trans
Rosalba 1
di Curioso917
17.08.2023 |
2.714 |
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"Chi se ne frega, meglio così, la seguo con lo sguardo in pista, è avvinghiata come una serpe al ragazzo, limonano da brutto, la mia amica se la ride..."
Perché Rosalba,tutto inizia in un mese di maggio.Ero il classico bel ragazzino, biondo, capello lungo,magro,non molto alto,piacevo alle coetanee e loro a me.
A sedici anni il sesso non era più un mistero, oltretutto mamma natura mi ha premiato li sotto,un giorno in discoteca incontro Claretta,ragazza carina ma con un brutto carattere,di lei si dice che è una puttanella,ma mi piace,mica la devo sposare.
Inizia una storia travagliata,lei esce con chi vuole,ma è gelosissima,tipo sei mio e di nessun altra.
Per un po' mi sta bene,scopa divinamente,mi scoccio presto di essere uomo oggetto.
Una sera esco con una compagna di scuola,mora occhi azzurri come i miei,ho sempre cercato di farle il filo ma niente da fare.
Andiamo in discoteca ma non la solita, voglio chiedere con Claretta,ma non mi piacciono le scenate di gelosia in mezzo alla compagnia .
Balliamo, beviamo qualche drink, niente di che,a mezzanotte entra al disco gente nuova, intravedo Claretta con un tipo.
Chi se ne frega, meglio così,la seguo con lo sguardo in pista, è avvinghiata come una serpe al ragazzo, limonano da brutto,la mia amica se la ride "brava la tua fidanzata" non mi incazzo anzi, prendo la mia amica e entro in pista. Piano mi avvicino fino a urtare Claretta, si gira mi vede, per un attimo resta di sasso,poi parte la scenata.
Porco che ci fai con quella troietta, hei ma sei scema ti sbatti questo ragazzo e fai la gelosa, ma vaffanculo,la pianto nel bel mezzo della pista col suo spasimante,prendo l'amica per mano e lascio la discoteca.
Tutto finito? Neanche a parlarne, domenica, lunedì, martedì, continua a subissarmi di telefonate, ovviamente non rispondo, quando insiste metto il rifiuto di chiamata.
Mi godo un po' di libertà , qualche giorno senza sesso ,a volte è meglio stare con gli amici, praticamente devo disintossicarmi.
Una sera all'inaugurazione di un nuovo locale ,vengo agganciato da una sberla da paura avrà trent'anni, per un ragazzo della mia età manna dal cielo. Sembro piacere alla milfona ,mi paga diverse bevute, non mi molla per tutta sera.
È sabato ma non posso rientrare all'Alba la bella si offre di accompagnarmi,un po' alticcio la seguo,ci accomodiamo sulla sua berlina e parte.
Sono stanchissimo, ho colpi di sonno, mi accorgo che non stiamo rientrando in città,"ma dove andiamo", non hai voglia di giocare un po', certamente.l'auto costeggia una zona collinare,si ferma in una zona buia accanto a una villa, Nella penombra si vede uno splendido roseto, guardo verso la casa preoccupato, mi dice tutto ok è disabitata,porto qui i miei amanti.
Per me è un sogno, la donna abbassa i sedili e subito si attacca a slacciarmi la cerniera, il fratellone reagisce, il contatto con le sue labbra lo rende duro come il marmo.
Pregusto già il paradiso, ma forse è l'inferno, mi sto godendo la pompa, all'improvviso il portiere si aprono, due donne mi bloccano i polsi,una di loro è nera come la pece.
Forse è l'ingenuità della gioventù, lei smette di sbocchinarmi mi sale sul torace,mi sbatte sul viso un uccello quasi delle mie dimensioni.
Aprì la bocca o ti schiaccio i coglioni, spaventato obbedisco, entra con violenza,mi arriva alle tonsille,non riesco a sopportare vomito sul suo ventre,mi riempie di schiaffi. Coglione mi hai sporcata e giù sberle, ormai sono in suo potere,le altre ghignano,mi riempiono di sputi,la mia carnefice mi scopa la gola, caccia un gemito di piacere e mi riempie la bocca.
Cerco di sputare ,mi stringe la gola,ingoia troia o ti ammazzo,mi va per traverso,tossisco e ho ancora conati,ormai ho il suo sperma nello stomaco, svengo.
Mi risveglio per il dolore lancinante ,la nera mi ha infilato in culo il suo mostro,l'estrae completamente e affonda con colpi bestiali. Piango come un vitello al macello,nessuna pietà continua la sua corsa fino a imbottirmi col suo seme , continua a sborrare e a sbattermi,se apro la bocca un cazzo mi affonda in gola.
