,il suo sperma aveva un gusto particolarmente dolce, è stato generoso,mi ha accompagnata in auto alla stazione del paese vicino,mi pagato un abbondante colazione e al concordato ha aggiunto 20€.
Peccato che era sposato,da cosa poteva nascere cosa,un uomo gentile e premuroso,niente a che vedere con quella bestia di mio padre.
Da quel momento ho deciso il futuro da marchettara,ho preso un treno locale per allontanarmi dalla mia cittadina,i primi tempi è stata durissima,dormivo in luoghi di fortuna,bazzicavo in cerca di maschi vogliosi le stazioni, cercando di evitare brutti incontri,spesso saltavo i pranzi.
Se vedevo una pattuglia me la davo a gambe,per non parlare delle bande di extracomunitari,per fortuna era estate ,i paesi brulicavano di gente ero giovane,belloccia e effeminata i clienti non mancavano.
Per mesi sono andata alla ricerca di un alloggio, minorenne,giovane e senza un lavoro,tutte le porte mi venivano sbattute in faccia ,poi una vecchia megera che affittava ai villeggianti non contenta dei guadagni mi ha proposto un sottoscala per 400 € al mese, prendere o lasciare,ho preso.
Nonostante la poca luce e l'umidità per me' era una reggia,potevo farmi la doccia tutti i giorni e dormire in un letto a due piazze,un sogno,certo senza contratto potevo correre il rischio di essere sbattuta fuori ma pagavo pigione puntualmente e non facevo casini.
La svolta della vita è stata quando un ,”diciamo mio collega”,mi parla di una parcheggio immenso a Bologna dove per accordo non scritto la polizia non da fastidio,anzi pattuglia le zone limitrofe garantendo una certa sicurezza, insomma una specie di quartiere a luci rosse,ai margini dei capannoni abbandonati dove era possibile ripararsi in caso di pioggia.
Me né parlava con enfasi e un giorno ho deciso di seguirlo.
È lì che ho visto i primi trans,creature meravigliose senza genere,ne sono rimasta affascinata,certo la maggior parte erano sudamericane scorbutiche con tette che sembravano palloni da bascket,poi ho visto lei,una visione,mi sono avvicinata ma era così bella che continuamente la caricavano,quella notte non ho battuto chiodo,ogni volta che tornava mi sorrideva nonostante la guardavo con espressione da pesce lesso.
Per prendere il primo treno della mattina c'era da fare qualche chilometro a piedi,il mio amico se n'è andato, io sono restato fino all'ultimo affascinata da lei.
“Ciao, è tutta notte che mi osservi e non parli,sei muto?”,la sua non è la voce di un maschio, è melodia,esco dallo stato di trance emotiva:”scusami,sei troppo bella”,si mette a ridere,una risata cristallina.
“Bhe',il tuo compare se n'è andato,vieni se mi dai il tempo di cambiarmi ti accompagno dove vuoi”.
La seguo dentro ai capannoni senza spiccicare parola, mentre si spoglia degli abiti da lavoro guardo affascinato il suo corpo:” guarda che non mordo,io sono Annette e tu hai un nome?”,”Stefano,mi chiamo Stefano,dio come sei bella, sembri una dea”.
“Wow, bello e galante,ti andrebbe di venire a colazione da me',non abito molto distante dalla stazione,mi stai simpatico magari se ti sciogli un po' diventi anche loquace,la mia amica è partita per un tour di lavoro a Parigi, non mi spiacerebbe un po' di compagnia ,se prometti di comportarti bene puoi fermarti anche a dormire”.
Mi esce un si che sembra una dichiarazione d'amore,lei sorride mi passa i vestiti da mignotta e indossa con movenze erotiche, un tailleur pastello :”dai vieni,ho la macchina dietro al boschetto,non abito proprio a Bologna qui gli affitti sono troppo cari e a me piacciono le comodità”.
