Lui & Lei
Lo schiacciasassi
di Curioso917
11.09.2024 |
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"Mancano pochi giorni dalla fine della pena, Jenny vuole parlarci, Alice e Lilly sono a scuola, possiamo parlare con calma..."
Per la prima volta ripropongo riveduto e corretto un racconto pubblicato tempo fa,una storia che mi piace ma che ai tempi non ha registrato un grande successo, spero che vi piaccia al di là delle connotazioni etico-politiche.Buona lettura.
Vivere da single a quarantacinque anni non è un'eccezione, come tutti ho avuto le mie storie e a dirla tutta non solo con donne.
Non è una scelta di vita almeno non per me, semplicemente non ho mai trovato il grande amore quello che fa breccia nel cuore, di donne ne sono passate nel mio letto, ma nessuna ha fatto scattare quella scintilla.
Mi chiamo Ettore, per gli amici schiacciasassi, l'alias mi è stato affiliato in porto a Genova. Ho lavorato vent'anni da camallo per la compagnia unica , erano tempi diversi , vent'anni e potevi andare in pensione.
Certo era un lavoro massacrante, allora si usavano braccia e spalle, pochi macchinari, eravamo noi i muletti.
Sono di corporatura massiccia, ma non grasso,il lavoro ha sviluppato una massa di muscoli,capelli rossi rasati, occhi cerulei , chi non mi conosce potrebbe pensare che sono uno da evitare, niente di più sbagliato,ho un'indole docile, direi una brava persona.
Amo il mare ,ma vivere sulla costa è impegnativo, gli affitti sono esosi,la mia famiglia viveva in un paesino dell'entroterra,da loro ho ereditato una casetta e dai nonni un piccolo casolare nei boschi con un po' di terra.
Da sempre ho la passione per l’orto, non tanto per il risparmio, è la soddisfazione di coltivare il proprio cibo, e poi è tutto genuino.
Per due settimane, sono stato da cugini a Grosseto, il giorno del rientro ,rassetto casa, mi piace tenere tutto in ordine, potrei pagare una donna ma ,vuoi mettere la soddisfazione.
Nel pomeriggio andrò al casolare,penso a come troverò il giardino, sicuramente ci sarà l'erba alta come in una savana.
All'imbrunire prendo lo scooter e vado alla casetta,mi guardo attorno desolato,ne avrò da fare, infilo tra le labbra una sigaretta, come al solito ho scordato l'accendino.
Mi ricordo che c'è n'è uno sulla credenza, faccio per entrare, accidenti la porta è aperta e la luce accesa.
Se sono ladri li faccio scappare e magari gli faccio passare la voglia di rubare, spalanco la porta e entro urlando.
C'è una donna nera terrorizzata,con attaccati alla sottana due ragazzine:”che ci fate qui,”,lo dico con tono burbero,la donna trema,in un italiano stentato mi dice che pensava la casa abbandonata.
“E tu entri così in casa d'altri?” Continua a scusarsi:”ho fatto male ma le chiavi erano sotto lo zerbino,la casa era piena di polvere, odorava di chiuso,so che non dovevo ma le bimbe cascavano dal sonno e anch'io ero allo stremo”.
Guardo le tre figure rannicchiate in un angolo,son fatto così, subito mi intenerisco, cambio tono di voce.
“Ti rendi conto che se entravi nella casa sbagliata ti beccavi una denuncia,o peggio una fucilata?” ,le bimbe non parlano, stringono forte la mamma, come al solito mi lascio commuovere.
“Avete fame?”,mi guarda come Gesù di Nazareth:” è da due giorni che non mangiamo”,”bene se vi accontentate di pane e formaggio c'è n'è per tutti”.
Sbarra gli occhi :”veramente? Grazie grazie”, parla alle ragazze una lingua a me sconosciuta forse swahili, le bimbe spalancano gli occhi e saltano di gioia.