Finiti i loro porci comodi,si mettono in piedi e mi riempiono di piscio, ti portiamo i saluti di Claretta, è l'ultima cosa che sento,perdo i sensi.
Mi risveglio solo, completamente nudo,coperto di piscio è sperma la bocca e sporca dei miei escrementi,mi hanno fatto mangiare la mia merda,non riesco a muovermi,il culo brucia,la faccia è tumefatta,non riesco ad alzarmi, i miei vestiti sono a pochi metri,striscio li raggiungo,ma lo smartphone è sparito, riesco a mettermi in ginocchio,piango.
È quasi l'alba, non passa nessuno , improvvisamente vengo illuminato da due fari, mi sbraccio che spettacolo ofro.
L'auto mi sorpassa ,sono sempre più disperato, improvvisamente si ferma e innesta la retro.
Quando apre la portiera, mi metto a tremare, è vestita da battona, sicuramente anche lei transessuale, tremo come una foglia, scende dall'alto e si avvicina, non aver paura, che tè successo, singhiozzando le racconto l'accaduto.
Sicuramente è una trans, ma una persona gentile ,mi aiuta a rialzarmi, dal bagagliaio toglie un grosso cellophane, copre i sedili posteriori e mi aiuta a salire.
Non riesco a parlare, sono sotto shock, mi accompagna al pronto soccorso e avvisa i barellieri. Riparte per la sua strada , io svengo di nuovo, non so quanto ho dormito. Mi risveglio in un letto d'ospedale con infilata una flebo, di lì a poco tempo entrano in stanza dei poliziotti, mi fanno mille domande, sono in confusione, pian piano acquisto lucidità,con vergogna gli racconto quello che è successo, non so perché ometto il mandante.
I miei genitori avvisati arrivano in ospedale, speravo solidarietà ma non è così, mio padre dice se eri lì ci sarà un motivo, anche mia madre e le sorelle mi guardano con schifo , racconto le mie ragioni , ma capisco che non mi credono.
Mi ricordo di Claretta, dico il perché,dimenticavo che era la figlia del capo di mio padre, non credono a nulla delle mie parole.
A sedici anni, sono solo, fuori di casa, senza un lavoro e con abiti prestati da un infermiere.
Esco dall'ospedale , un ragazzo diciassettenne che pensa al suicidio, si accosta un'auto, la riconosco è la donna che mi ha aiutato quella notte, parcheggia scende e mi si avvicina .
Ciao ti sei ripreso? Non direi, le racconto la reazione dei miei genitori, che stronzi vieni facciamo colazione, non ho i soldi, scherzi offro io.
Se penso che mi ha visto in quello stato muoio dalla vergogna, mi parla con dolcezza, il mondo è pieno di stronzi, ma anche di brava gente, hai capito chi sono e cosa faccio, ma non farei mai uno scherzo così è un ragazzo.
Pian piano mi mette a mio agio, finalmente ci presentiamo sono Stella io Roberto,dopo un quarto d'ora seduti al tavolino ,riesco a scherzare anche sulla disgrazia.
Sei solo e fuori casa, vieni con me, non sono come quelle, lavoro fuori, in casa puoi stare tranquillo, ho la stanza degli ospiti.
Non so che pensare, perché mi aiuta, non vorrà altro da me, ma poi mi dico che è la persona più gentile che abbia mai conosciuto, chi l'ha obbligava a fermarsi? Se non c'era lei chissà!
Dai vieni abito qui vicino, ancora titubante la seguo, ha una bella casa, arredata con tocco femminile e pulitissima.Solo adesso la osservo, sarà pure un uomo ma è graziosa anzi ,bella,circa la mia altezza, capelli lunghi biondissimi, occhi color del cielo,si intuisce un seno piccolo con due capezzoli che bucano la maglietta.
Perché mi aiuti? Mi piaci ,non fraintendermi, intendo come uomo , non ti chiedo di corrispondere , ma vorrei aiutarti, anche la mia famiglia mi ha voltato la faccia , ma almeno ho scelto io di diventare quel che sono,tu hai solo subito violenza.
Alle sue parole mi commuovo, le dico sei una stella nel buio della notte. ma dai considerami un amica. Passiamo la giornata insieme, mi porta a fare shopping jeans e magliette per me ,abitini sexy per lei,un salto al McDonald's e torniamo a casa, mi piace la sua compagnia, peccato che dopo cena se ne va.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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