La seguo finalmente sciolto,in auto parliamo di musica,guardo con invidia le sue mani con le lunghe unghie laccate :”ti piacciono? Anche tu hai mani bellissime, sembrano quelle di una ragazza, dai magari oggi giochiamo un po' a trasformarti, però devi fermarti a dormire, crollo dal sonno”.
L'idea di poter starle accanto anche se per un giorno mi riempie di emozione,non la conosco ma ne sono colpito, chissà cosa si prova a fare sesso con un simile angelo.
L'appartamento è all'attico di una palazzina a tre piani, inutile dirlo,arredato con gusto,nel bagno la vasca idromassaggio,rarità a quei tempi e un terrazzo dove si può prendere il sole.
“Dai mentre preparo i cappuccini vai a lavarti non mi piacciono gli zozzoni,poi ci facciamo una bella dormita “,entrati nel letto,mi annusa le ascelle:”bravo fresco di doccia e profumato, così mi piace,devo già sopportare certi caproni pieni di soldi”,si rannicchia accanto e quasi subito prende sonno.
Passerei ore a guardarla,ma anch'io sono stanco,mi appoggio vicino alla sua testa ne aspiro il profumo e mi addormento beata.
Un dolce risveglio,mi bacia sulle labbra :”su pigrone alzati, abbiamo del lavoro da fare”.
Dopo La toilette mi fa sedere su una poltroncina davanti a una specchiera illuminata,gira la poltrona in modo che non possa guardarmi:”ok iniziamo la trasformazione,vediamo che farfalla esce da questo bruco,ti farò un po' male ma conosci il detto,se bella vuoi apparire un po' di dolore devi soffrire “.
Non è stato poi così doloroso, ha strappato qua e là qualche pelo con la pinzetta in modo particolare sulle sopracciglia poi ha iniziato con creme trucchi e pennelli,ogni volta che facevo per muovermi mi sgridava.
Ci ha impiegato almeno un'ora;”e voilà guarda come sei bella”,mi ha girato verso lo specchio,ero a bocca aperta, davanti ai miei occhi l'immagine di una bella ragazza, già all'epoca portavo i capelli lunghi,me li ha sistemati,ha applicato Cigliè lunghe, rossetto vermiglio,un trucco perfetto , e per niente volgare,per la prima volta mi sono sentita femmina.
“Se ti fermi da me domani andiamo a fare i buchi ai lobi delle orecchie,adesso prova questi dovrebbero starti bene, certo bisognerà fare una ceretta integrale ma per fortuna hai pochi peli”.
Tieni sono della mia coinquilina, più o meno portate la stessa taglia,mettili lei non si offenderà ha l'armadio pieno “,mi passa intimo e degli abiti,sgrano gli occhi,sono bellissimi, intimo di pizzo nero, autoreggenti velate dello stesso colore,minigonna crema e camicetta in raso.
Ride di gusto ai buffi tentativi di infilarmi le calze :”vieni tesoro che ti insegno,una ragazza deve saper fare queste cose”, per la prima volta qualcuno si rivolge a me al femminile e la cosa mi piace tantissimo.
Indossato l'intimo con reggiseno imbottito mi rimiro allo specchio,mi sento bellissima:”forza adesso indossa queste”,mi porge un paio di scarpe in vernice con un tacco vertiginoso,le adoro ma non so se riuscirò a camminare ,faccio maldestramente i primi passi ma poi trovo il giusto equilibrio.
“Mamma quanto sei figa, dai tesoruccio andiamo a letto mi và di lesbicare”,non me lo faccio certo ripetere,un pomeriggio di sesso sfrenato, baciare quelle labbra che sanno di fragola mi fa impazzire,non ho esperienza nel bacio ma lei da buona maestra mi insegna col massimo trasporto.