Esco, prendo dal bauletto,il fagotto e metto in tavola, tiro fuori da un armadio anche una bottiglia di vermentino:”senti un po' qual è il tuo nome? Me lo dice ma mi risulta impronunciabile:”ti offendi se ti chiamo Sofia? Il tuo non riesco a pronunciarlo”.
“No ,no, dovevo trovare un nome italiano mi piace”,”ok ora mangiamo”, ho portato una toma intera contavo di lasciarla lì ha stagionare,in un attimo non restano neanche le briciole, sorrido nel vedere le piccole abbuffarsi.
“Sofia bevi un bicchiere di vino ti tira su”, rispondere che non può è musulmana :”ok bevo anche per te,dai racconta un po' non sono curioso,ma vorrei sapere chi ospito”.
Mi racconta quella che purtroppo è storia comune, proviene dal Gambia un paese poverissimo che si estende lungo un fiume, è partita col marito per dare un futuro alle bambine , durante la traversata una tempesta,lui non c'è la fatta è annegato.
Mentre racconta gli scendono lacrime ma cerca di non singhiozzare, vuol essere forte per la sua prole.
“Come mai sei venuta proprio qui?”,” In città la polizia fa tanti controlli, penso che qui non mi notino”.
“Mi sa che ti sbagli ,in un paesino tutti si conoscono è una ragazza di colore con due bambini non passa inosservata”.
“Non voglio essere rimpatriata,non c'è futuro per tre donne sole nel mio paese”,”cosa pensi di fare?”,”qualsiasi lavoro per me va bene” .
“Credo sia dura trovarne qui,la gente è diffidente con gli estranei”.
Mi dice che lei ne ha bisogno,da domani si darà da fare a cercare qualcosa e anche un giaciglio per lei e le piccole.
Sono sempre il solito pezzo di pane:”bene da domani vai alla ricerca,le bambine possono rimanere qui,se troverai di meglio ok ,se no siete miei ospiti, questa catapecchia a bisogno di una sistemata,io vivo in paese, vengo la sera a fare l'orto,tieni casa pulita in cambio dell'ospitalità”.
Si butta a abbracciarmi,la guardo veramente solo ora,non è il mio tipo, pelle nerissima, labbra carnose tipiche di quei paesi,capelli ricci corti,il lato B non è male per essere una nera, età indefinita,in realtà non so bene come sia,è vestita di cenci come le bimbe,i capi sono puliti ma usurati, sicuramente lavati nel fiume.
“Dai non sono il salvatore,tu ti occupi di casa e io garantisco vitto e alloggio, mangiare da solo o in quattro cambia poco”.
Ancora mille ringraziamenti,le apro l'acqua e la bombola del gas:”da ora potete farvi le docce,nel frigo c'è l'acqua minerale ,ci si vede domani sera”,le lascio che ancora ringraziano.
L'indomani arrivo con due sacchi di spesa, ovviamente niente maiale,le ragazze mi fanno mille feste , peccato non capisco una parola,la mamma non c'è, esco a controllare l'orto e mi appresto a una faticaccia, resto di sasso neanche un filo d'erba, anche la casa è linda,mentre aspetto il rientro di Sofia cerco di giocare con le bambine,non parliamo la stessa lingua ma in breve si instaura un bel rapporto.
Alle 18 rientra Sofia, è sconsolata, ha girato tutto il giorno in cerca di lavoro,ma nera e vestita male è impossibile.
Mi vede giocare con le figlie e finalmente sorride,le ragazze la trascinano per mano al frigo, è senza parole nel vedere tutto quel ben di Dio:”non dovevi non potrò mai ripagarti “.
“Non preoccuparti se cucini qualcosa, sono giù contento”,mi guarda come fossi il Messia:”hai incontrato solo persone cattive?” “no ma nessuno come te”.
“Non fare la sciocca , non so quando hai trovato il tempo,ma i lavori in casa e in giardino se li facevo fare mi costavano un occhio”.
Ride di gusto:”nella mia terra sono lavori per una donna”,le sorrido a mia volta:”dai, hai deciso come chiami le bambine?” Le parla nella sua lingua, bene per loro è un gioco:”lei è Alice e lei Lolly”.
