Una Troia per 3 Camionisti

Quest’ultimo anno è stato difficile, pieno di casini da risolvere e lavoro da sbrigare. Purtroppo, anche il tempo di trovare rifugio in Stefania è stato davvero poco. Così, in un raro momento di tranquillità, ho deciso di concedermi una pausa: qualche giorno in un B&B *en femme* per scattare foto e video per i miei social, e magari farmi cavalcare da qualche baldo stallone.

Quella piccola vacanza mi fece bene, anche se gli incontri furono pochi. Eppure, ebbi modo di giocare con abiti e lingerie che non avevo ancora goduto appieno. L’ultima sera, però, un attacco d’ansia – forse per l’imminente ritorno alla routine – mi spinse a concedermi una sigaretta rilassante, un vizio che tengo solo per le occasioni estreme.

La stanza non era attrezzata: una sola finestra praticabile e un rilevatore di fumo proprio sopra. Non avevo voglia di farmi sorprendere dal proprietario alle 23:30, così decisi di scendere in strada. Tanto, la zona era deserta: un’ex area commerciale con capannoni riconvertiti in B&B, frequentati solo da sprovveduti o disperati durante le fiere.

Scesi così com’ero: minigonna nera, camicetta semitrasparente, push-up e reggicalze in vista, parrucca rossa riccia e sandali con tacco 15, perfetti per lunghe camminate. E, naturalmente, un bel plug che teneva pronto il mio buchetto per ogni evenienza.

Il parcheggio era deserto, a parte la mia auto. Niente vigilanti, solo telecamere a spegnere ogni speranza di svago notturno. Mentre passeggiavo, persa nei miei pensieri, un bagliore catturò la mia attenzione: un TIR con i fari accesi. Sorrisi, avendo capito al volo la situazione, e mi avvicinai.

*"Ciao, bella bimba! Che fai qui nel nulla, tutta sola?"*

Spuntò dal finestrino un omone brizzolato, sulla sessantina, con un sorriso biricchino.

*"Ero uscita a fumare,"* risposi, civettuola.

*"E non hai paura, così provocante?"*

*"So badare a me stessa."*

*"Be’, se ti va, ho un materasso comodo qui dietro per quattro chiacchiere."*

Accennai all’appartamento a pochi passi, e lui balzò giù in un lampo. Se già dal camion sembrava massiccio, una volta sceso mi sovrastava nonostante i tacchi.

*"Piacere, Toni,"* disse, stringendomi la mano prima di abbracciarmi con una vigorosa palpata al culo.

*"Piacere mio, Stefania,"* risposi, indicando la strada.

*"Ma… accettate spettatori?"*

Una nuova voce proveniva dal camion dietro: un ragazzo identico a Toni, ma circa trent’anni più giovane.

*"Anche partecipanti. Non mi formalizzo,"* dissi, con il mio solito fare da troia. Lui esitò, pensando a un amplesso tra i campi, ma quando menzionai la stanza, accettò e propose di coinvolgere il terzo camionista in sosta. Eccitata all’idea di una *gang bang*, acconsentii.

Bussò al finestrino, e poco dopo scese un omaccione dell’Est.

*"Piacere, Genna,"* si presentò il giovane, stringendomi la mano. La porsi allo straniero.

*"Piacere, Vitaly,"* rispose lui, con un forte accento, baciandomi la mano. La sua galanteria mi sorprese: ero curiosa di scoprire che tipo fosse a letto.

*"Ci fai strada?"* intervenne Toni.

Nel tragitto, le loro mani non smisero di esplorarmi il culo. Alzai la gonna per agevolarli, mentre ridevano tra loro a bassa voce. Ero eccitata all’idea di essere così piccola in mezzo a quei colossi, che avrebbero potuto trascinarmi in un vicolo e farmi la loro schiava.

Ma tutto filò liscio. Appena chiusa la porta, mi circondarono: baci, morsi sul collo, mani che scoprivano ogni centimetro del mio corpo. Ricambiai, esplorando i loro pacchi, tutti proporzionati alle imponenti stature.

*"Be’, mi aspettavo più decisione dai camionisti,"* dissi, interrompendo i preliminari.

Scoppiarono a ridere.

*"Questa è una vera puttana!"* commentò Vitaly.

Toni mi sollevò come una piuma e mi mise a pecora sul letto, strappandomi via il perizoma e sfilando il plug.

*"Davvero una puttana!"* aggiunse Toni, sventolando il gioco appena estratto

Vitaly mi guidò verso il suo cazzo, alternandolo a quello di Genna. Entrambi duri, pronti. Li servii con la lingua, mentre Toni infilò un preservativo e mi penetrò con colpi lenti e profondi. Ero in balia di quei tre, e adoravo ogni secondo.

*"Cambio!"* gridò Toni, lasciando il posto a Genna nel mio culo. Vitaly dirigeva il gioco, mentre io mi perdevo nel piacere.

*"Peccato non sei donna, ognuno si sarebbe preso un buco,"* commentò Toni.

*"Be’, dietro a volte ne ho avuti due insieme,"* mentii a metà.

Vitaly fece un cenno, e Genna mi sollevò, facendomi cavalcare Vitaly appena sdraiato. Lui mi bloccò, permettendo al collega di infilarsi nel buco già occupato. Urlai, prima dal dolore, poi dal piacere.

Toni mi scopava la bocca, mentre i loro commenti osceni rendevano tutto ancora più eccitante. Dopo mezz’ora di posizioni alternate, si sfilarono e mi misero in ginocchio. Uno dopo l’altro, mi ricoprirono di sborra su viso e seni.

Risi, esausta ma soddisfatta, mentre mi aiutavano ad alzarmi.

Usarono il bagno, e io corsi sotto la doccia. Toni mi fissò, mentre mi lavavo con fare provocatorio, poi lascio il posto a Genna.

*"Potrei pisciarti addosso?"* chiese lui timidamente.

Spensi l’acqua e mi inginocchiai. Vitaly si unì a lui, in una pioggia dorata che mi lavò via lo sperma rimasto.

*"A saperlo, lo facevo anch’io!"* rise Toni.

Finita la doccia, li trovai ancora lì.

*"Passi spesso qui?"* chiese Genna.

Spiegai la situazione, e mi dissero che sostavano lì quasi ogni venerdì. Ci scambiammo i numeri, e se ne andarono.

Stavo per mettermi a letto, quando il cellulare squillò: un messaggio di Vitaly.

*"Se torno da te?"*

Sorrisi e lo invitai a salire. Belli tutti e tre, ma lui, con quel fare da gentiluomo, mi aveva stregato. Presi una parrucca nuova e mi stesi, in attesa di scoprire cos’altro avrebbe combinato.