Palpiamo e lecchiamo i nostri corpi in un crescendo di desiderio,sentire le sue labbra leccare il pisellino mi dà sensazioni uniche ma faccio di tutto per non venire,lei ha un artiglieria da farmi impallidire , sa usarlo come una piuma, quando finalmente mi prende,vengo senza neanche toccarmi,ci prendiamo tutto il pomeriggio per conoscerci a sera ci possiamo considerare amiche, è stata la prima a chiamarmi Stefania .
Lei è riuscita a plasmarmi come donna e ancora oggi è la mia migliore amica, dovevo fermarmi solo pochi giorni,sono stata da lei un mese con lei ho imparato tanto su me stessa,ora abitiamo accanto nell'altra metà dell'attico.
Con lei le prime serate a casa sua con clienti ,la prima volta che l'ho incontrata in quel parcheggio era lì per caso, tre clienti le avevano dato buca e è andata la a battere.
Ci completavamo,io in via di trasformazione,con l'uccello poco più di un clitoride,lei bellissima e dotata,c'è n'era per tutti i gusti,i clienti uscivano soddisfatti .
Col tempo sono diventata quel che sono,una tra le migliori sulla piazza,ogni tanto mi pagano per partecipare a feste di ricconi annoiati, sono una escort di alto bordo ,i miei servizi sono richiesti,a volte per un appuntamento ci vogliono di giorni di attesa non voglio certo rovinarmi la salute.
È in una di queste serate che incontro Livio ,bello come il sole e timido, non riusciva a reggere il mio sguardo , pensavo fosse figlio di qualche ricco imprenditore o politico,lo salutavano tutti,ho scoperto tempo dopo che era figlio di un industriale che per diverse cause era fallito e non aveva retto la situazione,si era impiccato proprio in questa villa,erano rimasti Livio e la madre,coperti i debiti era rimasta solo la villa che affitta per feste , cerimonie,matrimoni e conferenze .
In quelle serate ad un certo livello difficilmente si fa sesso, le belle escort sono invitate come contorno per fare risplendere chi le aveva invitate,quella serata ero allegra,un po' per lo champagne che reggo poco, e soprattutto per i duemila euro in borsetta.
Ho cercato più volte di parlargli, rispondeva con gentilezza ma era evidentemente a disagio nel starmi accanto,si capiva che non era per la mia diversità, quando pensava di non essere osservato mi guardava con occhi da pesce lesso.
Mi piaceva l'idea di passarci insieme del tempo anche solo per parlare,non considero gli uomini solo come dei portafogli o almeno non tutti.
Forse perché leggermente brilla,lo seguo con noncuranza cercando di non farmi notare lungo i saloni mentre è intento a salutare gli ospiti, finalmente si dirige verso la portafinestra che da accesso al grande terrazzo,forse per fumarsi in santa pace una sigaretta.
Gli arrivo alle spalle :”bella serata vero”,sorpreso le cade la sigaretta di bocca:”scusami non volevo spaventarti”,”no è che volevo fumare e poi il casino non mi piace”,iniziamo a parlare,il tempo passa, è timido non si avvicina più di tanto ma ha una conversazione piacevole che mi fa' sentire a mio agio, purtroppo il tipo che mi ha pagato mi trova:”hei Stefania che ci fai li,ah è con tè Livio,ma adesso vieni a ballare”,a malincuore saluto ma d'altronde è un lavoro.
Lo vedo solo alla fine della festa,quasi tutti se ne sono andati, Marcello il mio accompagnatore gli si avvicina e i due parlano, probabilmente di affari importanti,quando usciamo mi segue con lo sguardo.