“Brave bei nomi” ,chiamo Alice e Lolly e indico un pacchetto, quando scoprono i dolcetti me le ritrovo sedute sulle mie gambe,ridono e mi mandano bacini.
Arrossisco, non sono abituato all'affetto dei bambini, inizio a gradire la loro presenza .
Tutti i giorni nel pomeriggio mi reco al casolare, mentre faccio l'orto i bimbi giocano accanto a me, la loro mamma arriva sempre verso sera ,sempre più delusa.
Un giorno mi rivolgo a Maria, un'amica che ha messo su famiglia , anche lei ha una bimba di 8 anni:”senti Maria,hai mica abiti della ragazzina che hai scartato?”.
Subito capisce l'antifona:” mi hanno detto che la negretta che vive nel tuo casolare ha due bambine, non chiedere come lo so,la gente è curiosa, la ragazza gira in paese a cercare lavoro in abiti stracciati, già è nera e poi conciata in quel modo”.
“Rientra in casa e poco dopo ne esce con un sacco:” c'è anche qualcosa di mio, sicuramente le andrà bene, speriamo che questi vadano bene alle ragazze, è inutile che ti metta in guardia ,tanto lo so sei il solito testone” ,mi saluta con un bacio sulla guancia e rientra a casa sua.
La mattina successiva sto facendo colazione, sento suonare il campanello, apro è Giuseppe il vigile,:”ciao schiacciasassi me lo offri un caffè?”,” ma certo accomodati”, “senti sono qui in veste quasi ufficiale ,ho ricevuto segnalazioni di clandestini nella casetta,ho controllato di persona,ho visto due negrette giocare in cortile, non ho niente contro loro, ma se non fai qualcosa ti becchi una denuncia”.
Mi spiega:”non si può ospitare clandestini senza permesso di soggiorno, o li cacci ,o assumi la madre come collaboratrice, ti avviso che ti costerebbe più di 3000 euro l'anno”.
Non so che fare,la mamma quasi non la conosco, ma mi sto affezionando alle piccole.
Per un attimo penso, cazzo ne so, magari la mamma batte sulla provinciale, ma poi mi dico che non è il tipo, è gentile, tiene la casa come un gioiello e va tutto il giorno a cercare lavoro.
Esce la mia natura di gigante buono, chiedo il da farsi e congedo l'amico vigile :”se è aperto ci vediamo domani in comune, ciao Giuseppe”. Sto forse facendo una cazzata, non sarebbe la prima volta, ma sono fatto così.
Appena posso raggiungo i bambini in attesa dell'arrivo della madre, Sofia si fa viva verso le cinque è sconsolata, entra in casa e mi dice mestamente, ”non c'è nulla per noi qui, domani ce ne andiamo”.
“Siedi qui al tavolo devo parlarti, sia chiaro, non sto facendo l'elemosina,mi occorre una come te',la casetta è irriconoscibile e ho bisogno anche a casa,tu o un'altra è lo stesso”.
Mi guarda interrogativa:”se ti va domani ti regolarizzo così non devi più temere per le ragazze”.
Spalanca i suoi occhioni, vi si legge stupore:” lo faresti veramente”.
“Domattina ho appuntamento in comune,devi venire con le tue figlie,passo in auto alle 8”, Sofia è sconvolta:” perché, perché fai questo”.
“Non nego che mi sei simpatica, ma soprattutto sono affezionato alle bambine, anche se non rifiuterei un bacio dalla mamma”, non la lascio parlare:”in quel sacco ci sono vestiti per tè e le piccole,questa sera non mi fermo ,vado in pizzeria con amici, ciao”,non le dò il tempo di reagire, apro la porta e vado.
Mi viene da pensare non ho mai fatto sesso con una nera,ho sentito che in qualche zona gli mozzano il clitoride ,non farei mai l'amore con una che non prova piacere, mentre penso queste cose mi addormento senza neanche mangiare, la pizzeria era una balla.
