trans
L'amico di colore. Finalmente

05.03.2025 |
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"Intanto lei preparava il caffè..."
Mara aveva potuto saggiare interamente il piacere dell'amore con più uomini contemporaneamente, con grande soddisfazione sua, ma anche del suo uomo, Lucio.Dapprima avevano allargato la coppia semplicemente a un amico di lui, molto dotato e giovane che aveva fatto godere Mara nell'essere presa e nell'essere osservata, ammirata da Lucio, che desiderava sopra ogni altra cosa di vederla godere tra le braccia di un maschio possente e voglioso.
Poi, presi da una passione totalizzante per quella trasgressione, subito di seguito ebbero due diverse altre occasioni. Dapprima con un gruppo di giovani che erano stati scelti da Lucio e portati a casa. L'avevano travolta totalmente, presa contemporaneamente in bocca e nella fica, mentre le mani la sondavano ovunque, e le sue stesse mani esploravano i loro corpi e agguantavano, avvolgevano i loro cazzi. Era stata un'esperienza fantastica celebrata, alla fine, dallo sperma dei giovani che con spruzzi possenti l'avevano bagnata ovunque, seno, natiche, viso, bocca. Il suo Lucio si segava e riprendeva tutto. Avevano potuto riguardare, eccitarsi e fare l'amore più e più volte. Rapidamente l'esperienza si era trasferita all'aperto: un parcheggio di camionisti era stato il teatro dello spettacolo sublime, di lei presa a turno da tutti e anche qui inondata ovunque del seme di quei maschi che amava con tutta se stessa.
Avevano rallentato. Si erano dedicati a se stessi. Sentivano di amarsi, di essere una coppia nel sesso e nella vita. Lei non mancava mai di rendersi bella. Lui ne era estasiato. Frugandola sotto la gonna la trovava sempre in mise di lingerie sexy. Perfetta, pronta all'amore. Fu così che le propose di riprendere le loro attività extra-coniugali. Lei ne fu eccitata. Si vedeva. Ansimava all'idea. Fecero all'amore con nuova rinvigorita passione. Il suo cazzo duro la prese nella sua ficanale, larga, morbida come una fica femminile. La bocca di lei avvolgeva il cazzo dell'uomo. Adorava la sua forza come anche l'inarcarsi del corpo che preludeva il climax e la sborrata a fiumi che ne veniva, e che Mara ingoiava con voluttà.
Desiderava altri maschi. Glielo disse. Uscirono a passeggio, lungo il fiume, senza una meta precisa. Lì c'era modo, per lo meno, di far ammirare Mara a tutti i maschi che passavano. Era uno spettacolo di bellezza e femminilità. Chi con sfrontatezza, chi più timido, tutti la osservavano e la desideravano. Si fermarono a una panchina. Per baciarsi, parlare e per farla ammirare dai passanti. Lei indossava un vestito sopra il ginocchio. Sedendosi s'era tirato su e mostrava le gambe stupende avvolte da calze velate nere. Ai piedi, splendidi tacchi a spillo, alti, 12 centimetri. Si capiva che sotto il vestito si apriva lo splendore di una bellezza superba di trasparenze, pieghe, ricami.
Accanto alla loro panchina, c'erano due gruppi, a destra e a sinistra. Si trattava di giovani ragazzi di colore. Quella di rimorchiare dei neri era una fantasia di entrambi. Vedere Mara armeggiare con diversi cazzi neri era un desiderio di lui. Sognava e si segava di guardarla, ammirarla nelle situazioni più hard con loro. Iniziarono a baciarsi. Era chiaro che desideravano tenerezze. Ma anche qualcosa di più.
I ragazzi neri, dapprima timidi, incominciarono a realizzare l'idea. Uno della panchina di destra si staccò dal gruppo e fu lì, da loro, a chiedere se avevano da accendere, per una sigaretta. Lucio disse di no, che non fumava, ma lo invitò a sedere accanto a lei, con la scusa che avrebbero avuto piacere di scambiare quattro chiacchere.
Mara gli chiese come si trovava nella loro città. Rispose che era difficile, non sempre le persone erano fiduciose nei confronti loro. Disse anche che con alcune persone aveva un rapporto di amicizia. Si trovava talvolta con loro. Li raggiungeva a casa e si stava bene insieme. Fu così, facendo intendere che volevano conoscerlo meglio, che lo invitarono a passeggiare con loro sino a casa, a prendere un caffè insieme.
Era difficile poter invitare d'un tratto tutti insieme i ragazzi del gruppo. Invitarono lui, il più intraprendente. Ma da quella conoscenza poteva aprirsi un mondo di conoscenze di quell'universo che sinora avevano esplorato solo con la fantasia.