“Simpatico quel ragazzo ma mi sembrava fuori luogo ","già è strano vero pensa che suo padre…..”,mi racconta la storia,;”poveretto mi fa pena,circondato da ricchi a raccogliere le briciole”,”c'est la vie, ora sei sugli altari ma domani non si sa, comunque in memoria del padre organiziamo feste in villa, anche particolari,a proposito il 26 sei libera? Con un gruppo di amici organizziamo un orgia e non posso certo portare quella bacchettona di mia moglie”,fingo di controllare l'agenda:”peccato quella sera sono occupata con un cliente abituale “,’peccato,se ti liberi telefona, saresti al centro della festa e ti guadagneresti almeno dieci bigliettoni”,oh cazzo che mi succede,sto rinunciando a 5000€ e per giunta per qualcuno che neanche conosco.
Non ho più telefonato al tipo, sarà sciocco ma non mi andava di farmi vedere all'opera da Livio,non penso ci sia qualcosa di cui vergognarsi,uomo,donne o trans,il mio è un lavoro da sempre necessario,anche se il finto moralismo lo cassa .
A volte penso di smettere,di fare sesso solo per divertirmi,soldi da parte ne ho ma qualcosa a 25 anni devo fare,giocoforza ho interrotto gli studi non mi vedo nei panni di un operaia,e tantomeno non saprei che attività intraprendere.
Meglio continuare selezionando la clientela almeno fino a quando potrò permettermelo, poi magari farò il giro del mondo o chissà cos'altro in quel momento mi piacerà fare.
Un giorno in tarda mattinata mentre sto facendo un giro per le boutique con Annette mi sento chiamare:"Stefania",mi volto,per un attimo non lo riconosco, poi un flash, è Livio il ragazzo per cui ho rinunciato a un forte ingaggio .
“Ah sei tu, vestito in jeans e maglietta non ti ho riconosciuto subito “,”già, oddio lo smoking ma in certe serate è d'obbligo,forse non ci siamo presentati,sono Livio “,”e tu come conosci il mio nome?”,”alla festa quando Marcello ti ha chiamata per il ballo”,guarda la mia amica:”lei e Annette, la mia migliore amica,ora deve andare ad un appuntamento importante”, non so perché l'ho fatto, ma Annette è sveglia, mangia subito la foglia un sorriso sornione e mi lascia campo libero.
“Mi dirai che è tardi ma non ho ancora fatto colazione”,”certo capisco avrai fatto tardi,io ho bevuto solo un caffè se vuoi ti faccio compagnia”, bingo una buona scusa per conoscersi meglio, d'altronde è vero e da ieri che non tocco cibo.
Al tavolino parliamo di facezie poi prende coraggio:”spera…,credevo di vederti con Marcello alla serata di quindici giorni fa' “,gli sorrido :”vorrai dire l'orgia,non mi va di fare certe cose,ognuno ha i suoi limiti e tu sei sempre invitato,non sembri un tipo così libertino”, arrossisce, quando fa così lo mangerei di baci :”no vedi,io sono di casa”.
Mi racconta tutta la storia che già sapevo,mi fa pena quando parla del padre, sembra veramente un bravo ragazzo e nella vita ne ho conosciuti pochi.
“Ti và di fare due passi,mi sono svegliata alle dieci e di solito prima di pranzo faccio una corsetta o una lunga passeggiata “,si illumina in viso:”anch'io lo faccio tutti i giorni ma stamattina sono passato in posta,mi farebbe immenso piacere a accompagnarti”.
Passeggiamo nel parco per un'oretta poi ci sediamo su una panchina in riva allo stagno:”questo è il mio posto preferito, un'oasi di pace dove mi rilasso”,allungo la mano a sfiorare la sua,la prende la stringe e chiude gli occhi.
“Sai con te non mi sento in imbarazzo,non sono mai stato coraggioso con le donne ma mi piace la tua compagnia “,”lo sai chi sono e cosa faccio?”,”si,ho l'elenco degli ospiti,mi vergogno ma ho cercato di tè “,abbasso lo sguardo:”sei bellissima,un sogno”, "purtroppo per te non sono certo una persona da ammirare,lo sai faccio sesso per vivere e non sono neanche una donna genetica”.