Prima delle 8 entro in auto nel vialetto,penso che poche settimane fa era un giungla, sono tutte fuori ad aspettarmi,le ragazzine sono splendide,ma anche la mamma non scherza,le son cresciuti un po' i capelli,il viso è più sereno, certo la sua sciagura non la dimentica ,ma è un altra donna.
Partiamo per il paese i bimbi attaccati ai finestrini guardano con interesse ogni cosa,arrivo e parcheggio: “Ettore sei sicuro”,” tranquilla, mai stato più convinto”.
Entrano spaurite nel grande edificio,ci mettiamo tre ore tra interrogatori e scartoffie, finalmente prima di mezzogiorno siamo fuori.
“Sofia da ora non siete più clandestini”,gli scendono lacrime, abbassa gli occhi e mi bacia sulle labbra.
“Hei non sentirti in dovere di nulla, è una mia scelta,e ora tutti in gelateria a festeggiare”.
Le bambine strabuzzano gli occhi con tutte quelle leccornie,ordino quattro coppe giganti e vado in toilette.
Sto uscendo quando sento un coglione parlare ad un amico:”guarda che cretino per scoparsi una negraccia si porta dietro pure le figlie,forse fotte anche loro”
Mi rivolgo al buzzurro :”coglione sono malato non mi basta incularmi tua madre e tua sorella”,lo guardo a muso duro, lascia a metà il bicchiere e se ne va con la coda tra le gambe.
La cameriera mi guarda:”bravo così si fa una coppa la offro io”.
Torno dalle ragazze e mi rendo conto di cos'è la felicità:” bene finite il gelato poi tutti al parco giochi”.
In un'area ombreggiata, ci sono scivoli , altalene e gonfiabili,
le mamme quando si accorgono che sono con me,sorridono,le bambine a tempo zero fanno
amicizia.
Solo Sofia è in imbarazzo,la guardano con curiosità,per giorni ha girato la città mal vestita in cerca di lavoro,ora le mamme la guardano con tenerezza.
Vedo una mamma con cui in passato c'è stata una storia, è seduta con altre amiche,prendo per mano Sofia, spero non si incazzi :” ciao Michela ti presento Sofia la mia fidanzata”, Sofia non capisce più nulla,le mamme la subissano di domande.da dove vieni, perché,come mi ha conosciuto.
“Ragazze non statale addosso,la soffocate,se ci date un occhiata alle bimbe la porto a vedere il laghetto”.
È un coro,” certo andate ci pensiamo noi”.
Sofia mi guarda confusa:”non sono la tua fidanzata, perché l'hai fatto”,” resta un segreto tra di noi, adesso tutti ti rispettano e conoscendo me' nessuno farà lo scemo con tè.
Ultima cosa ci guardano ci vorrebbe un bacio”,mi guarda con occhi da cerbiatta, appoggio le labbra sulle sue ,cerca di ritrarsi poi apre la bocca e si lascia andare,le nostre lingue danzano,si assaporano ,da scherzo si trasforma in passione,non riusciamo a staccarci, non credevo che sarebbe successo e credo neanche lei,ma siamo qui a limonare come ragazzini,ci stacchiamo ,uno sguardo e riprendiamo il bacio con ancora più passione,da lontano le madri ci guardano, chiacchierando tra loro, spero commenti positivi non è facile perdere certi pregiudizi,ma so che ne parleranno ad amiche e mariti.
In un attimo si fa sera, portare via Alice e Lolly da lì è un' impresa per fortuna anche gli altri bambini tornano a casa e se ne fanno una ragione,di solito sono molto ubbidienti,ma una giornata così non l'avevano neanche sognata.
Si buttano sul letto che dividono con mamma e sono già nel mondo dei sogni.
Sofia è a disagio, so che ha condiviso con piacere il bacio, ma adesso è preoccupata.
“Ettore ho perso da poco mio marito, stare con te mi fa rivivere, ma se per te è un gioco non ci sto, ti devo tutto ma piuttosto rinuncio”.