Passeggiando raggiunsero casa. Salirono le scale. Lei era davanti. Voleva farsi vedere ancheggiare, sculettare salendo le scale. Lucio era preso da quella danza. Non di meno Abdul.
Il giovane ragazzo nero, Abdul, era di una bellezza abbacinante. Tutto ebano, giovane, muscoloso, alto. Doveva avere all'incirca trent'anni o anche meno. Sapeva di buono e di pulito. Un odore diverso, ma che li attraeva. Raggiunto il piano di casa, lei aprì la porta e fece strada. Abdul la seguì con Lucio, sino alla cucina. Lo fecero sedere. Intanto lei preparava il caffè. Si piegò diverse volte a raccogliere le stoviglie necessarie, a preparare il tutto. Il giovane la ammirava in quelle splendide pose e non poté fare a meno di eccitarsi. Lei si rese conto che l'arnese di Abdul era in movimento, si agitava sotto i pantaloni. Voleva espandersi, esplodere nella sua potenza.
Il caffè era pronto. Lei raggiunse i suoi uomini al tavolo. Distribuì le tazze. Era al centro tra i due uomini. Sorseggiavano il caffè. Fu allora che lei prese il coraggio tra due mani e carezzò il giovane sopra il ginocchio. Lo carezzava, risaliva. Lui lasciò fare. Capì. Era ciò che desiderava. Mara, finalmente, sentì il monte all'altezza del cazzo. Lo carezzò sopra i pantaloni. Era grande, duro, enorme. Un cazzo potente era pronto a darsi a lei. Aprì la cerniera. Lo tirò fuori. Lo tenne tra le mani. Lo segò e poi si inginocchio per averlo vicino al viso, alla bocca. Lo avvolse tra le labbra, lo prese tutto in bocca, e lo mandò profondo in gola, il più possibile. Su e giù facendolo ansimare di piacere.
Lucio carezzava Mara e guardava la scena, la riprendeva con il telefonino.
Lei a un certo punto invitò i suoi uomini ad andare a letto. Chiese ad Abdul di spogliarsi del tutto e lo accompagnò al letto. Era un ragazzo bellissimo, la rappresentazione della più perfetta virilità. Tutto per lei. Mara si inginocchiò sopra il letto per offrirsi. Lucio la lubrificò con la sua lingua, poi con l'olio di queste occasioni e la donò a Abdul.
La ficanale si aprì totalmente all'uomo. Desiderava di essere riempita da quel cazzo, di essere pompata per ore, di sfondarsi totalmente. Amava il suo uomo che le regalava quel piacere. Lucio si segava, guardava e riprendeva. Sarebbe stato il film più prezioso della loro collezione.
Abdul scopava con vigore e potenza. La montava con voglia totalizzante. Non gli avevano chiesto se aveva avuto altre esperienze con trav. Se era la prima, stava apprezzando senza riserve. Si mise sul letto a cavalcarla per sfondarla meglio. Lei si offrì totalmente. Quel cazzo enorme la riempiva tutta. Sentì che l'uomo stava per raggiungere l'apice. Lo disse anche lui. "No, non voglio venire ancora. Voglio che duri di più". Lei decise allora di sacrificare quel piacere immenso che la stava prendendo per favorire la durata. Nello stesso tempo voleva che quel seme non andasse perso. L'uomo si ritrasse dalla fica.
Lei gli tolse il preservativo. Gli prese il cazzo in bocca. La sua bocca era calda e dolce. Aveva lingua e bocca di velluto. La sua pratica in pompini era di lunga data. La gola era profonda. Per Abdul il piacere era nuovamente prossimo, vicino. Questa volta lei voleva che l'uomo sborrasse. Continuò nella sua opera e finalmente il fiume di sborra le fu in bocca. Per la telecamera di Lucio fece vedere un filo di sborra che colava dalle labbra e un fiotto che la raggiungeva sul viso. Ma la maggior parte la volle ingoiare. Il suo piacere era totale. Aveva fatto l'amore con il suo primo black.
Era stato bellissimo. Si accasciarono tutti sul letto. Si erano donati un piacere totale. Il ragazzo era affascinato da lei.
Lucio spiegò ad Abdul che avrebbero potuto trovarsi ancora. Era certo che a Mara era piaciuto tanto. Finalmente gli rivelò che avrebbero avuto piacere anche di trovarsi in gruppo: con lui e qualche altro suo amico di colore.
Poteva scegliere lui. Ma dovevano essere belli e prestanti come lui. Mara - come si era capito - li voleva ben dotati e resistenti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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