“ Non giudico le persone,cerco di leggere l'anima ,troppa gente viene marchiata dalla società,la gente può essere veramente cattiva, purtroppo l'ho scoperto anni fa' quando papà aveva bisogno d'aiuto e i finti amici gli hanno girato le spalle ,in tè vedo una brava persona e una splendida donna”,alza lo sguardo e mi fissa,mi perderei in quello sguardo,ha occhi di un verde smeraldo bellissimo, d'impulso avvicino le labbra alle sue,lui resta immobile,prendo l'iniziativa,un lungo bacio dove ci metto tutta la passione, quando mi stacco è lui a tirarmi a sé e torniamo a baciarci avidamente.
Da ragazza non ho mai provato queste cose,il bacio era una cosa troppo intima e per la gente che incontravo ero solo un oggetto con cui soddisfare certe voglie.
Sensazione mai provata,provo un'inspiegabile paura,io che ho fatto del sesso la mia vita mi sento inerme per un bacio,quasi lo spingo via,lui mi guarda senza capire;”scusa, scusa mi sono ricordata di un impegno urgente”,mi alzo e nonostante i tacchi corro via lasciandolo ammutolito.
Senza una ragione mi rifugio in casa,ho le palpitazioni mi sento strana,non so cosa mi stia capitando,agitata prendo dei sonniferi nella speranza di svegliarmi con le idee chiare.
Alle sedici, intravedo un ombra sul mio viso e Annette che mi bacia la fronte,lei è l'unica a avere le chiavi di casa :”che ti è preso,non ti ho mai vista dormire dopo pranzo “,”e chi la fatto il pranzo”,”fammi capire,ti ho lasciato con quel pezzo di Marcantonio,cosa è successo?”,le racconto ogni cosa e le sensazioni provate,si siede sul letto e mi tiene la mano:”amica mia, prima o poi doveva succedere,non siamo dei robot,provare sentimento per qualcuno doveva capitare, l'amore eterno,la famiglia,sono cose che è quasi impossibile che capitino ,in tanti ci ammirano ma nessuno rischia di rovinarsi la vita mettendosi con noi.
Non ci crederai, anch'io ho avuto vere storie o almeno lo erano per me,con Pier era tutto bello,troppo bello,una favola,tre mesi in paradiso ma poi ho ricevuto un whatsapp dove mi diceva che era sposato,la moglie in tours per il mondo per lavoro,al suo rientro,solo un messaggio di scuse e il suo numero di telefono bloccato,ho sofferto,ho versato fiumi di lacrime ma poi tutto passa,poi è arrivato Gian Piero,pittore e scultore ,diceva che ero la sua musa ispiratrice, siamo rimasti insieme più di sei mesi ma un giorno per caso l'ho sentito parlare con un altro artista,gli chiedeva se era veramente innamorato di me,la sua risposta è stata una pugnalata al cuore:”che dici innamorato di Annette,scherzi lei mi serve per l'immagine di artista fuori le righe,non farei certo una famiglia con un mezzo uomo”.
Quella volta è stato più sopportabile, è sempre dura essere abbandonata ma non sai la soddisfazione quando gli ho distrutto il laboratorio,fatto a pezzi le statue,e tagliato le croste che lui chiamava dipinti, le ho lasciato solo un biglietto dove gli auguravo di sparire dal mondo un biglietto.
Come vedi amica mia per noi è quasi impossibile ma credimi non sono pentita di essermi lasciata andare al sentimento,ho avuto i miei attimi di felicità e me li tengo stretti in fondo al cuore”.
“È bello che mi hai confidato le cose più intime ma io non so cosa provo per Livio, magari è una infatuazione e se ci vado a letto passa ma non gli ho dato il numero e non conosco il suo”,”non trovare scuse sciocchina,conosci il suo nome e dove abita,non e difficile rintracciarlo, magari per toglierti ogni dubbio puoi ricorrere ai vecchi metodi,ti metti comoda sul tavolo e gli scrivi una lettera, sarà fuori tempo ma molto romantico”.