“Sofia è stata una sorpresa anche per me, è successo,sarei stupido a dire che non mi è piaciuto, non so ancora cosa provo per te,sinora non mi sono mai veramente innamorato,lasciamo che il tempo decida per noi,se vorrai fare l'amore e dico amore ci sono,ma non pretendo riconoscenza,se succedesse, vedremo cosa sarà il futuro,una cosa è certa non ho intenzione di prenderti in giro”.
Decidiamo che anche stasera ognuno a casa sua,la bacio , sento il desiderio del suo corpo,ma voglio sia spontaneo e desiderato da entrambi.
Ora siamo insieme quasi tutto il giorno,le ho comprato una bicicletta, finito al casolare viene da me,sono pochi km e lei è felice di pedalare , chiunque incontra la saluta tutto è cambiato,le bimbe frequentano scuola,imparano l'italiano velocemente, è il modo migliore per fare amicizia.
Siamo andati dalle maestre ,dicono che sono in gamba Lolly è brava in matematica, Alice è portata per il disegno, ormai per tutti siamo una coppia.
Un giorno d'inverno tutto accade,sto sistemando il caminetto, Sofia mi sgrida,non sporcare,mi avvicino sotto al suo naso con aria minacciosa:’urlo è casa mia”,siamo vicinissimi, all'improvviso come trasportati da una forza,ci abbracciamo,ci baciamo,le nostre lingue si assaporano,mi stacco da lei,le bacio il lungo collo,con le mani le accarezzo il viso,piano scendo lungo i fianchi,lei mi stringe al ventre, la mia erezione esplode,ci si struscia come in preda a un raptus.
Andiamo in camera avvinghiati,ci buttiamo sul lenzuolo, non vogliamo più staccarci,questo è un bacio di vera passione mai provato simili sensazioni.
Sofia scende a sfiorare il pene lo accarezza ,lo soppesa è meravigliata, sapeva che i bianchi sono meno dotati,si accorge che faccio accezione,la furia è scemata è il momento del desiderio,ci spogliamo lentamente baciando ogni lembo dei nostri corpi, inizia lentamente a masturbarmi,le accarezzo la folta peluria,dischiudo le grandi labbra ,di un rosso vermiglio che contrasta con la pelle nera, avvicino il viso, sento un forte odore di muschio non è sgradevole,anzi aumenta la mia libido,le passo la lingua piano, scopro intatto il clitoride,ne sono felice,la lingua lo succhia,le do piccoli colpetti e poi affondo il viso nei suoi succhi, è il lago.
Si gira ,iniziamo un dolce 69 , niente violenza,solo dolcezza,mi succhia l'asta,pian piano ingoia il bastone ormai di pietra,lo coccola e lo riempie di saliva, inizia un lento su e giù, è bravissima,ci gustiamo a vicenda.
È il momento di entrare in lei, grazie alla lubrificazione avanzo centimetro dopo centimetro senza resistenza,solo quando tocco l'utero, ha un cenno di dolore,non ho voglia di pompare,resto immobile i muscoli della vagina mi mungono, è incredibile,raggiungiamo in contemporanea l'orgasmo senza quasi muoverci.
Un pensiero improvviso: “Sofia non sei protetta?”,” no sarà il destino a decidere”.
Restiamo un po' mano nella mano con gli occhi rivolti al soffitto,sento che mi sto riprendendo ,ormai l'uccello è di nuovo pronto.
Cambia tutto,ci prendiamo quasi con violenza ,la scopo a pecora mentre lei si masturba ferocemente,le urla di godimento si sentono anche in strada è una corsa al piacere, una voglia che non si placa, facciamo sesso in tutti i modi,ci giriamo in ogni posizione, vogliamo godere al massimo dei nostri corpi.
Mi cavalca all'amazzone talmente è la furia che si infila nel fiore proibito,urla di dolore ma resta ferma con cazzo completamente dentro di lei, resta ferma qualche attimo,poi si muove in senso rotatorio , ondeggia, le smorfie del viso cessano,pian piano inizia un lento saliscendi, capisce che sono al limite, inizia a cavalcarmi come impazzita,non riesco più a resistere,non smetto più di schizzare nel suo intestino,si sente riempire e urla l'orgasmo, sembra la macellino.
Quando esco da lei , si vergogna ,non era preparata all'inculata,corriamo in doccia, i corpi strusciano, i suoi capezzoli sono sassi.
L'acqua fredda ci calma,restiamo ore sul letto a baciarci ,ci accarezziamo e impariamo a conoscere i nostri corpi.
“Accidenti le bimbe saranno fuori dalla scuola ad aspettare”,ci precipitiamo senza fiato,la scuola è vicina alla casa ma arriviamo col fiatone .
Le ragazze ridono,la maestra è rimasta per non lasciarle sole, tenta di redarguirci ma visti in questo stato, ride di gusto:”voi due mi dovete un caffè”.
Usciti dal letto,non ci siamo quasi parlati, c'è poco da dire ,siamo una coppia.
Lilly è la più sveglia,mamma lui è il nuovo papa? Scoppiamo a ridere,mi rivolgo alle ragazze, lo sarò solo se a voi sta bene, è un coro:”si ,si ,si”,”ok vi siete meritate il parco”, Sofia mi dà un calcetto, sorridendo dice ,non si viziano i bambini ok ho molto da imparare.
Come può cambiare la vita,se me l'avessero detto non ci avrei mai creduto. Sofia è cambiata ,porta i capelli più lunghi ,ha cura del suo corpo, lo fa per me ,tante volte ci intendiamo senza parlare,ci completiamo ,siamo inseparabili.
Ormai siamo in quattro, decido di ristrutturare il casolare,con tutto il terreno attorno, possiamo ricavare altre tre camere,non si sa mai,siamo ambedue in età feconda.
Improvvisamente nella quiete irrompe un temporale,una cugina o forse cugino,di Sofia le chiede un grande favore, è da anni in Italia,batte sulla tangenziale a Firenze.
È stata sorpresa a derubare un cliente, è incensurata e in regola coi permessi ma vive con altre due "signorine",se non trova chi la ospita ai domiciliari,sconta tre mesi di galera.
Sofia è titubante,trova il coraggio di parlarmene:”cara mi chiedi tanto,se in paese si viene a sapere è un casino”.
“Hai ragione Ettore è anni che non la vedo era il mio migliore amico,ma non voglio metterti nei guai”.
Come al solito mi intenerisco:”dai ne parlo con Giuseppe il vigile,se tuo cugino promette di starsene buono, sospendiamo i lavori al casolare, non sono tre mesi che cambiano la vita, sentilo,se promette di rispettare le regole ok,se no spiegagli perché che mi chiamano spaccaossa”, vorrei essere serio,ma mi scappa un sorriso.
Martedì mattina al casolare arriva una volante, il trans viene accompagnato alla casa ,noi aspettiamo alla porta, gli applicano il braccialetto elettronico e partono sgommando .
Si fa chiamare Jenny, Sofia le corre incontro, si abbracciano come sorelle, Jenny mi guarda con timore,la mia amata la tranquillizza:”lui è l'uomo che amo,il più bravo sulla terra ma non farlo arrabbiare, lo chiamano spaccaossa” . Jenny mi guarda si terrore negli occhi,deve aver conosciuto tanta gente cattiva
“Benvenuta ho piacere che Sofia ti rincontri,mi ha parlato molto di te e non male,non darle dispiacere e siamo amici, non ho nulla contro di te, se per lei sei una sorella, lo sei anche per me”.
Jenny resta spiazzata, non si aspettava questa accoglienza, mentre parliamo arrivano di corsa le bambine :”sei zia Jenny?” ,”si spero di non scocciare ,resterò qualche mese con voi ,ci divertiremo”.
Sarà un transessuale, sarà una prostituta, avrà pure rubato un portafoglio, ma sembra una persona simpatica,se non lo sapessi direi una bella donna.