Non sono mai stata brava nei temi ma ci penserò,a sera ricevo due clienti, sarà che penso a Livio sarà che non ci sanno fare ma mi fanno venire la nausea,prima di sera ho cercato di gettare giù qualche frase,come se fosse facile scrivere qualcosa che non sai definire,forse è meglio scrivere un invito magari per una gita, così per conoscersi,appena l'ultimo tizio se n'è andato vado a fare la doccia, sento il trillo del citofono o almeno mi sembra,provo a sentire ma nessuno risponde,mi sarò sbagliata magari hanno suonato da Annette.
Regolo l'acqua e mi metto sotto ai getti,mi dà la sensazione di togliere ogni traccia di quei due,ancora due trilli,chi cazzo può rompere a quest'ora io ricevo solo su appuntamento,esco dalla doccia incazzata, lego un asciugamano e me ne avvolgo un altro in testa in testa, questo se si permette di rompere a quest'ora si becca un vaffanculo,voglio vederlo in faccia,apro il portone,dischiudo la porta e aspetto che si apra l'ascensore.
Non riesco a vederlo bene ,ha davanti un grosso mazzo di fiori bianchi,spalancò la porta,lui abbassa i fiori,per la sorpresa mi cade l'asciugamano e resto completamente nuda .
“Dio che figura,non dovevo venire specie a quest'ora,sono un vero idiota”,lo tiro dentro chiudo la porta e lo avvolgo in un bacio,la sua lingua,le sue labbra,mi ritrovo con il pisello duro come pietra,non mi sembra il caso e cerco di coprirlo con una mano.
“Mio dio sembri una venere, più bella di quella del Botticelli,sapevo che a quest'ora dopo…,si insomma hai capito,ti và di mangiare qualcosa insieme,ho portato del cinese e qualche sushi”.
Adesso sono io in imbarazzo , è solo un gesto ma nessuno l'aveva fatto prima,cosa può volere realmente da me', scopare? Non è certo difficile ma allora quali sono le vere intenzioni,ho la testa confusa, improvvisamente mi accorgo di essere ancora nuda,lui mi mangia con gli occhi:”vuoi fare sesso?”,”no non ora”,”perché”,”perché con tè voglio fare l'amore,mi sei entrata in testa,quando mi sei accanto mi sento diverso,non so cosa mi capita,è la prima volta che lo provo,non so come chiamarlo”.
“Anche tu mi piaci,ora ho voglia,vieni non rifiutarmi,ti prego”.
Cosa dire, è stato tutto diverso, solo con Annette ho provato qualcosa di simile, ma con Livio è stato meraviglioso,i baci, le carezze, tutto è diverso, sentire la sua mazza farsi strada nella mia fighetta mi provoca brividi di piacere, sembra impossibile ma non è occorso lubrificante,era come due parti separate che si univano in un tutt'uno.
I miei capezzoli non sono mai stati così sensibili ,il mio clito ha continuato a gocciolare orgasmi,anche lui ha ricevuto i suoi baci,ma in Livio non c'era perversione solo il desiderio di portarmi alle più alte vette del piacere,per la prima volta mi sento completata,magari è solo un sogno,un'illusione ma lui mi fa sentire amata.
Le sue parole mi risuonano ancora nel cervello :”Stefania,ti amo,non interessa il giudizio della gente, niente può intaccare il sentimento che provo,vuoi essere la mia ragazza, compagnia , l'altra metà della mela?“.
Forse ha ragione Annette, forse un giorno tutto questo finirà ma ho il diritto di vivere questi momenti,una vita senza amore non è una vita.
Grazie Annette, grazie di avermi infuso coraggio,hai trasformato il bruco in farfalla e ora finalmente posso volare.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Una vita senza amore :