Non sono attratto da lei , forse perché so che era un uomo, ha uno sguardo dolce, le lenti a contatto che porta, esaltano lo sguardo, magra, cappello lungo, porta sicuramente almeno una quarta di seno, gambe lunghissime e caviglie sottili, porta jeans e t-shirt , non certo l'abbigliamento da prostituta.
Lascio Sofia e le bambine con la zia e torno in città,a sera torno al casolare, ha cucinato Jenny, direi una buona cuoca, con poco ha allestito un'ottima cena.Sofia è felice ,mi raccontano gli aneddoti della loro infanzia.
Passano le settimane, Jenny non crea problemi, la sera ci ritiriamo a casa e facciamo l'amore, è passato ormai più di un anno da quando siamo insieme ma il nostro desiderio non cala.
Una sera a letto Sofia mi dice riluttante :”sai Jenny è stata la prima con cui ho fatto sesso è stata lei a sverginarmi, è importante non avere segreti tra di noi”.
Sinceramente non so cosa risponderle:” è successo amen, spero che questo non rovini il nostro rapporto”.
“No no, ti amo troppo Ettore, non ho mai amato così, volevo che sapessi tutto di me”.
Ci abbracciamo e facciamo l'amore , per noi è sempre come la prima volta, quando cadiamo distrutti sul nostro letto, le dico “senti Sofia se provi ancora qualcosa per lei, questo non rovina il nostro amore,con te non sarebbe un problema neanche il letto a tre piazze, ma voglio amarti per tutta la vita.
Se per una volta devo dividerti con lei, non c'è problema ,è una professionista ,ma capirà il vero amore”.
Sofia è perplessa dalla proposta,se da una parte rinnovare quel che è stato con Jenny la elettrizza,la paura di perdere il mio amore le attanaglia l'anima .
“Senti Sofia, non cerchiamo questo momento di trasgressione,se dovesse arrivare lo affrontiamo insieme”.
Jenny si comporta benissimo, è dolce con le ragazze, non fa cazzate, quando desidera fare due passi, esce dal retro e passeggia nel boschetto, nessuno si accorge di lei, mi chiedo perché ha fatto questa stronzata.
Mancano pochi giorni dalla fine della pena, Jenny vuole parlarci, Alice e Lilly sono a scuola, possiamo parlare con calma.
“Non vi ho raccontato nulla di quello che è successo, volevo veramente capire chi siete, Sofia è anni che non ci vediamo e tu Ettore non ti conoscevo , ritenevo inutile raccontare la mia versione, ora di voi mi fido .
La verità è che per primo volevo rivedere Sofia, e poi conoscere il suo uomo, siete una coppia fantastica, non mi avete giudicata.
È vero faccio, la squillo ma non certo sulla strada , mai rubato in vita mia , neanche quando arrivata in Italia non avevo i soldi per mangiare, l'agenzia per cui lavoro, mi ha contatta per una serata elegante della firenze-bene.
Non ho obblighi di finire a letto coi clienti, un porco ,pare assessore,al mio rifiuto
mi ha incastrata,non rischiavo la prigione, meglio non lottare coi mulini a vento e eccomi qua, so che mi credete, volevo solo far chiarezza su quella che realmente sono”.
Gli occhi di Sofia si riempiono di lacrime:”Jenny non l'ho mai pensato male di te, la persona che ho conosciuto, che mi ha fatto scoprire il sesso, senza mai ricorrere alla violenza, non poteva diventare una ladra e una puttana da strada,mi immagino cosa hai passato”.
Si stringono con affetto, non posso non notare il desiderio negli occhi di Jenny, certo sono come sorelle ma Jenny la desidera ancora,ma l'ultima cosa che farebbe è rovinargli la vita.
“Dopodomani scadono i termini, sistemo tutte le mie cose e fra un mese raggiungo mia sorella in Germania, non so se saprò cambiar vita,ma il vostro esempio mi incoraggia”.
Giovedì a casa nostra, invitiamo gli amici più cari , presentiamo Jenny, nessuno sospetta,la sua voce è dolce, femminile .
Piccola bugia , si festeggia il compleanno della cugina, serata fantastica, sono orgoglioso della famiglia.
Il venerdì l'accompagniamo al treno , fiumi di lacrime anch'io sono commosso, un gigante buono che piange.
Finalmente ripartono i lavori, in meno di tre mesi, il casolare si trasforma in una piccola magione , c'è anche una piccola piscina per le ragazze,insegno a nuotare alla mia Sofia.
Dopo tanta felicità ,mi aspetto di pagare pegno con la fortuna, non è così.
Sofia da giorni ha piccoli fastidi, non è da lei, preoccupato la accompagno dal medico, la cosa più bella che poteva capitarci,aspetta nostro figlio è incinta.
Viviamo un sogno, spinti dall'entusiasmo delle nostre ragazze decidiamo il matrimonio.
Per Alice e Lilly sono papà, è una cosa stupenda, le amo come fossi il padre naturale,
non ci sono ombre, dicono siamo un paese di razzisti, ma le mie donne non sono solo accettate , hanno più amici di quanti me ne sia fatto in tutta la mia vita.
Sofia non ha più nessuno in Gambia, diamo la lieta notizia a Jenny e alla sorella, che assicurano la loro presenza.
Si avvicina il gran giorno, fervono i preparativi , le razazze con le amiche sono vere Wedding planner .
La casa in paese è in vendita,la prepariamo per ospitare i suoi cari,risparmiamo sull'albergo e sicuramente saranno più a loro agio.
Mancano cinque giorni alla cerimonia, andiamo in stazione a ricevere Jenny e la sorella ,soliti baci e abbracci, Milù la sorella di Jenny conosce per la prima volta Alice e Lilly, si piacciono subito .
Venerdì le ragazze organizzano un bel tour per far conoscere la Liguria alla zia.
Siamo in tre a colazione io Sofia e Jenny.
Jenny esordisce:”ce l'ho fatta, in Germania tutto è diverso,ho una piccola attività, la gente non mi giudica “ mentre parla stringe le mani a Sofia, è forse irrazionale da parte mia,avvicino i loro volti fino a far toccare le labbra, Sofia è bloccata, ma il desiderio di Jenny la spinge ad un bacio carico di passione , Sofia mi guarda, le sorrido , le accompagno in camera e torno in cucina.
Ci vuole poco a sentire gemiti provenire dalla camera da letto , sono curioso ma non voglio rovinare l'attimo. Passa un quarto d'ora Sofia urla il primo orgasmo, incredibile, nel godere pronuncia il mio nome, entro in camera è a pecora sul letto, Jenny la possiede , mi guarda leggo nei suoi occhi l'amore per me.
In quel letto ,tra le due è solo sesso, l'amore è solo nostro.
Bacio Sofia sugli occhi scendo lungo il collo,ha forti gemiti ,maggiore è il piacere quando Jenny affonda i colpi,ma ha occhi solo per me, allunga la mano, mi stringe il pene ,vuol sentirne il sapore,il suo pompino mi da sensazioni uniche, sento scosse alla spina dorsale, chiedo a Jenny di uscire da lei, la faccio a salire su di me e affondo nella vagina bollente . Jenny non resiste alla tentazione, le insaliva il fiorellino, lo viola con le dita, è puro godimento, Sofia quasi sviene dal piacere, pian, piano la trans entra nel il suo lato b, è un avanzare lento, sa il fatto suo, solo piacere niente dolore.
Ci fondiamo in tre corpi ,ma solo due anime,per più di due ore godiamo del suo corpo e lei con noi, ha avuto una serie interminabile di orgasmi.
Nello sguardo di Jenny, si legge il desiderio di giocare anche con me, ho avuto le mie esperienze,ma oggi è solo amore, amore per Sofia.
Chissà un domani non nego che Jenny mi intriga, chi vivrà vedrà.
Questo è un altro momento, il momento di coronare il nostro sogno d'amore.
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